Frau ohne Schatten e Turandot

opere, compositori, librettisti e il loro mondo

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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda mattioli » sab 02 nov 2013, 14:24

Grazie al MM (Moderatore Malatesta) per l'esaustiva risposta.
In effetti il Tintore e Signora mi hanno sempre fatto pensare a una coppia usuratissima, di quelle che stanno insieme solo per dispetto. La colpa ovviamente è di lei, casalinga frustrata e amara. Ma purtroppo nessun regista me l'ha mai mostrata così.
La Schwanewilms la sentii anch'io nella Frau a Salisburgo, purtroppo non in compagna del Divino: sarebbe stata l'unica ragione d'interesse di uno spettacolo insensato. Benché poi Thielemann, d'accordo reazionario, veterostraussiano, bombastico etc. etc., alla fine le orecchie te le riempisse ben bene. Che volete, è la mia componente edonistica o, come direbbe il Divino, caciottara.

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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda Maugham » dom 03 nov 2013, 9:22

mattioli ha scritto:Grazie al MM (Moderatore Malatesta) per l'esaustiva risposta.
In effetti il Tintore e Signora mi hanno sempre fatto pensare a una coppia usuratissima, di quelle che stanno insieme solo per dispetto. La colpa ovviamente è di lei, casalinga frustrata e amara. Ma purtroppo nessun regista me l'ha mai mostrata così.
La Schwanewilms la sentii anch'io nella Frau a Salisburgo, purtroppo non in compagna del Divino: sarebbe stata l'unica ragione d'interesse di uno spettacolo insensato. Benché poi Thielemann, d'accordo reazionario, veterostraussiano, bombastico etc. etc., alla fine le orecchie te le riempisse ben bene. Che volete, è la mia componente edonistica o, come direbbe il Divino, caciottara.

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Caro : Cowboy :
cosa vuoi farci.
Tutti noi (noi operomani) siamo sempre un po' Divini e un po' Caciottari.
L'importante è non prendersi troppo sul serio.
Come Hofmanstahl (il Divino) e Strauss (Il Caciottaro).
Quando il Divino Hoff si prendeva troppo sul serio (e succedeva spesso) non mancava di far notare a Strauss quanto fosse Caciottaro.
E il Caciottaro Strauss non mancava di ricordare al Divino quanto fosse lui, il Caciottaro, ad avere il coltello (o la borsa) dalla parte del manico.
Oppure -quando non volevano far baruffa- il Caciottaro caricava il Divino per un giro in macchina nell'Italia centrale di un mese. Per fuggire da tutto. Come Thelma & Louise...
Quando fecero la Frau il Divino si sentiva molto divino e il Caciottaro non voleva saperne di farsi strapazzare.
Anzi era lui a strapazzare il Divino perchè non lavorava in fretta.
E comunque uno andava per una strada e l'altro per un'altra.
Ed è nato quello che per me è il capolavoro del binomio.
Un po' di caciotta è finita sulla nouvelle cousine simbolista del Divino.
E un po' di divinità simbolista (per uno che maneggiava il simbolo come Ghandi un fucile a pompa) investì il caciottaro che sparò il più trascendente e trascendentale e catartico (i caciottari autentici non sanno fare le cose in piccolo) finale d'Opera della sua vita.
Pur rimanendo divisi.
Per il caciottaro quest'opera era il trionfo della famiglia, delle colazioni tutti assieme, del sole che entra dalla finestra, di "io continuerò a esistere nei tuoi ricordi, figliolo, e quindi sarò eterno...."...
Per il Divino era invece il distillato, la summa della sua teoria della trasformazione (provò a spiegarla, invano, al caciottaro in una lettera fiume) che deve portare all'accettazione di sè.
Unico nirvana, secondo il Divino, cui può ambire l'uomo.
Vedi, per me la moglie di Barak non è una moglie frustrata e poco considerata. O meglio non è solo questo e non lo è per colpa di Barak.
Anzi, sotto il profilo "tecnico", Barak la ricopre di attenzioni.
Il problema della Weib è che non si accetta.
Non accetta nè la propria natura nè il proprio stato.
Ed è irritata da Barak perchè invece vede di fronte a sè una persona appagata, empatica, serena, emotivamente realizzata.
Lei si sente Divina nella sua sofferenza.
E non capisce come il marito possa -annaspando in questa serenità caciottara fatta di ritualità anonime e fatiche fisiche- essere tranquillo, non soffrire per le contraddizioni della vita, non irritarsi nel confronto con gli altri.
C'è molto Hoffmanstahl nella Weib e molto Strauss in Barak.
Altro che Pauline bisbetica e dispettosa presa a modello... :D :D :D

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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda pbagnoli » dom 03 nov 2013, 10:00

Maugham ha scritto:Il problema della Weib è che non si accetta.
Non accetta nè la propria natura nè il proprio stato.
Ed è irritata da Barak perchè invece vede di fronte a sè una persona appagata, empatica, serena, emotivamente realizzata.

