Carmen al Costanzi di Roma

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Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda roberto » gio 26 giu 2014, 17:31

Dopo molte delusioni liriche dovute a regie a dir poco oscene, finalmente ho assistito ad una Carmen veramente interessante. Cominciamo col dire che il direttore Emmanuel Villaume (debuttante sulla piazza di Roma ha diretto con tempi veloci e molto incisivi che hanno subito riscaldato l'attenzione degli spettatori. Durante l'ouverture una bella trovata è stata un telo rosso sul boccascena simbolo della passione dell'amore ardente e se vogliamo anche del sangue. Personalmente non sono molto propenso per le grandi innovazioni e trasposizioni, tuttavia questa idea mi è piaciuta. Per quanto riguarda la regia, le luci ed i costumi ed i colori in genere direi uno spettacolo veramente stupendo.
Venendo ai cantanti questa recita era nata sotto cattivi auspici: prima è stato sostituito il tenore Antonenko (non si sa perché) poi il mezzosoprano Rachvelishvili una specialista di quest'opera per motivi di salute, ebbene per quanto riguarda Carmen (Clementine Margaine) una voce omogenea in tutti i registri; ottima anche Eleonora Buratto che ha impersonato Micaela che ha riscosso molti applausi finali. Invece per quanto riguarda il tenore Dmytro Popov mi aspettavo di più avendo letto il suo curriculum.
In due o tre circostanze, ha abbassato il tono e sinceramente non mi ha entusiasmato molto. Certo riconosco che io quest'opera in passato l'ho ascoltata da Di Stefano e Del Monaco e non si possono fare paragoni con chi non c'è più però quegli acuti sono molto, ma molto lontani. Ad ogni modo nel complesso una esecuzione veramernte bella!!!
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Re: Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda Luca » gio 26 giu 2014, 22:23

Io sono invece molto più severo; visivamente spettacolo discreto: colori sì, ma non come in altre edizioni a cui ho assistito. Inoltre la scena era divisa in due dall'inizio alla fine per cui si sono perduti alcuni punti (es. la fuga di Carmen) e anche l'arena del IV atto era tutta da immaginare perché questo divisorio neppure la lasciava intendere. Inoltre alcune scelte registiche erano, a mio avviso, discutibili: Carmen che spia da lontano l'inizio del duetto dei fidanzati nel I atto, fare di Lillas Pastia una sorta di reduce dal gay-pride, oppure la morte di Carmen che avviene in completa solitudine per cui il "Vous pouvez m'arréter" di Jose non si sa a chi sia rivolto. Cronologicamente, la vicenda era spostata in pieno '900 (tanto che Carmen compare nel III atto in pantaloni simili a jeans). Il pregio della regia era che non ci presentava la Spagna da cartolina (anche se nell'introduzione al IV atto appare un solista che danza il motivo di fondo), ma una visione cupa e problematica, senz'altro poteva colpire il drappo rosso segno della passione, ma comparivano - a tratti - anche colori o cupi, o freddi. A me tuttavia ha disturbato la divisione della scena in 2 parti. Esecuzione musicale stile anni '50-60 con qualche taglio (il recitativo di Micaela, alcuni segmenti di recitazione) con un'orchestra piuttosto fragorosa e, a tratti (inizio IV atto), bandistica, direzione più orientata ai Pagliacci (il coro dei monelli era eccessivamente vociante ma con tratti che ricordavano paradossalmente lo Zecchino d'Oro) che non alla sensiblerie française e con errori di attacchi da parte del coro (all'inizio del IV atto ho notato sbandamenti). Tenore molto modesto, Popov non mi pareva un fulmine nella drammaticità, ma anche nei momenti più lirici evidenziava difficoltà; baritono a corto di fiato che ha cantato il suo "Toreador" in modo lento e oserei dire 'funebre', né si è distinto poi... Delle donne è chiaro che la Buratto vinceva sulla protagonista Clementine Margaine Quest'ultima è stata una Carmen non da buttare, ma che nemmeno passava alla storia: sì, passione qua e là ma sempre generica, voce in centro e alto buona, ma con limiti in basso. Comunque quanto a recitazione molti luoghi comuni. La Micaela della Buratto (privata del recitativo "C'est des contrabbandiers le réfuge ordinaire") è stata veramente brava e ha svolto con molta partecipazione anche attoriale un personaggio (a torto considerato 'la scema di turno') tanto nel I come nel III atto (nel III era svillaneggiata e quasi percossa dalle compagne di Carmen). L'unica cosa che le si poteva rimproverare una maggior accortezza nel manovrare i fiati e orientarli verso sfumature, specie nel finale della sua aria.
Sta di fatto però che Carmen prevede i recitativi parlati essendo Opera-Comique, ma qui nemmeno l'ombra. Anche questo è un altro lato negativo dell'impostazione esecutiva.

