vivelaboheme ha scritto:Bruxelles ha la qualità, rinforzata in questi anni, di un' attenzione a proposte particolarmente sofisticate (immaginatevi una stagione quale la prossima, proposta pari pari alla Scala: scoppierebbe la rivoluzione); mi piacerebbe - proprio per conoscenza di costumi - verificare quantità e modalità di gradimento, da parte degli appassionati locali, di una stagione così concepita. Se con questi titoli, presi nell'insieme, gli esiti economici risultassero positivi... be' allora, qui (scrivo da Milano) dove Alfredo e Violetta che nella casa di campagna si comportano come due innamorati in una casa di campagna provocano grida e scandalo, o idem come sopra qualche anno prima una tettina nuda nell'Haendel firmato Carsen, ci sarebbe anche da essere un po' invidiosi della maturità culturale dei locali.
Da quanto ne so io, alla Monnaie nessuno si è mai lamentato, poi magari qualcuno che la frequenta potrebbe dirci di più. E' anche vero che il pubblico della Monnaie è abituato a spettacoli un po' fuori dagli schemi sin dagli anni 90. I vari dirigenti l'hanno trasformata in un posto dove il Trovatore di Cerniakov o la Traviata della Breth passano senza problemi. Così penso che il pubblico che la frequenta sa cosa ci si debba aspettare.
La ricaduta economica c'è sicuramente, altrimenti non continuerebbero a fare stagioni del genere. Se vai a vedere le opere di quest'anno, Hamlet e Jenufa hanno fatto il tutto esaurito (12 date di Hamlet! Non Boheme o Traviata), la Clemenza quasi, il prossimo Rigoletto di Carsen è praticamente pieno al 90%.
In sostanza, credo che ci siano ricadute sia economiche che "intellettuali".
Ma quel Ratto, proprio quel Ratto, messo lì solo in forma di concerto, mi desta perplessità: hai Jacobs e lo proponi senza regia. Risparmio economico ma un'opera di Mozart di sola musica senza teatro (per quanto Jacobs sia, almeno in sala d'incisione, eccezionale nel far teatro con la musica) è come amputata di una delle due gambe, destra musica sinistra teatro, che costiuiscono il passo geniale, anzi eccelso, dell'operista Wolfgang Amadeus.
Si vede che non avevano davvero soldi, e infatti il lato direttori è quello più carente, o almeno più anonimo, della prossima stagione. Quest'anno sono riusciti a prendere Minkowski per l'Hamlet e il risultato musicale, complice anche uno Stephane Degout straordinario, è stato davvero notevole.