Lohengrin Bayreuth 2014

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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » gio 04 set 2014, 9:05

Ho ascoltato Robert Dean Smith nel Tristano a Parigi la scorsa primavera, e mi ha colpito la tenuta vocale: è arrivato in fondo all´opera e avevi l´impressione che avrebbe potuto cantare ancora per altri 5 minuti 8) (un grande risultato, considerando la media delle prestazioni tenorili in questo ruolo! :mrgreen: ).

Quanto al Lohengrin di Lehnhoff, che penso sia quello disponibile anche in un DVD della Opus con Vogt, si tratta dell´ennesimo omaggio-plagio del celeberrimo “Lohenblau” di Wieland Wagner, di cui Lehnhoff fu per anni assistente. Lehnhoff ha costruito tutta la propria carriera rifacendosi agli stilemi registici di Wieland (che pure, a differenza di Lehnhoff, non è semplicisticamente riducibile alla formula “gesto-luce-colore”: la concezione radicalmente diversa dei suoi tre Meistersinger dimostra in maniera inequivocabile come negli anni il teatro di Wieland Wagner sia cambiato profondamente, come illustra il bel libro di Ingrid Capsamer dedicato al nipote di Wagner). Il riferimento di Lehnhoff all´operato di Wieland è a mio parere evidente soprattutto nei Meistersinger (disponibili in DVD con Van Dam come Sachs), ma anche nel citato Lohengrin e nel Tristan (soprattutto quello da Orange, ma anche quello da Glyndebourne). In tutti questi spettacoli il riferimento (tra omaggio e vero e proprio plagio) alle regie di Wieland (dall´idea che ce se ne può fare in foto o nelle registrazioni video del Tristan e dei Meistersinger) è evidentissimo. Spettacoli esteticamente gradevoli, estremamente manierati, assolutamente vacui. Un po´ la controparte tedesca della “stilizzazione chic” di Robert Wilson.
In definitiva, originalità poco, mestiere molto. Un po` poco per definire Lehnhoff un grande regista.

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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda VGobbi » gio 04 set 2014, 17:33

Paragonare Lenhoff con Wilson mi pare eccessivo. Per lo meno il primo lavora molto sui cantanti, il secondo appiattisce, livella il tutto con un'uniformità di gesti esasperante tale da annullare la personalità di ciascun cantante. Un obbrobrio!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda vivelaboheme1 » gio 04 set 2014, 17:51

Beh... direi stature differenti. Wilson è OGGI praticamente insopportabile nell'ossessiva e ossessionante ripetizione di sé. Ma è stato personaggio in grado di dire una parola nuova e originale in termini di messa in scena.
Nulla di tutto ciò mi sembra sia mai stato Lehnhoff. Erano già orrendi, alla Scala, i (se non sbaglio) suoi Maestri Cantori pur su ottima direzione di Sawallisch (le casettine colorate!il bric-a-brac nel finale: ne ho un ricordo come di qualcosa di aberrante). Quanto a Lohengrin credo di aver raramente visto accostamenti di colori così disgustosi (gli è stato superiore, in obbrobrio registico e in tinte-voltastomaco, il Barberio-Corsetti del famigerato Macbeth-Gergiev, record credo imbattibile del peggior spettacolo andato in scena alla Scala negli ultimi quarant'anni). Ogni tanto, nel "mucchio" delle strampalataggini, c'è in Lehnhoff (almeno in quel ch'io visto) anche qualche barlume di innegabile intelligenza scenica: comunque resta uno dei maggiori colpevoli del "palandrana-style" che ci ha oppressi per anni. Tutti in paltò, e non si è mai capito perché. Confesso tutti i miei timori (Chailly, Lehnhoff, e parte del cast) per la prossima Turandot della Scala: chissà quali "gradevoli" accostamenti di tinte escogiterà il "nostro". Potrebbe essere devastante.

marco vizzardelli
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 set 2014, 10:33

