Milano - Teatro alla Scala

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Milano - Teatro alla Scala

Messaggioda pbagnoli » mer 25 apr 2007, 11:24

L'evo di Lissner, fra luci e ombre

...in un'intervista al Giornale si sbottona un po'.
Racconta orgoglioso del ritorno dei grandi direttori alla Scala.
Racconta del ruolo centraleche avrà Barenboim (anche se si capisce che non ha intenzione di farne un secondo Muti).
E parla, soprattutto, delle opere italiane. Lo fa con due affermazioni abbastanza singolari:
:arrow: è un momento di crisi per il repertorio italiano e per la Scala più che per altri teatr europei
:arrow: Tosca a Vienna e Londra si può fare benissimo con cantanti che non troverebbero una buona accoglienza a Milano

Sulla prima affermazione, niente da dire: sapevamcelo (come avrebbe detto Petrolini). Operadisc lo dice da un bel po' di tempo - praticamente dalla sua fondazione - l'inaugurazione scaligera ce l'ha ribadito con uno spettacolo talmente inquietante nella sua bruttezza da dare l'idea che sia stata una scelta programmatica di Lissner: vi regalo l'opera delle opere italiane strutturata nel modo più "italiano" che possiate immaginare. Io l'ho trovato uno spettacolo offensivo.
Sulla seconda affermazione ci sarebbe invece qualcosa di più da dire.
Matteo ci ha appena raccontato (e presto lo farà in modo più strutturato) di Terfel che, in questo momento, è uno dei cantanti più importanti al mondo. Ma qui preferiamo scritturare Guelfi e Servile.
Langridge in Italia non canta mai.
La Fleming fu fischiata in Italia in un ruolo in cui la gente comune, con le lacrime agli occhi, ricorda i filatini della Devia (e, con tutto il rispetto per la grande cantante, non riesco ad immaginare niente di più lontano della Devia da Lucrezia Borgia).
In Italia hanno scoperto solo negli ultimi due-tre anni che esiste la Silja e, per il rotto della cuffia, la chiamano per un ruolo che lei da vent'anni ricopre in tutto il mondo, mietendo sempre trionfi; ma in Italia si continuano a fare facili ironie sulla peculiarità della sua fonazione.
Potrei continuare a lungo, ma forse sarebbe inutile...
Il problema - lo affermo una volta di più - è superare una volta per tutte l'idea che l'Italia sia l'unico epicentro di qualunque movimento culturale e che tutto ciò che succede al di fuori sia meritevole solo di facili ironie.
Continuiamo a tenerci Guelfi... :(
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Messaggioda VGobbi » mer 25 apr 2007, 11:28

E' comprensibile il tuo sfogo, Pietro. Meno male che ci sono i dischi che ci aprono orecchie e menti!

Su Lissner continuo a puntare moltissimo, a partire dalla Kostelnicka della Silja che andro' a sentirmi proprio il 2 maggio.
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Messaggioda MatMarazzi » mer 25 apr 2007, 23:40

A proposito della Scala, chi sa qualcosa della prossima stagione?
Ho sentito farfugliare di una Tosca (udite, udite) diretta da Baremboim con la regia di Luc Bondy! :)

Sicuramente non sarà cosa per palati delicatissimi, specie sul fronte registico. Io però, che amo molto Bondy, sarei davvero curioso di vederla.

Altre primizie?

Salutoni,
Matteo
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Messaggioda marco » gio 26 apr 2007, 11:34

dunque l'inaugurazione col Tristan (Baremboim, Chereau, Meier) è risaputo
a gennaio ci dovrebbe essere il Cyrano (Domingo, Radvanovsky) e una Stuarda (Devia, Antonacci)
poi che io sappia la Tosca diretta da Baremboim, un Wozzeck diretto da Gatti, una Manon pucciniana diretta da Chailly-regia Lehnoff, credo anche la produzione di Aix di Da una casa di morti diretta da Boulez, Boheme, Macbeth (Nucci, Urmana)
non mi viene in mente altro in questo momento
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Messaggioda Alberich » gio 26 apr 2007, 13:16

Ottimo Lissner. Finalmente il fantasma di Muti sta sparendo e si può cominciare a parlare con più pacatezza e senza fare tifo da stadio dell'ultimo quindicennio della Scala. Secondo me avevamo raggiunto il fondo ed avevamo cominciato a scavare, non fosse altro che per la balzana idea del direttore artistico che si può fare opera senza i cantanti.
Beh, per fortuna ce ne siamo liberati.
Malgrado la Meier sia arrivata al capolinea, aspetto trepidante l'inaugurazione 2007, spero proprio di essere in Italia! E anche gli altri titoli sembrano interessanti.
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Messaggioda MatMarazzi » gio 26 apr 2007, 14:58

marco ha scritto:la produzione di Aix di Da una casa di morti diretta da Boulez


Quella me la vedrò ad Amsterdam fra poche settimane.
La regia sarà di Chereau... non sapevo che facesse anche il Tristano.
Trent'anni fa aveva detto che non lo avrebbe mai fatto! :)
... volubilità di registi.

Quanto alla Meier posso assicurarvi che non è affatto al capolinea! :-)
Col mio club la sentiamo spessissimo dal vivo, e già due volte in Isolde. Canta in modo declamatorio e poco vocalistico nè peggio, nè meglio di vent'anni fa.
Se poi alla Scala la sperperano in Leonore (tessitura acutissima, scuola mozartiana), questo non vuol dire che abbia perso la voce.
Cantava già male Leonore (e Eboli, e Carmen) quando era agli inizi di carriera.
Semmai il vero problema è che, per un 7 dicembre, si poteva anche tentare una strada alternativa, più originale e innovativa.
Oggi come oggi, la Stemme e la Johansson non sono obbiettivamente inferiori alla Meier in questo ruolo... anzi.

