OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

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OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » lun 13 mag 2013, 19:10

BELISARIO
Opera seria in tre atti. Musica di Gaetano Donizetti.

Data di composizione: ottobre 1835-gennaio 1836.

Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 4 febbraio 1836.

Personaggi

• Giustiniano, Imperatore d'Oriente ( basso)
• Belisario, suo comandante supremo (baritono)
• Antonina, sua moglie (soprano)
• Irene, loro figlia (mezzosoprano)
• Alamiro, prigioniero di Belisario (tenore)
• Eudora, amica di Irene (soprano)
• Eutropio, capo delle guardie imperiali (tenore)
• Eusebio, custode delle prigioni (basso)
• Ottario, capo degli Alani e dei Bulgari (basso)
• Senatori, veterani, Alani, Bulgari, donzelle, pastorelle dell'Emo (coro)


Interpreti: Carolina Ungher (Antonina), Antonietta Vial (Irene), Amalia Badessi (Eudora), Celestino Salvatori (Belisario), Ignazio Pasini (Alamiro), Saverio Giorgi (Giustiniano), Adone Dell’Oro (Eutropio), Giovanni Rizzi (Eusebio-Ottario)

Librettista: Salvatore Cammarano.

Libretto: basato sull’adattamento di Luigi Marchionni da Belisarius di Eduard von Schenk (Monaco, 1820)

Il libretto lo potete trovare a questo indirizzo: http://www.librettidopera.it/belis/pdf.html


Una breve introduzione
Si tratta della prima opera composta da Donizetti per il Teatro La Fenice. Nell’opera il baritono riveste il ruolo del protagonista, e questo comportauna nuova concezione delle tradizionali relazioni fra i ruoli: si rinuncia in questo caso all’ingrediente dell’amore romantico. Antonina, la moglie di Belisario, ossia la primadonna, appare nelle sembianze di “donna antipatica” che reclama vendetta per la morte del figlio, attribuendone la colpa al marito. Gli altri personaggi sono Irene, figlia di Belisario, e Alamiro (tenore), che alla fine si scopre essere il figlio a lungo ritenuto morto. Il padre protagonista è una figura nuova fra i personaggi creati da Donizetti.

(tratto da William Ashbrook, Donizetti – Le Opere, EDT Musica, 1987, p. 151).

Belisario è l'opera donizettiana rappresentata dopo Lucia di Larmermoor (la prima assoluta ebbe luogo al teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835), con cui condivide anche il librettista.


Trama

(tratto da Wikipedia, versione italiana)

L'opera è divisa in tre parti, denominati il primo Trionfo, il secondo Esilio, il terzo Morte. Parlano degli ultimi giorni di vita del comandante Belisario al servizio di Giustiniano.

Parte prima: Trionfo
Belisario torna a Bisanzio dopo una vittoriosa campagna in Italia, salutato da Giustiniano e dall'amata figlia Irene (La man terribile del vincitore). Tra i prigionieri vi è il giovane Alamiro, che viene graziato da Belisario, ma questi rifiuta la libertà e si offre di servire il condottiero (Quando di sangue tinto).
Frattanto, la moglie di Belisario, Antonina, è furibonda con il marito, perché lo ritiene colpevole di aver ucciso il figlio, Alessi appena nato (Oh desìo della vendetta). Aiutata da Eutropio, capo delle guardie imperiali, fa arrivare una lettera all'imperatore dove accusa Belisario di alto tradimento. Giustiniano fa convocare Belisario che viene accusato sia da Eutropio che dalla moglie. Belisario è condannato all'esilio e ad essere accecato (Per me suona già l'ora funesta).

Parte seconda: Esilio
Un coro di Veterani compiange Belisario, e Alamiro entra dicendo che Eutropio ha eseguito l'ordine di Giustiano e che ha accecato il condottiero. Irene entra, e decide di seguire il padre ovunque vada (Dunque andiam).

