La traviata - Teatro alla Scala 2013

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda VGobbi » sab 07 dic 2013, 20:43

Di questa Traviata il migliore per me è Lucic. Beczala sfocato ma partecipe e coinvolgente. Damrau e' apparsa nel primo atto troppo timorosa e con paura di sbagliare, meglio nel secondo. Certo che era in possesso di un vibrato fastidiosissimo. Gatti irriconoscibile a quanto aveva fatto ascoltare in Wagner e Berg. Audio pessimo e regia televisiva, l'ennesima, di un dilettantismo imbarazzante.
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda Chuck » sab 07 dic 2013, 22:23

Maugham ha scritto:oddio.
:( :( :( :( :( :( :(
WSM

Che disastro imbarazzante alla festa :oops:
(e pure tutto il resto...)
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda elisotta7 » sab 07 dic 2013, 22:39

Mai vista morente così vitale!
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda pbagnoli » sab 07 dic 2013, 22:52

Domani le nostre considerazioni.
Per adesso così, random:
:arrow: spettacolo francamente poco interessante, con qualche buona idea ma non sufficiente a giustificare il debutto di Tcherniakov alla Scala
:arrow: Damrau per me scadente nel primo atto, bravissima nel secondo e brava nel terzo. Però stasera occorreva un fenomeno
:arrow: Beczala per me accettabile, non da fischiare
:arrow: Gatti non m'è piaciuto per niente
:arrow: Lucic. Mah, rassegniamoci: per un po' di anni, Verdi lo farà solo lui. Non è male, ma...
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda Luca » sab 07 dic 2013, 22:53

A me è piaciuta poco tanto nel cast quanto nella parte visiva (attualizzare, rendere più vicina, ma poi con una gestualità enfatica oppure inesistenti i motivi coloristici della festa di Flora: mai vista una festa tanto statica!!! Inoltre cosa è successo in questa scena ? Saltate, oltre alle luci, anche alcune battute?). La Damrau tutto questo mostro di virtuosismo non è e poi come interprete non mi pare trascendentale. Il fatto della "morente così vitale" è azzeccatissima. Beczala (non l'ho udito all'inizio del II atto) mi è parso piuttosto monotono nel cantare forte ed egualmente il baritono. La Zampieri (specie nel III atto) afona e dall'aspetto simile alla Wanna Marchi. Ma poi che ci stava a fare durante il finale I quando il brano è un soliloquio?? Direzione piuttosto lenta. Dalla ripresa televisiva apparivano parecchi buu, fischi e dissensi.

Saluti ormai domenicali.
Luca.
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda VGobbi » sab 07 dic 2013, 23:31

I miei pareri sono quasi simili con quelli di Pietro, solo che salverei molto di più Lucic (una vera sorpresa per me), mentre sarei molto più critico sulla prova vocale della Damrau. Per il resto nulla da aggiungere, se non che si tratta di uno spettacolo non proprio memorabile. Certo che i buu su Beczala e Tcherniakov mi sono sembrati semplicemente esagerati e fuori luogo.
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda flipperinodoc » sab 07 dic 2013, 23:57

impressioni al volo (dall'iphone, quindi un casino scrivere)

damrau: timida nel primo atto, ottima nel secondo, nel terzo il paradigma di violetta dei prossimi anni (da lasciare senza fiato)
beczala: simpatico, gradevole, anonimo
lucic: davvero una bella prova, finalmente un padre non affettato ma semplicemente un rozzo, disgustoso egoista! bravo!
gatti: non l'ho mai apprezzato. stasera probabilmente lo apprezzo per le stesse ragioni per cui i suoi fans non lo hanno fatto: finalmente un bel suono (che bella "tinta" l'orchestra), quanti respiri, rubati e rallentando continui (a volte nella stessa battuta).
regia: tante belle intuizioni, carina l'idea del secondo atto di umanizzare violetta, rendendola capace di avere una casa, un focolare, una famiglia. bella la festa: il tutto però rovinato da tante imprecisioni (complimenti al direttore di palcoscenico che ha toppato l'ingresso di violetta alla festa, rovinando tutto il gioco di luci), bellissimo il finale in cui la zampieri/wannamarchi caccia i germont fuori di casa.
loggione: censura

solo poche considerazioni di fretta, spero di riuscire nei prossimi giorni.
una nota: mia sorella (da casa, hihihi) mi ha detto che il suono in tv era osceno, pieno di vibrati, echi ed effetti fading sgradevoli.... chissà che cosa è uscito.....
alla prossima
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda VGobbi » dom 08 dic 2013, 0:58

Letto ora la splendida lenzuolata di Filippo. Complimenti vivissimi.

