Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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L'Africaine

Messaggioda Chuck » gio 14 nov 2013, 18:15

Si è parlato spesso su queste pagine della fortuna che il grand opéra sta ritrovando negli ultimi tempi. La Fenice ha scelto L'Africaine per inaugurare la stagione, il cast ha qualche motivo d'interesse, la regia è affidata a Leo Muscato (che non conosco, se non di nome). Dirige Villaume.
Cosa ne pensate? Chi ci andrà?
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Re: L'Africaine

Messaggioda DottorMalatesta » ven 15 nov 2013, 13:06

Grazie Chuck per l´opportuna segnalazione : Thumbup :
Conosco pochissimo l´Africana (ho il video con Domingo, visto una sola volta). Ancorchè sempre più incuriosito dal grand-opéra (ho recentemente comprato l´edizione del Robert le Diable diretta da Oren), ho deciso di non vedere questa produzione.
La scelta del titolo inaugurale è, lo ammetto, splendida! Finalmente un teatro importante propone un grand- opéra!!! Però (IMHO) o ci metti dei fuoriclasse (soprattutto per quanto riguarda l´aspetto visivo, scenico e registico) o l´intera operazione è a rischio. Poi, naturalmente, bisogna giudicare dai fatti, e non dalle premesse.
Questa non è un´opera per registi “tuttofare”, ma per qualcuno che abbia dimistichezza con questo repertorio. Che è davvero un repertorio sui generis. Muscato ha diretto quattro o cinque opere, nessuna grand-opéra. Poi, sarei ben felice di sapere che lo spettacolo è un capolavoro. E comunque penso che valga il viaggio anche il solo Kunde.
Personalmente però, io un grand-opéra andrei a vederlo soprattutto per vedere come viene realizzato dal punto di vista scenico e registico.
Tu ci vai?
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Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda Maugham » gio 05 dic 2013, 10:52

Per il grand-opéra ci vogliono i divi. Questo è giusto non solo perchè l'ha detto Meyerbeer (e Mattioli), ma anche i detrattori più accaniti (in testa Schumann e Wagner) hanno usato l'argomento "divo" per demolire il genere.
Ovviamente bisogna intendersi sul significato da dare al termine "divo".
Non si tratta solo di bravura o di popolarità; un artista diventa "divo" quando dispone di quel magnetismo teatrale (di cui la vocalità è solo un fattore tra tanti) che, come ha sintetizzato benissimo Matteo, "lo stai a sentire comunque a prescindere da quello che sta dicendo". Ad esempio: Domingo canta peggio di quasi tutti i baritoni in circolazione ma i suoi debutti in questa corda riempiono le principali Opera House nel mondo. Perchè, piaccia o non piaccia, è un divo. E lo stai a sentire perchè "divo".
Senza aver chiaro questo concetto è meglio lasciar stare il grand-opéra.
Oppure fai una Africana noiosa come questa di Venezia.
Dove quasi tutti cantavano bene (alcuni benissimo), dove il direttore (al di là di qualche pestonata di troppo) faceva emettere dall'orchestra suoni garbati e melodiosi e dove il regista -del tutto analfabeta nei confronti del genere- sembrava solo un allievo di Pizzi; di quelli però che ogni anno rimanevano una o due materie.
Ovviamente nessuno poteva vantare neanche lontanamente lo status di divo.
Già durante l'aria di apertura di Ines la noia serpeggiava tra le file del pubblico, uno scossone ce lo dava un po' la scena del consiglio (ma solo perchè Kunde faceva gli acuti a mitraglietta) ma poi, durante l'aria di Selika, alla ripresa, molti in platea si assopivano come De Gama in scena.
E i personaggi dell'Africaine, così giganteschi nelle loro implicazioni teatrali, in mano questi garbati e civilissimi interpreti (ma carismatici come statue di cera) diventavano nient'altro che noiosini e sbiaditi ricalchi delle figurine Liebig.
Il risultato era più che comprensibile.
Il pubblico rifletteva: "loro cantano bene, il direttore dirige bene, la regia la capisco... perchè mi sto annoiando come a una conferenza? Ovvio, perchè l'Africaine è una brutta opera e Meyerbeer un compositore da quattro soldi."
Non è una gran risultato.
Non è neppure un gran recensione ma in questo periodo sono incasinatissimo.

