DocFlipperino ha scritto:a me pare che - come sempre - siano gli eccessi a stonare....
Beh, insomma...un conto è esprimere un proprio parere personale (ad esempio quello sulla Giovanna d'Arco) in un contesto sostanzialmente scherzoso (so bene a cosa ti riferisci e la discussione era solo uno scambio di battute...), così come la legittima decisione di Vizzardelli di andare a mangiare una cotoletta dopo l'intervallo (piatto sempre delizioso, se ben fatto), altra cosa, però, è emettere sentenze attribuendo patenti di snobismo a chi legittimamente non disdegna ascoltare Zimmermann, Reimann, Henze o Rihm. Quanto al pubblico milanese e italico penso che non sia una bestemmia rivelarne la patologica arretratezza - proprio Opera Disc ha più volte stigmatizzato la sua pigrizia intellettuale verso tutto ciò che esula dal repertorio melodrammatico - peraltro io non ho visto tutto questo entusiasmo per Die Soldaten, ma le solite prediche e sentenze: alcuni parlano di avanguardia (per un titolo di 50 anni fa!), altri di truffa, altri di roba insulsa o da fighetti... E le stesse cose si ripetono ogni volta che si affronta un repertorio che in tutta Europa non suscita lo scandalo italiano (e che, anzi, riempie i teatri, così come il barocco): ho letto le fesserie più gigantesche per lo Jakob Lenz bolognese, per Henze... E allora basta con questa sindrome da loggione, da chi "ci capisce davvero", e che vede l'opera come un veicolo per circhi canori. Purtroppo riscontro che tra melomane e appassionato di musica corre un abisso. Credo che al 90% dei melomani della musica importi un gran poco, e a teatro cerca solo il canto primadonnesco...
Trovo inaccettabile che uno come Tutino - su cui non mi esprimo per non aprire polemiche - si permetta di criticare in modo così tranchant un classico (ormai lo è) come Die Soldaten. Tra 50 anni chi si ricorderà delle opere neomelodiche di Tutino?
Ps: mi fa piacere che Isotta abbia perso interesse per Bignamini...ma come accadde?