Il cross-over...

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Re: Il cross-over...

Messaggioda Rodrigo » mar 15 dic 2009, 22:32

Sono l'unico ad associare certi falsetti trascendentali di Mariah Carey, il cui repertorio per inciso non mi entusiasma più di tanto, ai celebri "pianini" di M. Caballé.?
Peraltro mi pare che la madre di Mariah sia una cantante lirica.

http://www.youtube.com/watch?v=3rrC6HA9zTk
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Re: Il cross-over...

Messaggioda DottorMalatesta » dom 10 nov 2013, 19:32

A proposito di cross-over ascoltate "Come again sweet love", sublime song di Dowland nell'interpretazione di Sting (un CD uscito ormai qualche anno fa)



e comparatelo con versioni più "classiche":

Paul Agnew (Tenore), Christopher Wilson (Liuto)


Il Deller Consort


Che ve ne pare?

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Re: Il cross-over...

Messaggioda pbagnoli » dom 10 nov 2013, 19:44

Penso che Sting non sia mai banale in niente di quello che fa...
Se devo dire, però, in questo specifico preferisco Agnew, uno dei miei "beniamini"
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Il cross-over...

Messaggioda DottorMalatesta » lun 11 nov 2013, 12:34

Trovo l´esecuzione di Sting molto interessante. Oggi tutti gli esecutori di questo repertorio adottano un´impostazione vocale “classica” (che per semplicitá potremmo definire vocalistica, o barocca/post-barocca) applicata ad un repertorio antecedente. Per cui, immediatamente, riconosciamo la “voce impostata” (ad es. di tenore, soprano, baritono), mentre la “fisionomia” dell´interprete (la sua voce “vera” per sonoritá e timbro) passa un po´ in secondo piano. E´ un po´ il limite della tecnica vocalistica tradizionale, che tende ad omogeneizzare, ad uniformare il canto, a costo di rendere meno immediatamente riconoscibile la fisionomia vocale dell´interprete.
Ora, ascoltare questo song (che all´epoca era verosimilmente interpretato da menestrelli o dame di corte, quindi non necessariamente da cantanti professionisti) ribalta la prospettiva: non ascoltando qui il tenore (o il controtenore) dalla voce impostata che ci aspetteremmo, la fisionomia dell´interprete (la sua “vera faccia vocale”) emerge con grande rilievo ed immediatezza.
Mi sembra che questo sia un esperimento più che riuscito (almeno in questo brano; nei restanti brani dell´album la libertá ritmica è forse un po´ troppa per essere accettabile senza riserve).
Che dite?
Ciao!
DM

P.S.: Agnew l´ho ascoltato come splendido Idomeneo diretto da Christie qualche anno fa. Pur con una voce ingrata fu memorabile!
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