Sposa dello Zar alla Scala

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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda flipperinodoc » gio 06 mar 2014, 12:57

buongiorno a tutti. anche io ho visto l''opera ieri sera. sono fondamentalmente d'accordo con l'amico e collega Malatesta e quasi quasi anche con l'entusiasmo di Vizzardelli. Darei il merito principale di questa regia a Gleb Filschtinsky, il cui lavoro sulle luci è davvero qualcosa di magnifico. la struttura dello studio televisivo permette giochi di luce in regia assolutamente sensazionali e su questo cernjakov ci gioca (e gigiona tantissimo). la cosa "strana" è che io ho trovato la regia in alcuni momenti estremamente divertente e giocosa, come se la "selezione" della sposa non fosse altro che un gioco preserale da tv commerciale. poi quando finisce il programma, tutti a casa come se niente fosse.....
musicalmente un gran bel suono pieno e gonfio (anche Barenboim gigiona alquanto) ma nel complesso ho apprezzato molto le "oasi" liriche che si aprivano improvvisamente nella concertazione del maestro. Bravissima Marfa, soprattutto nell'ultimo atto. Straordinaria invece Ljubasa, per il colore di voce meraviglioso e per l'aderenza al personaggio. Molto bravi i due tenori.
Delusione estrema per la Tomowa, il tempo passa, inesorabilmente. 72 anni sono tanti, troppi e forse è il caso che questa cantante da me tanto apprezzata si dedichi solo a piccoli camei. il ruolo di Domna Saburova è ormai ben al di là di qualunque possibilità vocale. Resta l'affetto, la stima, l'ammirazione.... ma ormai non basta più. Stesso discorso per Kotscherga, con l'aggravante di troppe stonature. L'interprete c'è, eccome, ma i suoni sono ormai talmente sgradevoli da diventare insopportabile...
Capitolo a parte per Johannes Martin Kränzle. Personalmente ho trovato la sua prestazione un semplice capolavoro, per la malizia, l'arguzia, la cattiveria, la sottile ironia e una capacità di "stare in scena" davvero unica. Straordinario Alberich nel Ring, si ripete anche in questa occasione. A lui si devono i momenti più drammatici e intensi di tutta l'opera.

Esco da Teatro contento e soddisfatto chiedendomi perchè alla Scala si passi dalle contestazioni furiose (incomprensibili) a ovazioni da stadio (altrettanto incomprensibili) rivolte allo stesso artista, a soli due giorni di distanza.
Misteri che forse neppure il nostro stimato neurologo potrà risolvere e curare..... Mah....

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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » gio 06 mar 2014, 13:23

flipperinodoc ha scritto:buongiorno a tutti. anche io ho visto l''opera ieri sera. sono fondamentalmente d'accordo con l'amico e collega Malatesta e quasi quasi anche con l'entusiasmo di Vizzardelli. Darei il merito principale di questa regia a Gleb Filschtinsky, il cui lavoro sulle luci è davvero qualcosa di magnifico. la struttura dello studio televisivo permette giochi di luce in regia assolutamente sensazionali e su questo cernjakov ci gioca (e gigiona tantissimo).


Concordo: luci strepitose! E una relizzazione tecnicamente quasi cinematografica.

Esco da Teatro contento e soddisfatto chiedendomi perchè alla Scala si passi dalle contestazioni furiose (incomprensibili) a ovazioni da stadio (altrettanto incomprensibili) rivolte allo stesso artista, a soli due giorni di distanza.


Non capisco a chi ti riferisci: Cerniakov è uscito per gli applausi anche ieri sera ed è stato osannato?
:shock: :shock: :shock:

Misteri che forse neppure il nostro stimato neurologo potrà risolvere e curare


Togli il forse :cry:

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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda vivelaboheme » gio 06 mar 2014, 14:05

No Cerniakov non mi sembra si sia visto, ieri sera. Io non l'ho visto, almeno. Anzi speravo ci fosse: l'avrei appaludito con entusiasmo. Gli applausi (a mio parere meritatissimi) erano destinati a Barenboim (all'uscita ho brevemente parlato con Barenboim sui "buuu" di un certo gruppo alla prima. Mi ha rifatto quel sano ragionamento di buon senso che aveva già pubblicamente proposto in passato: <Se io vado una, due volte in un ristorante e non mi piace, alla terza non ci torno, vado da un'altra parte. Ma non continuo ad andarci tutte le sere solo per il gusto di continuare a proclamare che mi fa schifo: è autolesionismo>).