In attesa che, nel caso, ti risponda Pietro, provo a dirti come la penso io. Trovo ideologico e polveroso un regista che, pur disponendo di varie frecce al proprio arco, da vent´anni e più si sia isterilito sulla formula post-sessantottina dell´”épater le bourgeois”. Non che non sia legittimo, per carità: a teatro io sono per la libertà assoluta. Non che non funzioni. Solo che alla fine sono spettacoli che irritano e scandalizzano (ma chi, poi?) senza sollecitare una vera riflessione critica. La Verfremdung brechtiana è lontana. La provocazione (ammesso che qualcuno, ancora, possa andare a teatro e sentirsi “provocato”) diventa ostacolo, non viatico alla comprensione. Ed è un vero peccato.
Anche perché gli spunti di riflessione in questo spettacolo non mancano. Lo pensavo qualche giorno fa leggendo una frase di Sartre, in cui il filosofo dice che, a differenza degli animali, nell´uomo “l´esistenza precede l´essenza”. L´uomo è infatti l´unico animale in cui la singolarità, l´individualità precede e supera l´”umanità”. In altre parole, a differenza dell´animale, l´uomo è in grado di auto-determinarsi, perché libero e perfettibile, non vincolato ad un codice genetico o all´istinto animale: un cane è prima di tutto un cane (la “caninità” precede la singolarità), l´uomo è prima di tutto un individuo. Interessante leggere il Lohengrin di Neuenfels sotto quest´ottica. La visione del regista è estremamente cupa: l´uomo crede di essere libero, ma in realtà non lo è, il tentativo di auto-affermarsi in quanto singolo individuo è destinato al fallimento, la sua “animalità” continua ad avere la meglio, impedendogli di acquisire una identità. In questo senso può essere letto il divieto di indagare sul nome, quindi sulla singolarità, sull´”esistenza” di Lohengrin: egli si presenta come liberatore, colui in grado di elevare l´uomo-animale dall´essenza all´esistenza, ma in realtà vietando ogni indagine sulla sua identità dimostra come anche nel suo caso, esattamente come per gli altri ratti, è l´essenza a precedere l´esistenza. Il liberatore, per essere davvero tale, dovrebbe essere qualitativamente “diverso”, dovrebbe essere libero. Ma Lohengrin non è libero, perché servo del Graal, legato al vincolo del segreto sulla propria identità. La sua “esistenza” si dà solo in relazione al suo essere cavaliere del Graal. Ma questa non è “esistenza”, non è individualità, non è singolarità, non è libertà: cosa sappiamo, veramente, di Lohengrin? Nulla. Nulla se non la sua “essenza”: prima di essere un individuo, Lohengrin è il servo del Graal. La sua essenza non è diversa dalla animalità dei ratti. Anche in Lohengrin l´identità sfuma nell´indistinto della massa. Lohengrin è uno dei servitori del Graal, è il figlio di Parsifal, null´altro sappiamo di lui. Il divieto all´indagine sulla propria identità gli nega ogni possibilità evoluzione, gli preclude la possibilità di amare e di essere amato veramente. L´amore infatti presuppone la libertà di due individui maturi. Ma Lohengrin non è libero, non è maturo, e non è un individuo. La sua singolarità, la sua “esistenza” è informe ed incompleta, anch´egli è un aborto proprio come nell´immagine finale che mostra Gottfried quale feto abnorme.
Permettimi infine di dire che non sono molte le realtà sul Web ad aver dedicato a questo spettacolo di Neuenfels così tante riflessioni, cercando di aggirare l´”ostacolo” della provocazione per comprenderne le motivazioni drammaturgiche di fondo. Che poi i giudizi complessivi su questo discutibile spettacolo siano contrastanti è legittimo. Tuttavia, come ben sai, il giudizio facile e affrettato così come il pregiudizio non sono di casa ad Operadisc. Qui ci sforziamo di capire prima di giudicare.
Scusate la “lenzuolata” filosofica.

