Elektra: interpreti

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Messaggioda pbagnoli » dom 07 ott 2007, 21:25

Rossiniano ha scritto: Quanto alla saldezza vocale è l'unica che l'abbia esibita in Elektra (parlo di vera saldezza vocale, non di dote naturale) e infatti è l'unica Elektra che a 60 anni cantava Elektra e non Klytaemnestra.

Cosa intendi dire?
Per te saldezza vocale è cantare Elektra a 60 anni?
E poi: non capisco la differenza fra "vera" saldezza vocale e "dote naturale".

Adoro la Nilsson in tante opere, da quelle verdiane alle Brunnhildi, passando per le Elektre e persino per la Tintora, quindi mi ritengo al di sopra di sospetti. E tuttavia non capisco questa tua tirata pro-Nilsson e contro cantanti come la Borkh - la cui interpretazione di Elektra è considerata paradigmatica in ogni parte del mondo - o la Varnay.
Conosco anch'io l'Elektra sessagenaria della Nilsson: ho il video da prima ancora che venisse sdoganato (è una copia da una collezione privata). La amo anche per quella performance, ma nessuno mi venga a dire che la voce è la stessa dei tempi che furono! Cavoli, avercene di cantanti ancora così sfolgoranti a quell'età, ma non è la stessa cosa! Tant'è vero che le forze sono dosate molto di più col bilancino che non, per esempio, nell'incisione in studio dove è una delle sole due cantanti che fa il "Was bluten musst" in tutta la sua intierezza (l'altra è la Marton con Sawallisch).
Non è poi che Elektra sia un ruolo da cantare col bilancino: non siamo vivaddio dalle parti del Belcantismo, qui occorrono i do sparati come folgori, occorre anche quello che chiami espressionismo, che ha una sua matrice storica ben precisa e documentabile in tutte le interpreti storiche di questo ruolo.
A parte che avrei da ridire - e tanto - sul fatto che una Sills e una Olivero (altre cantanti che adoro) stessero attaccate come altrettante ostriche al dettato musicale (non so se ricordi il monologo della Kostelnicka interpretato dalla cantante piemontese che avevo inserito nelle tracce audio).
A parte il fatto che le magagne nel canto della Borkh le trovi solo tu, visto che oggettivamente il canto è una folgore quando occorre, ma che sa anche piegarsi ed introflettersi nel duetto con Oresth (per esempio).
A parte tutto ciò, francamente non riesco a capire che criteri esecutivi tu invochi. Magari possono essere interessanti e aprire nuovi squarci nella storia dell'interpretazione di quest'autore, ma così francamente non si evincono
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Messaggioda Luca » dom 07 ott 2007, 21:37

Assolutamente Nilsson come esemplare Elektra, però possiedo un video di G. Jones che non sarà un modello di 'ortodossia' vocale (in alto è quella che è.....) però una presenza scenica davvero entusiasmante e una grinta senza pari.
Altre sono grandi. Però a queste due nominate vanno le mie preferenze.

Saluti, Luca.
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Messaggioda MatMarazzi » dom 07 ott 2007, 22:08

VGobbi ha scritto: Beh, non dovresti poi meravigliarti piu' di tanto. Mi conosci

Ma che dici, Vit!
Tu la musica la senti benissimo! suvvia... :)
Io parlavo di diversità di opinioni e sensazioni.

MatMarazzi ha scritto:Cosa intendi per contralto mitologico? Perche' ritieni la Hongen e la stessa Klose (come adoro questa artista ed immagino come possa essere terrificante la sua Klytemnestra!) degne eredi? Su quali basi vocali, interpretative sei giunto?


Era una generazione di contralti giganteschi (non solo come voci, ma proprio come donne, come artiste) che fecero una specializzazione di questi ruoli grandiosi di madri e regine wagneriane e struassiane, le iniziatrici di un certo cammino nella declamazione tragica novecentesca.
Di loro ci restano diversi dischi, purtroppo niente in Clitennestra e Sacrestana, che erano i loro cavalli di battaglia.
Si intuisce l'autorevolezza maschia e possente dalle incisioni e dalle fotografie (oltre che dai resoconti). Ho la sensazione che questo modello si sia esaurito nel dopoguerra, quando (col nuovo wagner e la neue Bayreuth) vennero emergendo ragioni di maggiore umanità.
Per questo due "sopravvissute" come la Klose e la Hoengen (ossia approdate al dopoguerra da gusti precedenti) possano essere significative.

Cmq sono convinto che tu stesso, sentendo la Hoengen, troverai uno stile molto diverso dalle Clitennestre successive.