Parte terza: Morte
In una landa presso Bisanzio, errano Belisario e Irene. I due si nascondo in una spelonca all'arrivo dei soldati di Ottario (Diffondasi terribile grido di guerra), e vengono a sapere che Alamiro si è alleato con loro. Belisario esce allo scoperto, e accusa Alamiro di essere infedele alla Grecia. Alamiro replica che anche se orfano egli era di origine greca, abbandonato in Italia da un marinaio. A quelle parole Irene capisce: è lui il fratello Alessi, che non era stato ucciso ma abbandonato sulle spiagge italiane. Ricongiunto al figlio, Belisario organizza la difesa di Bisanzio (Figli, andiam).
A Bisanzio, Giustiniano ordina ai soldati di difendere la città. Entra Antonina, sconvolta dai rimorsi, e gli rivela le sue colpe e la falsa lettera, mentre l'imperatore si sdegna ad ogni parola (Da quel dì che l'innocente). Risuonano grida di vittoria: i Greci hanno trionfato sulle truppe di Ottario, ma entra Alamiro/Alessi che comunica che Belisario è stato ferito mortalmente. Belisario viene condotto morente al cospetto dell'imperatore (A te, Cesare): gli raccomanda i figli, e muore. Antonina, sconvolta, chiede perdono, ma tutti la maledicono (Aborrita dai mortali), e la donna sviene sul corpo del marito.


Carolina Ungher, la prima Antonina
(tratto da Wikipedia, versione integrata, ed integrato)

La parte di Antonina venne scritta per Carolina Unger (o Ungher) (Székesfehérvár, 28 ottobre 1803 – Firenze, 23 marzo 1877).

Immagine

Soprano drammatico ungherese iniziò da prima come contralto e mezzosoprano. Studiò a Milano con D. Ronconi e a Vienna con J. M. Vogl. Debuttò a Vienna nel 1821 nel ruolo di Dorabella. Fu la prima interprete nel ruolo di contralto della Missa Solemnis e nella Nona Sinfonia di Beethoven.

Sulla metà degli anni venti a Vienna figurava come seconda donna, sostenendo i ruolini di Berta nel Barbiere di Siviglia, Tisbe nella Cenerentila, ma in un futuro non lontano tutta Europa l’avrebbe acclamata prima come contralto, poi come soprano sfogato della cerchia donizettiana.(tratto da Giorgio Apollonia, Le voci di Rossini, edizioni EDA, 1992, po. 368).

Ingaggiata dal grande impresario Barbaia per l'Italia, prese parte come protagonista a numerose opere in prima esecuzione assoluta: Parisina d'Este, Belisario, Maria di Rudenz di Gaetano Donizetti, La straniera di Vincenzo Bellini e alcune opere di Saverio Mercadante e Giovanni Pacini.
Donizetti scrisse per lei delle parti volutamente tese e incentrate sulla tessitura centrale, data la sua capacità interpretativa.
Nel 1833 cantò al Théâtre des Italiens di Parigi.
Morì a Firenze nella villa "La concezione" nel 1877.

La Unger era in grado di generare pareri contrastanti, dato che la sua maniera interpretativa lasciava un po' spiazzati specie i compositori.
• Vincenzo Bellini in una lettera scrive: "Che cattiva notizia per me è quella che la "Ungher" (cognome volutamente adottato dalla cantante in omaggio al suo paese d'origine) farà il Pirata! Quella donna non può cantare il soprano affatto affatto!"
• Gioachino Rossini, sentitala a Parigi, disse: «la Unger possiede l'ardore del sud, l'energia del nord, polmoni di bronzo, voce d'argento e talento d'oro».
• Rossini così ne scrisse al tenore Ivanoff “se la diva Carolina Ungher è arrivata, vogliate ricordarmi alla di lei memoria; fatele la corte; essa la marita; ha gran talento ed è una eccellente creatura”

Dopo che Barbaja l’aveva fatta chiamare in Italia intorno al 1825, [la Ungher] era riuscita ad estendere il suo registro acuto; le sue note più alte erano forzate (“stilettate” le chiamò Bellini), ma disponeva di un notevole registro grave e di una non comune agilità nel medio acuto. Ciò che più apprezzò in lei Donizetti fu l’intensità drammatica. Chorley illumina questo aspetto della Ungher là dove la paragona a Giulia Grisi nel ruolo di Lucrezia Borgia. La Ungher era “meno splendidamente dotata di natura” ma di una “malvagità profonda e viperina, sottilmente velata nel momento in cui si relizzano i suoi disegni diabolici” mentre “la signora Grisi mostrava meno astuzia e più violenza”. (tratto da William Ashbrook, Donizetti – Le Opere, EDT Musica, 1987, p. 116)

A proposito di grandi primedonne, Belisario era stato rappresentato alla Scala con la Strepponi nella parte di Antonina (e Ronconi come Belisario) alla Scala proprio al tempo delle prove della prima di Nabucco in quel teatro.