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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 set 2014, 11:36

Vittorio, la mia era solo un´ulteriore (forse non necessaria, ma credimi non sussiegosa : Hurted : ) sottolineatura delle specificità di Operadisc, assolutamente non un modo di ribattere alla tua legittima, sacrosanta, argomentata e condivisibile diversità di opinione. Ci mancherebbe altro!!! I numerosi interventi a proposito di questo Lohengrin (all´editoriale cofirmato ne è seguito uno mio che ti invito a rileggere http://www.operadisc.com/vis_tutto.php?id3=180) mi sembra stiano ad indicare un continuo tentativo di riflettere e confrontarsi con le problematicità, i contenuti, e l´efficacia di questa regia. Anzi, mi sembra che, rispetto ad altre regie d´opera, al Lohengrin di Neuenfels qui ad OD abbiamo dedicato un “trattamento di favore”. Torno a domandare: sono molte le realtà dove si sia parlato e si parli del Lohengrin di Neuenfels con questa curiosità e interesse? Ancora oggi siamo qui a discuterne e a confrontarci, con calma, senza sussiego, senza animosità. Come dice il mio motto, “un solo punto di vista è la vista di un solo punto”.
Ciao!

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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 set 2014, 12:35

vittoriomascherpa ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:Vittorio, la mia era solo un´ulteriore (forse non necessaria, ma credimi non sussiegosa : Hurted : ) sottolineatura delle specificità di Operadisc

Permettimi Francesco, di trovare un tantino inquietante proprio che si consideri specifico di sé stessi lo sforzarsi di capire prima di giudicare. Come se non lo facesse (o perlomeno non considerasse di farlo) anche tutto il resto del mondo.


Se lo fa il resto del mondo, benissimo! 8) Quello che mi premeva era auspicare che su OD il giudizio (frutto della comprensione, o almeno del tentativo di comprendere) alla la meglio sul pre-giudizio (di chi giudica senza porsi il problema di comprendere o meno). Decine, centinaia di appassionati d´opera giudicano uno spettacolo dopo averlo compreso, o dopo essersi sforzati di comprenderlo. Non è una prerogativa di OD. Ci mancherebbe altro!!! Mica siamo una setta di illuminati!!! :mrgreen:

vittoriomascherpa ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:...mi sembra che, rispetto ad altre regie d´opera, al Lohengrin di Neuenfels qui ad OD abbiamo dedicato un “trattamento di favore”.

Confido che, a differenza di me, il regista riesca a capirlo e ringrazi pubblicamente te e Pietro del favore d'averlo definito «vecchio rudere di una scuola che si spera ormai morta e sepolta, con tutte le sue ideologie d'accatto».


Nello specifico, io ho definito Neuenfels “un dinosauro, un sopravvissuto al proprio tempo, l’alfiere di un’ideologia (“épater le bourgeois”) irrimediabilmente vecchia e polverosa.” Ma al termine di una lunga disamina dello spettacolo, delle sue ragioni, del suo contenuto, della sua efficacia. Questo è un giudizio, duro fin che vuoi, condivisibile o meno fin che vuoi, ma un giudizio, non un pregiudizio.
Questo intendevo e intendo per “trattamento di favore”: ho espresso un giudizio e non un pregiudizio. Ti sembra che altrove Neuenfels sia stato trattato meglio? Quanti giudizi hai letto sul suo Lohengrin e quanti pregiudizi?
Lo stesso vale per il mio parere sul Fliegende Holländer nella regia di Gloger. Uno spettacolo che prima di giudicare ho cercato di capire. Così come hai fatto tu, pur arrivando ad un giudizio diverso dal mio. Ci sta. Ho cercato di spiegarti perché consideri la regia di questo Olandese come innovativa e tutt´altro che gattopardesca. Non voglio importi il mio punto di vista. Al contrario, mi interessa il tuo per poter allargare (o modificare) il mio.
Ora, evangelicamente: Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?

:wink:

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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 set 2014, 13:32

vittoriomascherpa ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:... io ho definito Neuenfels...
...
Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?

Ora ti percuoto di brutto, Francesco, e con gran ragione perché proprio molto male hai parlato.

Infatti la frase di HP che ho citato prima, «vecchio rudere di una scuola che si spera ormai morta e sepolta, con tutte le sue ideologie d'accatto», porta in testa e in calce anche la firma Francesco Brigo.

