Caspita Vit, quanto fuoooooco!!!!
Di discussioni in atto su altre opere ce ne sono (ad esempio Vestale o Der fliegender Holländer in edizione “filologica”), ed è possibile aprire altri thread a seconda che ti interessi approfondire aspetti legati ad un´opera in sé o alle sue registrazioni. E, soprattutto, dongiovannescamente mi sento di dire:
È APERTO A TUTTI QUANTI, VIVA LA LIBERTÀ!!!
Personalmente penso che” l´opera del mese” potrebbe essere anche l´occasione, oltre che per ascoltare una nuova incisione discografica, per approfondire alcuni aspetti legati all´opera in questione.
Io avevo giá sottolineato alcuni possibili punti di discussione che mi piacerebbe approfondire (e che riporto qui sotto).
Magari, tra i tanti (e le statistiche parlano chiaro: sono davvero TANTI
!!!) che ci seguono anche solo come visitatori magari c´è qualcuno (o più di qualcuno) che vorrebbe farsi avanti con qualche domanda su quest´opera. Domanda che tutti noi possiamo provare a rispondere.
NON ESISTONO DOMANDE STUPIDE. SOLO ALCUNE RISPOSTE, A VOLTE, LO SONO
!!!
DM
1. Per la première all' Théatre de L'Opéra di Parigi (1894), Verdi aggiunse i ballabili al III atto e fece alcune modifiche significative al concertato finale di quell'atto. Queste revisioni non sono state incorporate nella versione italiana. Mi sapete dire se esistono incisioni che riportino questa musica?
2. Nel New Grove, Roger Parker, un'autorità in ambito verdiano scrive, a proposito dello stile di canto in Otello:
"I personaggi principali dell'opera incarnano le richieste violentemente conflittuali tra aspetti lirici e declamatori, il vecchio e il nuovo stile. iago, l'uomo moderno, è costantemente in stile declamato -quando canta soavemente è solo per ingannare; e Desdemona è il simbolo del tempo perduto quando il belcanto era il centro della comunicazione teatrale. Otello, come Verdi stesso, è combattuto tra il nuovo e il vecchio."
Ora... siamo davvero sicuri che sia così? E' quanto previsto nella partitura o non è piuttosto il frutto di un secolo di interpretazioni che in parte hanno travisato la vocalità di Otello e Jago?
3. Come sapete dopo Un Ballo in maschera (1859), Verdi si rivolge ad altri palcoscenici europei ed extraeuropei (Parigi, San Pietropurgo, Egitto). In Italia si sente ormai un vecchio dinosauro, costantemente attaccato dagli scapigliati (che osarono scrivere, con riferimento al "grande vecchio": "sovra l'altare rizzerà l'arte verecondo e puro. Su quell'altar bruttato come un muro di lupanare" ) e da chi sottolinea la "novità" di Wagner.
Ora, a me sembra che Otello sia un'opera in cui l'abbandono della "solita forma" (tempo d'attacco, cantabile, tempo di mezzo, cabaletta) sia finalizzato all'atmosfera drammatica e che questo processo sia iniziato decenni primi (se vogliamo già con il finale dell'atto II di Nabucco, con la stretta che manca ed è sostituita dalla scena di follia di Nabucco). Insomma, dove richiesto dal "teatro", Verdi è disposto a sacrificare la "bella forma", per sottolineare la sostanza.
In Verdi questo processo dura anni, ed è un culmine. Il suo "rivale" Wagner invece parte proprio da questa sottomissione della forma (verrebbe da dire "deformazione") al contenuto drammatico. Voi come vedere questo rapporto Verdi-Wagner in Otello?