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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda mattioli » gio 05 dic 2013, 11:04

Non è neppure un gran recensione ma in questo periodo sono incasinatissimo.


Ssssh... Parlate piano... Non fate rumore... Silenzio, prego... Maugham LAVORA! : WohoW :

: Chef :

PS: scherzi a parte, non sarà una gran recensione, ma WSM scrive meglio di, diciamo i tre quarti?, no, meglio: dei nove decimi dei sedicenti "critici" italiani... oltre a capirci molto di più...
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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda Maugham » gio 05 dic 2013, 11:26

mattioli ha scritto:PS: scherzi a parte, non sarà una gran recensione, ma WSM scrive meglio di, diciamo i tre quarti?, no, meglio: dei nove decimi dei sedicenti "critici" italiani... oltre a capirci molto di più...


: Love :
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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda VGobbi » gio 05 dic 2013, 15:58

Maugham ha scritto:Il pubblico rifletteva: "loro cantano bene, il direttore dirige bene, la regia la capisco... perchè mi sto annoiando come a una conferenza? Ovvio, perchè l'Africaine è una brutta opera e Meyerbeer un compositore da quattro soldi."

Illuminante ... ma veritiero? O meglio, mi spiego ... puo' una cattiva regia mettere in gattabuia certe opere liriche? La scarsa rappresentazione di opere in merito e Meyeerbeer e' solo da attribuirsi alle cattive rappresentazioni che si sono date ai suoi lavori oppure a qualcos'altro?

Personalmente, per quanto visto (Robert Le Diable, di cui ripeto non mi sono per nulla annoiato e lo spettacolo l'ho trovato di gradimento) e sentito (Les Huguenots), Meyerbeer a me garba tanto.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda Maugham » gio 05 dic 2013, 16:47

VGobbi ha scritto:
Maugham ha scritto:Il pubblico rifletteva: "loro cantano bene, il direttore dirige bene, la regia la capisco... perchè mi sto annoiando come a una conferenza? Ovvio, perchè l'Africaine è una brutta opera e Meyerbeer un compositore da quattro soldi."

Illuminante ... ma veritiero? O meglio, mi spiego ... puo' una cattiva regia mettere in gattabuia certe opere liriche? La scarsa rappresentazione di opere in merito e Meyeerbeer e' solo da attribuirsi alle cattive rappresentazioni che si sono date ai suoi lavori oppure a qualcos'altro?
.


La scarsa frequentazione di Meyerbeer secondo me deriva anche dal fatto che questo tipo di teatro rispondeva a un certo tipo di istanze sociali che, nella seconda metà del Novecento, sono o tramontate oppure sono state soddisfatte meglio da altri generi di spettacolo.
Anche per questo è difficilissimo fare Meyerbeer.
La drammaturgia inoltre è complicatissima. Ne hanno parlato Matteo, Alberto, Beckmesser...
E la risposta al "come" è stata univoca: occorre lavorare sul linguaggio sia drammaturgico che musicale.
Capisci che se affronti invece l'Africaine grosso modo come se fosse una Favorita con meno melodie orecchiabili, ma sostanzialmente più o meno simile ecco che sei fermo ancora prima di partire.
A Venezia, secondo me, nessuno aveva idea del "come" si deve affrontare un titolo del genere.
Anche se quasi tutti avevano le "note" per affrontare un titolo del genere.
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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda VGobbi » gio 05 dic 2013, 16:50

Grazie, WSM.