È quindi scorrettezza gravissima venire ora a insinuare, mettendo per di piú in grassetto quel tuo goffo pronome (tipico «pidocchio del pensiero», secondo l'amato Gadda) che quella frase non sarebbe tua, che quindi l'avrei citata a sproposito. Cercare in modo cosí patetico di far passare per fesso l'interlocutore attribuendogli per di piú moneta falsa, non s'usa proprio, ben prima che tra gentiluomini, tra persone dotate di normale comprendonio.


Ma, Vittorio, quella frase È mia. :shock: È tratta dall´editoriale a firma mia (tanto per lasciare stare il buon Pietro che sarà incasinato al lavoro e per ora non può intervenire). Ho scritto il mio pronome (perché goffo? :oops: ) proprio per ribadire la paternitá del mio giudizio. : Hurted : L´hai citata estremamente a proposito. Solo che ti dimentichi di (o non vuoi considerare) tutto quello che si trova sopra. E così fai sembrare pregiudizio quello che voleva essere un giudizio.
Ri- : Hurted :
Senza considerare che in più di un´occasione qui su OD ho ribadito contro tutto e tutti l´importanza che Neuenfels ha avuto nella storia dell´interpretazione registica del teatro d´opera. Ora non posso scrivere, argomentando, che a mio parere è un regista che ha fatto il suo tempo?

DM

P.S.: Mi considero, o almeno ci provo, un gentiluomo e dotato di normale capacitá di giudizio. E soprattutto.., perché mai ti dovrei far passare per fesso?
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda pbagnoli » mar 09 set 2014, 16:36

Vittorio, con tutto il rispetto dovuto alla tua persona e alla tua cultura: confermo quello che ho detto su questa - a mio modesto e discutibilissimo avviso - pessima regia, in cui viene spostata l'attenzione dalle vicende dei protagonisti a quella della massa.
Questa era l'impressione che ne avevo avuto vedendola in DVD; questa è l'impressione che ne ho avuta vedendola dal vivo.
Ti ha disturbato il riferimento all'ideologia? Me ne scuso con te, ovviamente: non era mia intenzione offenderti.
Ma secondo me questo era un pessimo spettacolo, di una bruttezza formale agghiacciante, di un cattivo gusto inqualificabile, in cui i siparietti dei ratti introducono note di comicità non so quanto involontarie, ma che come comici sono stati interpretati dai 2000 astanti che si sono fatti grosse risate nel vederli. E comunque niente rispetto al pupone finale che si strappa il cordone ombelicale e lo getta in pasto ai ratti.
Analoga impressione l'ho avuta coi siparietti del Nabucco nell'alveare.
E comunque, I'm sorry: questa tecnica registica non l'ho percepita quasi mai, ma in particolare nella scena intorno al talamo in cui i due protagonisti non davano mai l'impressione di sapere cosa fare.
Ora, probabilmente sbaglio io, ma questa è un'impressione che non ho mai con regie di Richard Jones, di Robert Carsen o di Klaus Guth.
Non l'ho avuta nemmeno con il Tristan di Marthaler o con il Parsifal di Herheim, tanto per citare altri spettacoli molto discussi.
Non ho avuto questa impressione nemmeno con i Meistersinger di Katharina Wagner, non meno Regientheater di Neuenfels, che però raccontavano una storia con un'attenzione profonda al significato dell'opera, che è quello del ruolo dell'Artista nella società.
Non mi disturbano i ratti in quanto tali; mi disturba il fatto che questo artifizio per me volutamente disturbante sposti l'attenzione dello spettatore dal nulla che circonda le vicende dei protagonisti.
Questo - per me, per il mio modesto e discutibilissimo parere - è barare con lo spettatore; e lo trovo francamente imperdonabile.
Mi capita raramente di irritarmi per uno spettacolo; ma con questo mi è successo.

Il motivo per cui ne abbiamo parlato?
Ci siamo stati di persona.
Era l'ultima recita di questo ciclo.
Non basta?
Secondo me sì.
Mi spiace che siamo arrivati buoni ultimi rispetto al resto del mondo, ma meritava parlarne, come normalmente merita parlare di tutto ciò che esce da quel teatro.
Desideravamo farlo, l'abbiamo fatto. Punto.