Le registrazioni

Vi propongo l'ascolto del Belisario andato in scena nel 1969 alla Fenice con Leyla Gencer (Antonina), Nicola Zaccaria (Giustiniano) e Giuseppe Taddei (Belisario).



Ecco il cast completo:

Belisario - Giuseppe Taddei
Antonina - Leyla Gencer
Irene - Mirna Pecile
Alamiro - Umberto Grilli
Eutropio - Bruno Sebastian
Giustiniano - Nicola Zaccaria
Eudora - Rina Pallini
Eusebio - Giovanni Antonini
Ottario - Augusto Veronese
Centurion - Alberto Carusi

Conductor - Gianandrea Gavazzeni
Orchestra - Teatro La Fenice di Venezia
Chorus - Teatro La Fenice di Venezia

In alternativa, potete ascoltare anche la versione andata in scena nel 1981 al Teatro Colón di Buenos Aires con Rennato Bruson (Belisario) e Mara Zampieri (Antonina).



Ecco il cast completo:

Belisario - Renato Bruson
Antonina - Mara Zampieri
Irene - Stefania Toczyska
Alamiro - Vittorio Terranova
Eutropio - Dante Ranieri
Giustiniano - Nino Meneghetti
Eudora - Vera Portella
Eusebio - Jairo Vaz
Ottario - Hercilio Pinto
Centurion - Dorival Panzani

Conductor - Gian-Franco Masini
Orchestra - Teatro Colón - Buenos Aires
Chorus - Teatro Colón - Buenos Aires

Ascoltatela e poi ne riparliamo!!!
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda Enrico » mar 14 mag 2013, 0:20

SPARTITO DELL'OPERA
Qui potete trovare lo spartito dell'opera completa, per canto e pianoforte, leggibile online o scaricabile in diversi formati.
Nella versione online se l'immagine vi sembra troppo piccola vi consiglio di visualizzare una pagina per volta e non due pagine affiancate. Le parti vocali sono scritte utilizzando anche le vecchie chiavi di soprano, tenore, etc.

Ho ascoltato il primo atto della registrazione con la Gencer (l'audio è anche buono). Ho confrontato il finale dell'atto con quello della registrazione del 1981. La "stretta" conclusiva mi sembra caotica e rumorosa in entrambe le esecuzioni: colpa dei cantanti, dei direttori, di Donizetti? non saprei, l'ho ascoltato senza leggere lo spartito, seguendo il testo di Cammarano su un vecchio libretto Barion comprato qualche anno fa in un mercatino.

Plauso! voci di gioia!... Sin la tomba è a me negata
Mi sono ricordato che tra le prime registrazioni in studio della Caballè c'è anche la cavatina di Antonina, e, sicuro di sentire qualcosa di molto diverso dall'interpretazione della Gencer, l'ho riascoltata. L'esecuzione, come spesso succede con la Caballè, è integrale ma un po' "libera" nella lettura delle note, e, dopo aver ascoltato quella della Gencer, può sembrare un po' troppo placida, trattandosi di una donna che dovrebbe esprimere violento dolore e desiderio di vendetta.
Ho notato che nel recitativo, in quei punti nei quali è possibile eseguire le appoggiature, che Donizetti solitamente non scriveva (sapete che mi sto concentrando da un po' di tempo su questo particolare abbellimento del canto), la Caballè le fa nella versione "nota superiore con portamento". Il direttore è Cillario, le date indicate per la prima serie di regsitrazioni della Caballè sono genericamente 1966-1970: sarebbe interessante sapere se questa interpretazione è stata incisa prima di quella della Gencer o dopo.
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda pbagnoli » mar 14 mag 2013, 5:38

Ragazzi, siete geniali! Vi adoro!
Splendido lavoro, complimenti!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda Enrico » mar 14 mag 2013, 12:05

DottorMalatesta ha scritto:
Data di composizione: ottobre 1835-gennaio 1836.
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 4 febbraio 1836.
... la prima assoluta ebbe luogo al teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835

Dottore, c'è qualche contraddizione tra le date: hai qualche notizia in più?
Nello stesso sito che ho citato sopra si trovano, oltre allo spartito, due libretti: uno stampato a Torino nel 1837 (nel cast, al Regio, c'era Donzelli) e uno stampato a Crema per la stagione 1837-38.
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » mar 14 mag 2013, 12:25

Enrico ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:
Data di composizione: ottobre 1835-gennaio 1836.
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 4 febbraio 1836.
... la prima assoluta ebbe luogo al teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835

Dottore, c'è qualche contraddizione tra le date: hai qualche notizia in più?
Nello stesso sito che ho citato sopra si trovano, oltre allo spartito, due libretti: uno stampato a Torino nel 1837 (nel cast, al Regio, c'era Donzelli) e uno stampato a Crema per la stagione 1837-38.