Se dovessi dare un giudizio complessivo: un 25/30 (la parte musicale, però meno).

Saluti, Luca.
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Re: Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda roberto » ven 27 giu 2014, 8:39

Tanti anni fa qualcuno disse QUANDO SI E' TOCCATO IL FONDO NON SI PUO' FAR ALTRO CHE RISALIRE. Evidentemente la delusione provata l'anno scorso con il SAMSON (Regia Fura dels Baus) di cui abbiamo parlato a suo tempo, non fa vedere i difetti nella giusta misura essendo tutto "sempre meglio". Detto ciò condivido in parte l'analisi di Luca.
Condivido "la fuga di Carmen" del primo atto del tutto immaginata;nel secondo atto poi non ho capito cosa volesse significare quell'uomo vestito da donna ed infine ho notato anch'io il taglio di Micaela al terzo atto, ma questo semmai potrebbe essere una critica al direttore d'orchestra. Per quanto riguarda la scena divisa in due parti è vero che in alcuni momenti disturbava, ma in altri lasciava intravedere uno scorcio interno che forse non era tanto male. Invece per quanto riguarda la scena finale qui sono pienamente d'accordo.A partire dalla Carmen della Scala 2009 (regia Emma Dante) sembra da un pò di tempo che molti registi si siano orientati nel concludere l'opera con i soli due protagonisti , nettamente in contrasto con quanto prevede il libretto. A questo punto c'è da chiedersi "Vous pouvez m'arreter" a chi è rivolto se non c'è nessuno? Sono forse delle riflession interne? Per quanto riguarda i giuduzi sui cantanti mi sembra che grosso modo siamo d'accordo.La BURATTO sopra tutti, poi La Carmen e poi?????????? Saluti.
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Re: Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda Freniano » ven 27 giu 2014, 8:55

Ma l'opera era con i recitativi di Guiraud o no? Perchè, nel secondo caso, il taglio del recitativo prima dell'aria di Micaela è non solo logico, ma direi quasi ovvio, non essendo di Bizet.
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Re: Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda DottorMalatesta » ven 27 giu 2014, 9:52

Piccola confessione: ho sempre avuto con Carmen un rapporto estremamente problematico. Forse perché da sempre sommersa da pacchiume spagnoleggiante da cartolina, non ne ho mai davvero compreso la grandezza :oops: :oops: :oops: . Qualche anno fa vidi su Arte una Carmen (forse nella regia di Kusej?) con Villazon come protagonista. Venendo dalla Carmen di Karajan e quella di Zeffirelli ricordo qualche brivido. Non riesco ad accostarmi a quest´opera senza diffidenza e un po´ di disagio…
Consigli?

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Re: Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda DottorMalatesta » ven 27 giu 2014, 11:26

Sí, deve essere proprio quella. Infatti pareva anche a me di ricordare la Domasenko. Grazie della segnalazione: proverò a recuperare il video.
Qualche consiglio per superare il mio rapporto conflittuale con Carmen?
:oops:

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Re: Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda vivelaboheme1 » ven 27 giu 2014, 14:13

Da innamorato di Carmen (con Un Ballo in Maschera la considero l'opera da portarmi via per sempre), ti suggerisco.

Per ovviare alla "spagnoleria" da cartolina (che però è colpa dei cattivi allestimenti, non di Bizet), ascolto intensivo (e magari anche visione intensiva) della Carmen di Edinburgo Claudio Abbado-Teresa Berganza, la Carmen intelligente e consapevole della Berganza e la visione quasi cameristica di Abbado con regia di piero Faggioni che, favolosa ad Edinburgo, fu poi ripresa molto male alla Scala, nella quale si sperdeva essendo nata per un teatro piccolo.

Se invece vuoi affrontare la spagnoleria a pieno petto, ascolto e visione intensiva dell'edizione Covent Garden con uno spettacolare Pappano, la sensualissima Antonacci (tutta da ascoltare e DA VEDERE!!!!) e uno stupendo Kaufmann (tutto da ascoltare e da vedere soprattutto quando lancia languide occhiate assassine al decolletè della Antonacci nel secondo quadro): il duetto finale penso sia il più teso, emotivo ed infuocato che si ricordi.

