Allestimento di Pelly e, come tutti gli allestimenti rimontati senza il creatore e lontano dal debutto, ha perso molta della sua verve. E' rimasta l'ambientazione italocampagnola, alcuni momenti divertenti del coro, begli effetti di luce, ma sostanzialmente siamo già dalle parti del contenitore scenico per cantanti che "fanno" Elisir.
Temo che Grigolo sia ormai ingestibile. Il nostro campione riveste i panni del Nemorino all'italiana al quadrato (dalla sua idea di Nermorino, intendiamoci) e sgomita, strabuzza gli occhi, sculetta, balla stile lap-dance, accellera e rallenta il tempo nei recitativi, nelle arie ci trasmette una sua idea di solfeggio (se aggiungi una vocale a un articolo indeterminativo maschile non è interpretazione, è una nota in più ) aumenta e diminuisce il volume a casaccio come se avesse un cursore impazzito dentro la gola.
Però Nemorino è un ruolo facile, che non richiede chissà quali doti stilistiche per portare a casa la serata e alla resa dei conti, se poi nella Furtiva lagrima imbrocchi due mezzevoci spoggiate alla Kaufmann come vanno di moda adesso, ecco che hai la platea dalla tua. In fin dei conti, qui Grigolo è andato meglio che in Edgardo o in Faust o, peggio ancora, nel Duca di Mantova.
Meno bene la Crowe. Scritturare le regine del barocco (reginette, va bene! ) per ruoli del repertorio corrente può essere un'idea. A patto di avere almeno i pochissimi acuti che la parte di Adina richiede. Sembra paradossale, ma per lei la tessitura è troppo alta. Ha però una discreta presenza scenica, uno stile tutto anglosassone nella recitazione (e la sua pulizia nei gesti unita a una straordinaria economicità nell'uso della mimica facciale è un'impietosa cartina al tornasole se confrontata allo stile esagitato del tenore) e due belle gambe.
Spacca il mondo il Dmlcamara di Terfel. Stringi stringi la ragione per cui si deve vedere questo allestimento. Senza dubbio si tratta di un Dulcamara più grande del vero, Ma nel complesso la sua lettura sulfurea, sinistra, minacciosa, soprattutto priva di qualsiasi riferimento alle buffonate di tradizione, è qualcosa cui si dovrà fare riferimento negli anni a venire.
Dirige Rustioni in maniera corretta; forse qualche propensione all'entusiasmo e al baccano poteva essere evitata, ma nel complesso si è trattato di una buona lettura.
WSM