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Messaggioda Riccardo » dom 07 ott 2007, 22:24

MatMarazzi ha scritto:
La Marton interessante? :evil:
Ma che si nasconda! :evil:
Invece la Podles è davvero una chicca... forse sarà la prima vera vocalista dai tempi della Schumann Heink! ;)

Un mio sogno impossibile sarebbe (oggi) una Clitennestra di Jessye Normann.

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Ma sì, interessante la Marton nel senso di debutto di un nome, al di là delle solite Lipovsek Schwarz Ejsing che popolano i cartelloni di routine. Anche a me la Marton non ha mai entusiasmato...

Come dice lei "Weisst du kein Mittel - gegen Träume?" forse non lo dice nessun'altra.

Ehm... nemmeno la Varnay? :)

Mi manca infatti! :(

MatMarazzi ha scritto:E' pur vero che il suo "Stride la Vampa" intarsiato di trilli e sussurri, a tratti furioso a tratti in trance è una delle cose più belle (per me) che siano state incise... meglio persino della Besanzoni e della Klose.
Quando sento come esalta e valorizza quella pagina, mi verrebbe davvero voglia di perdonarle tutto il resto! :)

Vero vero! Un capolavoro anche secondo me.

Sarebbe stata una Clitennestra caricata ma interessante... Bisognerebbe sentire la Podles che dalla Horne ha tratto insegnamento, ma senza essere americana :)

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Messaggioda MatMarazzi » dom 07 ott 2007, 22:43

Luca ha scritto:Assolutamente Nilsson come esemplare Elektra


Hai nominato due grandi elektre, è vero.
Io però non le metterei al primo posto. L'una e l'altra non possono nulla, secondo me, contro le incarnazioni storiche di Rose Pauly e Inge Borkh.

La Nilsson è stata un notevole Elektra, è vero.
In termini strettamente vocali la parte le conveniva e quando si trattava di proiettare i si bemolle e i do naturali l'effetto era immancabile.
Inoltre, a differenza della maggior parte dei suoi personaggi, nell'atride non si coglieva troppo quell'accento monolitico, banale, che purtroppo affliggeva alcune delle sue più celebri incarnazioni (Isolde in particolare).
Il personaggio si prestava infatti ad assecondare la natura della Nilsson, la sua scarsa femminilità, da un lato, dall'altro la sua veemenza sprezzante, volitiva, tagliente e persino virile.
Una grande Elektra, quindi. é vero.

Cosa le mancava? La profondità del personaggio; la consapevolezza delle responsabilità "epiche" e culturali; la sofferenza sublimata, al punto che ad essa - alla sofferenza - tutta la vita di Elektra è dedicata.
E a livello tecnico le mancava la capacità di distillare la declamazione furiosa, di assaporarne i suoni, di respirare l'agitazione febbrile della scrittura di Strauss.
L'approccio della Nilsson era (per scelta, ma anche per monoliticità di emissione) piuttosto limitativo: in pratica il personaggio era risolto nel suo lato furibondo e folgorante, acuti assordanti e faccia cattiva.

L'Elektra incoronata dalla storia (vent'anni in repertorio e centinaia di recite in tutto il mondo) è però Inge Borkh.
Le varie integrali esistenti attestano che per splendore vocale, perfezione tecnica, profondità di visione, potenza allucinante dell'espressione, Inge Borkh polverizza la concorrenza.
Mi fa specie che qualcuno le abbia rimproverato di "gridare", e non solo perché non c'è un solo suono emesso da Inge Borkh in quarant'anni di carriera che possa essere definito "grido".
Ma soprattutto perchè rispetto all'esteriorità unicamente aggressiva e furibonda della Nilsson, la Borkh svela abissi di umanità, sofferenza, fragilità, femminilità, ripiegamenti lirici di colori struggenti e dolorosi.
Con il suo canto screziatissimo, insinuante, chiaroscurato e cangiante, dai mormorii intimistici e dagli scarti esplosivi, a me pare che dimostri esattamente la "complessità" che è dietro alla musica e al personaggio.
Prima di lei solo una è arrivata a tanto: Rose Pauly.
Dopo di lei, nessuna.

Infine la Jones: ai suoi anni, è vero Luca, una grandissima Elektra.
Mossa, ardente, folgorante vocalmente e capace anche di felinità seduttiva.
Tra le Elektre storiche c'è un posto anche per lei.
Senza per questo poter, a mio parere, nemmeno avvicinarsi al piedistallo della Borkh o della Pauly.
Presa a recitare il suo ruolo di diva "che può fare anche Elektra" non può star dietro alle ragioni del personaggio.
Come scrisse Tubeuf, alla Jones manca la luce, quella luce che dovrebbe nascere, come la musica, proprio da Elektra.

