Fidelio - Teatro alla Scala

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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda mattioli » mar 09 dic 2014, 12:31

Beh, a giudicare dalla frequenza e regolarità con la quale ti riproduci, direi di no... : WohoW :

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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 dic 2014, 13:29

DocFlipperino ha scritto:nella grande aria concertata con intensità, durezza e colori scuri e bui, la voce di Vogt ha fatto l'effetto di un piccolo raggio di luce che si accende piano piano nelle tenebre.


Sì, lo suggeriva anche Irina. Però almeno per radio e in TV si avvertiva uno sforzo enorme, e un´anemia interpretativa esasperante… A teatro si sentiva?

Tra l'altro mi chiedo: il colpo di pistola che uccide (credo) Pizarro l'ho sentito solo io??


No. Anch´io. Dunque o siamo vittime di un´allucinazione condivisa (cosa peraltro possibile :mrgreen: ) oppure Pizzarro viene ammazzato da un colpo d´arma da fuoco fuoriscena.

Troppo facile tenere luci cupe, buissime per tutta l'opera per poi esplodere nel finale con una centrale elettrica a testimonianza della gioia e del ritorno della luce. Credo che la figlia (grande) di Malatestino avrebbe potuto pensare la stessa idea


Se è per questo anche la piccola : Love : ! : Chessygrin :

a colui che ci dice e scrive che non capiamo niente e che se l'opera ci è piaciuta è solo perchè non abbiamo sulle spalle "oltre 40 inaugurazioni"..... dico solo "..................."


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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda beckmesser » mar 09 dic 2014, 13:31

mattioli ha scritto:Nel dopo prima, e anche prima della prima, ho sentito ripetere più volte gli argomenti esposti un po' più sopra dal Beck. E ovviamente il fatto che li abbia avanzati anche Lui dà loro un'ulteriore auctoritas.Ma non sono d'accordo lo stesso. E' chiaro che Barenboim avrebbe fatto il Fidelione della Grande Tradizione, tutto ideali e suononi e poi-arriva-Wagner. Altrettanto chiaro che nessuno si aspettasse il Fidelio-singspiel, le radici mozartiane, eccetera.


Diciamo che si può essere fuori tempo massimo e suonare anche male; oppure esserlo ma almeno suonare da professionisti. L’orribile Nona che Barenboim ha propinato qualche tempo fa era preistorica nella concezione ed offensiva nell’esecuzione. Questo Fidelio, a mio parere, no.

Che poi, ma posso anche sbagliarmi, io tutto questo afflato romantico in questa lettura non l’ho sentito: piuttosto, mi sembrava quasi che certe sonorità tendessero anche oltre, a certo ‘900. In verità, ascoltando Barenboim il primo rimando mentale che mi è scattato è quello del suo Wozzeck: ugualmente incongruo, dal punto di vista stilistico, ma interessante… Ma forse sono solo suggestioni: dovrei sentire dal vivo sabato e magari cambierò idea.

Con questo sono d’accordo che oggi Fidelio dovrebbe essere tutt’altra cosa. Continuo ad essere perplesso sul fatto che lo stile da cui partire debba essere quello mozartiano (specie quello dei singspiel), da cui Beethoven mi sembra lontanissimo, fraintendimento su cui è caduto, a mio parere, Abbado (anche se, ovviamente, è caduto in piedi).

Io continuo ad aspettare Jacobs: speriamo col cast giusto…

Saluti,

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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 dic 2014, 13:48

beckmesser ha scritto:Che poi, ma posso anche sbagliarmi, io tutto questo afflato romantico in questa lettura non l’ho sentito: piuttosto, mi sembrava quasi che certe sonorità tendessero anche oltre, a certo ‘900. In verità, ascoltando Barenboim il primo rimando mentale che mi è scattato è quello del suo Wozzeck:


In effetti... penso soprattutto a certe "strappate" degli archi...

Con questo sono d’accordo che oggi Fidelio dovrebbe essere tutt’altra cosa. Continuo ad essere perplesso sul fatto che lo stile da cui partire debba essere quello mozartiano (specie quello dei singspiel), da cui Beethoven mi sembra lontanissimo...