In ultimo, e chiudo anch'io, vorrei citare la frase di Francesco, nella quale mi riconosco completamente:
Trovo ideologico e polveroso un regista che, pur disponendo di varie frecce al proprio arco, da vent´anni e più si sia isterilito sulla formula post-sessantottina dell´”épater le bourgeois”. Non che non sia legittimo, per carità: a teatro io sono per la libertà assoluta. Non che non funzioni. Solo che alla fine sono spettacoli che irritano e scandalizzano (ma chi, poi?) senza sollecitare una vera riflessione critica. La Verfremdung brechtiana è lontana. La provocazione (ammesso che qualcuno, ancora, possa andare a teatro e sentirsi “provocato”) diventa ostacolo, non viatico alla comprensione. Ed è un vero peccato.

Non ce l'ho con il Regientheater in quanto tale: l'ho scritto sopra, lo ribadisco: Regientheater per Regientheater, i Meistersinger di Katharina mi sono arrivati come una freccia, senza bisogno di interpretazioni.
Ce l'ho invece con questo tipo di spettacolo, perché l'impressione che mi fa è quello di una comoda provocazione per evitare i veri problemi dell'opera.
La prova del nove è stata per me proprio la scena del talamo, a mio modestissimo avviso pessimamente gestita: la Haller e Vogt non sapevano fare altro che rifugiarsi nei soliti gesti da scena d'amore tenore-soprano.
Ma se dovessi dirti che ho capito perché Elsa non deve chiedere a Lohengrin il suo nome, sarei bugiardo.
Nemmeno chi era con me l'ha capito.
Che dirti?
Data l'attività lavorativa comune, sarà che i medici sono duri di comprendonio. :lol: :lol: :lol:

Grazie degli spunti di riflessione e ancora scusa per averti involontariamente offeso con il riferimento ideologico.
L'offesa a te non era ovviamente voluta
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 set 2014, 18:11

vittoriomascherpa ha scritto:Vedere cosí impunemente svillaneggiato quest'artista m'ha molto infastidito.
So bene che tu nel Forum sei non solo interlocutore, ma anche moderatore, con tutto quel che significa e comporta. A me pare che lo scambio d'opinioni sullo spettacolo di Bayreuth non sia stato portato fuori argomento da me, ma non intendo aggravare il tuo compito, né annoiare oltre gli eventuali lettori. Non ti replicherò piú e non scriverò mai piú di regie in questo Forum: non vorrei correre il rischio che venga qualificata come «rudere di una scuola che si spera ormai morta e sepolta, con tutte le sue ideologie d'accatto» anche la... scelta del giornale messo in mano a don Pasquale in una vecchia regia delle piú "gastronomiche".


In questi anni "Operadisc" è stata accusata di tutto e del contrario di tutto. Siamo (chi, per inciso? Io? Bagnoli? Maugham? Mattioli? Chi è Operadisc se non noi che ne facciamo parte? Non esiste alcuna linea editoriale: Operadisc è fatta da chi ha voglia di fare!) accusati di essere dogmatici, intolleranti, ideologici. Ora, la vogliamo finire, una buona volta?
Veniamo criticati se parliamo di Wagner. Criticati se parliamo troppo di Verdi. Criticati se ne parliamo troppo poco. Criticati se critichiamo Bergonzi. Criticati se promuoviamo le regie d'opera moderne che non rispettano le volontà dell'autore. Criticati se critichiamo una regia d'opera moderna come quella di Neuenfels. Criticati se parliamo troppo. Criticati se parliamo troppo poco. Criticati se esprimiamo giudizi. Criticati se cerchiamo di fornire, a differenza di altre realtà del Web, delle chiavi di lettura per la comprensione di regie d'opera complesse. Criticati se parliamo bene della Sutherland. Criticati se ne parliamo male. Criticati perché siamo troppo elitari ed intellettuali. Criticati perché siamo troppo nazionalpopolari. Criticati se parliamo bene di Gloger. Criticati se parliamo male di Pizzi. Criticati se parliamo bene di Kaufmann. Comunque vada, non va mai bene.
"Siete ("siete", sempre "siete", mai che uno dica: "siamo") degli intolleranti, non capite un tubo, siete connotati ideologicamente (e persino politicamente, questa poi!)" e allora... "io non scrivo più, io mi prendo una pausa di riflessione, io me ne vado alle Maldive..."
Ma è mai possibile che in un forum di appassionati d'opera non possa valere quale principio sovrano la "parresia", c'est à dire: la libertà di dire tutto quello che si pensa nel rispetto assoluto delle altrui opinioni, senza per questo generare scismi e tensioni?

