flipperinodoc ha scritto:posto invece il mio "battesimo"con wagner.
avevo 9 o 10 anni e i miei ascoltavano siegfried. rimasi colpito dagli strani suoni della scena della forgiatura della spada
mi ritrovai in cucina con due enormi mestoli a cercare di riprodurre quei suoni e canticchiare qualcosa che ovviamente in nulla somigliava a notung notung....
Mi permetto di riportare qui il ricordo di flipperinodoc perché sarebbe interessante confontarsi sul modo con cui aciascuno di noi si é accostato all´opera di Wagner.
Ieri sera mi sono imbattuto nella seguente definizione che Hans von Bülow dá a proposito della musica (in generale, ma il contesto riguarda la musica di Wagner e la possibilitá di apportare tagli alle sue opere): "La musique est la fête de memoire", la musica é la festa della memoria. Questa definizione mi ha subito ricordato l´altra, splendida definizione che della memoria dá Borges: "memoria, moneta che non é mai la stessa". In effetti un ricordo puó affiorare, dopo anni, piú vivo che mai, altri ricordi invece subiscono una "svalutazione" nel tempo, e cadono nell´oblio...
La definizione di von Bülow comunque mi ha colpito perchè mi ha fatto ricordare i miei primi, timidi approcci alla musica wagneriana (adolescente giá "fatto"). Approcci segnati da fatica, da tentazioni di mollare tutto e tornare a Verdi, da ore ed ore di paziente ascolto. Con l´eccezione di alcune pagine che mi hanno immediatamente catturato (una per tutte il Winterstürme e l´intero finale del I atto di Walküre), l´accostamento alla musica di Wagner non é stato immediato, ma piuttosto faticoso . Poi a furia di ascoltare, riascoltare e riascoltare, la musica (ma forse dovrei dire lo stile) di Wagner ha cominciato a lasciare un segno forte nella memoria, cosí che ogni nuova ripetizione di ascolto mi procurava (e mi procura tuttora) una grandissima emozione. Emozione tradotta anche a livello fisico: raramente mi capita di commuovermi ascoltando Verdi o Puccini (tolto forse il finale della Suor Angelica), mentre so che se ascolto il Liebestod o il finale atto I di Walküre puntualmente la lacrimuccia spunta ...
Al di lá della psicopatologia personale , mi domando: é capitato qualcosa di analogo anche a voi? E se sí, pensate sia un fenomento legato solo a Wagner? Per quanto mi riguarda non direi: la stessa fatica, la stessa necessitá di far sí che la musica lasciasse un´impronta nella memoria prima di poterne realmente godere l´ho sperimentata accostandomi anche a Strauss, Janacek, Mussorgsky, Berg... Autori che, almeno per me, trovo "difficili". Quirino Principe dice che Wagner é un autore al quale ci si deve accostare ben "corazzati", e probabilmente é davvero cosí: ci sono autori "facili" e autori "difficili". Per i primi la musica (per immediatezza di melodia o ritmo o anche solo per intima sintonia con l´ascoltatore e il suo attuale stato d´animo) si imprime da subito nella memoria, per poi suscitare al riascolto emozioni forti ma non durature; per i secondi la musica necessita di piú tempo per fissarsi nella memoria, ma questo faticoso processo, se portato a termine, induce ad emozioni altrettanto forti e ben piú durature. Questo almeno vale per me...
DM