Anch'io l'ho sempre pensata così, a proposito della Moglie; devo dire che però tu hai saputo dirlo... perfettamente.
E' per questo che il Tintore è l'unico ad avere un nome?
Perché è l'unico realizzato di tutta la compagnia?
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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda DottorMalatesta » dom 03 nov 2013, 10:44

Solo un Divino può riconoscere in Hoffmanstal un suo pari e dare del caciottaro a Strauss :shock:

:lol: :lol: :lol:

Bellissima l'interpretazione della Frau come ulteriore "saggio sulla Verwandlung" (metamorfosi, trasformazione, divenire, realizzazione) dopo l'Ariadne (opera che, se non letta in quest'ottica rischia di ridursi a miseranda farsa da commedia dell'arte mescolata a drammone da tragedia classica, in un mix piuttosto schizofrenico: anche in questo caso il "Divino " dovette farsi in quattro per far capire al "caciottaro" il divin messaggio... Si sa, a volte il Divino parla, ma l'uomo non comprende!).

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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda Maugham » dom 03 nov 2013, 11:07

DottorMalatesta ha scritto:Solo un Divino può riconoscere in Hoffmanstal un suo pari e dare del caciottaro a Strauss :shock:

:lol: :lol: :lol:



A parte gli scherzi - e comunque era Hofmannstahl a dare del caciottaro a Strauss, non io- sai Doc, più leggo l'epistolario (a spizzichi di qua e di là) più mi accorgo che, dei due, quello davvero antipatico è Hofmannstahl.
Sempre con quel complesso del non capito che lo perseguita, con quell'aria di sofferenza, sempre con l'amaro in bocca.
Non c'è mai un allestimento dei suoi lavori che lo soddisfi, è sempre in credito nei confronti della vita, i suoi editori non lo valorizzano, il pubblico non capisce.
Quando si tratta di cassare una sua riga di poesia è rigidissimo.
Poi però pretende che Strauss faccia questo e faccia quello in faccende di musica.
Riesce persino a dire a Strauss -ovviamente tra le righe- che lui capisce molto più di musica di quanto Strauss capisca di letteratura.
Quando non sa di cosa lamentarsi si lamenta del tempo.
Strauss ha una pazienza infinita.
Davvero da Barak.
Forse è consapevole della propria superiorità caratteriale.
Oppure è solo consapevole del fatto che, per quell'epoca, la sua legittimazione come compositore d'Opera doveva passare attraverso la figura di un grande intellettuale quale senza dubbio Hofmannstahl era.
E allora mastica amaro, ma tace.
Oppure se ne fregava e badava al risultato.
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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda DottorMalatesta » dom 03 nov 2013, 16:25

Conosco (poco e male) qualcosa del carteggio tra i due a proposito di Ariadne.
E in effetti sembra che a volte Hofmannstahl trattasse il povero Strauss come una pezza da piedi :mrgreen:
Incredibile come un rapporto così contrastato abbia portato a capolavori assoluti!!!

Ciao!
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P.S.: Hofmannstahl è comunque un poeta straordinario. E non parlo (solo) dei suoi libretti, ma delle sue poesie.

Ho sempre amato, ad esempio, questa poesia intitolata "I due":

Lei portava la coppa in mano
Pari al suo orlo aveva il mento e la bocca
Aveva un passo così leggero e sicuro,
Che dalla coppa non cadeva una stilla.

Non meno leggera e salda era la mano di lui:
Un giovane cavallo egli montava,
E con gesto noncurante
A una tremante immobilità lo sforzava.

Eppure quando dalla mano di lei
La lieve coppa egli dove prendere
Per entrambi fu troppo pesante;
Perché entrambi tremavano tanto
Che le mani non si trovarono,
E scuro vino corse sul suolo.
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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda Maugham » dom 03 nov 2013, 17:35

DottorMalatesta ha scritto:P.S.: Hofmannstahl è comunque un poeta straordinario. E non parlo (solo) dei suoi libretti, ma delle sue poesie.