Grazie Enrico, sono stato ambiguo: al teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835 é andata in scena Lucia, mentre il 4 febbraio 1836 a Venezia il Belisario.
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Ciao!
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda Enrico » mar 14 mag 2013, 22:57

OSSERVAZIONI SULLA TRAMA DELL'OPERA: REMINISCENZE E CONTAMINAZIONI.

Il libretto di Belisario mi sembra costruito seguendo schemi tipici non solo del teatro d'opera e di altri lavori di Cammarano, ma anche del teatro classico.
L'attesa dell'eroe che torna vincitore dalla guerra sembra introdurre una vicenda lieta e festosa: i senatori glorificano il nome di Belisario, la figlia Irene è tutta trepida e giuliva: ma quando appare Antonina sembra improvvisamente di ritrovarsi nella reggia di Agamennone che torna dalla conquista di Troia. Come Clitemnestra che con l'amante progetta l'uccisione di Agamennone, colpevole del sacrificio di Ifigenia, così Antonina, con la complicità del capo delle guardie (che chiede amore in cambio) progetta la rovina di Belisario, colpevole dell'abbandono del pargoletto figlio.
Le reminiscenze "micenee" si mescolano a quelle "tebane": Edipo doveva essere abbandonato perché secondo l'oracolo avrebbe ucciso il padre, ma un pastore pietoso lo accoglieva e lo salvava (beh, ricordatevi che nemmeno il guardacaccia della regina ha il coraggio di uccidere Biancaneve!). Ma la madre, anche nel nostro caso, crede morto il figlio Alessi/Alamiro, e da ciò è spinta alla vendetta.
Con procedimento tipico di Cammarano (fino al Trovatore, con le complicate vicende di Azucena, che deve attuare una doppia vendetta, della madre e del figlio) l'antefatto viene narrato da diversi punti di vista: prima da Antonina, poi da Belisario alla fine della prima parte, infine, nella terza parte, quando avviene il riconoscimento col padre e con la sorella, lo stesso Alessi rivela alcuni dettagli (non può mancare l'oggetto che serve da prova della sua identità, in questo caso il simbolo della croce. Ma padre e figlio si erano incontrati già prima, senza riconoscersi, e il padre aveva "adottato" il suo stesso figlio.
L'inganno che deve far credere Belisario traditore agli occhi di Giustiniano si realizza attraverso l'espediente della falsificazione delle lettere alla moglie (ricordate la povera Lucia di Lammermoor alla quale veniva data da leggere una lettera flasificata a dimostrazio del tradimento di Edgardo!).
L'arresto a sorpresa di Belisario, e la scena dell'interrogatorio, portano insieme sul palco tutti i personaggi nel finale primo, con la falsa testimonianza di Antonina, e le convulse e spezzate giustificazioni di Belisaro. Mi piacerebbe (ma non vi prometto nulla) approfondire il discorso sulla struttura del libretto (anche dal punto di vista della metrica) in relazione alla musica: ora mi limito a far notare che la stretta finale di questa Parte Prima è scritta in versi decasillabi (come l'analogo momento di Lucia di Lammermoor "Esci fuggi il furor che m'accende" (lì il maledetto è Edgardo, qui Belisario).

La Parte Seconda si apre col tipico racconto di ciò che accade fuori scena, col commento del coro: si narra l'accecamento di Belisario, e si annuncia che il generale condannato all'esilio sarò accompagnato nelle sue peregrinazioni dalla figlia: poi appare in scena il cieco miserando, e qui, anche se ci sono alcune differenze, pensiamo al cieco Edipo, e alla fedele assistenza fornitagli da Antigone.
Il duetto tra Belisario e Irene mi sembra anche anticipare, per certi aspetti, quello della Luisa Miller: "Andrem raminghi e poveri" (il cui libretto è anche di Cammarano).

