DocFlipperino ha scritto:DottorMalatesta ha scritto: Ma almeno riesce a rendere l´idea di un Ottavio che non si limita a raccogliere margherite con Anna…
potrebbe magari essere questo il vero Ottavio. capiremmo di più le "voglie" di Anna....
ok mi autocensuro
Che Don Ottavio e Donna Anna insieme non raccogliessero margheritine ce lo dicono Da Ponte e Mozart.
Donna AnnaEra già alquanto
Avanzata la notte,
Quando nelle mie stanze, ove soletta
Mi trovai per sventura, entrar io vidi
In un mantello avvolto
Un uom che al primo istante
Avea preso per voi:
Ma riconobbi poi
Che un inganno era il mio…
Don OttavioStelle!... Seguite.DaPonte (e con lui Mozart) non fanno intervenire Don Ottavio dopo “entrar io vidi, in un mantello
avvolto, un uom che al primo istante avea preso per voi”, ma dopo “ma riconobbi poi che un inganno era il mio!”.
Eppure, se Ottavio fosse stato davvero un effeminato raccoglitore di margherite sarebbe esploso in una reazione stupita già al sentire Anna che si vide piombare in camera un uomo scambiandolo per lui! E invece no, Ottavio non manifesta il suo stupore a questo punto. Come a dire: lo straordinario non sta nella visita notturna di Ottavio alla sua fidanzata, quanto piuttosto nel fatto che il presunto Ottavio... non era Ottavio!
Ora, Ottavio è davvero un effeminato raccoglitore di margherite? Penso che in parte questa sia una distorsione dovuta alle lenti deformanti del romanticismo. Il romanticismo ha esasperato la virilità (controparte “fisica” di una volontà di potenza meta-fisica) di Don Giovanni che ha letteralmente sottratto virilità agli altri uomini della vicenda: il Commendatore è un morto, quindi impotente per definizione; Leporello è un masturbatore cronico, ossessionato dalle conquiste del padrone e affetto da perenne, inguaribile invidia penis; Masetto si fa massaggiare qui e là da Zerlina, ma alla fine si ritrova la fidanzata sverginata dache ha “dipinto negli occhi l´onestà); Don Ottavio si riduce ad evirato cantore. E naturalmente la lettura deformante coinvolge anche le figure femminili. Prendiamo Donna Anna. Insomma, non lo diciamo mai, ma in fondo in fondo lo pensiamo: col fidanzato dolce sì, ma impotente, che si ritrova è come se Donna Anna
volesse farsi stuprare da Don Giovanni. E donna Elvira? Una nevrotica assatanata di sesso che scade quasi a figura ridicola, nel suo presentarsi in valigia alla ricerca del marito fuggito dopo la prima notte di nozze, e nel suo guastafeste ripresentarsi a rompere le… uova nel paniere a Don Giovanni (che così, accidentaccio, non riesce mai a… concretizzare, con suo e - in fondo - nostro dispetto!).
Bene. Io penso che se proviamo a toglierci di dosso le lenti deformanti vedremmo il Don Giovanni con occhi diversi. Ossia come un´opera con intento morale che ha per protagonista il dissoluto punito. Il dissoluto punito. Tutto qui. Altro che il supereroe, il fratello di Faust, l´emblema della potenza fisica e metafisica nel suo bisogno d´assoluto!!! Lo stupratore di vergini, il blasfemo, il perturbatore delle sacre leggi dell´amore e della società civile! Un altro punto di vista. Quanto cambierebbe! Il finale (non a caso espunto in epoca romantica) tornerebbe ad avere un senso quasi necessario. Anna ed Ottavio tornerebbero a rappresentare l´amore sacro, completo, vero, inviolabile. Elvira tornerebbe a rappresentare l´amore divino che cerca di redimere l´uomo nel suo peccato, sempre e comunque, nonostante tutto e tutti. Il commendatore tornerebbe a rappresentare la giustizia terrena ed ultraterrena.
Così, almeno, per come la vedo io.
Ciao!
DM