Pero' che peccato ...
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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda DottorMalatesta » gio 05 dic 2013, 17:52

VGobbi ha scritto:
Maugham ha scritto:Il pubblico rifletteva: "loro cantano bene, il direttore dirige bene, la regia la capisco... perchè mi sto annoiando come a una conferenza? Ovvio, perchè l'Africaine è una brutta opera e Meyerbeer un compositore da quattro soldi."

Illuminante ... ma veritiero? O meglio, mi spiego ... puo' una cattiva regia mettere in gattabuia certe opere liriche? La scarsa rappresentazione di opere in merito e Meyeerbeer e' solo da attribuirsi alle cattive rappresentazioni che si sono date ai suoi lavori oppure a qualcos'altro?
.


La mia impressione (a vero dire motivata dalla conoscenza di un'opera e mezzo di Meyerbeer :oops: e da qualche lettura) è che questo sia un repertorio che richieda comunque qualche elemento di eccezionalità per risultare credibile (o tollerabile?).
E a quanto mi sembra di capire a Venezia di eccezionale non c'era né il cast, né la direzione, né la regia.
Ma magari sbaglio.
Ciao!

DM

P.S.:
Tra l'altro a Venezia Bieito non doveva fare "Il trionfo del tempo e del disinganno"? A quanto capisco io il titolo è scomparso dal cartellone...
Forse se avessero chiamato Bieito a curare la regia de L'africana almeno l'elemento "eccezionalità" era garantito...

P.P.S.: oggi, tanto per farmi del male, mi sono guardato il trovatore con la regia di McVicar. Che dire?
1. Verdi è un genio
2. McVicar dall'altra parte dell'oceano è un altro regista : Andry : (colpa del jet lag?)
3. In una "non-regia" anche quel dio del teatro che è Verdi rischia di affondare. Se questo capita a Verdi, a maggior ragione rischia di capitare con Meyerbeer...

P.P.P.S.: ieri mi è arrivato il DVD con il Robert le diable di Pelly. 8) Spero di visionarlo a breve!
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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda VGobbi » gio 05 dic 2013, 18:34

DottorMalatesta ha scritto:P.P.P.S.: ieri mi è arrivato il DVD con il Robert le diable di Pelly. 8) Spero di visionarlo a breve!

Sono davvero curiosissimo DM. Guardatelo al più presto e ragguagliaci. : Thumbup :
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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda beckmesser » gio 05 dic 2013, 19:05

Maugham ha scritto:Per il grand-opéra ci vogliono i divi.


Sai pero che io invece comincio a pensare che i “divi” siano proprio ciò che ha rovinato questo specifico repertorio… Nel senso che il tutto poi si riduce ad esibizioni canore magari impressionanti ma in cui il concentrarsi solo sui personaggi a danno di tutto il resto ( e finendo di conseguenza per cercare in queste opere ciò che in genere il pubblico oggi cerca ma che a Meyerbeer e Scribe interessava poco, ossia la psicologia dei personaggi) si finisce col ridurne enormemente la portata. L’esempio degli Ugonotti scaligeri ne è un esempio: c’era una caterva di “divi”, ma il risultato è esaltante quanto ad esibizioni vocali, nullo per quanto riguarda l’indagine sul repertorio… Ci si spella le mani e si è tutti contenti, ma si rimane convinti che i grand-opéra siano effetti senza causa. Anche perché, con uno stuolo di “divi”, difficilmente si potrà:

Maugham ha scritto:lavorare sul linguaggio sia drammaturgico che musicale.


su cui invece sono invece d’accordissimo.

