Les Troyens (Berlioz)

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Re: Les Troyens (Berlioz)

Messaggioda DottorMalatesta » mar 15 apr 2014, 20:32

marika ha scritto:...ops... Ilaria e se tu sei una Kunde"groupie", termine dal significato molto ambiguo, utilizzato per "inquadrare" un momento storico molto particolare nell'evoluzione del mondo femminile, io che sono ??? : "unasottospeciediincompetentechetentadiapprocciareilmondodellaliricadalbassodellasuaprofondaignoranza" ....forse si!!!!


Oh, ma -dico- la finiamo con questi complessi di inferiorità? :mrgreen:
Qui non si tratta di gerarchie, ma di puro gossip (ed outing)...
Mattioli, Vizzardelli (e in parte anch'io) hanno/abbiamo detto che siamo innamorati della Meier (io cedo, in fin dei conti rispetto chi è più... anziano :mrgreen:), Irina ha da sempre manifestato la sua passione per il grande JK, Ilaria è Marika sono Kundiane di ferro, quando il Divino vede l'Opolais non capisce più niente (ipse dixit)... insomma... E' PRIMAVERA!!!!!

: Love :

DM

P.S.: comunque un possibile confronto tra la gestualkità dell'Hymel al ROH (come da DVD) e il Kunde scaligero si impone. Qualcuno può dire qualcosa in merito? Io vedrò una delle ultime recite (22 aprile)...
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Re: Les Troyens (Berlioz)

Messaggioda Ilaria » mer 16 apr 2014, 9:53

DottorMalatesta ha scritto:
P.S.: comunque un possibile confronto tra la gestualkità dell'Hymel al ROH (come da DVD) e il Kunde scaligero si impone. Qualcuno può dire qualcosa in merito? Io vedrò una delle ultime recite (22 aprile)...


La recita post-Pasqua, quella in cui saranno tutti reduci da abbuffate di uova di cioccolato e strinati dal sole aprilino del Lunedì dell'Angelo! Non so se sia la migliore per giudicare la resa scenico-gestuale... :mrgreen:

I.
Per lei sfidai le stelle,
Di lauri ornai sue chiome,
Deve di Grande il nome,
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Re: Les Troyens (Berlioz)

Messaggioda beckmesser » lun 28 apr 2014, 12:16

Dunque, vista la recita di sabato scorso. Onestamente, continuo a non capire tutto l’entusiasmo per lo spettacolo di McVicar: che è bello a vedersi, sontuoso al punto giusto, spettacolare, ma totalmente rinunciatario dal punto di vista drammaturgico. Non penso affatto, sia ben chiaro, che il teatro di regia sia l’unica soluzione possibile (tutt’altro). Mi andrebbe benissimo un approccio diverso, ma da un regista di tal nome mi aspetto che almeno provi ad indagare la drammaturgia così peculiare di quest’opera ed a trovare un linguaggio registico adatto a valorizzarla, ad esplicitarne le implicazioni storiche ed estetiche. Insomma, mi sarei aspettato (quando vidi lo spettacolo a Londra) che McVicar provasse a fare quanto fece così memorabilmente col Faust. Invece, sarà un limite mio, ho visto solo sfilate, processioni, tutti fermi durante i concertati, tutti seduti a pic-nic durante il duetto d’amore. Mah… Oltretutto, rispetto a Londra la parte visiva mi è sembrata un filo sottotono: non so se è stato un problema specifico della mia recita o della posizione in cui ero, ma non mi sembra che il cavallone abbia sputacchiato fuoco dalle narici: non che sia un grosso problema, ma dato che era il momento clou dello spettacolo un po’ è mancato. Cos’era? Problemi di sicurezza sul lavoro che non esistevano a Londra?