Rispondendo a Flip, confermo quanto detto da tua sorella. La Damrau aveva un pessimo vibrato, forse dovuto all'audio indecente della Rai.
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda Raffaele » dom 08 dic 2013, 10:34

Io l'ho vista al cinema...
Non so , di solito non impazzisco per le cosiddette regie "moderne", strane , se proprio non hanno delle idee veramente forti a sostenerle, però questa non mi ha lasciato del tutto indifferente, anzi...
Dal punto di vista interpretativo mi sono piaciuti abbastanza( niente di trascendentale comunque) i Germont padre e figlio( più il figlio a dir la verità) e molto la Damrau( un pò impacciata all'inizio del primo atto ma , secondo me , sempre più brava e coinvolgente fino ad uno strepitoso terzo atto )...
A me l'opera lirica, quella vista intendo, quasi sempre mi manda in tilt per i frequenti e stridenti contrasti che spesso si creano tra la grandezza concettuale e musicale di quanto scritto dai compositori e quello che poi è effetivamente possibile rappresentare,mettere in scena sul palco...
Cosi' provo sempre una sorta di imbarazzo insopportabile( se sono in compagnia di chi non è proprio appassionato d'opera poi, non ne parliamo) quando vedo cantanti e masse muoversi da una parte all'altra della scena in cerca di non si sa che cosa, come dei pesci intrappolati in un acquario...
Questa Traviata non sarà memorabile ma ha avuto il merito di non mettermi mai in questa posizione di imbarazzo e disagio e sicuramente non mi ha annoiato(nel bene e nel male)...Quel continuo cercare e proporre gesti,azioni sceniche spesso nevrotiche, inspiegabili e in evidente contrasto con quanto ci si sarebbe aspettato in quel determinato momento,ne hanno fatto tutto sommato,per me, uno spettacolo vivo...
Poi ,un paio di commenti di alcune signore "perbene" fra il pubblico ,in gran parte deluso ,alla fine dello spettacolo mi hanno dato conferma che alla fine forse, il regista qualcosa ci ha preso;
una diceva:" ...quell'Alfredo, però, un pò di calore alla fine , non l'ha nemmeno abbracciata quando è morta..." ( si si, abbracciarla, dopo tutto il casino che le hanno combinato quei due);
e ancora: "...non ho parole ,io di solito alla fine di tutte le Traviate viste ho sempre pianto, qui niente..."
Forse qualcosa di nuovo(ripeto,nel bene come nel male) alla fine ,in questo spettacolo,è venuto fuori...
Salutoni a tutti Raffaele
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda flipperinodoc » dom 08 dic 2013, 13:32

qualche altra impressione al volo....
sto rivedendo ora l'opera su rai5. audio imbarazzante, roba che le registrazioni della radio austriaca del 1950 sono al confronto un gioiello.
la prima cosa che mi balza all'occhio, rispetto alla vista dal vivo di ieri: manca completamente il senso della "posizione" della scenografia. totalmente in avanti, quasi ad opprimere il pubblico. questo senso in tv si perde.....

un piccolo aneddoto: ascoltato con le mie orecchie da una "balcony girl" :P "beh la diana non si poteva fischiare onestamente, e allora abbiamo puntato sul tenore..... non si poteva mica uscire indenni da una prima di traviata...."

imbarazzo.... senso di stupore...... e lascio a voi ogni commento
alla prossima
marco
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda DottorMalatesta » dom 08 dic 2013, 13:35