Certo. non c'è bisogno di dirlo.
La mia ironia nasce da una rispetto e da un'ammirazione sconfinata per i due.
Più per il musicista che io considero tra i più straordinari di ogni epoca.

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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda DottorMalatesta » dom 03 nov 2013, 17:59

Maugham ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:P.S.: Hofmannstahl è comunque un poeta straordinario. E non parlo (solo) dei suoi libretti, ma delle sue poesie.



Certo. non c'è bisogno di dirlo.


Non ne sarei così sicuro.
I melomani che conoscono Strauss sono fortunati perché hanno la possibilità di apprezzare almeno i libretti di Hoffmanstahl, poeta che ai più resta davvero sconosciuto. Se solo nei licei si facesse un po' di letteratura straniera in più: pensare che c'è gente che esce da scuola senza aver mai letto nulla di Baudelaire!

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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda mattioli » lun 04 nov 2013, 15:05

Divino : Love : ,

il derby Divino-Caciottaro resta fra le perle della tua corona di saggezza.
L'epistolario fra S. e H. è in effetti uno dei libri più belli che si possano leggere: come entrare nell'officina creativa del duo delle meraviglie. Il tomo dell'Adelphi fu comprato per dovere e poi, inaspettatamente, divorato (tutto) per piacere.
Avete ragione: H. tratta S. peggio di quanto S. tratti lui. Del resto, H. è nobile, colto, chic, elegante, internazionale e quindi c'è un certo disdegno a discendere dalle sue sommità per spezzare il pane della vera Cultura a quel borghesotto arricchito bavarese (il colmo è quando, per sfotterlo, scrive al DOTTOR Strauss, perché Richard aveva avuto una laurea honoris causa). Quindi sì, dei due il più simpatico è S.
Epperò c'è una lettera (cito a memoria, ovviamente non ho sottomano il tomo) del cupo dopoguerra in cui H, rovinato dalla guerra come tutti i rentiers, racconta di avere seri problemi economici e di non poter nemmeno scaldare a sufficienza Rodaun. Bene: credete che il grasso grosso riccone spedisca da Villa Salome un assegno, o almeno un carico di carbone? Col cavolo. Dunque simpatie e antipatie sono da distribuire in maniera più equanime...
Quanto a MM,

pensare che c'è gente che esce da scuola senza aver mai letto nulla di Baudelaire!


Pensa che tutti escono dal liceo senza aver mai sentito nominare un certo Giuseppe Verdi!
Saluti a tutti

: Cowboy : (ancora per poco)

PS: noto un'improvvisa ventata di attività nel forum. Scrivete tutti come degli assatanati. Non so se potrò reggere. Non si potrebbe tornare un po' all'abituale torpore mummificato, tipo Ventennio alla Scala? :mrgreen:
Ultima modifica di mattioli il lun 04 nov 2013, 15:34, modificato 1 volta in totale.
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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda DottorMalatesta » lun 04 nov 2013, 15:10

mattioli ha scritto:PS: noto un'improvvisa ventata di attività nel forum. Scrivete tutti come degli assatanati. Non so se potrò reggere. Non si potrebbe tornare un po' all'abituale torpore mummificato, tipo Ventennio alla Scala? :mrgreen:


Se la gente scrive non va bene, se la gente non scrive non va bene...

UFF!!!!!

Ciao!
: Sailor :
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Re: Frau ohne Schatten e Turandot

Messaggioda pbagnoli » lun 04 nov 2013, 15:38

mattioli ha scritto:PS: noto un'improvvisa ventata di attività nel forum. Scrivete tutti come degli assatanati. Non so se potrò reggere. Non si potrebbe tornare un po' all'abituale torpore mummificato, tipo Ventennio alla Scala? :mrgreen:

Strano periodo, di argomenti interessanti e ben dibattuti.
E nessuna di quelle che il GM definiva le fisiologiche pause di riflessione, che ci vogliono sempre in un forum; io ero contrarissimo perché ritenevo che fosse necessario avere un rapido turn-over di argomenti, specie in un periodo come il nostro, segnato maggiormente dai contenuti dinamici dei social forum.
L'altra diatriba fra me e lui era quella sul luogo da adibire ai contenuti pesanti, per me la home e per lui - ancora una volta - il forum.
Trovo che adesso, con questa forma, il forum funzioni particolarmente bene, grazie a una serie di "botta e risposta" di agile lettura e di rapido consumo, che finisce per mimare una piattaforma tipo Facebook.

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