Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Messaggioda vivelaboheme1 » mar 12 ago 2014, 6:42

Avendo lavorato richiamando il resoconto per modifiche dopo aver fatto regolarmente il login, il sistema, a modifiche effettuate, mi ha rimandato al login, ho dato i miei dati, non li ha presi tre volte... e ha cancellato il tutto. E' già accaduto in maniera identica diverse altre volte, perso il lavoro di due ore (alzato presto per scrivere).
Quando avrò tempo, riscrivo (non ho il tempo materiale di stare al computer). Però, vi chiederei di risolvere: mi succede solo qui, ed è un peccato.


marco vizzardelli
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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda DottorMalatesta » mar 12 ago 2014, 10:03

Io ho provato: con me funziona.
Grazie della segnalazione: vediamo di provvedere a sistemare la cosa...

Ciao,
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P.S.: chi altro dovesse avere problemi analoghi me lo segnali. Grazie!
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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda Enrico » mar 12 ago 2014, 16:29

Una volta è successo anche a me. Credo che nel caso di interventi lunghi e impegnativi sia sempre più sicuro preparare e salvare prima il proprio lavoro e poi inserirlo nel forum.
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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda vivelaboheme1 » mar 12 ago 2014, 23:59

Iniziamo dall’esito, anzi dagli esiti della prima de Il Trovatore a Salisburgo 2014, cui ho assistito. Dieci minuti netti di ovazioni da stadio con crescendo di entusiasmo alla sortita di Anna Netrebko e di Daniele Gatti. Due fischietti due, immediatamente sommersi e annullati dall’ovazione, all’indirizzo degli artefici della parte scenica. Poi, al discorso del brindisi post-opera in foyer, Alexander Pereira, citati ed elogiati tutti gli artefici, ha lasciato per ultimo Gatti, al quale ha riservato la seguente frase: <Questa è stata la miglior direzione di opera italiana che io abbia ascoltato nella mia vita>. Al che, l’appassionato milanese di musica presente al Festspielhaus, che qui scrive, si è chiesto “sì, ma allora perché alla Scala…?”. Ma amen.
In ogni caso, la frase di Pereira ha colto nel segno. Daniele Gatti ha letteralmente “incendiato”, dal podio, questo Trovatore di cui è stato il cuore ed il motore musicale e drammaturgico. Il suo approccio è stato, qui, rispetto alla sofisticatissima Traviata della Scala, molto più “di prima mano”. Il Trovatore è, nel catalogo verdiano (e non solo) l’opera-opera, ed è l’opera del fuoco. Gatti l’ha resa incandescente e al contempo l’ha “concertata”, nel vero e totale senso del termine, portando le singole parti ad un livello di interazione reciproca quale raramente è dato di ascoltare: i Wiener Philarmoniker (tutt’uno con il direttore e qui assurti a “personaggio” dellì’opera, tale la duttilità, la fantasia, l’atteggiamento “artistico” – sono i Wiener! ) e ogni membro del cast interagiva a quel grado di evidenza musicale e drammaturgia che si ottiene – ma è molto raro – quando sul podio c’è un concertatore di classe superiore. Trovatore “opera –opera”, forse L’Opera, per eccellenza, espressione, nella sua stranissima, contorta vicenda, di un mondo lontano che sta agli interpreti far vivere. Da questa riflessione, è partita probabilmente l’idea registica di Alvis Hermanis, di un Trovatore del sogno e della memoria, di un oggi che ricrea e rivive l’ieri. L’ambientazione in un grande museo di pittura (che ricorda visivamente gli Uffizi) ha questo senso. Idea bellissima, di base ( a dir la verità, in passato, già Ronconi aveva pensato qualcosa di simile), anche se nella realizzazione non tutto ha avuto efficacia costante. C’è una magnifica intuizione: che Mamrico sia l’unico personaggio non sdoppiato: lui esiste solo “nell’opera”, Il Trovatore è lui. Tutti gli altri sono al contempo personaggi di oggi che “si trasformano”, nel sogno e nella memoria, nei personaggi dell’opera: custodi del museo, o guide per i turisti, che “diventano”, mutando pelle e costume, Leonora, Azucena, il Conte di Luna ecc. E, in questo gioco del sogno e della memoria (cui fanno da riferimento scenico i grandi quadri: Bronzino, i fiamminghi, per lo più in ritratti di madonne con il bambino (Azucena) o scene erotiche (i due amanti e il Conte)), ci sono almeno due momenti memorabili. L’entrata di Azucena: “Stride la vampa” è la spiegazione ai turisti, di inusitato effetto comico, di una buffa guida grassoccia e miope, che, improvvisamente, nel racconto