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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda flipperinodoc » gio 06 mar 2014, 14:33

DottorMalatesta ha scritto:Non capisco a chi ti riferisci: Cerniakov è uscito per gli applausi anche ieri sera ed è stato osannato?


sorry, non si capiva ma mi riferivo a barenboim

ot: l'altra sera winterreise con furlanetto..... che fatica!!!!!
credo che furlanetto stia al winterreise come io sto alla maratona e alla dermatologia :twisted:
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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » gio 06 mar 2014, 17:10

A questo punto, se - come mi sembra di capire - lo spettacolo è stato visto anche da Mascherpa (a Berlino) e da Vizzardelli, sarebbe bello avere una loro opinione. Soprattutto sulla regia.

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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » gio 06 mar 2014, 19:38

vittoriomascherpa ha scritto:Copio quel che scrissi altrove in ottobre (se la cosa non è ammessa, rimuovete sans merci).


No problem: Vizzardelli lo fa in continuazione
:mrgreen:
(ma gli siamo affezionati lo stesso!!!)

Va precisato che il boccascena dello Schiller Theater è largo circa due terzi di quello della Scala, e la profondità molto minore.

[i]Senza dubbio è stato un buono spettacolo con due primedonne di grande classe, la Rachvelishvili anche secondo me con una marcia in piú, sebbene la Peretyatko abbia poi sfornato un ultim'atto sensazionale.

La regia non m'è sembrata patire per l'insistenza dell'idea della "congiura mediatica": se la vediamo come causa di riduzione del palcoscenico a metà può persino essere stata utile: l'ambientazione dell'opera è in piccoli spazi interni (tranne il second'atto, che comunque non si svolge di certo sulla Piazza Rossa, ma davanti a una chiesa di paese) e Tcherniakov ha saputo usare molto bene il mezzo pacoscenico che la sua trovata gli ha lasciato a disposizione.
Però, a mio parere, di mera trovata si tratta, e del tutto superflua: nessuno s'accorgerebbe della sua rimozione.


Io non l´ho trovata una „trovata“! :mrgreen:
Innanzitutto è da vero virtuoso l´essere riuscito a creare una regia non-illustrativa di un´opera che invece sembrerebbe non poter essere rappresentata che in questo modo (un po´ come accadde per il suo Trovatore di Bruxelles).
Poi, almeno dal punto di vista drammaturgico, mi sembra che la figura dello Zar (in termini proprio di “immagine, dal momento che nell´opera “Il Terribile” non parla) abbia comunque un ruolo centrale. E, più in generale, il concetto stesso di “immagine” (un filtro che deve far apparire “bello” Grigorij agli occhi di Marfa, un filtro che deve indurre un abbruttimento nell´immagine di Marfa, il delirio di Marfa che a tratti scambia l´immagine di Grigorij con quella dell´amato Likov)….

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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda pbagnoli » ven 07 mar 2014, 14:39

vittoriomascherpa ha scritto: P.S. Forse mi capiterà altre volte di copiare qui vecchi post scritti per OperaClick; ma i nuovi contributi sono stati e saranno "esclusivi", anche perché "di là" intervengo solo piú nella "sezione gossip"

Per me, ovviamente, non c'è nessun problema: ritieniti libero di fare come meglio credi!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » ven 07 mar 2014, 14:57

vittoriomascherpa ha scritto:ma strettamente illustrativa m'è parsa la gestione di tutta la "vicenda principale", con punte di bozzettismo, certamente intenzionale, nel terz'atto (in cui la "vicenda parallela" opportunamente tacet).


Sono d'accordo. E forse questo può spiegare l'esito a mio parere un poco inferiore rispetto ad altre sue regie (Wozzeck, Macbeth, Dialoghi delle Carmelitane, Trovatore), sebbene nettamente superiore rispetto a Traviata. Peraltro va detto che la vicenda dell'opera ha forse rischiato di "imbrigliarlo" un po' troppo.