:) Borkh-Nilsson-Jones, come inizio non c'è male.
Proseguiamo pure nella nostra riscoperta di questo colossale personaggio e delle sue interpreti.

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Messaggioda Riccardo » dom 07 ott 2007, 22:47

Rossiniano ha scritto:continuo anche a credere che un'Artista non sia colei che si straccia le vesti sul palcoscenico ma colei che sa anche intepretare con misura e testa un ruolo. Per me le grandi interpreti restano Maria Callas, Beverly Sills, Magda Olivero, che sempre hanno espresso partendo dalla musica e mai a discapito di essa. Per questi motivi non posso personalmente preferire la Borkh e la Varnay alla Nilsson, perchè in loro trovo solo elementi più esteriori, facenti parte al filone dello Strauss gridato a tutta forza.

Ti sembra davvero che la Sills fosse una che "non si stracciava le vesti sulla scena", "non esteriore"?
Te lo chiedo da grande estimatore di quest'artista.

Non vedo comunque il motivo di tirare in ballo cantanti che con questo repertorio poco c'entrano (Callas o Sills - che in quest'opera cantò soltanto nel 1953 tre recite come Quinta ancella con la Borkh e Solti - ) per giustificare la grandezza della Nilsson in questo ruolo.
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Messaggioda VGobbi » dom 07 ott 2007, 22:56

MatMarazzi ha scritto:Cosa le mancava? La profondità del personaggio; la consapevolezza delle responsabilità "epiche" e culturali; la sofferenza sublimata, al punto che ad essa - alla sofferenza - tutta la vita di Elektra è dedicata.
E a livello tecnico le mancava la capacità di distillare la declamazione furiosa, di assaporarne i suoni, di respirare l'agitazione febbrile della scrittura di Strauss.
L'approccio della Nilsson era (per scelta, ma anche per monoliticità di emissione) piuttosto limitativo: in pratica il personaggio era risolto nel suo lato furibondo e folgorante, acuti assordanti e faccia cattiva.

Penso che Mat abbia elencato con chiarezza espositiva i motivi del mio disinteresse verso la Nilsson, artista vocalmente ineccepibile quanto frigida, sia che cantasse Strauss sia che cantasse Wagner, in riferimento ai due compositori che piu' ha frequentato durante la sua lunga carriera.

In merito alla mia Elektra di riferimento, visto le mie poco incisioni in mio possesso, opto senza ombra di dubbio per la Borkh, artista completa, viscerale, sublime, sfrontata, audace.

Resta la Rose Pauly. Confesso che e' la prima volta che la sento nominare. Ho dato una sbirciatina su internet e vedo che ha affrontato un repertorio vasto. Per caso esiste qualche incisione di questa cantante, meglio se integrale?
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Messaggioda MatMarazzi » dom 07 ott 2007, 22:57

Rossiniano ha scritto:continuo anche a credere che un'Artista non sia colei che si straccia le vesti sul palcoscenico ma colei che sa anche intepretare con misura e testa un ruolo. Per me le grandi interpreti restano Maria Callas, Beverly Sills, Magda Olivero, che sempre hanno espresso partendo dalla musica e mai a discapito di essa.


Lo stracciarsi le vesti non ha nulla a che fare con la tecnica di canto che si persegue.
Si può essere sguaiati ed esteriori con tecnica belcantista (penso alle risatacce della Caballé nella Borgia, ma penso anche alle volgarità della mia amata Gencer in Medea... inoltre penso ai tre quarti delle prove sceniche di Marilyn Horne) e si può essere profondi, contenuti, introversi e geniali con tecnica declamatoria (e qui gli esempi sono talmente tanti che non saprei quale fare).
Le mattane allucinanti di cui Magda Olivero era capace (urla, sbraiti, parlati) non tolgono un'oncia del rispetto che le porto, ma avrebbero lasciato allibita la Borkh, aristocratica e intellettuale, sempre alla ricerca dello scavo nello scavo e totalmente ostile ad ogni facile esteriorità.

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Messaggioda Rossiniano » dom 07 ott 2007, 23:15

pbagnoli ha scritto:
Rossiniano ha scritto: Quanto alla saldezza vocale è l'unica che l'abbia esibita in Elektra (parlo di vera saldezza vocale, non di dote naturale) e infatti è l'unica Elektra che a 60 anni cantava Elektra e non Klytaemnestra.

Cosa intendi dire?
Per te saldezza vocale è cantare Elektra a 60 anni?
E poi: non capisco la differenza fra "vera" saldezza vocale e "dote naturale".