di una vicenda lontana, alle parole “mi vendica, mi vendica”, cambia registro espressivo dal comico al tragico e, di colpo, “diventa” Azucena. Una sequenza scenica e musicale che vede Marie Nicole Lemieux (favoloso debutto nel ruolo!) semplicemente strepitosa, con il perfetto apporto espressivo di Gatti e Wiener. L’altro momento memorabile è la sequenza Miserere-Tu Vedrai, cantata, in tempo moderato ma intensissima espressione, da Leonora-Anna Netrebko vestita-svestita metà da sorvegliante del museo metà nel rosso di Leonora (tizianesco, nell’aspetto anche fisico dell’attuale Netrebko, che appare oggi davvero una splendido ritratto femminile di Tiziano). “Non ti scordar di me” canta Manrico sullo sfondo, e tutta la scena diventa un gioco della memoria. Magnifica. Altrove, lo spettacolo non è sempre così efficace, e il rischio della sfilata di quadri è alto. Però, ha sempre il merito di narrare bene, e rendere insolitamente chiara una vicenda che, sappiamo benissimo, è quasi assurda anche solo da raccontare. Chiaro che il riscontro musicale ad una idea scenica di questo tipo (l’opera come rappresentazione di un tempo che fu, rivissuto oggi) poteva solo essere un Trovatore melodrammatico e ardente al massimo grado. Ed è ciò che Gatti, i Wiener, il coro ell’Opera di Vienna (di insolito corpo e colore “italiano”: non sempre e non spesso lo si ascolta così: di meravigliosa “presenza” nel concertato dl secondo quadro e nel cadenzatissimo Squilli, Eccheggi La Tromba Guerriera chesto e ottenuto da Gatti) e tutto il cast ha espresso e realizzato. Anna Netrebko è una formidabile Leonora (solo un po “prudente” nella presa di certi acuti, talora si sente che li “prepara”, ma era la prima rappresentazione…). Il timbro scurito il fraseggio sensuale si uniscono a ciò che fu ben definito, in un’intervista, da Montserrat Caballè (“Anna – disse la Caballè – è fra i soprano di oggi quella in possesso più evidente di un dono che anche a me fu concesso: il “carisma”). Una Leonora di uno spessore musicale e “di personaggio”
ben diverso dall’esilità di molte interpreti contemporanee del ruolo. Francesco Meli-Manrico, nel suo canto “antico” risponde perfettamente all’immagine voluta dalla regia, e fraseggia come un padreterno. Non è tenore d’acuti spettacolari (ma il do breve con discesa della Pira, e quello lungo dell’All’Armi, anche qui con discesa, lo trovano puntuale nella spettacolosa scansione “cavalleresca” impressa da Gatti) ma di bella “frase”: va da sé che Ah Si Ben Mio ne esce un gioiello. Di Marie Nicole Lemieux abbiamo accennato: un formidabile debutto musicale ed espressivo nel ruolo della zingara, forse è proprio lei, nel cast, quella che ha fatto propria con più efficacia e totalità l’impostazione musicale e drammaturgia. Placido Domingo ha iniziato
la prima teso e a fiati corti ed è un Conte-tenore (stavolta il timbro baritonale non è parso neppur tentato) . Ma è così artista e musicista da far tutt’uno con il direttore e da interagire totalmente, non solo nella drammaturgia, ma anche nel timbro, nei suoni, con i compagni di viaggio: il suo No No Non Può Nemmeno Un Dio “dentro” il coretto fei suoi seguaci e il coro delle monache è una meraviglia di timbrica e di fusione. E i duetti lo colgono perfetto nell’equilibrio con i partner, all’ultimo atto non ci si ricorda più degli affanni, degli anni, del registro tenorile: si ascolta un artista, meravigliosamente “concertato”, assieme a tutti gli altri, dal podio. Riccardo Zanellato è un Ferrando inappuntabile, a posto gli altri membri del cast d’un Trovatore scenicamente discontinuo ma interessante nell’idea di base, e memorabile musicalmente nell’unità musicale e drammaturgia che è frutto d’una concertazione mirabile del direttore “con” orchestra, coro e cantanti. Vale la pena ricordare (visto che in Italia si preferisce, spesso, la denigrazione biliosa e acida dei grandi compatrioti: basta leggere alcuni siti o alcune “voci”) che Daniele Gatti è il solo direttore vivente, italiano e non, che abbia diretto al Festival di Salisburgo nuovi allestimenti (nati con lui) di opere di Wagner (Maestri Cantori), Verdi (Il Trovatore, il primo della sua vita), Puccini (La Boheme), Richard Strauss (Elektra). E il solo italiano vivente invitato a Bayreuth. Per quanto possa dire chi qui scrive, non avendo potuto ascoltare dal vivo in opera Karajan (solo in repertorio sinfonico), fra gli ascolti “live” (cioè vissuti in teatro, non davanti ad un vinile ad un CD o ad un DVD) di una vita, questo Verdi ha riscontro solo e soltanto negli esiti (Boccanegra su tutti) colti da Claudio Abbado .