E’ stata una regia “tiepida” questa di Tcherniakov? Verrebbe da dire “dipende dal grado di cottura”!
Personalmente penso che tutto di questa regia si possa dire. Ma non che sia stata “tiepida”.
Cosa non c’è in questa Traviata? Tanto per incominciare, Violetta non è una prostituta. E questo fa sì che la regia non affronti l’elemento di critica sociale che nell’opera di Verdi era invece una componente essenziale.
Secondo, Violetta non è malata. Niente tisi, niente AIDS, niente tumore. Mai vista una morente così vitale, ha scritto Elisotta. Eh, già. Al primo atto finge un malore pur di poter star sola con Alfredo. Nel corso dell’opera (già a partire dal finale dell’atto primo, e soprattutto al secondo durante e dopo il colloquio con Germont padre), emerge il ritratto di una donna che dietro la maschera di donna volitiva ed energica nasconde una grande insicurezza emotiva, un senso di abbandono, un sentirsi “sola e abbandonata”, priva di affetto e punti di riferimento. Di qui gli sbalzi d’umore (quasi da sindrome bipolare), la reazione sovreccitata alle parole di Giorgio Germont al secondo atto. Un’eterna bambina (la “bambola di Violetta” al secondo atto, prima scena) che più che un’amante cerca disperatamente un padre. Nell’ultimo atto si riempie di psicofarmaci ed alcool. Poi allo specchio usa cipria e belletto per “farsi ancora più pallida”, per accentuare l’aspetto di donna malata e morente. E’ una donna disposta a tutto, anche a fingersi malata (o pazza?) pur di ottenere un po’ d’affetto. Di cosa muore, questa Violetta? Di rifiuto, di abbandono. Muore “sola e abbandonata” da tutti, altro che “tra le braccia io spiro di quanti ho cari al mondo”! Quando riceve la visita di Alfredo, questo giovane il cui amore (?) si è disciolto come neve al sole alla prima difficoltà e che recatosi in visita a Violetta continua a guardare l’orologio non vedendo l’ora di andarsene, la protagonista comprende che loro due non potrebbero essere più distanti (e diversi) di così: lei pensa al “tempio”, lui desidera solo allontanarsi da quella situazione così imbarazzante (e da quella persona così “sgradevole”) al più presto. Violetta si sente rifiutata, e reagisce con quanta forza le resta ancora in corpo, cercando di aggredire Alfredo, rinfacciandogli la sua meschinità e il suo egoismo. Con queste premesse certo che Alfredo non la abbraccia mentre lei muore (e peraltro la sua morte giunge inaspettata)!
E questa sarebbe una lettura “tiepida”? Certo, la regia non propone una destrutturazione radicale come nel Trovatore a Bruxelles. Ma l’interpretazione registica resta quanto di più lontanto ci possa essere da una lettura “convenzionale”.
Pensiamo solo alla festa a casa di Flora. Il coretto delle zingarelle e dei toreri non ha più nulla del folklore beota ed innocuo che solitamente ammorba questa scena, ma acquisisce una funzione drammatica. E qui lo scarto nel registro narrativo adottato dal regista è fortissimo (si passa dal realismo all’espressionismo), e peraltro estremamente pertinente con la vicenda e in linea con la musica. Purtroppo il finale dell’atto (l’unico vero punto in cui la regia non è all’altezzadel resto) è alquanto convenzionale e sfocato.
Del terzo atto ho già detto, e del primo ha scritto benissimo reysfilip (che ringrazio di cuore! : Thumbup : ).
Nel complesso, l’ho trovato uno spettacolo “forte”, di grande impatto, non convenzionale, non banale, non tiepido, interessantissimo, ancorché piuttosto “parziale” (soprattutto per il concentrarsi sul rapporto“emotivo” tra i vari personaggi della vicenda, tralasciando gli aspetti di critica sociale).
Per quanto riguarda la parte musicale (per quanto valutabile da una ripresa audio e video semplicemente SCANDALOSA : Andry : !) il cast è dominato dalla Damrau che, dapprima fragile e timorosa nel primo atto, realizza un secondo e soprattutto un terzo atto nei quali l’interpretazione vocale diventa una cosa sola con l’interpretazione scenica del personaggio proposta da Tcherniakov. E attrice strepitosa.
Beczala è stato, prima di tutto, un Alfredo credibilissimo in scena (Tcherniakov deve aver penato non poco!) e vocalmente (anche se tutto un po’ troppo forte e “a senso unico”: qualche sfumatura non sarebbe stato male sentirla). Comunque del tutto incomprensibili ed ingiustaficabili le contestazioni rivoltegli (anche considerando il tripudio tributato alla “vocalmente non irreprensibile” Zampieri che riesce invece a massacrare la parte di Annina).
Lucic rende bene la grettezza del personaggio di Germont padre, ma la sua vocalità ha davvero poco a che fare con Verdi.
La direzione? Gatti dimostra di aver riflettuto, di aver pensato (e penato) parecchio. E il risultato è una direzione che, convincente o meno, resta interessantissima. Ho qualche perplessità su alcune sonorità adottate (sarà doveroso verificare dal vivo): penso ad esempio al vero e proprio terremoto orchestrale all’inizio della cabaletta di Alfredo - un terremoto difficile da giustificare sulla base della vicenda narrata da Tcherniakov (che espunge gli aspetti di critica sociale). Però il primo atto calza come un guanto all’impostazione registica: una lettura assolutamente antiretorica, di estrema sobrietà, l’amore romantico è altrove. I tempi poi sono dal mio punto di vista assolutamente convincenti. Penso soprattutto all’aria e cabaletta di Germont padre: per la prima volta in vita mia ho sentito dei tempi che finalmente non sono più noiosissimi “pezzi da concerto” che bloccano la vicenda sul più bello (vere e proprie “zeppe” narrative), ma sono perfettamente inseriti nella vicenda rappresentata (anche se in “Di Provenza”, Lucic tendeva un po’ a “tirare indietro” sui tempi). Le sonorità “scheletriche” degli archi all’ “addio del passsato”, anche in TV, le ho trovate sconvolgenti. Contestazioni e critiche a Gatti francamente incomprensibili e ingiustificate.
Loggione: mi autocensuro da solo.
Vorrei solo dire che sono felice di essere moderatore qui e non in altri fora dove, tra ieri e oggi, ho letto espressioni di una volgarità e violenza francamente inaccettabili. VERGOGNOSO!
Piccola considerazione finale: oggi ho trovato un euro e trenta centesimi per strada. Così mi sono comprato il Corriere della sera. E ho scoperto (prima pagina) che il regista Tcherniakov ci ha presentato una “versione ultramoderna”. Non so davvero in che epoca vivano Giuseppina Manin e Pierluigi Panza, né come sia arredata la cucina di casa loro (il problema della scenografia, semmai, è che non era abbastanza “ultramoderna”!!!). Infine Lui. Che, dopo essersi firmato “dichiarato dalla Scala “persona non grata”, a pagina 12 “singhiozza, bela, raglia”, scrive un articolo “pieno d’inaccettabili ultroneità e arbitri”. Il suo sommento “ventrale fa parte delle cose da non farsi”. “Farebbe ridere se non facesse piangere.” I virgolettati sono parole Sue. L’euro e trenta era meglio darlo in carità.

