Senza dubbio Beck quello che dici è più che condivisibile.
Tra l'altro so che ami e conosci profondamente questo repertorio e quindi non ho dubbio che le tue riflessioni siano più che ponderate.
Prima di chiederti chiarimenti accordiamoci sul significato di divo.
Io intendo grandi personalità, personalità magnetiche, quelle che ti fanno fare chilometri per sentirle e vederle.
Capisco che il paragone che ho fatto con Domingo è di quelli sbagliati.
Non intendevo il divo con gli acutoni e i trilloni e i gravi da oltretomba.
Però ti chiedo:
a) Se guardo la cronologia, ad esempio, di Ugonotti, dalla creazione ad oggi, vedo solo impressionanti allestimenti con come minimo due grandi "divi" in distribuzione. Da lì in sui fino ai cast stellari. Forse il verbo di Meyerbeer è stato tradito fin dalle origini. Tutti vedevano gli Ugonotti e non si accorgevano che era Cats.
b) da quel poco che so e che ho letto, mi pare che Meyerbeer per primo scrivesse pensando a un divo e puntasse ad ottenere il divo. Anzi, mi sorprende che molte lettere su Scribe trattino i problemi drammaturgici con relativa attenzione per concentrarsi invece sulla "vestibilità" (passami il termine) di questa o quella situazione scenica se indossata da questo o quel divo. E' noto che Meyerbeer scrisse il ruolo di Jean de Leyden per Duprez. Messa in naftalina la partitura per un po' di anni, anni in cui Duprez cominciava a scassarsi (nel 1849 era praticamente finito), ecco che Meyerbeer praticamente riadatta la parte del tenore per Roger, tenore che veniva dall'Opéra Comique, che mai aveva cantato all'Opéra. Bene, nei confronti di questo signore Meyerbeer non nutre dubbi sotto il profilo vocale, bensì sotto quello del magnetismo e della popolarità.
Aggiungo che preferì rimandare l'allestimento perchè non poteva avere la Viardot nel ruolo di Fidés. Il drettore dell'Opéra voleva a tutti i costi la Stolz. E su questo Meyerbeer fu rigidissimo. Fece mettere in cassaforte da un notaio la partitura (per evitare che notturni copisti potessero "copiarla") e aspettò per due anni le dimissioni del direttore dell'Opéra -i più maligni dicono che lui stesso complottò a suo sfavore- fintantoché non poté avere la Viardot.
E quando lo accusarono di aver inserito assurde agilità nell'aria del quinto atto -assurde per un ruolo di vecchia madre- lui si strinse nelle spalle e semplicemente disse che in scena c'era la Viardot.
c) Robert le diable a Londra. Quando venne annunciato, la primissima volta, circa quattro/cinque anni fa aveva un cast di un certo tipo. Pappano, Florez, Netrebko, Damrau, Schrott regia Pelly.
E tutti abbiamo cominciato a fare la bave.
Ad ultimo è diventato Oren, Hymel, Poplovskaya, Ciofi, Releya, regia Pelly.
E siamo rimasti a casa.
Comunque, non è importante.
Quello che invece volevo sottolineare con la mia recensione è come gli allestimenti di grand-opéra come quello veneziano nulla facciano, anzi remino contro, per la rinascita di un genere.
E qui sono perfettamente d'accordo con te.
Il direttore è importante.
Dubito però che anche Minkovski potesse far miracoli con il cast veneziano.
Comunque se vai su In fernem Land trov il link per scaricare il video integrale. Cosi te ne rendi conto.
Ciao
WSM