Provo a rispondere all´amico Luca e alle sue stimolanti considerazioni.
Ultimamente si sta assistendo ad una riscoperta del repertorio barocco (Händel è all´ottavo posto tra i compositori d´opera piú eseguiti al mondo), ma il fenomeno è decisamente tutto tranne che italiano. Il che significa che, volendo, la Devieilhe potrebbe continuare a fare una splendida carriera anche solo se decidesse di limitarsi al barocco. In Francia, lo ripeto, stanno davvero impazzendo per lei, compare su tutte le principali riviste di musica, e le proposte dai teatri fioccano.
Per quanto riguarda il volume di voce. Anche qui è indubbio che molto dipenda dal tipo di repertorio. Non è possibile paragonare un´opera di Rameau e un´opera del Verdi maturo. Nel settecento si scriveva per organici piú ridotti, con strumenti molto diversi (flauti in legno, archi barocchi), per diapason verosimilmente più bassi, per teatri molto piú piccoli, interamente in legno e dall´acustica perfetta (avete presente il Cuvilliés-theater di Monaco o il teatro Olimpico di Vicenza? Anche un sussurro viene avvertito benissimo ovunque!). Con l´ottocento tutto cambia, in termini di estetica, di gusto, di strumenti utilizzati, di tipologia di canto… Ricordo una bella intervista di Salonen a proposito della rivoluzione orchestrale di Berlioz. Sosteneva che, in termini di intensitá sonora, l´ascolto della Sinfonia Fantastica avrebbe fatto, ad un ascoltatore dell´epoca di Monteverdi, lo stesso effetto che farebbe a noi il rumore di un aereo che decolla
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! Anche il “volume” è probabilmente un elemento relativo (anche in termini storici), che va contestualizzato a seconda del tipo di repertorio. Idem il concetto di vibrato. Il vibrato che, dall´ottocento in poi (non in tutti i repertorio però!), ha assunto un valore “costitutivo” del canto lirico. Tanto che oggi ascoltare un´Aida con voce fissa sarebbe per noi inaccettabile. Nel settecento invece il vibrato non aveva una funzione “costitutiva”, “strutturale”, ma “espressiva”, come una sorta di figura retorica, utilizzata a fini espressivi per accentuare alcune frasi, alcuni momenti topici. E oggi ascoltare chessó, una Musica nel prologo dell´Orfeo di Monteverdi con voce vibrante da cantante dell´ottocento ci parrebbe altrettanto strano.
Grazie, al solito, delle interessantissime considerazioni!
Ciao,
DM