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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda reysfilip » mer 13 ago 2014, 10:55

Grazie Marco per l'interessante cronaca da Salisburgo. Sicuramente era lo spettacolo più atteso del festival ma ho letto recensioni assai meno entusiastiche, soprattutto riguardo Gatti (come sempre).
Sono assai curioso di vedere questo allestimento, ma dovrò aspettare fino alla diretta televisiva del 15.

Una piccola precisazione sull'allestimento, o meglio sulle scenografie:

vivelaboheme1 ha scritto:Da questa riflessione, è partita probabilmente l’idea registica di Alvis Hermanis, di un Trovatore del sogno e della memoria, di un oggi che ricrea e rivive l’ieri. L’ambientazione in un grande museo di pittura (che ricorda visivamente gli Uffizi) ha questo senso.


Giudicando dalle foto, a me, più che gli Uffizi, le scene ricordano i musei tedeschi d'oltralpe (magari gli Uffizi fossero tenuti in quel modo!) come il Kunsthistorisches Museum di Vienna, ma soprattutto la Gemaldgalerie di Dresda con i suoi spazi ariosi, la luce naturale che filtra dai lucernari, e la costante idea di calore suggerita dal parquet e dalla tappezzeria.

Gemaldgalerie di Dresda
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Scenografia del Trovatore salisburghese
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Tuttavia, è vero che tantissimi quadri scelti per la scenografia fanno parte della collezione degli Uffizi.
Scusa la pignoleria :D
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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda DottorMalatesta » mer 13 ago 2014, 11:31

Grazie a Marco per la cronaca (questa volta persino Domingone convince, bene!) e a reysfilip per la precisazione museale :mrgreen:
Sarei davvero curiosissimo di ascoltare e vedere questo Trovatore, soprattutto per la direzione, per la Leonora della Netrebko (a proposito: pancetta come da nuova gravidanza?), e la regia.
By the way, Filippo: quando e dove verrà video-trasmesso questo spettacolo?

Ciao!
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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda reysfilip » mer 13 ago 2014, 11:45

DottorMalatesta ha scritto:By the way, Filippo: quando e dove verrà video-trasmesso questo spettacolo?


