Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham
teo.emme ha scritto:Bene...evidentemente questa discussione sulla Vestale non s'ha da fare...
mattioli ha scritto:E perché?
Il thread è stato riaperto, parmi...
teo.emme ha scritto:Il problema è proprio l'edizione, a mio parere.
Spesso si sente dire che Medea è una Norma minore, perché questo è quello che ha recepito il pubblico da parte di esecutori privi della cultura necessaria per offrire il vero Cherubini (brevemente: la Medea "italiana" è un torso dell'opera originale, con recitativi musicati dal tedesco Lachner a metà '800 a rimpiazzare i dialoghi originali, e una traduzione dei primi '900 totalmente sballata e irrispettosa della metrica originale). E se Medea è stata ricondotta a Norma, Vestale è stata riportata a Medea con l'effetto deleterio di aver accomunato tre titoli diversissimi in una prospettiva davvero antistorica. Ovvio che ascoltare La Vestale con in mente una Medea che strizza l'occhio a Norma lascia delusi e freddi.
Rodrigo ha scritto:Grazie per il tuo punto di vista Teo ma c'è una cosa che non mi convince. E' senz'altro vero che Medea e Vestale venivano eseguite seguendo edizioni che ne alteravano di molto il volto, ma a me pare che questo fosse molto più notevole in Medea che in Vestale. In fondo in quest'ultima, se ho ben capito, il problema erano i tagli e la traduzione italiana, il che ci porterebbe a una situazione non molto diversa, che so, da Favorite/Favorita Moise/Mosè o lo stesso Tell. In Medea oltra alla traduzione c'era il ben più significativo intervento sui recitativi che - qualità intrinseca a parte (per me non sono scritti affatto male, e la pensava cosi' anche la Callas) - spostano un'operà comique su terreni che non le competono. Eppure... manomessi o meno di Favorite e Tell se ne facavano parecchie negli anni 50 e mentre i teatri fecero a pugni per avere la Callas in Medea (e sia pure una Medea testulamente inquinata), non si fece altrettanto per averla in Vestale.
pbagnoli ha scritto:Allargo il discorso: cosa ne dite di "Agnese di Hohenstaufen"?
Io ho la registrazione del giovane Muti con la Caballé: gli si applicano le stesse considerazioni che fate a proposito del Muti più vecchio con "Vestale"?
E da questo punto di vista se l'intenzione di Muti era riportare in vita un titolo o un certo repertorio, non è stato certamente un successo.
mattioli ha scritto:Oh, finalmente. Vedo che i dogmi non ti impediscono di riconoscere la realtà, almeno stavolta (o per una volta)...
teo.emme ha scritto:mattioli ha scritto:Oh, finalmente. Vedo che i dogmi non ti impediscono di riconoscere la realtà, almeno stavolta (o per una volta)...
Ma quali dogmi??? Non ho mai messo in dubbio che quella Vestale non inaugurò una "Spontini renaissance", contesto però che la colpa sia sempre e solo Riccardo Muti (che evidentemente disprezzi e ritieni, a prescindere, non ne combini mai una giusta: opinioni, per carità...). Tornando alle modalità esecutive - per fare ulteriormente inorridire Mattioli (per cui rappresento, addirittura, la personificazione di tutto ciò che lui detesta! "Che titoli cruscanti..."), Vizzardelli e Malatesta - non credo che portare Spontini al barocchismo sia così indispensabile... Fosse per me, invece, sfrutterei quelli che oggi vengono percepiti come orpelli e divagazioni, come punti di forza, sottolineandoli attraverso una lettura che enfatizzi gli elementi preromantici (magari forzando l'aderenza stilistica): penso a Pappano soprattutto.
teo.emme ha scritto:Ps (OT): Mattioli mi cadi sul latino? CondiTIO sine qua non, seppur impropriamente usata, non si può proprio vedere! "Condizione" è condicio. Conditio, invece, significa "fondazione, creazione"...
teo.emme ha scritto:mattioli ha scritto:Oh, finalmente. Vedo che i dogmi non ti impediscono di riconoscere la realtà, almeno stavolta (o per una volta)...
Ps (OT): Mattioli mi cadi sul latino? CondiTIO sine qua non, seppur impropriamente usata, non si può proprio vedere! "Condizione" è condicio. Conditio, invece, significa "fondazione, creazione"...
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