Io continuo ad aspettare Jacobs: speriamo col cast giusto…


Perchè pensi proprio a Jacobs? Non c´é il rischio che anche lui "mozartizzi" troppo il Fidelio?

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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DocFlipperino » mar 09 dic 2014, 14:10

potrebbe essere Currentzis l'apripista della terza generazione dell'interpretazione di Fidelio?
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DocFlipperino » mar 09 dic 2014, 14:39

DottorMalatesta ha scritto:
DocFlipperino ha scritto:nella grande aria concertata con intensità, durezza e colori scuri e bui, la voce di Vogt ha fatto l'effetto di un piccolo raggio di luce che si accende piano piano nelle tenebre.

Sì, lo suggeriva anche Irina. Però almeno per radio e in TV si avvertiva uno sforzo enorme, e un´anemia interpretativa esasperante… A teatro si sentiva?


"Gott" era un po' belato come suono. Per il resto mi è sembrato facesse la stessa fatica di tutti in quest'aria. Interpretativamente confermo il ghiaccio


a colui che ci dice e scrive che non capiamo niente e che se l'opera ci è piaciuta è solo perchè non abbiamo sulle spalle "oltre 40 inaugurazioni"..... dico solo "..................."
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda beckmesser » mar 09 dic 2014, 14:54

DottorMalatesta ha scritto:Perchè pensi proprio a Jacobs? Non c´é il rischio che anche lui "mozartizzi" troppo il Fidelio?


Dipende, c’è Mozart e Mozart; e, guarda caso, a mio parere Jacobs è stato fallimentare nel Flauto, interessante ma interlocutorio nella trilogia, ma semplicemente epocale in Idomeneo e, soprattutto, Tito, ossia proprio quel filone che innestandosi sugli oratori di Haydn (e la creazione di Jacobs è un altro capolavoro) e sul teatro di Cherubini (altro autore in cui sono certo Jacobs farebbe grandi cose) forma il terreno principale su cui nasce Fidelio. Ma ovviamente, è una mia impressione: magari quando ci proverà ne uscirà una schifezza…

DocFlipperino ha scritto:potrebbe essere Currentzis l'apripista della terza generazione dell'interpretazione di Fidelio?


Si, magari con la Kermes come Leonore, per la gioia di Teo… :D :D :D Scherzi a parte, non saprei: ho sentito troppo poco di Currentzis per farmene un’idea precisa. Un grande Macbeth ma, in Mozart (parlo di Requiem e Nozze, non ho sentito il Così) per me non si va oltre la simpatica eccentricità… Diciamo che per Beethoven ci vuole qualcosa di più.

Magari Salonen: da quel che si sente su youtube (quindi con tutte le limitazioni del caso) il suo ciclo delle sinfonie di Beethoven a Londra è molto interessante, anche se non mi sembra apra orizzonti inediti…

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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 dic 2014, 15:27

beckmesser ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:Perchè pensi proprio a Jacobs? Non c´é il rischio che anche lui "mozartizzi" troppo il Fidelio?


Dipende, c’è Mozart e Mozart; e, guarda caso, a mio parere Jacobs è stato fallimentare nel Flauto, interessante ma interlocutorio nella trilogia, ma semplicemente epocale in Idomeneo e, soprattutto, Tito, ossia proprio quel filone che innestandosi sugli oratori di Haydn (e la creazione di Jacobs è un altro capolavoro) e sul teatro di Cherubini (altro autore in cui sono certo Jacobs farebbe grandi cose) forma il terreno principale su cui nasce Fidelio.


O fose anche Minkowski...

E Gardiner? Conoscete la Leonore di Gardiner? Che ve ne pare?

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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda beckmesser » mar 09 dic 2014, 16:04

DottorMalatesta ha scritto:O fose anche Minkowski...


