A proposito di bicentenario wagneriano, varrebbe la pena che ci sforzassimo di indicare alcune edizioni solo discografiche (per ora; poi ci occuperemo dei video) dei capolavori del Canone wagneriano che, a nostro gusto, meglio incarnano le caratteristiche di "ideale". So che questo generalmente non è (quasi) mai possibile, e tutte le volte che ci abbiamo provato la discussione è andata in vacca, ma sentirei il bisogno di farlo proprio adesso.
Indicherei quindi le opere in sequenza. Ognuno aggiunga le proprie edizioni preferite e, possibilmente, un "perché". Per il Ring metterei solo le edizioni integrali ma, se vogliamo, possiamo separare le opere in modo che ognuno possa assemblare un Ring pescando il Rheingold da una parte e il Gotterdammerung da un'altra.
Se si vuole, non è strettamente necessario indicare preferenze per tutte le opere; ma vorrei che indicaste solo un'edizione per opera, così è veramente più difficile...
Mi piacerebbe che la scelta fosse in "stile Operadisc": non i contenitori - e cioè le voci grosse così, le belle note e il rispetto pedissequo dei segni di espressione - ma i contenuti.
Inizio io; ovviamente senza aspettarmi che i miei due soci mi seguano, tanto sono impegnati in altre cose più importanti...
Olandese: qui sono abbastanza sereno nell'indicare Bohm/DGG a Bayreuth, con Thomas Stewart e Gwyneth Jones. Perché? Semplice: è molto più spedita e narrativa di quella di Klemperer; e i due protagonisti sono forti e caratterizzati anche se lei stona mica male. C'è anche una ragione affettiva: è stato il mio primo Olandese, ed ero veramente giovane
Tannhauser: anche qui scelgo un'edizione di Bayreuth, e cioè quella di Sawallisch. Delle due Elisabeth, scelgo la Silja solo perché mi fa sentire il furore represso del suo personaggio che, invece, non percepisco con la pur bravissima De Los Angeles
Lohengrin: qui entriamo in terreno minato, se consideriamo che su Operadisc c'è la bellissima e completissima discografia di Luca Di Girolamo. Diciamo che probabilmente scelgo Kubelik per l'ispiratissima direzione e, ancora una volta, per Dame Gwyneth Jones, indiavolata e irresistibile Ortrud. Resto del cast così così, ma questa è un'edizione che mi comunica forse più di ogni altra il senso di quest'opera
Ring: torno ancora a Bayreuth nel 1953 e mi porto nell'isola deserta il ciclo di Keilberth: è bellissimo. E' sostanzialmente lo stesso di Clemens Krauss, ma con la mia Modl al posto della (grandissima) Varnay, e lo faccio praticamente solo per lei che adoro. Ma la scelta è davvero difficilissima e, probabilmente, cercherei di portarmi dietro anche Karaja, Solti e Horst Stein del 1971...
Tristan und Isolde: ancora una scelta difficilissima. Alla fine il campo si restringe al primo Karajan e a Carlos Kleiber, in una qualunque delle sue registrazioni (o quella in studio, o il live di Bayreuth con Ligendza e Brilioth). Ancora una volta, scelgo la Modl, qui con il grandissimo Vinay: una coppia incredibile, anzi un terzetto se ci mettiamo anche il contributo fondamentale di Karajan. Nessuno è mai stato come loro tre insieme
Meistersinger: qui la scelta è improba. Come ben sanno i frequentatori di questo sito, i Meistersinger sono la mia opera wagneriana preferita, al punto che credo di averne pressoché tutte le edizioni discografiche. Pur rispettando a amando profondamente interpreti grandissimi come Schoeffler, la mia preferenza per Hans Sachs va a Hans Hotter che, come sappiamo, non ne è stato l'interprete ideale. Sto quindi ancora a Bayreuth, questa volta nel 1956, e mi affido a Cluytens e al suo gran bel cast (oltre a Hotter, Windgassen e Gré Brouwenstjin)
Parsifal: scelgo Karajan in studio. E' un'edizione probabilmente perfettibile (tanto per cominciare con la protagonista, anche se la Vejzovic non è così brutta come la si dipinge), ma i Berliner suonano meravigliosamente e Van Dam, con Karajan, è la personificazione integrale di Amfortas
Qualche considerazione:
c'è un po' di passatismo nelle mie scelte. Lo so, lo vedo, però è un passatismo incidentale e non premeditato. Credo che la storia dell'interpretazione wagneriana sia cambiata negli Anni Cinquanta con interpreti che vocalmente non sembravano nati per queste parti (lo abbiamo visto nelle prime due puntate di "Cose di Wagner") ma che vennero guidati da personalità soverchianti come i due nipoti dell'Autore e direttori di enorme carisma
la maggior parte delle mie scelte si concentra a Bayreuth. Anche in questo caso, non c'è premeditazione ma - mi rendo conto - una sensazione di inevitabilità. La Storia dell'interpretazione di questi titoli è nata lì, e da lì si è diffusa in tutto il mondo
mancano scelte di interpretazioni di prima della Seconda Guerra. Idem come sopra: la Storia ha superato quegli interpreti, con qualche rara eccezione come Frida Leider o Martha Fuchs. Ma la Flagstad appare oggi più che mai totalmente improponibile; Melchior, poi, suona oggi francamente ridicolo in tutto ciò che non ne mette alla frusta il robusto fiato
Rimango in attesa delle vostre opzioni.
Provateci: non sarà affatto facile scegliere un'interpretazione e basta.
Solo una cortesia: non chiedetemi notizie di Matteo Marazzi o di Maugham