Salutoni
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Messaggioda pbagnoli » ven 27 apr 2007, 21:35

L'Isolde della Meier è una grande creazione, senza se e senza ma.
Con tutto ciò, sono d'accordo con Matteo: la Stemme oggi dice cose diverse che valgono la pena di essere ascoltate.
Creatura viva, palpitante, sensuale, ma anche molto decisa al limite della violenza: a me piace immensamente
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Messaggioda Alberich » dom 29 apr 2007, 0:32

Sentita pochi mesi fa nel Lohengrin, la Meier. E direi che non si è coperta di gloria, la voce è parsa veramente un po' provata.
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Messaggioda MatMarazzi » dom 29 apr 2007, 12:10

Alberich ha scritto:Sentita pochi mesi fa nel Lohengrin, la Meier. E direi che non si è coperta di gloria, la voce è parsa veramente un po' provata.


Capisco!
Io l'avevo sentita l'anno scorso in Isolde e mi era parsa in ottima forma, sia per gli acuti (i diversi si naturali e do bemolle), sia per le sorprendenti mezzevoci. Non mi resta che prendere atto della tua impressione, che mi allarma un po', anche perché fra tre settimane sarò a Parigi proprio per un Lohengrin con lei (e Carsen, Gergev, Heppner, la Delunsch).

Ti saprò dire...
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Messaggioda pbagnoli » dom 29 apr 2007, 14:17

MatMarazzi ha scritto: [anche perché fra tre settimane sarò a Parigi proprio per un Lohengrin con lei (e Carsen, Gergev, Heppner, la Delunsch).

Santa pace,
a quando anche noi in Italia dei cast così?
A Milano: Smith, Schwanenwilms, Lehnhoff e Gatti (quest'ultimo, a dire il vero, l'unico reale motivo di interesse dello spettacolo)
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Messaggioda Lor30 » dom 29 apr 2007, 21:06

marco ha scritto:dunque l'inaugurazione col Tristan (Baremboim, Chereau, Meier) è risaputo
a gennaio ci dovrebbe essere il Cyrano (Domingo, Radvanovsky) e una Stuarda (Devia, Antonacci)
poi che io sappia la Tosca diretta da Baremboim, un Wozzeck diretto da Gatti, una Manon pucciniana diretta da Chailly-regia Lehnoff, credo anche la produzione di Aix di Da una casa di morti diretta da Boulez, Boheme, Macbeth (Nucci, Urmana)
non mi viene in mente altro in questo momento


Ci dovrebbe essere Andrea Chenier (Oren/Alvarez/Cedolins/Nucci).
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Messaggioda pbagnoli » dom 29 apr 2007, 21:17

E' vero, confermo sia per il titolo che per Alvarez.
A proposito: benvenuto ( o benvenuta?... )!
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Messaggioda Alberich » dom 29 apr 2007, 21:18

MatMarazzi ha scritto: fra tre settimane sarò a Parigi proprio per un Lohengrin con lei


Allora aspetto il tuo resoconto! Magari era in un periodo no (senza contare che l'acustica della Scala non mi sembra il massimo per Wagner).

Comunque quel Lohengrin scaligero aveva una zeppa mortale costituita dal Telramund di Fox (e anche il re di Johanson era pessimo). Per il resto era un Lohengrin non eccezionale ma più che passabile, soprattutto se consideriamo i vari Schmidt e Pederson degli anni passati...
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Messaggioda pbagnoli » dom 29 apr 2007, 21:22

D'accordo sul passabile.
Il problema è: ci possiamo accontentare di uno spettacolo passabile?
Non ne abbiamo avuti in abbondanza di spettacoli passabili?
Non pensiamo che per certe opere sia necessario avere i numeri e i fuochi di artificio?
Non siamo stufi di vedere che nel resto del mondo fanno i botti mentre da noi, se va bene, abbiamo gli spettacoli passabili?
Anche la Norma di Ancona è passabile, a conti fatti; ma perché non possiamo desiderare l'eccezionalità?
E' questo che vogliamo combattere con questo sito!
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Messaggioda VGobbi » dom 29 apr 2007, 22:48

pbagnoli ha scritto:
MatMarazzi ha scritto: [anche perché fra tre settimane sarò a Parigi proprio per un Lohengrin con lei (e Carsen, Gergev, Heppner, la Delunsch).

Santa pace,
a quando anche noi in Italia dei cast così?

Hai ragione, Pietro. Pero' permettimi di affermare, almeno dal punto di vista orchestrale e vocale (non tutti), che alla Scala si e' dato un Lohengrin con i fiocchi. Ad esempio Gatti ha mostrato di avere una profonda conoscenza di questo capolavoro, donandoci finezze che all'ascolto dei cd's mi erano del tutto sfuggiti. Ha avuto anche il grande merito di non sovrastare i cantanti, raggiungendo un giusto equilibrio tra voci ed orchestra. Per quanto riguarda le voci, in ambito maschile mi aveva notevolmente colpito Klaus Florian Vogt (chissa' se qualche forumista l'abbia mai ascoltato questo tenore e cosa ne pensa), praticamente un lirico in un ruolo spesse volte affidato ad hedeltenor. Cosi' il suo primo atto (semplicemente favoloso) ed il terzo atto ha mostrato un'eleganza fuori del comune, aiutato dal portamento fisico lineare, a fronte di un secondo atto in cui ha mostrato qualche durezza, sopra tutto quando l'azione saliva di tensione. Grandissimo pure il Re di Hans Peter Koenig, imponente e dolce allo stesso momento. Voce, voce ed ancora voce la Ortrud della Watson, mentre decisamente notevole mi era parsa l'Elsa della sconosciuta ma brava Kringelborn.
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