Caro teo.emme, ci stupiamo di te (non è un plurale majestatis, credo solo di interpretare l'opinione generale)
!
Celletti adorava Meyerbeer! Tutti i divi e divastri a 78 giri hanno riempito valanghe di padelloni con le sue arie! E la ragione per la quale Meyerbeer non si può fare è naturalmente perché non ci sono più le voci una volta! Altrimenti gli Ugonotti ce li spareremmo tutte le sere per endovena!
Mi stai tralignando dalla linea
!
Entrando nello specifico, però, non dovresti mettere tutto nello stesso mazzo. Crociato e Margherita d'Anjou sono ricalchi rossiniani del giovin signore Meyerbeer in grand tour italiano, la seconda in effetti tremenda, il primo, IMHO, non poi così trascurabile (ma ho perso - naturalmente - gli atti di un convegno sui rapporti/confronti Rossini/Meyerbeer).
Dinorah e L'étoile du Nord sono opéra-comique e francamente neanch'io riesco a farmele piacere (però non capisco l'accenno dublinese per Dinorah, ambientata durante un "pardon" bretone: forse la comune origine celtica
).
Però, dai, Robert, Ugonotti, Profeta e Africana sono pietre miliari. Forse non della storia della musica, ma di quella dello spettacolo e dell'opera senz'altro sì. Poi forse hai ragione sul fatto che Meyerbeer non sia, alla fine, un grande musicista (per quel poco che vuol dire): Halévy è certamente superiore. Sempre IMHO, ovvio.
E comunque Tu m'insegni che le opere vanno fatte per il loro valore e la loro importanza storica, quindi sarai soddisfatto della Grand-Opéra-renaissance in corso. Le cui motivazioni (ancora nessuno ne ha parlato) sono anche e forse soprattutto politiche...
Ciao ciao