Come credo si sia capito, adoro Minkowski e lo considero uno dei più interessanti (se non il più interessante) fra i direttori in circolazione, ma in Beethoven proprio non ce lo vedo. Minkowski sguazza nelle psicologie sopra le righe dei Meyerbeer e degli Offenbach, nell’iperbole iper-romantica: gli astratti idealismi del Fidelio non credo lo appassionino più di tanto. Non per nulla, ha dichiarato di non capire più di tanto la grandezza di Cherubini. Facciamolo continuare su certo Wagner (Tannhauser e Lohengrin), su certo Verdi (Don Carlos e Ballo); magari gli si dovrebbe suggerire di provare con il teatro di Schubert, dato che la sua integrale delle sinfonie mi sembra denotare un feeling notevole con quell’autore.

DottorMalatesta ha scritto:E Gardiner? Conoscete la Leonore di Gardiner? Che ve ne pare?


È interessante, a parte le assurde scelte testuali. Ma mi sembra anche riduttiva, nell’ancorare tutto alla discendenza mozartiana. Diciamo che la strada era quella giusta, ma il risultato non del tutto convincete. Diciamo che l’approccio di Gardiner con Beethoven in generale mi sembra molto riuscito e interessante dal punto di vista prettamente esecutivo. Ma non ci trovo un approccio veramente innovativo sul piano dei contenuti…

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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DocFlipperino » mar 09 dic 2014, 16:10

DottorMalatesta ha scritto:E Gardiner? Conoscete la Leonore di Gardiner? Che ve ne pare? DM


temo che mi attirerò di qualcuno gli strali ma.... i suoni orrendi che produce l'ORR di Gardiner in quel disco me lo rendono indigeribile....
e quel Kim Begley.....
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda teo.emme » mar 09 dic 2014, 16:21

DottorMalatesta ha scritto:Perchè pensi proprio a Jacobs? Non c´é il rischio che anche lui "mozartizzi" troppo il Fidelio?

Più che "mozartizzare" Jacobs lo "handelizzerebbe"...
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda teo.emme » mar 09 dic 2014, 16:42

Gardiner ha già provato e, ahimé, ha fallito: la sua Leonore - scelte testuali a parte (assurde, come giustamente avete detto) - è troppo ancorata a Mozart (soprattutto al Mozart di Gardiner prima maniera). Certo che il modello mozartiano deve essere presente, ma con la cura di non cadere da un eccesso all'altro e ridurre Fidelio ad una specie di riproposizione di Mozart (o continuazione, come scrisse il solito Isotta, dimostrando a quanto sono serviti i 40 anni di prime scaligere) sic et simpliciter. Se è cosa buona e giusta sottrarre Fidelio dagli eccessi romantici e dal futuro dramma musicale, altrettanto corretto è evitargli la trasformazione in un'opera del '700 scritta in ritardo... Si deve sentire anche il cambio di linguaggio e l'apertura verso nuovi orizzonti, come nelle sinfonie. Un esempio è la parte di Florestan che certamente affonda le radici in Mozart, ma per svettare altrove, e non è scorretto dire che proprio la sua scrittura tenorile (e soprattutto quella del Christus am Ölberge che di poco precede Fidelio) apre la strada a quel che diventerà l'Heldentenor (certo di acqua ne deve ancora passare).

Minkovski attualmente mi sembra interessato ad esplorare un altro mondo - bisognoso come non mai di una revisione stilistica - e non credo ritorni indietro a Mozart e Beethoven.

Currentzis? Bah, vabbé che c'è spazio per tutti, ma non credo possieda ancora la maturità per Beethoven (almeno a giudicare dagli assai variabili risultati con Mozart, Purcell e Berg). Il rischio del "famolo strano" per il gusto di stupire è concreto...con la Kermes sarebbe certezza.

Il problema del direttore resta: Salonen...ma com'è il suo Beethoven? Harding, magari oppure Jansons e sarebbe un sogno. A patto di lasciargli carta bianca e quindi senza scontri con registi e beghe col cast. Poi ci sarebbero anche Jarvi e Herreweghe.
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 dic 2014, 16:56

Intanto su youtube è comparso il primo atto...



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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda vivelaboheme1 » mar 09 dic 2014, 17:32

hic
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda pbagnoli » mar 09 dic 2014, 17:44

mattioli ha scritto:Goooooooooooooooooooooooooooooood morning, Operaclic!

AM

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(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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