da vivelaboheme1 » gio 21 ago 2014, 2:48
Esatto.
Quasi quasi, leggendo la tronfia presentazione-mistificazione-glorificazione della nuova stagione dell'Opera di Roma mi consolo (giusto un pochino, un pochinissimo) della peraltro triste stagione del Teatro alla Scala. Alla Scala siamo nel Salotto di Nonna Speranza (.... che i vecchi direttori non gli muoiano tutti, siamo già a buon punto) allestito da Pereira (compresa la figuraccia con il millantato Alagna), ma a Roma siamo in solaio fra i topi, le ragnatele e i vecchi bauli. Muti, dal baule dei suoi ricordi, estrae due titoli nuovissimi, mai affrontati. Per il resto, un ciarpame di registi stracotti (immagino il soprassalto del cuore di Mattioli davanti al nome Pier'Alli), direttori così e cosà (si salva il bravo, finora nel sinfonico, D'Espinosa - da valutare in opera - pupillo connection-Corriere dalla quale il Cielo peraltro lo protegga).
No, le due città più importanti del Paese non suscitano allegria. Meglio rivolgersi altrove, perfino nel nostro scalcagnato Paese ci sono persone (teatri) più vivaci, nonostante la crisi e tutto il resto. C'è sempre un particolare: i soldini che Scala e Opera di Roma (appena salvata con tipica procedura "italiana") prendono. Sono queste le loro risposte? Poi, se la gente dice ( e ce n'è di gente che lo dice) "chiudereeeee!" (cioè chiudere i vecchi carrozzoni) a cosa ci si appiglia? A quali motivazioni? Artistiche? O di cultura volta al futuro? Ma vediamo di non prenderci per i...
marco vizzardelli