La Parte Terza sembra ispirata alla vincenda di Edipo a Colono (è continuo anche il riferimento alla Grecia per indicare genericamente i luoghi in cui l'opera è ambientata): il vecchio cieco vive tra i boschi e le rupi, sempre condotto dall'amorosa figlia, si siede su un sasso, cerca di informarsi su ciò che accade intorno a lui: e arriva il figlio (ancora incognito)che osa condurre un esercito contro la patria, e pretende di farlo in nome dello stesso Belisario. Potremmo aspettarci una lite e una maledizione del guerriero che combatte contro la sua stessa patria, ma a questo punto si inserisce la scena del riconoscimento, e quando poi il redivivo Alessi tenta un po' affrettatamente, e forse senza troppa convinzione, di uccidersi, viene fermato dall'intervento di Ottario che sembra risolvere, almeno giuridicamente, la questione: i "barbari" combatteranno contro Giustiniano; il pretesto iniziale era quello di vendicare Belisario, ma Belisario rimane dalla parte dei "Greci".
Le scene conclusive ci presentano la confessione di Antonina pentita (che il figlio non era stato uccisso già lo sapeva, e l'aveva confidato a Irene!) che rivela di aver fatto falsificare le "cifre" di Belisario.
Le ultime vicende di Belisario (come quelle di Edipo) dovrebbero essere narrate da un personaggio con funzione di "messaggero", nel nostro caso Irene, il cui dettagliato racconto, presente nel libretto stampato, non è stato posto in musica da Donizetti: si tratta di circa venti versi che nel libretto risultano infatti "virgolati", e, come si scriveva nei vecchi libretti, il virgolato si ommette. Tuttavia la cabaletta finale per primadonna solista è rinviata grazie all'inserimento della morte in scena di Belisario con relativi cori di compianto: per concludere melodrammaticamente la didascalia ci dice che Antonina fugge dissennata, ma giunta innanzi al cadavere di Belisario si arresta ad un tratto, ed alzando uno strido precipita al suolo. Potremmo dire, usando un aggettivo riferito da Cammarano ad Azucena, che cade trambasciata: strano che non sia venuta al librettista l'idea di un bel rogo finale...
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » mar 14 mag 2013, 22:57

Cari amici,
Enrico mi ha fatto notare una cosa che avevo scoperto ascoltando l'opera tra ieri e oggi: la registrazione del Belisario con la Gencer è tronca! Nessuna operazione di cesoie del tagliator cortese Gavazzeni :mrgreen: , ma proprio un'interruzione nella registrazione che si interrompe alla fine del recitativo prima dell'aria "Da quel dì, che l'innocente" :cry: .
Nello scusarmi con voi (del resto, il bello dell'opera del mese è proprio quello di scoprire un'opera nuova), posto l'aria "Da quel dì, che l'innocente" e il finale da "Egli è spento" tratte non dall'esecuzione veneziana del 1969 (di cui non riesco a reperire l'aria), bensì dalla ripresa a Bergamo dell'anno successivo (1970) con la direzione di Adolfo Camozzo.





Fortunatamente invece la registrazione del 1981 con Bruson è assolutamente integrale (così vi beccate gli acuti fischiettanti della Zampieri :mrgreen: !)

Ma che mi dite di quest'opera? Ancora nessuno l'ha ascoltata?

Dai che non è male!!!

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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda Enrico » mar 14 mag 2013, 23:03

DottorMalatesta ha scritto:Ma che mi dite di quest'opera? Ancora nessuno l'ha ascoltata?

Io l'ho ascoltata tutta. Leggi sopra le mie "impressioni" sul libretto.
Qui c'è la cabalettona finale nella registrazione del 1969 diretta da Gavazzeni:
Enrico B.
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » mar 14 mag 2013, 23:05

Enrico ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:Ma che mi dite di quest'opera? Ancora nessuno l'ha ascoltata?

Io l'ho ascoltata tutta. Leggi sopra le mie "impressioni" sul libretto.

Non mi riferivo a te, o eccellentissimo!!!
;-)

P.S.: in effetti dovremmo riprenderlo il discorso su Cammarano librettista...
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda Enrico » mar 14 mag 2013, 23:18

DottorMalatesta ha scritto: P.S.: in effetti dovremmo riprenderlo il discorso su Cammarano librettista...