Riporto direttamente dal sito del festival:

Il trovatore wird vom ORF in Koproduktion mit UNITEL und ZDF für Arte in Zusammenarbeit mit den Salzburger Festspielen, den Wiener Philharmonikern und CLASSICA aufgezeichnet und wie folgt ausgestrahlt:
15.08.2014 um 20.15 Uhr auf ORF 2 und Arte sowie auf CLASSICA


Se non sbaglio riprendono e trasmettono tutti gli spettacoli in previsione di dvd, credo. Ho già trovato il Don Giovanni ma devo anche trovare il tempo per guardarlo.
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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 13 ago 2014, 19:19

Sì, la scena è un misto di Uffizi e gallerie tedesche,così come la quadreria è un misto. devo andarmi a rileggere se Hermanis ha dato indicazioni più precise.
Al primo impatto, ribadisco che dal punto di vista scenico l'idea di base appare migliore della realizzazione. A Hermanis è forse mancato quel lavoro sulla recitazione che è proprio di un Tcherniakov, per fare un nome illustre. Per fortuna cast e direttore e orchestra sono tutti musicalissimi ed espressivi. Ripeto: mentre dal punto di vista musicale tutto è mobilissimo ed estremamente teatrale, da quello meramente scenico il rischio della sfilata di quadri, a tratti un po' inerte, è presente in questa messa in scena comunque interessante.

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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda beckmesser » mer 20 ago 2014, 10:06

Pur facendo la tara dei limiti di una visione via web, l’ho trovato uno spettacolo fortemente irritante: un’accozzaglia di ingredienti scelti solo in virtù della loro (presunta) preziosità, assemblati senza un’idea che sia una. Il risultato è al di là del bello e del brutto: è semplicemente un Trovatore del tutto inutile…

L’unico motivo per arrivare alla fine di queste noiosissime due ore è la Netrebko: alla faccia di ancora sostiene che la signora non sa cantare… Sicurissima dall’inizio alla fine, acuti raggianti, splendido fraseggio, belle idee: peccato solo che la sciocchezza dell’allestimento precludesse qualsiasi possibilità di costruire un vero personaggio. Meli parte sicuro: bellissima voce, emissione da sana vecchia scuola, personaggio un filo stereotipato ma tutto sommato accettabile; dal terzo atto in poi la sensazione di fatica cresce però vistosamente, ed alla fine, all’eventuale domanda di chi sia Manrico secondo Meli, l’unica riposta sarebbe: un tenore che canta… L’Azucena della Lemieux è un vistoso errore di programmazione: non mi scandalizza l’idea di provare un mezzo di estrazione barocchista, e sono anche disposto a pagare il prezzo di una voce vuota al centro, corta sugli acuti e del tutto spezzata lungo l’estensione, ma se oltretutto mi spiana tutti i trilli della canzone ed il fraseggio è la fiera dell’artefazione, la risposta sorge spontanea: ridateci la Cossotto… Domingo non si sa più cosa sia: i suoni che gli escono di bocca sono al di là del concetto di canto, ed è veramente avvilente vedere un pezzo di storia del canto del ‘900 ridursi in questo modo…

Lo spettacolo di Hermanis è del tutto gratuito: cosa aggiunge questo ingenuo e farraginoso esperimento di sdoppiamento narrativo alla nostra comprensione del Trovatore di Verdi? Assolutamente nulla. Nella fattispecie si tratta di un museo, ma si sarebbe potuto trattare di una discoteca, di una nave da crociera, di uno studio televisivo e non sarebbe cambiato nulla: pura cornice; il tutto peggiorato dal fatto che quanto a regia vera e propria eravamo dalle parte di Pier’Alli, ossia nulla: movimenti stereotipati, masse che si muovevano in modo ridicolo, pugni alzati, braccia avanti, spade sguainate alla Sandokan… E il pensiero, carogna, correva impietoso al turbine di violenza psicologica che Cerniakov era riuscito a costruire a Bruxelles…