La differenza fra la saldezza vocale e la dote naturale sta nella tecnica. Se la Nilsson a 60 anni cantava ancora Elektra e la Varnay alla stessa età cantava Klytaemnestra da 15 c'è un semplice motivo : la prima ha sempre cantato in virtù della sua tecnica, la seconda in virtù della sua dote vocale.

Qui sta la differenza. Quanto ai do lanciati come folgori non mi sembra che la Nilsson ne fosse avara, come non mi pare fosse avara di sfumature nel duetto con Orest. Ma anche qui possiamo individuare le differenze : i do della Nilsson sono sicurissimi, a 30, a 40, a 50 e solo ai 60 forse lo erano un pò di meno. La Varnay o la Borkh dopo i 45 il do lo cantavano solo a costo di emettere un urlo (senza contare che dopo i 45 la Varnay ha abbandonato non solo i ruoli sopranili, ma tutti i ruoli di primo piano per rifuggiarsi nei ruoli da caratterista e da mezzosoprano dove la tradizione le permetteva di far valere almeno la personalità senza avere l'obbligo del canto impegnativo). Stesso discorso per le sfumature, nella Nilsson si hanno per un uso corretto del canto, nella Varnay o nella Borkh sono intenzioni che la tecnica non consente loro di realizzare quanto la collega. Ascoltare per credere.

Le magagne vocali di queste signore esistono e sono documentabili ampiamente. Nessuno nega la personalità di queste signore, ma tecnicamente non sono da additare come esempi. Altrimenti le carriere non si spiegherebbero. La Borkh era più giovane della Nilsson eppure già nel 62 la voce non era la stessa, mentre la collega era ancora nel fiore della sua lunga carriera, stesso dicasi per la Varnay, che nel 1968, mentre la Nilsson proponeva la sua Salome, cantava Herodias. Per questo reputo che non si possano equiparare queste cantanti, perchè tecnicamente non avevano le stesse risorse.

Quanto ad Elektra io non penso proprio che possa essere considerata un'opera espressionista in cui l'urlo la fa da padrone, perchè Strauss non si è mai fatto portavoce del canto urlato, nè nei suoi spartiti si possono cogliere segni di una volontà simile. Il fatto che cantanti che nella realtà dei fatti possono essere ricondotte alla tradizione del grido si siano sempre cimentate in opere come Elektra per mascherare le magagne vocali urlando tutta sera non giustifica l'atto in sè. Storicamente non credo sia dimostrabile che Strauss preferisse sentir gridare piuttosto che cantare le sue opere.

A Marazzi dico anche : ascolti bene la Nilsson, è l'Elektra più prodiga di pianissimi e sfumature del 900, le Elektre dagli acuti assordanti (ma gridati) e la faccia cattiva, sono esattamente quelle che qui vengono additate come esempi.
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Messaggioda Riccardo » dom 07 ott 2007, 23:24

Il punto è che secondo te, Rossiniano, il vertice massimo di un cantante è quello di poter durare uguale a sé stesso per più decenni possibili.

Su due cose potresti riflettere:

la prima è che, forse, la più grande offerta artistica appartiene a coloro che per più decenni possibili hanno saputo dimostrarsi sempre prodighi di novità e soluzioni entusiasmanti e non chi è rimasto la fotocopia di sé stesso senza adeguarsi al trascorrere del tempo;

la seconda è che molti dei tuoi Numi, al tuo parametro di immutabilità vocale, non hanno per nulla risposto. In primis la signora Callas, che anzi ha fatto l'esatto opposto, ma con lei un'infinità di altre...
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Messaggioda Rossiniano » dom 07 ott 2007, 23:25

Riccardo ha scritto:Ti sembra davvero che la Sills fosse una che "non si stracciava le vesti sulla scena", "non esteriore"?
Te lo chiedo da grande estimatore di quest'artista.


Caro Riccardo,
la Sills, in qualsiasi momento della sua carriera, in qualsiasi stato vocale, è sempre stata una ferrea esecutrice dello spartito che cantava. Anche nel 1978 non si è mai permessa le pagliacciate di una Dessay per giustificare la sua morte vocale. La sua interpretazione è sempre partita dal più totale rispetto di ciò che eseguiva. Anche quando la voce non reggeva più. Le buffonate di cattivissimo gusto di una Dessay o gli atteggiamenti da straccivendola di una Theodossiou non se li sono mai permessi nè la Sills, nè la Sutherland, neanche la Olivero (che quando doveva cantare cantava eccome).