DM


P.S.: scusate la lunghezza del post, mi sono lasciato prendere la mano.
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda pbagnoli » dom 08 dic 2013, 14:56

DottorMalatesta ha scritto:P.S.: scusate la lunghezza del post, mi sono lasciato prendere la mano.

Hai fatto benissimo!
Hai scritto cose condivisibilissime, come vedrai fra poco in home... :wink:
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda Rodrigo » dom 08 dic 2013, 15:13

Ho visto lo spettacolo in tv. Non concordo per nulla con chi la definisce una Traviata moderna. Ma chi è al giorno d'oggi che tira la pasta (col mattarello poi!!!) :D
Semmai le acconciature di Violetta e certi dettagli dell'abbigliamento (Flora!) rimandavano agli anni '60 con quel clima da cafoni arricchiti che i film dell'epoca hanno ben fotografato.
Regia nel complesso riuscita, a me è piaciuta la gestualità e anche l'insistere sul rapporto Violetta-Annina che hanno disturbato altri. Quando una è ridotta a confidarsi con la cameriera è più che eloquente che razza di "amici" e "amiche" ha attorno. Se Traviata è l'opera della solitudine di Violetta il regista ha fatto centro.
Sul piano musicale trovo ottima la prova della Damrau fatta la tara di qualche umanissima incertezza all'inizio e dell'infortunio (capita!) a fine II atto. Non condivido l'opinione di chi ha giudicato cauto il suo approccio, non si lancia il Mib a fine atto I se si è mossi da cautela! Una bella prova con ottime intenzioni di fraseggio e un lavoro intenso sulla dinamica.
Il tenore per me è stato un mezzo disastro, tibro tutto sommato non di primo piano, emissione a tratti rozza e tutta incentrata sul forte. Mi è sorto il dubbio, ascoltando gli auti un po' troppo di fibra, che Alfredo sia una parte troppo acuta per il bel Piotr. Lo avrei fischiato anche io...
Lucic mi ha sorpreso in positivo, me lo avevano dipinto come un cantante rozzo e invece mi è parso attento e adeguato alle pestifere arcate del duetto con Violetta del II atto.
Gatti non si puo' dire che abbia diretto male a mio avviso. Ha scelto tempi comodi ma, salvo l'incipit effettivamente un po' troppo "in ciabatte", non ho colto pesantezze o inerzie nella narrazione. Forse le sue cose migliori sono state le atmosfere del III atto.
Chiudo con un commento sulle riprese rai: non so se è stata peggio la vergognosa ripresa audio o l'isterico nulla di Maria Concetta Mattei propinato negli intervalli.
Saluti
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda pbagnoli » dom 08 dic 2013, 15:45

Ecco le mie riflessioni sullo spettacolo che abbiamo visto
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Re: La traviata - Teatro alla Scala 2013

Messaggioda Chuck » dom 08 dic 2013, 16:59

pbagnoli ha scritto:Ecco le mie riflessioni sullo spettacolo che abbiamo visto

Riflessioni che condivido al 100%. Intanto, per fare un po' di gossip, Beczala annuncia su Facebook che alla Scala non metterà più piede e che in futuro verrà in Italia solo in vacanza. Saranno contenti i loggionisti...
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