Giusto per tornare in tema dai cieli azzurri della chirurgia...
Ho rivisto ieri sera questo Fidelio e finalmente tutto.
Barenboim come lo ricordavo: lentissimo (poi che, cronometrato, non sia più lungo di altri significa nulla, anzi è peggio sembrare lento senza esserlo), marmoreo, talvolta un po' impreciso (finale secondo, per esempio), con Furtwangler in testa. Ma in Furt, pur nella celebrazione dell'Ideale e della Tradizione e della Grande Arte Tedesca e via di maiuscole, la tensione drammatica c'era; qui, mi sembra, pochina. In compenso Bimbumbàm evidenzia dettagli strumentali con deliberato indugio. Archi benissimo, i corni meglio che alla prima, la tromba della Leonore 2 decisamente peggio.
Ieri sera la Kampe non ha solo risteccato il si naturale, ma anche quasi tutti gli acuti della parte. Leonora si conferma un rebus. Posto che le wagneriane affondano (salvo, per restare ai tempi recenti, la Waltraud) non saprei proprio a chi distribuirla. Il Divino proponeva il clamoroso debutto della Damrau e, come (quasi) sempre, ha ragione, però è chiaro che ci vorrebbe un contesto del tutto diverso. Vogt non male: la voce è bella (o almeno a me questo timbro da bambino che si è perso nel buio non dispiace) e non ha fatto casini, a parte qualche salita all'acuto (ma non nell'aria) dove si impiccano tutti, e un heldentenor anche di più. Però è pallida anche l'interpretazione e, insomma, mi sembra un Florestano piccino picciò. Mattei fantastico (tutta la classe del mondo in dieci minuti), Struckmann spompato, Youn a me piace quasi sempre a prescindere e anche in questo caso. La Erdmann è elegante ma si sente poco.
Non capisco le stroncature alla regia. Di certo non è la Warner migliore, di certo manca un po' di idee, di certo la nevicata finale fa venire in mente Fantozzi e la Potemkin. Però recitano tutti molto bene e il taglio quasi cinematografico, quasi documentario, mi sembra giovi al Fidelio. Era un po' che non rivedevo l'opera in teatro (era il mio tredicesimo Fidelio live) e non ricordavo quanto fosse statica, specie nel primo atto. Però forse non è colpa di Beethoven ma di Barenbùam e della Warner, quindi siamo da capo...
In ogni caso la scena della Obolensky del secondo atto è un capolavoro: la solenne tetra grandezza di un Piranesi postindustriale
Vabbé, sono un po' sconnesso perché ieri notte, rientrato da Fidelio più cena, ho avuto un trip natalizio e mi sono messo ad ascoltare "Per la nascita del Verbo" di Caresana, ovviamente nel disco di Florio. La Tarantella mi ha quasi riconciliato con il Natale...
Buona domenica a tutti e ancora grazie per le cortesi espressioni nell'altro thread. Regali di Natale anche questi, immagino
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AM