Stessa cosa per la direzione. Gatti è direttore interessante (ma non di più) in certo repertorio ma, molto semplicemente, non ha nessun feeling con l’opera italiana dell’ottocento: non riesce a gestire una struttura a numeri chiusi, che diventano una serie di pezzi slegati l’uno dall’altro, che partono bene ma non si sviluppano e si sgonfiano prima di finire, per poi ripartire da capo col numero successivo. Con la conseguenza che per rimediare si concentra sul singolo dettaglio qua e là. Basta prendere come esempio l’accompagnamento all’Abbietta zingara di Ferrando: Muti alla Scala ne faceva un’implacabile allucinazione, con una scansione ritmica inesorabile; Minkowski a Bruxelles, all’opposto, si lanciava in un gioco impressionante di rubati, facendone un’incredibile danza di morte. Gatti cosa ne fa? Non l’ho capito: sentivo solo una cosa lenta e macignosa, con tutti gli accenti in contrattempo sottolineati in modo pedante e ripetitivo… Sarà un limite mio, ma al di là del bel suono (anche se fin troppo esibito) della Filarmonica di Vienna, di questo Trovatore non credo mi ricorderò molto altro…

Triste conclusione per la gestione salisburghese di Pereira. In attesa dell’inizio di quella scaligera, che non nasce certo sotto migliori auspici…

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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 20 ago 2014, 11:59

Opinioni. Io trovavo l'Abbietta Zingara by Muti, alla Scala, un solfeggio. Amai molto il suo Trovatore iconoclasta di Firenze appunto perché, forse un filo isterico, ma iconoclasta. Ma (cosa che irrita i fans) Muti giovane era un direttore spontaneo, di sorgiva musicalità, che decise nel tempo di "posare" a profondo. Errore che un Pappano (molto simile a Muti nella originale naturalezza) non ha mai commesso, restando fedele senza complessi alla propria natura di musicista.
I due Guglielmo Tell by Muti - Firenze, travolgente e Scala, una solenne barba - sono lì che parlano. Quanto a Il Trovatore, alla Scala nello spettacolo con la elegante ma plantigrada, inerte regia di De Ana (le solite belle composizioni di figure) eravamo già entrati nella evoluzione neoclassico-letargica del Muti (eccezione: la magnifica Traviata, poi purtroppo mal ripresa dalla Scala con Maazel sul podio. Basterebbe la balzana idea d'aver affidato alla flebile Frittoli il ruolo di Leonora, per dire dell'impostazione. Meglio comunque Il Trovatore rispetto agli imbarazzanti Don Carlo e Un Ballo in Maschera). Oggi è in atto una terza fase nella quale anche il neoclassico è andato, e resta il letargo.
Penso invece che Gatti esprima - unitamente ad alcune prove dello stesso Pappano: vedi lo straordinario Un Ballo in Maschera in forma semiscenica a Santa Cecilia - il miglior Verdi ascoltato nella contemporaneità dopo gli esiti dello scomparso Claudio Abbado. Opinioni, caro Beck.
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P.s. Non mi pare una "triste conclusione" uno spettacolo che alla prima, cui ho assistito in loco e non sul web, si becca dieci minuti di ovazioni da stadio con crescendo clamoroso per direttore e Netrebko.
Sono invece pienamente d'accordo con Beck quanto ai pessimi "presagi" legati alla prossima stagione del Teatro Alla Scala. Su questo mi pare che le opinioni convergano fino alla quasi unanimità.
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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda beckmesser » mer 20 ago 2014, 12:50

vivelaboheme1 ha scritto:Opinioni, caro Beck.


Certo che sono opinioni, che altro dovrebbero essere, le mie come le tue? Siamo tutti qui a scambiarci opinioni... Trovo solo abbastanza curioso che ogni volta che qualcuno esprime una (appunto) opinione diversa dalla tua ti affretti a far notare che sono solo opinioni: come se dopo la tua recensione mi fosse affrettato a scrivere un post solo per dire: sono tue opinioni... Un filo infantile, onestamente...

Quanto alle altre opinioni che riporti, le mie "opinioni" (lo preciso io per evitare un'altra risposta simile) sono esattamente opposte: il Tell di Muti a Firenze è splendidamente eseguito ma anche un filo superficiale; quello della Scala è, a tutt'oggi, la più emozionante riflessione su cos'è (o dovrebbe essere) l'anello di congiunzione fra la vecchia tragédie lyrique e l'imminente grand-opéra. Ma, ribadisco, è una MIA opinione...

