Buon pomeriggio a tutti!
riesco a collegarmi solo adesso e cosa trovo? le vostre pronte risposte di "aiuto"... GRAZIE!
DottorMalatesta ha scritto:Wagner è responsabile di moltissimi casi di operoinomania. Nella maggior parte dei casi, grave ed incurabile.
Dottor Malatesta credo proprio di esserne ormai affetta
ben felice di esserlo!!! al moroso ormai dico che sono nel tunnel e di lasciarmici!
pbagnoli ha scritto:Non so cosa ne pensino i miei colleghi, ma se veramente sei una wagneriana in pectore, dovresti provare a farti regalare qualche versione alternativa, per vedere cosa ne cavi fuori: che so, un Karajan, o un Bernstein, perché Kleiber - secondo me sublime - tende un po' alla sovrasaturazione e potrebbe darti una visione un po' eccessiva di un opera già di per se stessa da operoinomani (come dice il nostro amico Alberto Mattioli)
Beh Pietro che dire...detto fatto!
mi sono lanciata nell'ascolto delle due versioni di Karajan... quella del '71 con Vickers e la Dernesch e poi quella del '52 con la Mödl e Vinay... è stato un salto in qualcosa di completamente diverso ancora... mi sono concentrata sempre sul secondo atto e...la scelta di Karajan di voci più "scure" è travolgente... da maggiore potenza all'amore che vivono i due protagonisti e dona al tutto carattere, fascino... completamente diverso da quello che avevo sentito ma anche questa "interpretazione" avvincente, emozionante, travolgente...
credo proprio di aver capito che non esiste Un modo di interpretare un'opera ma ne esistono diversi... la cosa importante è che colpiscano il cuore...
e naturalmente da gran curiosona sono andata un po' a documentarmi leggendo sul sito le recensioni a queste versioni
mi avete dato ottimi spunti per i prossimi regali che il moroso dovrà fare... sono molto curiosa anche di passare alla versione visiva di quest'opera... non vedo l'ora!
mattioli ha scritto:Se fossi Valentina, invece, io aspetterei un attimo. Prima, meglio godersi questa favolosa verginità dell'ascolto, che poi torna più. Fermarsi un attimo al valore puramente letterale della storia, amore e morte, e farsene travolgere: "Ertrinken, versinken - hocheste Lust!". Poi, DOPO, iniziare a leggere qualcosa su quell'"eterno sproloquiare" (copyright di Thomas Mann) del nostro Riccardino, che aveva le idee chiare (forse) sul teatro musicale, un po' meno sul resto dello scibile umano. Però, come diceva Baudelaire, "Wagner est une névrose". Non lo si capirà e non lo si amerà mai solo con il cervello.
Comunque, che bello, se potessi ascoltare ancora il Tristan per la prima volta (la prima, per me, fu in concerto a Santa Cecilia, ancora in via della Conciliazione. Dirigeva Thielemann, cantava René Kollo - ! - e lei era, credo, Janis Martin. Molto bello anche il programma di sala, che mi fece scoprire Denis de Rougemont... e, a proposito, Valentina: "L'amore e l'Occidente" è un libro da leggere, in zona Tristano...).
AM
Caro Alberto, grazie per i consigli di approccio a questa stupenda storia d'amore e morte... è davvero travolgente... inizialmente ho fatto come mi suggerisci, ho solamente ascoltato (libretto alla mano) la musica lasciandomi completamente guidare dal suo potere... penso che quando la musica parla al cuore allora è una buona base da cui partire... poi parte l'approfondimento e, dato che sono una persona molto molto curiosa, sono già andata un po' a curiosare in rete
Colgo al volo il suggerimento del libro... sono prontamente andata a curiosare online e, essendo un'amante dei libri, sarà il mio prossimo acquisto "libroso" (come chiamo io lo shopping in libreria
)
Maugham ha scritto:Parafrasando Celletti: Un Carmen frigida, una Turandot corta, e un Tristano diluito sono controsensi.
concordo pienamente Maugham... non ha senso pensare a un'opera non vissuta a pieno... non amata, non caricata, non sentita
grazie ancora a tutti per i suggerimenti, i punti di riflessione, le idee regalo che mi farà il moroso
ma soprattutto perchè è bellissimo poter parlare con voi e confrontarmi... mi aiutate molto a muovere i miei primi passi... grazie!