Torno a ribadirlo, in grassetto e in maiuscolo, perché in questo intendo essere chiaro ed esibitivo:
CHI E' OPERADISC SE NON NOI CHE NE FACCIAMO PARTE?

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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda VGobbi » mar 09 set 2014, 19:38

Se parlavi male di Gobbi, prendevo una pausa di riflessione. Ti è andata bene. :mrgreen:

Comunque capisco la frustrazione di chi gestisce e modera un forum, ma penso che siano problemi comuni, direi quotidiani di chi a che fare con un forum pubblico. Molto conta, vero, la buona educazione di chi interviene e scrive, i cosiddetti appassionati melomani forumisti, ma conta moltissimo la pazienza dei gestori e moderatori che sappiano gestire casi più problematici, senza che venga penalizzata la fruizione del forum.

Da parte mia, io non posso che augurare lunga vita ad OD. Senza di voi, inutile negarlo, non avrei mai potuto allargare le mie conoscenze, in fatto di interpreti/registi (cito a caso, Endreh, Volle, Jones, Guth). Love :
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda pbagnoli » mar 09 set 2014, 21:54

DottorMalatesta ha scritto:Chi è Operadisc se non noi che ne facciamo parte? Non esiste alcuna linea editoriale

Be', collega, questa - che ti è scappata in un momento di overclock - te la contesto: Operadisc ha una linea editoriale.
Chi viene qui sopra sa quello che può trovarvi.
Non è un mistero: l'ho detto apertis verbis sin dal primo giorno, continuerò a farlo sino alla fine.
Non può essere diversamente da così, a meno di voler fare un polpettone con gli avanzi del giorno prima.

Ma il bello è che, contrariamente ad altri siti, qui esiste la possibilità di esprimersi, il pluralismo.
C'è spazio veramente per tutti.
Come dici tu:
Operadisc è fatta da chi ha voglia di fare!
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda teo.emme » mar 09 set 2014, 23:42

DottorMalatesta ha scritto:...Ma è mai possibile che in un forum di appassionati d'opera non possa valere quale principio sovrano la "parresia", c'est à dire: la libertà di dire tutto quello che si pensa nel rispetto assoluto delle altrui opinioni, senza per questo generare scismi e tensioni?

OT: la "parresia" era un concetto che circolava parallelamente alla classica "paideia" (ossia la formazione etica e culturale che unificava l'elite ellenistica sino alla tarda classicità romana, che si sostituì - ai margini della decadenza dell'impero d'occidente - al mos maiorum come concetto unificante d'un territorio vasto e diviso) e al contrario di questa non necessariamente doveva essere sorretta dal ragionamento raffinato o dall'eloquio appreso dai retori più celebrati. Piuttosto era considerata rifugio di soggetti bizzarri - la sereotipizzazione del "filosofo" - che vivevano ai margini della società. Con la sostituzione del cristianesimo al morente paganesimo (e la cristianizzazione conseguente delle antiche scuole di pensiero) la "parresia" divenne lo strumento di predicatori, monaci ed eremiti che facevano dell'ignoranza un vanto (e della loro "verità" un diretto dono di Dio, sino ad arrivare all'affermazione paradossale per cui una qualunque pescivendola analfabeta e cristiana, comprendesse il senso della vita più del sommo Porfirio). Nel rituale del potere che vedeva l'ira del monarca - istruito nella più classica "paideia" - frenata solo dalla "parresia" anarchica del filosofo, presto si sostituì a quest'ultimo proprio il monaco cristiano semi analfabeta (e il primo a servirsene fu proprio l'imperatore Teodosio). Questo per dire che la "parresia" non sempre è sintomo di verità ragionata, ma - spesso - significa solo un'esplosione violenta di certezze ideologiche, imposte con forza a prescindere dalla ragionevolezza. E' il sentimento che prevale sulla ragione e, in ultima istanza, un cattivo paragone per chi vuole affermare la superiorità del pensiero sull'impulso.... :D
Ultima modifica di teo.emme il mer 10 set 2014, 11:31, modificato 1 volta in totale.
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » mer 10 set 2014, 8:35