Oppure, sempre per affrontare la "spagnoleria" ma in una lettura di grande raffinatezza, il bravissimo Philip Jordan dell'edizione di Glyndebourne con la notevole, originale interpretazione della protagonista da parte della Von Otter (spettacolo con regia Mc Vicar)

Oppure ancora l'ascolto della giovane, già grandissima Verrett nell'edizione Rai diretta da Pretre

E infine, contro le spagnolerie da folclore di bassa lega, vedere rivedere e ancora rivedere la fantastica messa in scena di Calixto Bieito (specie con la recitazione della Uria-Monzon cui è dedicata), forse la massima regia di Carmen dei nostri giorni


marco vizzardelli
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Re: Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda Luca » sab 28 giu 2014, 17:30

Ma l'opera era con i recitativi di Guiraud o no? Perchè, nel secondo caso, il taglio del recitativo prima dell'aria di Micaela è non solo logico, ma direi quasi ovvio, non essendo di Bizet.
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Caro Freniano, l'edizione non aveva nessun recitativo parlato, l'unica battuta 'parlata' è stata la domanda di Carmen "Ou me conduirez-vous?" quando viene arrestata e prima della Seguidilla. Mentre scrivo questo testo e leggo la tua considerazione, mi viene in mente che l'edizione Karajan-Price-Freni-Corelli non li ha, eppure il recitativo di Micaela al III atto compare! Comunque tra tutte le Carmen che ho visto: da dimenticare...

Poi quanto alla Carmen della Berganza la trovo proprio da cartolina spagnola: poco 'selvaggia' (la protagonista - J. Migenes Johnson - del film di Rosi con Domingo in questo era meglio, almeno come recitazione) tutta buone maniere, allusiva ma non orgiastica (alla Nietzsche).
Delle ultime edizioni viste dal vivo e non, concordo sulla validissima prova della Antonacci. davvero una donna prorompente, ma non volgare.

Quanto alle ultime registrazioni dell'opera bizetiana senz'altro la Norman è quella più attraente: misto di sensualità (linea Price-Bumbry) e esistezialismo (linea Callas-Verrett). Purtroppo Carmen non è retta solo dalla protagonista: con la Norman cantano Shickoff (che ho udito dal vivo come forzato Josè), la Freni (e Micaela è un personaggio suo, per la pienezza di voce e anche quella paciosità che il personaggio in fondo ispira in antitesi alla caleidoscopica e mutevole protagonista) e Estes (mammamia!). Resta un pò problematico scegliere l'edizione al 'top' e in questo comprendo le titubanze di Francesco-Dott. Malatesta.

Saluti, Luca.
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Re: Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda reysfilip » lun 30 giu 2014, 23:49

DottorMalatesta ha scritto:Qualche consiglio per superare il mio rapporto conflittuale con Carmen?


Riguardo alle versioni video:
Della Carmen di Bieito esiste il dvd con la Uria-Monzon, Alagna, Schrott e la Poplavskaya, e anche una ripresa televisiva su youtube sempre con la Uria-Monzon, ma con Armiliato e Ketelsen. Ho visto ora quest'ultimo e devo dire che è un bell'allestimento, molto spagnolo ma nel senso di Almodovariano, non la solita paccottiglia da duty-free aeroportuale. Bieito infatti ha detto che si è ispirato a un viaggio a Ceuta (o a Melilla, non ricordo).
Altrimenti c'è quella più classica, ma curata e piacevole, Gardiner/Noble dell'Opéra Comique con l'Antonacci, Andrew Richards e l'Anne-Catherine Gillet, di cui esiste dvd e video su youtube
Infine, se ti piace il genere, c'è quella di Lione di Py, un po' troppo virtuosistica, ma alcune immagini di sicuro effetto. Di questa esiste solo il video sul tubo.

Non ho ancora visto quella di Kusej/Barenboim di Berlino. Provvederò.
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Re: Carmen al Costanzi di Roma

Messaggioda DocFlipperino » mar 01 lug 2014, 15:34

DottorMalatesta ha scritto:Qualche consiglio per superare il mio rapporto conflittuale con Carmen? :oops:DM


opera di contrasti..... edizione di contrasto
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piena di difetti e sostanzialmente geniale :P
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