Hai ben ragione, da tre anni e mezzo quel thread giace in abbandono, e da tre anni e mezzo penso anche io che bisognerebbe riprenderlo...
Mettiamo qui il link per comodità di chi volesse rileggerlo: Romani e Cammarano
DottorMalatesta ha scritto:Nessuna operazione di cesoie del tagliator cortese Gavazzeni

Piano, piano! qualcosa il tagliatore ha tagliato anche in quest'opera: ma con moderazione (la ripresa della cabaletta di Alamiro all'inizio della Parte Seconda, per esempio; e diverse cadenze qua e là, molto accorciate o del tutto eliminate: anche i cantanti fanno un po' i loro comodi nell'adattare in alcuni punti le note alle proprie personali possibilità vocali: d'altra parte sono da considerare come moderni creatori dell'opera, non essendoci traccia registrata di interpretazioni precedenti.
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » mar 14 mag 2013, 23:48

Enrico ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:Nessuna operazione di cesoie del tagliator cortese Gavazzeni

Piano, piano! qualcosa il tagliatore ha tagliato anche in quest'opera: ma con moderazione (la ripresa della cabaletta di Alamiro all'inizio della Parte Seconda, per esempio; e diverse cadenze qua e là, molto accorciate o del tutto eliminate: anche i cantanti fanno un po' i loro comodi nell'adattare in alcuni punti le note alle proprie personali possibilità vocali: d'altra parte sono da considerare come moderni creatori dell'opera, non essendoci traccia registrata di interpretazioni precedenti.


Certo, mi riferivo all'interruzione della registrazione del 1969: che forse spiega perché non sia stata commercializzata (a differenza della registrazione dela ripresa bergamasca).
Per quanto riguarda il considerare gli esponenti di questo cast come "moderni creatori dell'opera" almeno nel caso della Gencer (davvero splendida per dizione, e per bruciante drammaticità, ad onta di una certa qual sofferenza nel saldare i vari registri) mi sembra che siamo davvero vicini a quello che poteva essere il canto della Ungher, non trovi? Tadddei invece mi sembra un po' senescente e precario nell'intonazione, ma fraseggio e dizione sono sempre quelli di un grandissimo artista!

Ma volevo proporre anch’io qualche considerazione sull'opera.
La prima riguarda… le prime battute della sinfonia.
Ascoltandole sono sobbalzato sulla sedia: accidenti! E’ solo un caso o ricordano moltissimo le note del “Felice pur anco, o Duca, vivrai” dal Rigoletto?
Come già ricordavo, Belisario veniva rappresentato alla Scala proprio in occasione delle prove del Nabucco, e lo stesso Verdi conosceva la cabaletta di Alamiro (“Trema, Bisanzio! Sterminatrice”) che cita in una lettera inviata a Somma da Parigi (19 novembre 1853): “Vi sovviene dell’aria del Belisario? Trema Bisanzio!?. Donizetti non ha avuto nessuno scrupolo di attaccare sterminatrice a Bisanzio facendo così un controsenso orribile; ma il ritmo musicale lo esigeva assolutamente."
Il “controsenso” cui si riferisce Verdi è dovuto al fatto che l’agggettivo, che intuitivamente pare riferita a Bisanzio, in realtà è riferito al sostantivo “guerra” del verso immediatamente successivo.
Ora, al di là delle interessanti considerazioni di Verdi, vorrei sottolineare alcuni aspetti per me interessanti.
Verdi dimostrava di conoscere Belisario molto bene, tanto da citare a memoria (11 anni dopo averla ascoltata :shock: , verosimilmente per la prima ed unica volta :shock: ) l’incipit della cabaletta del tenore.
Sempre Ashbrook ricorda come la cabaletta sopracitata "Trema, Bisanzio" sia stata paragonata a "Di quella pira" a causa dell'impetuoso ritmo di bolero. Ora, considerando che Il Trovatore è del 1853 (così come la lettera a Somma), non è possibile ipotizzare che, componendo la cabaletta di Manrico, nella mente di Verdi (almeno a livello subconscio) risuonasse il ritmo della gemella cabaletta del Belisario? By the way, chi è il librettista de Il trovatore? Cammarano! Ancora lui!!! :shock: Tra l'altro, Enrico mi correggerà, ma entrambe le cabalette sono redatte in decasillabi (o sono quinari doppi? Chiedo lumi! :idea: )...
Inoltre Belisario, proprio come Rigoletto, è opera andata in scena alla Fenice di Venezia. E’ possibile ipotizzare che in “Felice pur anco, o Duca, vivrai” di Rigoletto Verdi abbia voluto rivolgere un omaggio velato al maestro Donizetti?
Inoltre, altro punto di vicinanza tra due opere apparentemente così distanti: consideriamo il duetto tra Belisario e Irene al secondo atto. A proposito di questo brano Ashbrook scrive “Si è qui di fronte ad un prototipo del duetto padre-figlia, che verdi farà specificamente suo, e Donizetti anticipa nettamente per l’intensa tenerezza che contraddistinguerà i duetti verdiani” (W. Ashbrook, op. cit., pp. 151-152). Ora, a parte il duetto della Luisa Miller (peraltro, a mio parere vi è un'affinità se non altro di "atmosfera" tra il duetto del Belisario e l' "andrem raminghi e poveri"), qual è la prima opera verdiana in cui si ha il primo, vero, grande duetto tra padre e figlia? Rigoletto!
Se tutto quanto ho speculato fosse almeno verosimile, ne risulterebbe un Verdi prontissimo nel recepire l'humus musicale donizettiano (non solo come generica "atmosfera musicale", ritmo o strumentazione), al punto da spingersi alla citazione vera e propria...

