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DocFlipperino ha scritto:nella grande aria concertata con intensità, durezza e colori scuri e bui, la voce di Vogt ha fatto l'effetto di un piccolo raggio di luce che si accende piano piano nelle tenebre.
Tra l'altro mi chiedo: il colpo di pistola che uccide (credo) Pizarro l'ho sentito solo io??
Troppo facile tenere luci cupe, buissime per tutta l'opera per poi esplodere nel finale con una centrale elettrica a testimonianza della gioia e del ritorno della luce. Credo che la figlia (grande) di Malatestino avrebbe potuto pensare la stessa idea
a colui che ci dice e scrive che non capiamo niente e che se l'opera ci è piaciuta è solo perchè non abbiamo sulle spalle "oltre 40 inaugurazioni"..... dico solo "..................."
mattioli ha scritto:Nel dopo prima, e anche prima della prima, ho sentito ripetere più volte gli argomenti esposti un po' più sopra dal Beck. E ovviamente il fatto che li abbia avanzati anche Lui dà loro un'ulteriore auctoritas.Ma non sono d'accordo lo stesso. E' chiaro che Barenboim avrebbe fatto il Fidelione della Grande Tradizione, tutto ideali e suononi e poi-arriva-Wagner. Altrettanto chiaro che nessuno si aspettasse il Fidelio-singspiel, le radici mozartiane, eccetera.
beckmesser ha scritto:Che poi, ma posso anche sbagliarmi, io tutto questo afflato romantico in questa lettura non l’ho sentito: piuttosto, mi sembrava quasi che certe sonorità tendessero anche oltre, a certo ‘900. In verità, ascoltando Barenboim il primo rimando mentale che mi è scattato è quello del suo Wozzeck:
Con questo sono d’accordo che oggi Fidelio dovrebbe essere tutt’altra cosa. Continuo ad essere perplesso sul fatto che lo stile da cui partire debba essere quello mozartiano (specie quello dei singspiel), da cui Beethoven mi sembra lontanissimo...
Io continuo ad aspettare Jacobs: speriamo col cast giusto…
DottorMalatesta ha scritto:DocFlipperino ha scritto:nella grande aria concertata con intensità, durezza e colori scuri e bui, la voce di Vogt ha fatto l'effetto di un piccolo raggio di luce che si accende piano piano nelle tenebre.
Sì, lo suggeriva anche Irina. Però almeno per radio e in TV si avvertiva uno sforzo enorme, e un´anemia interpretativa esasperante… A teatro si sentiva?
a colui che ci dice e scrive che non capiamo niente e che se l'opera ci è piaciuta è solo perchè non abbiamo sulle spalle "oltre 40 inaugurazioni"..... dico solo "..................."
Chi osa tanto? DM
DottorMalatesta ha scritto:Perchè pensi proprio a Jacobs? Non c´é il rischio che anche lui "mozartizzi" troppo il Fidelio?
DocFlipperino ha scritto:potrebbe essere Currentzis l'apripista della terza generazione dell'interpretazione di Fidelio?
beckmesser ha scritto:DottorMalatesta ha scritto:Perchè pensi proprio a Jacobs? Non c´é il rischio che anche lui "mozartizzi" troppo il Fidelio?
Dipende, c’è Mozart e Mozart; e, guarda caso, a mio parere Jacobs è stato fallimentare nel Flauto, interessante ma interlocutorio nella trilogia, ma semplicemente epocale in Idomeneo e, soprattutto, Tito, ossia proprio quel filone che innestandosi sugli oratori di Haydn (e la creazione di Jacobs è un altro capolavoro) e sul teatro di Cherubini (altro autore in cui sono certo Jacobs farebbe grandi cose) forma il terreno principale su cui nasce Fidelio.
DottorMalatesta ha scritto:O fose anche Minkowski...
DottorMalatesta ha scritto:E Gardiner? Conoscete la Leonore di Gardiner? Che ve ne pare?
DottorMalatesta ha scritto:E Gardiner? Conoscete la Leonore di Gardiner? Che ve ne pare? DM
DottorMalatesta ha scritto:Perchè pensi proprio a Jacobs? Non c´é il rischio che anche lui "mozartizzi" troppo il Fidelio?
mattioli ha scritto:Goooooooooooooooooooooooooooooood morning, Operaclic!
AM
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