È un po’ come la storia che per Trovatore ci vorrebbero i quattro migliori cantanti del mondo: su questa base ci siamo sorbiti caterve di “divi” per lo più inidonei alle rispettive parti, accompagnati (salvo qualche eccezione) da schitarranti routiniers in allestimenti da luna-park…

In questo repertorio (ma direi anche più in generale) il ruolo chiave, oggi, lo gioca il direttore d’orchestra. Se non viene risolto il problema dell’architettura di queste opere, non c’è cast che tenga. Nella mia più esaltante esperienza di ascolto meyerbeeriana (live o in disco che sia), ossia gli Huguénots di Bruxelles, non c’erano “divi” di particolare richiamo: c’erano buoni cantanti idonei ai ruoli guidati da uno che sapeva cosa stava facendo. E per la prima e unica volta ho capito cosa Meyerbeer può essere…

Saluti,

Beck
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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda VGobbi » gio 05 dic 2013, 20:23

Scusami Beck, ma degli "Huguenots" belgi, esiste testimonianza video?

Quanto al fatto che i divi abbiano snaturato Meyerbeer (si pensi agli Huguenots scaligeri od all'Africaine con Domingo), penso che sia un altro interessante punto di vista altrettanto spiazzante.
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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda Maugham » gio 05 dic 2013, 21:04

beckmesser ha scritto:
L’esempio degli Ugonotti scaligeri ne è un esempio: c’era una caterva di “divi”, ma il risultato è esaltante quanto ad esibizioni vocali, nullo per quanto riguarda l’indagine sul repertorio… Ci si spella le mani e si è tutti contenti, ma si rimane convinti che i grand-opéra siano effetti senza causa.


Lo sapevo che saresti arrivato. :)
Gli Ugonotti della Scala erano sbagliati. Siamo d'accordo. Noi spettatori del 2013 li aborriamo e ce ne allontaniamo scandalizzati.
Ma ti piaccia o meno, quelli Ugonotti sono una pietra miliare.
Se ne è parlato per mezzo secolo e oltre.
Non avranno portato a nessuna indagine sul repertorio e nemmeno hanno contribuito a rilanciare il genere (non mi sembra nemmeno che gli Ugonotti di Bruxelles l'abbiano fatto anche perchè gira e volta si finisce sempre col citare quell'allestimento che è rimasto un unicum) ma in quelle recite scaligere non si annoiava nessuno.
Forse il verbo meyerberiano era tradito (senza forse) però ci si divertiva.
A Venezia no.
E quando parlavo di "divo", non mi riferivo al profilo grossolano che tu attribuisci ai miei discorsi. :cry:
Per me la Petersen è una diva. La Pratt no.
Anche se magari la Pratt -vocalmente- è messa meglio.

Ciao

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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda beckmesser » gio 05 dic 2013, 21:50

Maugham ha scritto:Gli Ugonotti della Scala erano sbagliati. Siamo d'accordo. Noi spettatori del 2013 li aborriamo e ce ne allontaniamo scandalizzati.Ma ti piaccia o meno, quelli Ugonotti sono una pietra miliare.Se ne è parlato per mezzo secolo e oltre.


Su questo non ci sono dubbi: ma se ne parlò e se ne parla tuttora per gli acuti di Corelli, per i trilli della Sutherland, persino per il paggio della Cossotto, ma di cosa fossero gli Ugonotti di Meyerbeer si capiva poco prima e si è continuato a capire poco anche dopo... Che poi il pubblico si sia divertito, vorrei ben vedere, con quella gente sul palco: ma ho idea che si sarebbero divertiti allo stesso modo anche se invece degli Ugonotti avessero eseguito Cats...

Maugham ha scritto:E quando parlavo di "divo", non mi riferivo al profilo grossolano che tu attribuisci ai miei discorsi.


Perché grossolano? Io mi riferivo a divi veri. Quelli alla Scala nel '62 erano divi grandissimi senza ironia alcuna... Ed anche altri che ci sono oggi. Dico solo che temo che grandi divi in questo repertorio finiscano coll'attirare troppo l'attenzione del pubblico sui personaggi, evidenziandone la genericità, a danno del quadro d'insieme, che è invece ciò che per me rende interessante questo repertorio. Se poi intendi che piuttosto che quello che hanno fatto a Venezia (che non ho visto ma mi fido di quanto scrivi) è meglio una carrellata di divi, sottoscrivo in pieno. Almeno ci si diverte...