Che mi dite?
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda Enrico » mer 15 mag 2013, 0:27

DottorMalatesta ha scritto:
mi riferivo all'interruzione della registrazione del 1969: che forse spiega perché non sia stata commercializzata (a differenza della registrazione dela ripresa bergamasca).

È incompleta su youtube, ma esiste tutta intera.
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » mer 15 mag 2013, 0:30

Enrico ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:
mi riferivo all'interruzione della registrazione del 1969: che forse spiega perché non sia stata commercializzata (a differenza della registrazione dela ripresa bergamasca).

È incompleta su youtube, ma esiste tutta intera.


Come, del 1969 c'è anche l'aria "Da quel dì"? Non sono riuscito a trovarla...

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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda Enrico » mer 15 mag 2013, 1:21

DottorMalatesta ha scritto: Come, del 1969 c'è anche l'aria "Da quel dì"? Non sono riuscito a trovarla...

Esiste ma su youtube non c'è.

DottorMalatesta ha scritto: entrambe le cabalette sono redatte in decasillabi (o sono quinari doppi? Chiedo lumi!

Quinari doppi: piani (5 sillabe: su te la guerra; di quella pira; corro a salvarti; sdruccioli (6 sillabe: trema Bisanzio; ed ogni lagrima; empi spegnetela); tronchi (4 sillabe: discenderà; ti costerà; la spegnerò; corro a morir). L'accento è fisso sulla quarta sillaba.

Trema Bisanzio! - sterminatrice.................... Di quella pira - l'orrendo foco
su te la guerra - discenderà......................... tutte le fibre - m'arse avvampò
Ed ogni lagrima - dell'infelice........................ Empi spegnetela - o ch'io fra poco
Un rio di sangue - ti costerà.........................Col sangue vostro - la spegnerò

Il decasillabo "regolare" nelle opere è quello di tipo "manzoniano", con accenti fissi su terza, sesta e nona sillaba:
soffermàti sull'àrida spònda | cortigiàni vil ràzza dannàta | èsci fuggi il furòr che m'accende |m'ha involàta la pàce del còr
Enrico B.
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » mer 15 mag 2013, 12:42

Interessantissimo il sodalizio tra Donizetti e Cammarano. All´epoca i librettisti venivano per lo piú scelti dal teatro che aveva commissionato un´opera. Cammarano era il librettista „titolare“ del Teatro San Carlo a Napoli (mentre, ricordiamolo, Gaetano Rossi e Francesco Maria Piave lavoravano a Venezia, Ferretti a Roma, e Romani a Milano).
A partire da Lucia, Donizetti pretese la collaborazione con Cammarano anche in teatri diversi dal San Carlo (Belisario, Venezia 1836; Pia de´ Tolomei, Venezia 1837; Maria di Rudenz, Venezia 1837).

Ciao!
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P.S.: professore, se ho ben capito "Va pensiero sull´ale dorate" é dunque un decasillabo (di stampo manzoniano)?
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