Sul fatto del trionfo di pubblico, scusami, ma siamo tutta gente che va a teatro da tempo sufficiente per non cadere in simili ingenuità... Anche perché, seguendo il tuo discorso, dato che quello stesso pubblico ha riversato un fiume di applausi anche a Domingo, dovremmo concludere che il suo è stato un grande Conte di Luna? O gli applausi sono prova assoluta di valore se rivolti a Gatti ma lo sono un po' meno se rivolti a Domingo? Oltretutto, se è per questo ricordo un trionfo ancora maggiore riservato a Muti dopo quel Tell alla Scala... Forse che gli applausi del pubblico della Scala per Muti valgono meno di quelli di Salisburgo per Gatti? Sarà anche qui questione di opinioni...

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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 20 ago 2014, 13:37

Per carità! Il pubblico è sovrano (poi..."il pubblico", "i giovani", mah).

Mi fa piacere che tu abbia tirato in ballo Placido Domingo, perché mi permetti di fare qualche precisazione rimasta in penna nel mio resoconto. Ho applaudito anch'io Domingo, al Festspielhaus , alla prima de Il Trovatore, per quel che - a mio parere - l'artista (e ripeto: l'artista, che reputo grandissimo, ma non c'è bisogno che lo dica io) ha saputo fare e dare in particolare negli ultimi due quadri, dopo un inizio (l'avevo già scritto nel resoconto) molto teso, affannato e a fiati corti.
Tutto ciò, ovviamente, non elimina la questione di fondo: che un cantante anziano canti da cantante anziano è normale. Che un tenore tenti, in vecchiaia, di cantare da baritono, no (anche se mi vien da sorridere per un ricordo famigliare: il mio povero papà, che aveva sentito Del Monaco,
quando io ragazzo tornai entusiasta dalla Scala dopo il primo Otello di Domingo in loco, avendolo ascoltato in tv mi prese in giro con queste esatte parole: "Ma come fa a piacerti, non senti che sembra un baritono?"). Ovvero: resto contrario alla scelta di Domingo di darsi ai ruoli da baritono. Trovo che, a questo punto, avrebbe potuto chiudere la carriera con "camei" in piccoli ruoli tenorili cui dare tutta la sua musicalità, o nella zarzuela, o nell'operetta viennese che ha capolavori, o (perché no?) nel lied: uno che ha cantato Wagner come lui è riuscito a fare, poteva ben permetterselo! Trovo che questa fase baritonale sia fondamentalmente tempo sprecato in qualcosa di non suo (come Conte di Luna non ha neppur tentato quel timbro né carne né pesce esibito in Rigoletto e Simone: l'ha cantato da tenore, e amen). Ma, nonostante tutto, quando ce l'ho davanti, non riesco a non percepire l'artista straordinario (fra l'altro mi è stato descritto come si comporta in prova: disponibilità e umiltà totale, il primo ad arrivare l'ultimo ad andarsene!). Confesso: al suo Boccanegra con Barenboim (che, ahimè, torna a cantare in novembre!) alla fine mi è scappato il "buu", ma di rabbia: come si fa davanti allo spreco di uno che da una vita si ammira. Stavolta, probabilmente, farò a meno di andarci. Per non soffrire. E' impossibile voler male a Placido Domingo.

marco vizzardelli
Ultima modifica di vivelaboheme1 il mer 20 ago 2014, 13:56, modificato 4 volte in totale.
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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda pbagnoli » mer 20 ago 2014, 13:45

Attendo di vedere - purtroppo solo in video - lo spettacolo di cui parlate, e di cui comunque mi hanno riferito cose allucinanti Matteo e Maugham.
Ma davvero, non riesco a capire cosa l'ottantenne Domingo, ex glorioso cantante di impostazione tenorile, che mi ha fatto emozionare (a suo tempo) con alcune performances meravigliose, possa aver da dire in un repertorio come questo, affrontato dal punto di vista di un presunto baritono.
Non ne ha l'impostazione vocale: è un tenore che scurisce e copre le vocali.
Non ne ha il fiato e conseguentemente nemmeno il volume.
Canta con la dentiera: almeno, questa è l'impressione che dà ascoltandolo nel recital Sony.
Non ha nulla da dire da un punto di vista interpretativo.
Ha perso tutto il fascino che poteva avere una volta.