Comunque, prendendo spunto da queste tue interessanti considerazioni, ho scritto un mio commento di carattere generale sui diversi "linguaggi" nella regia d'opera in questo thread:

viewtopic.php?f=5&t=1734&start=30

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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » sab 08 mar 2014, 18:49



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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda reysfilip » dom 09 mar 2014, 13:36

Vista ieri sera e l'unico modo breve per descrivere tale spettacolo è "una figata pazzesca!", in particolar modo l'inizio, anche se in dei punti improbabile, adattissimo a rendere il concept dello spettacolo. Poi ne parlerò più diffusamente quando avrò davanti un pc : Chessygrin :
Il cast è dominato dalle due protagoniste femminili sia vocalmente che scenicamente. La Prudenskaja è magnifica nella canzone del primo atto e nella fine del secondo atto, e lo stesso si può dire della Peretyatko nell'ultimo atto. Gli altri comunque non sfiguravano. Sono rimasto molto colpito in particolare da Kotscherga:presenza scenica enorme anche a fronte di una vocalità a tratti un po' traballante.
Unico neo mi è sembrato Baremboim che ha reso la partitura più pesante di quanto in effetti è.
In sostanza sono uscito da teatro soddisfattissimo. Uno spettacolo sicuramente da vedere.
Comunque anche se Cerniakov è stato fischiato, deve ancora passare un suo spettacolo alla Scala, e cioè la Kitezh coprodotta da Amsterdam, Barcellona e Milano. La aspetteremo con impazienza :D
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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda Maugham » lun 17 mar 2014, 11:06

Non mi dilungo sull'allestimento che è già stato ampiamente illustrato. Questo è il Cerniakov di prima categoria, quello che ho conosciuto e imparato ad apprezzare. Per ritmo, narrazione, invenzione tecnologica, fusione con la musica (tema di Marfa in orchestra e appare la proiezione dei volti delle candidate), fantasia, siamo di fronte a quanto di meglio l'attuale drammaturgia musicale ci possa offrire.
Unico neo; e non da poco. Quando si costruisce uno spettacolo occorre anche prendere le misure (vere misure) degli spazi in cui verrà reallestito. Lo Schiller di Berlino non è la Scala. Lo Schiller è tutto frontale, con la platea inclinata. La Scala è un teatro all'italiana con pletea in bolla e palchi laterali ciechi.
Di conseguenza la scena in casa di Marfa (per dirne una) in cui noi spettatori avremmo dovuto sbirciare dalla finestra era ben visibile solo dalla seconda metà della platea e dai palchi centrali. Io che ero nelle prime file di platea vedevo si e no la testa di Kotcherga. Stessa cosa per il primo quadro. L'azione alla sinistra del palcoscenico era preclusa completamente a noi poveri spettatori di sinistra. Per pari opportunità poi gli spettatori di destra venivano adeguatamente puniti nel secondo quadro. A parte gli scherzi il direttore degli allestimenti dovrebbe essere sempre presente in tutte le fasi di costruzione di un progetto. Soprattutto se si tratta di una coproduzione. Per fortuna che avevo già visto la diretta da Berlino. : Tv Happy :
Passando a Barenboim devo dire che con questo Rimsky ha segnato un dei punti più bassi della sua presenza alla Scala. Il solito brodone barenbombiano che sentiamo da anni versato a secchiate su quasi tutto. Durante l'ascolto ho provato una sensazione simile a quella che vi ho descritto in occasione di un Makropulos fiorentino diretto da Mehta. L'orchestra si limitava a a produrre dei suoni sotto le voci dei cantanti; bene, al di là della bellezza e della bruttezza di questi suoni, mi sono reso conto che potevano essere facilmente sostituiti con altri suoni, altrettanto belli o brutti, e il risultato non sarebbe cambiato. Adesso aspetto le frecciate dei pretoriani, ma vorrei davvero che si approfondisse il problema. Che per me è uno solo: la routine.
Come è possibile che un direttore dalle pretese di Barenboim, dopo aver deciso di mettersi in gioco con un titolo praticamente nuovo e senza storia in occidente, un'opera di un autore che si sente ogni morte di papa, non sia riuscito a trovare una cifra interpretativa riconoscibile, una chiave di lettura originale, un minuscolo, piccolo cazzillo interpretativo tale da giustificare la sua presenza sul podio.
Sembrava una prima lettura. Il direttore arriva, vede cosa ha fatto il maestro preparatore e poi si mette a lavorare. Barenboim sembra invece che si sia fermato lì.
Questa lettura ce lo potevano benissimo regalare i vari Luisi, Luisotti, Noseda, Mariotti, ovvero tutte le serie A2 del podio che macinano recite su recite nei teatri internazionali. Anzi, secondo me questi se la sarebbero cavata meglio. Non avrebbero tollerato un concertato in casa di Marfa al limite dell'inascoltabile. Le voci per stare insieme stavano insieme (mi sembra il minimo), ma la concertazione era assente; ognuno si regolava il volume, il fraseggio, secondando il proprio istinto e quanto gli suggeriva la frase musicale che aveva sottomano. Il risultato era un carnevale di suoni dove a turno saltava fuori Kotcherga a coprire questo o quell'altro ma senza il benchè minimo senso con le parole del libretto.
Voci tutto bene. Ne avete già parlato.

