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Arturo62 ha scritto:Carissimi, e' la prima volta che oso scrivere in questo forum, a causa della mia nota e confessata ignoranza musicale.
Mi piace l'Opera, la guardo e la ascolto costantemente, ma la mia preparazione culturale in questo campo e' davvero imbarazzante.
Fatta questa premessa, vorrei condividere le mie impressioni su "Una Sposa per lo Zar" vista ieri sera alla Scala.
Conoscevo solo la versione registrata al Bolshoi nel 1945 ed una versione, difficile da guardare ed ascoltare per la scarsa qualità, trovata su YouTube.
Di Tcherniakov ho visto solo la tanto discussa Traviata di quest'anno alla Scala.
Devo ammettere che ho trovato geniale l'allestimento di ieri sera, perché riesce ha sottolineare i temi fondamentali dell'Opera, rendendola al tempo stesso fruibile e piacevole da vedere e da ascoltare.
Al termine dello spettacolo, si sono sentiti unanimi applausi per i cantanti e per Barenboim, ma la comparsa di Tcherniakov ha diviso in due il teatro. I "buu!" si sono sovrapposti ai "bravo!".
Immagino che questo sia quello che il regista vuole ottenere, fare innovazione ma anche scalpore. E ci riesce sempre!
VGobbi ha scritto:Grazie mille per le tue considerazioni, per inciso interessanti. Spiace solo di non esserci conosciuti dal vivo. Magari la prossima volta.
mattioli ha scritto:Beh, l'analisi è raffinata, al solito. Perfino troppo per fenomeni alla fine abbastanza banali quando non semplicemente idioti.
E non mi sembra che la soluzione sia possibile, perché di certo non si può tornare indietro, ma farsi sistematicamente buare a ogni prima ha dei costi in termini di immagine.
Ammetto di essere perplesso. Il problema mi sembra insolubile, anche perché Lissner non ha cercato di fare una rivoluzione modello tutto e subito, ma ha cercato di agire con gradualità (e infatti ci è toccata anche l'incredibile e indicibile Aida di Zeffirelli).
Che fare? E' chiaro che per Pereira questo sarà un problema, anche perché cinque anni non sono passati invano ed esiste comunque un'altra fetta di pubblico, anche questa tutt'altro che residuale, che non è disposta a tornare a una dieta di Zeffirelli e Pier'Alli. Secondo me, ma non pretendo di avere la soluzione in tasca, l'unica soluzione è andare avanti così, disposti ad accettare i buuu! ogni volta che si presenta uno spettacolo del XXI secolo, quindi spero sempre. Il pubblico italiano sconta i vent'anni che ha perso rispetto al resto del mondo; ma storicamente è sempre stato un pubblico intelligente, capace di comprendere (e perfino talvolta precedere) le evoluzioni del gusto e le novità. Io credo che gli si debba dare fiducia.
Arturo62 ha scritto:
Si, lo spettacolo era davvero "leggibile" e chiaro, anche per un pubblico non preparato. Ed il merito é del regista, visto che l'opera non é fra le più semplici (ricordatevi sempre dei miei standard, molto bassi).
Arturo62 ha scritto:Mia figlia ha giustamente sottolineato come per tanti dei presenti la scena iniziale della chat potesse non essere intellegibile, tanto più se non avevano letto almeno la trama. Allo stesso modo, l'utilizzazione dei video a teatro diventa facilmente incomprensibile.
Arturo62 ha scritto:In accordo con quanto scritto sopra, sarebbe utile uno sforzo ulteriore per avvicinare i giovani all'Opera, affiancati e sostenuti dai meno giovani anagraficamente, ma sempre giovani di mente E su questo punto la direzione artistica potrebbe lavorare...
Infine, sono molto contento di aver letto una citazione da "La Scimmia Nuda". Ho sempre immaginato che fosse stato letto da due persone, ma non avevo idea di chi fosse la seconda
DottorMalatesta ha scritto:Trovi davvero che fosse difficilmente leggibile?
Voglio dire oggi chiunque abbia un computer ha almeno una minima idea di cosa sia una mail o un social network o una chat...
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