da DottorMalatesta » lun 11 nov 2013, 12:34
Trovo l´esecuzione di Sting molto interessante. Oggi tutti gli esecutori di questo repertorio adottano un´impostazione vocale “classica” (che per semplicitá potremmo definire vocalistica, o barocca/post-barocca) applicata ad un repertorio antecedente. Per cui, immediatamente, riconosciamo la “voce impostata” (ad es. di tenore, soprano, baritono), mentre la “fisionomia” dell´interprete (la sua voce “vera” per sonoritá e timbro) passa un po´ in secondo piano. E´ un po´ il limite della tecnica vocalistica tradizionale, che tende ad omogeneizzare, ad uniformare il canto, a costo di rendere meno immediatamente riconoscibile la fisionomia vocale dell´interprete.
Ora, ascoltare questo song (che all´epoca era verosimilmente interpretato da menestrelli o dame di corte, quindi non necessariamente da cantanti professionisti) ribalta la prospettiva: non ascoltando qui il tenore (o il controtenore) dalla voce impostata che ci aspetteremmo, la fisionomia dell´interprete (la sua “vera faccia vocale”) emerge con grande rilievo ed immediatezza.
Mi sembra che questo sia un esperimento più che riuscito (almeno in questo brano; nei restanti brani dell´album la libertá ritmica è forse un po´ troppa per essere accettabile senza riserve).
Che dite?
Ciao!
DM
P.S.: Agnew l´ho ascoltato come splendido Idomeneo diretto da Christie qualche anno fa. Pur con una voce ingrata fu memorabile!
Un solo punto di vista è la vista di un solo punto