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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » lun 17 mar 2014, 11:35

Hai toccato un nervo scoperto. Quello della routine. Routine dell´orchestra, in primis. Io ho messo piede alla Scala solo a teatro demutizzato. E francamente ho sempre avuto grandissime riserve sulla qualitá dell´orchestra (per tacere del coro).E parlo di ascolti e confronti dal vivo con altre compagini orchestrali e corali. Scollamenti buca-orchestra, fiati dall´intonazione imbarazzante, attacchi sporchi, coretti urlacchiati molto bersaglieri-style… Io, lo ripeto, tutta questa meraviglia orchestrale (e corale) proprio non la vedo. Chiaro che a Milano suonano meglio di come si suona in altre realtá italiane più defilate. Ma da qui a dire che l´orchestra della Scala è di livello eccelso direi proprio di no. Basta varcare il Brennero e sentire come suonano a Monaco (mica Vienna), anche Verdi, per ricalibrare i giudizi. Senza parlare del fatto che trovo inaccettabile che dei professionisti se la svignino appena evaporata nell´aria l´ultima nota (la scena del direttore che riceve gli applausi e si rivolge a ringraziare un´orchestra composta di fantasmi è fenomeno tipicamente italiano, ed è grave che questa cosa la si debba vedere anche alla Scala). Ora, penso che se uno suona con passione, non guardi in continuazione l´orologio pronto a tagliare la corda appena possibile. Certo che se la passione è degenerata in routine non si vede l´ora di prendere il metrò e tornarsene a casa.
Routine direttoriale, con riferimento a Barenboim, in secundis. Sono d´accordo. Non ho mai trovato nessuna delle direzioni di Barenboim alla Scala davvero in grado di dire qualcosa di nuovo. Passi pure il fatto che Barenboim dirige da anni sempre allo stesso modo (si pensi al suo Wagner :roll: ) e che a quanto pare è allergico ad ogni forma di evoluzione o dinamismo. Il problema è che a volte sembra davvero annoiato, quasi affaticato. Sarebbe interessante avere delle testimonianze dirette da chi la Scala la frequenta da un po´. La mia impressione (lo ripeto, è solo una MIA impressione che sarei felice venisse smentita) è che Barenboim non abbia fatto nulla (o comunque molto poco) per innalzare (o mantenere invariato) il livello dell´orchestra scaligero. Lasciando che la barca se ne andasse alla deriva…

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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda vivelaboheme » mer 19 mar 2014, 2:56

Udite, udite! C'è una novità lungamente attesa (anche da noi pubblico) nell'orchestra della Scala (spero non solo Filarmonica): habemus novum cornum! Abbiamo (forse) un nuovo primo corno: tale Jorge Monte de Fez, 24 anni, spagnolo di Oviedo, chiamato da Barenboim all'orchestra Divan e ora portato alla Scala. Ha suonato in questi giorni nel concerto sinfonico dato da Barenboim medesimo alla Scala e pare che il suo assolo nel secondo movimento della Quinta di Ciaikovskij sia stato di tale livello da meritarsi un'ovazione di pubblico "personalizzata", con il direttore che ha fatto alzare da solo l'orchestrale. La Filarmonica ha la facoltà ha la facoltà di avvalersi di strtumentisti ospiti ma pare che in teatro si nutra speranza che il talentuoso ragazzo resti in orchestra. Magari! Si risolverebbe un annoso e mille volte rilevato problema. Mi si dice anche dell'arrivo d'una nuova "spalla" e di un nuovo basso-tuba. Insomma se gli ultimi tempi di Barenboim portano novità, be', c'è da esserne grati.

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