Quando dici esteriore poi posso pensare soltanto agli scintillii delle sue agilità e delle sue variazioni. Ebbene neanche quelle sono manifestazioni esteriori perchè la Sills le inseriva sempre in un determinato contesto e andavano ad esprimere lo stato d'animo del personaggio, eccitazione, nevrosi, dolore. Il modo in cui rende le variazioni della cavatina di Elisabetta I è decisamente diverso da quello in cui rende le variazioni nell'aria aggiunta di Pamira nell'Assedio, perchè diverso è il momento teatrale e quindi diverso è il sentimento che va ad esprimere.

Cantanti come la Sills, è innegabile, a meno che non si voglia fare molta confusione, esprimevano cantando, mai il loro esprimere qualcosa era a discapito dell'esecuzione, potevano capitare le brutte note, sicuramente, ma non era sistematiche in ogni dove. Esempio : la Sills come avrebbe potuto esprimere così mirabilmente la malinconia dell'aria di Medora senza cantarla con mille sfumature, un legato sicurissimo e mezzevoci perfette? Non avrebbe potuto, semplicemente.
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Messaggioda Rossiniano » dom 07 ott 2007, 23:28

MatMarazzi ha scritto:Mi fa specie che qualcuno le abbia rimproverato di "gridare", e non solo perché non c'è un solo suono emesso da Inge Borkh in quarant'anni di carriera che possa essere definito "grido".


Caro Marazzi,
se vuoi posso ben documentare le grida della Borkh, vuoi? A patto che poi mi dimostri che sono suoni esattamente identici a quelli della Nilsson, cioè emessi con lo stesso principio tecnico dopo un ascolto comparato.
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Messaggioda walpurgys » dom 07 ott 2007, 23:28

Chiedo umilmente venia MatMarazzi :oops: :oops: :oops: quello che chiamavo ''parlato'' era il ''declamato'' e mi sono accorto dell'errore dopo la tua spiegazione...
allora sono andato a risentire la Resnik e la Varnay...
della prima avevo un ricordo migliore quanto a voce (la ricordavo più compatta), della seconda confermo le mie perplessità.
La Resnik in effetti ''declama'' parecchio sopratutto nel registro mediograve, allarga le vocali e lasciandosi trascinare dalla recitazione pare ubriaca con l'effetto sbandamento; eppure mi trascina e coinvolge totalmente, mi emoziona, mi fa sobbalzare sulla sedia, ti inchioda all'ascolto e crea una tensione ammaliatrice alla maniera della Moedl...la Varnay purtroppo non sortisce in me lo stesso effetto;
se la voce rimane poderosa , le sgradevolezze, l'acidità, il suo personalissimo declamato e l'interpretazione la rendono una insopportabile ''cattiva'' con la bava alla bocca, una megera che io personalmente non ascolto con piacere al contrario della sua Herodiade del video con la Stratas in cui è efficacissima e ruba la scena alla figlia :wink: .

Della Palmer ho un lontano ricordo radiofonico che non mi colpi' molto...ma dovrei riascoltarla :D
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Confronti di Elektre

Messaggioda Luca » dom 07 ott 2007, 23:39

Cari amici,

sono venuto in possesso d'un video di Elektra probabilmente della fine degli anni '90. Si tratta di una tournée in Giappone di un'orchestra europea (forse Stoccarda). Dirige Sinopoli, ma ignoro pressoché il cast in quanto le uniche indicazioni sono in... giapponese. Video di buona qualità e buon suono. Dei cantanti ho riconosciuto la Studer (Christodemis) e la Palmer (Klitamnaestra) ma non riesco a ... individuare né la protagonista, né Egisto, né Oreste.... Si tratta tutto sommato di una buona edizione.
Chi ne sa qulacosa, per favore, chi mi aiuta ?

Saluti e grazie.
Luca.
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Messaggioda walpurgys » dom 07 ott 2007, 23:42

Sicuramente LORO:

Inge Borkh
Astrid Varnay
Birgit Nilsson
Eva Marton
Deborah Polaski
Ursula Schroeder-Feinen

Mi piacerebbe ascoltare la Pauly (di cui esiste questo Live

Elektra - Richard Strauss
Artur Rodzinsky (1937)
Klytämnestra Enid Szantho
Elektra Rose Pauly
Chrysothemis Charlotte Boener
Aegisth Fredrick Jagel
Orest Julius Huehn
Orquesta: Filarmónica de Nueva York
Grabado en directo
Eklipse ),

ed anche la Goltz , la Jones e la Rysanek.

Mentre (visto che ci troviamo :wink: ) citerei anche la sua dolce sorellina:

Leonie Rysanek
Cheryl Studer
Ljuba Welitsch
Lisa della Casa

e mi piacerebbe ascoltare la Secunde e la Ligendza.
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