Dal punto di vista musicale, eroe della serata e stato ovviamente San Pappano, fatto segno di hola ed ovazioni ad ogni ingresso. Notato en passant che mi sembrava ci fosse un minimo di carattere “dimostrativo” (così come spesso avviene alla Scala, sia con gli applausi che coi fischi), l’entusiasmo era più che meritato: direzione trascinante, orchestra al top (gli ottoni in buca non hanno steccato una sola nota), ritmo, colori, dinamiche, c’era tutto. Continua a mancarmi, in Pappano, la sensazione di un qualche approfondimento storico (stando a quest’opera, ad esempio, Gardiner continua a parermi su un altro pianeta), ma sono quisquilie. Come si dice: avercene…

Nel cast, la Antonacci comincia a denotare qualche fatica, ma resta interprete di classe superiore. Kunde, quando si tratta di declamare e di sparare, continua ad avere una canna impressionante, con si e do acuti di tutto rispetto; qualche pena nei passi più cantabili, e la prima parte dell’aria del quint’atto aveva una legnosità di modulazioni non propria piacevole a sentirsi. Buco nero della serata, per mio conto, la Didone della Barcellona: che ha cantato bene, si vede che si è impegnata molto, ma che balza nei posti alti della mia classifica di cantanti più fuori parte mai ascoltati. Non ha proprio niente per essere Didone: non (per quel che conta) il timbro, duro e asessuato; non la psicologia del personaggio; non, soprattutto, il fraseggio: in un ruolo tutto giocato sull’alta oratoria raciniana al confine con la retorica, esprimersi in una specie di lingua franca in cui non si riusciva a capire praticamente nulla ha rischiato di compromettere tutto il finale, salvato solo dal solito San Pappano. Comprimari (si fa per dire) fra il discreto (i due tenori) al pessimo (l’Anna della Radner) allo strapessimo (il Chorèbe di Capitanucci, inascoltabile).

Splendida serata in ogni caso, in attesa di Elektra (che sarà pure meglio): peccato solo si tratti spettacoli importati…

Saluti,

Beck
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Re: Les Troyens (Berlioz)

Messaggioda mattioli » lun 28 apr 2014, 12:25

Carissimo Beck,

confermo che il cavallo non perde fiamme dal naso per misteriose ragioni di sicurezza, boh.
Invece questi Troyens non sono importati, ma coprodotti...
Ciao

AM
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Re: Les Troyens (Berlioz)

Messaggioda beckmesser » lun 28 apr 2014, 16:13

mattioli ha scritto:Invece questi Troyens non sono importati, ma coprodotti...


Tecnicamente, hai ovviamente ragione. Tuttavia (anche se non so come vanno esattamente questi processi) ho la netta sensazione che questi Troyens fossero stati pensati e pianificati a Londra, in un’occasione ben precisa (le Olimpiadi), con nomi tipicamente londinesi (Pappano, McVicar) e poi per così dire “offerti” in sottoscrizione agli altri teatri. Non ci vedo molto “know-how” scaligero, dietro. E lo stesso per Elektra. Ma magri mi sbaglio…

Beck
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Re: Les Troyens (Berlioz)

Messaggioda teo.emme » mar 29 apr 2014, 9:18

beckmesser ha scritto: [...]non so se è stato un problema specifico della mia recita o della posizione in cui ero, ma non mi sembra che il cavallone abbia sputacchiato fuoco dalle narici: non che sia un grosso problema, ma dato che era il momento clou dello spettacolo un po’ è mancato. Cos’era? Problemi di sicurezza sul lavoro che non esistevano a Londra? [...]

Neanche alla prima ha sputato fuoco (ero in posizione centrale e vedevo tutto benissimo)...credo sia ciò che ipotizzi: fisime sindacal-burocratiche...probabilmente i vigili del fuoco non hanno autorizzato l'utilizzo dell'effetto o qualche sigla sindacale dei guardarobieri o dei figuranti ha posto il veto oppure gli orchestrali hanno minacciato lo sciopero perché il contratto prevede una certa temperatura massima da non oltrepassare senza perdere l'indennità smoking (hanno preteso e ottenuto un intervallo in più del resto) o magari il responsabile della sicurezza ha informato la polizia che ha informato il prefetto che ha allertato la protezione civile che ha chiesto un incontro al ministero con le parti sociali... Insomma, siamo in Italia, che ci si domanda a fare queste cose? :D
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