Chailly Gewandhaus alla Scala: routine

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Chailly Gewandhaus alla Scala: routine

Messaggioda vivelaboheme1 » mar 17 feb 2015, 9:46

Alla Scala, la Gewandhaus di Lipsia con Riccardo Chailly. 25 minuti di concerto per violino di Mendelssohn, stretto in una morsa di glaciale, frettolosa routine da un inespressivo Chailly la cui gabbia sonora stringe i pur apprezzabili tentativi di "canto" del bravo Raichlin in una prigione senza colori, un inflessibile, frenetico blanc-et-noir.
Meglio il Titano, uno dei molti buoni Titani possibili, rumorosetto e non scevro da un bel carico di enfasi (finale), ancora frenetico nel secondo movimento, ma senz'altro più godibile pur nella sensazione di genericità tipica del direttore. Buoni gli archi, specie viole e celli. Non manca (corno all'attacco del trio secondo movimento, legni sciatti in più di un'occasione) qualche sbavatura.
Neanche l'ombra di un bis, visibile fretta, fretta, fretta di andarsene. Orchestra buona, non eccezionale (altra cosa, per dire, la recente, folgorante apparizione della nostra Santa Cecilia! E il Titano di Salonen con la Filarmonica abitava cieli preclusi al Chailly). Si direbbe che una certa routine ormai perennemente insita nel Chailly passi agli orchestrali. Si esce esattamente uguali a come si è entrati. E non è mai un bel segno. Da uno chiamato a fare per otto anni il direttore stabile alla Scala ci si aspetterebbe di più. Ma questo è Chailly.
marco vizzardelli
vivelaboheme1
 

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