Elektra (Strauss)

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Re: Elektra (Strauss)

Messaggioda Luca » dom 25 mag 2014, 23:37

Non c'è bisogno della meschinità, né dell'ottusità, ma davanti ad esecuzioni così elettrizzanti e drammaturgicamente incandescenti c'è da togliersi tanto di cappello! Ma anche a chi le sa raccontare!!!
Grazie Francesco del testo e del video!
Buonanotte...
Luca
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Re: Elektra (Strauss)

Messaggioda reysfilip » mer 04 giu 2014, 21:15

Arrivo ultimo a provare a dire qualcosa su questa Elektra, vista ieri sera.
Sulla regia avete già detto abbastanza voi. Io ne sono rimasto alquanto spiazzato. Tuttora non saprei descrivere un tale pugno nello stomaco. Chereau è riuscito a scrivere una pagina memorabile di teatro. Infatti oltre ad aver lasciato il segno sull'interpretazione dell'opera Elektra, lo ha lasciato, a mio avviso, anche sulle interpretazioni possibili della vicenda sofoclea, scandagliando così a fondo nei legami personali tra le tre donne senza scomodare nessun Freud. Degne di menzione sono le complesse e splendide luci di Dominique Bruguière.
La Herlitzius è un mostro di bravura in tutti sensi, sia musicale sia teatrale. La parte è massacrante e in scena riesce ad avere un coinvolgimento fisico raramente riscontrabile anche negli attori di prosa. Alla fine è uscita agli applausi praticamente saltellando. Non so dove riesce a trovare tale energia.
La Meier è da paura anche lei. Davanti a cotanto talento attoriale, scompaiono anche le crepe vocali (anche se io ne ho avvertite poche). Sarà difficile ritrovare una Klytamnestra ai suoi livelli.
La Pieczonka non ha il carisma delle due sopracitate ma riesce almeno a non essere del tutto fagocitata dai due colossi che la circondano. Così riesce a portare a casa la serata anche senza essere vocalmente ineccepibile. Diciamo anche che il ruolo di Chrysothemis non è propriamente suo.
Di Pape è apprezzabile la caratura vocale, dato che in scena ha fatto assai poco.
Sorvolando sui comprimari, bisogna almeno menzionare la grandezza della miracolosa direzione di Salonen, che è riuscito a padroneggiare divinamente l'orchestra scaligera. Si potrebbero citare veramente tanti momenti che mi rimarranno impressi di tale direzione, e non saprei davvero sceglierne uno.
E se ciò che è arrivato a Milano non è all'altezza della creazione originale, non oso immaginare cosa non fosse ad Aix.
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Re: Elektra (Strauss)

Messaggioda vivelaboheme1 » gio 05 giu 2014, 9:49

Partendo da un livello già altissimo, la replica del 3, cui hai (e ho anche io) assistito, dopo qualche giorno di riposo, è stata di un livello trascendentale nella tensione spasmodica di tutto e tutti!
Confermo la descrizione della disinvoltura incredibile di Herlitzius nella terribile parte, la grandezza carismatica di Meier, la perfezione di Pape, il vigore di Pieczonka (che io apprezzo prorio nel suo essere, vocalmente e nell'aspetto una Crisotemide non "bambinella bionda" come spesso la si sente, ma donna, e che donna!), sorvolo anch'io sulle parti di contorno (Egisto modesto, ininfluenti i due grandi vecchi, e modestine le ancelle, ma nella compattezza e grandezza del tutto passano) e confermo l'immensa direzione di Esa-Pekka Salonen diventata, in corso di repliche, letteralmente incandescente, eppure anche lirica, sensuale ove occorre: come mi era parsa subito dopo la prima, una vera "Elektra delle Elektre". Non un aspetto è tagliato fuori, tutto è letto e squadernato davanti all'ascoltatore, che resta sconvolto ed entusiasta allo stesso tempo. Memorabile in orchestra il valzer conclusivo, preso e tenuto ad un tempo delirante: solo un mostro della direzione può far questo! E tutto avviene "con" e "nel" memorabile, ultimo spettacolo di Cherau del quale (pur con quel paio di riserve che avevo citato: Clitennestra morta a vista, il ruolo di Oreste scenicamente sacrificato e ridotto al minimo, peraltro anche affascinante in questo suo "esserci e non esserci") la spaventosa forza complessiva si fonde con l'interpretazione musicale. Sì che questa Elektra è un tutt'uno che prende l'anima.


marco vizzardelli
vivelaboheme1
 

Re: Elektra (Strauss)

Messaggioda mattioli » gio 05 giu 2014, 17:13

Rivista anch'io martedì.
Vecchia lezione: bisogna sempre rivedere gli spettacoli storici. Intanto perché è andata addirittura meglio che alla prima: Salonen inaggettivabile, Herlitzius travolgente, Meier meno bene vocalmente ma chissenefrega. Della regia di Chéreau ho scoperto nuovi ed entusiasmanti dettagli (diceva Stendhal che il grande artista si vede nell'"infinitamente piccolo").
Non sono d'accordo su Egisto, di cui quasi tutti dicono male. Non mi sembra così cattivo e in ogni caso non peggiore degli Egisti d'uso corrente.
La staticità di Pape dipende forse dal fatto che, di tutti i protagonisti, è l'unico che non fosse anche ad Aix. Però questo Oreste così assente e assorto ha un senso.
Su Mazura e McIntyre non sono d'accordo con il grande Vizza. Rivederli è un'emozione e che i mattatori di due altri capolavori di Chéreau siano presenti nello spettacolo che lo celebra non mi sembra solo giusto, ma anche profondamente commovente. Il teatro è fatto anche di queste cose.
Le ancelle, in effetti, sono assai modeste. Il peggiore di tutti, peraltro, è il servo che chiede i cavalli per portare a Egisto la notizia della morte di Oreste. Alla prima si era strozzato e aveva stonato. Pensavo fosse l'emozione; martedì ha rifatto tutto uguale, quindi gli consiglierei di fare causa a chi gli ha insegnato (?) a cantare.
Ovviamente il fatto che stiamo a spaccare i capelli (e magari pure qualcos'altro) in quattro su queste minuzie è la dimostrazione di quanto immensamente capolavoro sia questo spettacolo, davvero una delle vette della mia vita di operoinomane.
Ciao miao bao

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(PS: torno alla vecchia firma cappellonesca perché oggi in un momento di follia degno della povera Lucia mi sono comprato un panama. E chissenefrega me lo dico da solo)
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