Vi chiedo scusa per la reazione un po´ stizzita dell´ultimo mio post.
Purtroppo non sempre sono un bravo “direttore d´orchestra” in grado di armonizzare voci e timbri diversi. Ma faccio del mio meglio. Portate pazienza.
Quanto alla “linea editoriale”, voglio correggere il tiro… Il sito di Operadisc ha una fortissima identitá, che risente della personalità e delle idee dei suoi fondatori e gestori. Un po´ diverso il discorso per quanto riguarda il forum, che ha per così dire un´identità collettiva, ma in cui regna sovrana la libertà d´espressione senza necessariamente dover seguire alcuna linea. L´identità del sito in parte dipende dall´identitá del forum, ma le due sono distinte. Sul forum c´è spazio per ospitare idee diverse e contrastanti rispetto all´orientamento generale del sito. Se uno sul forum volesse argomentare la tesi secondo cui la Callas è il più grande bluff della storia del canto, che la voce è una e che la Pasta è il suo profeta è libero di farlo (accettando gli eventuali spernacchiamenti altrui! .
Quanto al termine parresia (grazie a teo.emme per l´excursus e le precisazioni), quale termine più adatto di questo per indicare un “rifugio di soggetti bizzarri” come il nostro forum?
: Nar :
Buona giornata a tutti!
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda pbagnoli » gio 11 set 2014, 9:21

vittoriomascherpa ha scritto:: WohoW :
Piccola ma non secondaria precisazione di merito sul "Rattengrin": dal sito del Festival risulta il contrario di quel che si legge in HP, cioè che con l'agosto 2014 «questo allestimento discusso ... va in pensione dopo cinque anni di servizio».

Per luglio e agosto 2015 ne sono infatti in cartellone altre cinque rappresentazioni, per la direzione musicale di Alain Altinoglu (interpreti vocali non indicati). Superfluo aggiungere che l'avevo già messo nel pacchetto del mio ordine per la prossima stagione... :mrgreen:

Be', che dire... Non è quello che avevo evinto, evidentemente mi sbagliavo sulla tempistica oppure mi hanno dato informazioni sbagliate.
O, in alternativa, è stato talmente entusiasmante da invogliare a protrarlo oltre i 5 anni (che, comunque, vedendo la cronologia, non sono un termine standard per uno spettacolo).
In ogni caso, me ne scuso con tutti. :oops:

Superfluo aggiungere che non lo metterò nel pacchetto del mio ordine per la prossima stagione :mrgreen:
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » gio 11 set 2014, 9:23

vittoriomascherpa ha scritto:: WohoW :
Piccola precisazione di merito sul "Rattengrin": dal sito del Festival non risulta quel che si legge in HP, cioè che con l'agosto 2014 «questo allestimento discusso ... va in pensione dopo cinque anni di servizio».

Per luglio e agosto 2015 ne sono infatti in cartellone altre cinque rappresentazioni, per la direzione musicale di Alain Altinoglu (interpreti vocali non indicati). Superfluo aggiungere che l'avevo già messo nel pacchetto del mio ordine per la prossima stagione... :mrgreen:


Hai ragione, l´avevo visto anch´io sul sito del Festival qualche giorno fa. Va invece in pensione il Tannhauser di Baumgarten.
Grande, gradissima attesa per il Tristan und Isolde con la regia di Katharina Wagner (e, si dice, con l´Isolde della Westbroek) che metto subito nel pacchetto del mio ordine per la prossima stagione... By the way, riusciremo ad accordarci su almeno UNO spettacolo al quale poter assistere tutti insieme??? :mrgreen:

: Thumbup :

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