VGobbi ha scritto:Scusami Beck, ma degli "Huguenots" belgi, esiste testimonianza video?


Dato che lo avevano trasmesso in streaming, immagino da qualche parte ci sia, ma io ho solo l'audio.

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Re: Meyerbeer - L'africana - Venezia - 2013

Messaggioda Maugham » ven 06 dic 2013, 10:03

Senza dubbio Beck quello che dici è più che condivisibile.
Tra l'altro so che ami e conosci profondamente questo repertorio e quindi non ho dubbio che le tue riflessioni siano più che ponderate.
Prima di chiederti chiarimenti accordiamoci sul significato di divo.
Io intendo grandi personalità, personalità magnetiche, quelle che ti fanno fare chilometri per sentirle e vederle.
Capisco che il paragone che ho fatto con Domingo è di quelli sbagliati.
Non intendevo il divo con gli acutoni e i trilloni e i gravi da oltretomba.
Però ti chiedo:

a) Se guardo la cronologia, ad esempio, di Ugonotti, dalla creazione ad oggi, vedo solo impressionanti allestimenti con come minimo due grandi "divi" in distribuzione. Da lì in sui fino ai cast stellari. Forse il verbo di Meyerbeer è stato tradito fin dalle origini. Tutti vedevano gli Ugonotti e non si accorgevano che era Cats. :D

b) da quel poco che so e che ho letto, mi pare che Meyerbeer per primo scrivesse pensando a un divo e puntasse ad ottenere il divo. Anzi, mi sorprende che molte lettere su Scribe trattino i problemi drammaturgici con relativa attenzione per concentrarsi invece sulla "vestibilità" (passami il termine) di questa o quella situazione scenica se indossata da questo o quel divo. E' noto che Meyerbeer scrisse il ruolo di Jean de Leyden per Duprez. Messa in naftalina la partitura per un po' di anni, anni in cui Duprez cominciava a scassarsi (nel 1849 era praticamente finito), ecco che Meyerbeer praticamente riadatta la parte del tenore per Roger, tenore che veniva dall'Opéra Comique, che mai aveva cantato all'Opéra. Bene, nei confronti di questo signore Meyerbeer non nutre dubbi sotto il profilo vocale, bensì sotto quello del magnetismo e della popolarità.
Aggiungo che preferì rimandare l'allestimento perchè non poteva avere la Viardot nel ruolo di Fidés. Il drettore dell'Opéra voleva a tutti i costi la Stolz. E su questo Meyerbeer fu rigidissimo. Fece mettere in cassaforte da un notaio la partitura (per evitare che notturni copisti potessero "copiarla") e aspettò per due anni le dimissioni del direttore dell'Opéra -i più maligni dicono che lui stesso complottò a suo sfavore- fintantoché non poté avere la Viardot.
E quando lo accusarono di aver inserito assurde agilità nell'aria del quinto atto -assurde per un ruolo di vecchia madre- lui si strinse nelle spalle e semplicemente disse che in scena c'era la Viardot.

c) Robert le diable a Londra. Quando venne annunciato, la primissima volta, circa quattro/cinque anni fa aveva un cast di un certo tipo. Pappano, Florez, Netrebko, Damrau, Schrott regia Pelly.
E tutti abbiamo cominciato a fare la bave.
Ad ultimo è diventato Oren, Hymel, Poplovskaya, Ciofi, Releya, regia Pelly.
E siamo rimasti a casa.

Comunque, non è importante.
Quello che invece volevo sottolineare con la mia recensione è come gli allestimenti di grand-opéra come quello veneziano nulla facciano, anzi remino contro, per la rinascita di un genere.
E qui sono perfettamente d'accordo con te.
Il direttore è importante.
Dubito però che anche Minkovski potesse far miracoli con il cast veneziano.
Comunque se vai su In fernem Land trov il link per scaricare il video integrale. Cosi te ne rendi conto. : Tv Happy :

Ciao

WSM
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