Io non l'ho sentito come Conte di Luna, ma l'ho visto e sentito dal vivo come Simon Boccanegra che - teoricamente - dovrebbe essere la sua performance più compiuta in questa chiave. Non fu un disastro musicale solo perché era una parte che aveva già frequentato da qualche anno, e tuttavia fu penoso: era il solito Domingo, che cantava da Domingo, ma con molto meno fiato di una volta.
Quanti anni ha? Anche a dargli retta - cioè a credere che sia del 1941, cosa che non è - avrebbe teorici 73 anni, vale a dire che sarebbe ampiamente fuori tempo massimo per fare il cantante d'opera. Lo sarebbe anche se fosse un baritono vero.
Invece probabilmente ne ha 80, ed è assurdo dargli parti del genere.
Lui - per ragioni che non sappiamo (almeno, io non le so o non le capisco) - si deve essere fissato con quell'autentica cazzata di molti che il baritono sia un tenore corto, un cantante senza gli acuti.
Sì.
Come no.
Vaglielo a raccontare a Ruffo, Tibbett, Warren, McNeil, Milnes, Cappuccilli; tanto per citare i primi a caso che mi vengono in mente.
Vaglielo a raccontare a un musicista forse discutibile come Maestri, ma dotato di vera canna baritonale, in grado di creare veri e propri spostamenti d'aria (anche questo verificato dal vivo).
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 20 ago 2014, 14:15

"Non ha nulla da dire dal punto di vista interpretativo".
No Pietro, su questo - e solo su questo - non sono d'accordo.
Per tutto il resto, la tua veemenza corrisponde al mio "buuu" (sonoro e ti assicuro disperato, scoppiato alla fine del Boccanegra di Domingo)! E concordo su tutto... compresa, direi, l'inveterata questione dell'età: l'ho avuto davanti dal vivo, in borghese, a Salisburgo: se non ne ha davvero 80, adesso li porta male (ma in scena si muoveva come un massimo sessantenne).
Ma su quel punto no. Qualcosa da dire, in musica e sul palco, l'avrebbe anche il giorno in cui "parlasse" anziché cantare. Per questo è uno spreco, in ogni senso, questa fase baritonale. Il musical, l'operetta, i ruoli "cameo", soprattutto il lied (per uno che ha lasciato a bocca aperta gli scettici quando ha affrontato Wagner) sarebbero approdi da grande artista quale Domingo è.
Esempio: una cantante di cui io non sono stato un fans sperticato, ma che è stata fior d'artista. Giunta a fine carriera, Raina Kabaiwanska non si è tirata indietro da... La Vedova Allegra, La Voix Humaine, oppure Janacek e frequentazioni di ruoli-cameo. Non solo non ne è stata diminuita, ma ha dimostrato intelligenza, senza snaturarsi. Qui sta il punto, secondo me.

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Re: Il Trovatore, Salisburgo, Gatti, Netrebko, ecc

Messaggioda pbagnoli » mer 20 ago 2014, 14:26

Marco, scusa: non ha nulla da dire in questo repertorio. Cioè in quello baritonale.
Per il resto, sono d'accordo con te.
Anni fa, Matteo sosteneva giustamente che avrebbe potuto fare qualche ruolo come il Captain Vere di Billy Budd, ed è un peccato che non vi si sia applicato.
Questa oscena parodia cui si sta applicando con una pervicacia inversamente proporzionale all'esito è una cosa totalmente priva di senso per chi, come me, lo segue sin dalla fine degli Anni Settanta
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