da Triboulet » sab 16 feb 2013, 4:30
Michelangeli è pianista misuratissimo, e cerca sempre di ricondurre il tutto ad una struttura coerente. Non a caso era il pianista preferito del Celi (e l'amore era reciproco) col quale condivideva le idee di ciclicità del discorso musicale secondo delle curve di tensione (o robe simili). Per certi versi è affascinante nel suo rigore, ma qualcosa inevitabilmente si perde. Gieseking è un classico sì, purtroppo penalizzato anche dalla presa del suono storica (in Debussy il suono è metà della goduria).
Io suggerirei Paul Jacobs e Jean-Efflam Bavouzet, come letture più o meno recenti. Il primo è stato specialista nel repertorio del '900, il suo suono è particolare anche perchè, se non erro, suona un Bosendorfer (spero si scriva così) e non uno Stenway, il che vuol dire suono caldo, ricco di armonici, e più "risonante". Lui poi è stato interprete eccezionale (purtroppo scomparso prematuramente). Per una lettura più sottile e rapsodica la recente integrale di Bavouzet soddisfa un palato più "colorista" (ed ha la qualità sonora migliore di tutte, ovviamente).
Per una lettura asciutta, misurata, ma non in senso "michelangiolesco", ma più verso un novecentismo quasi jazzista c'è Gulda (io con lui però sono sempre di parte). Da menzionare il maestro Ciccolini, grande specialista del repertorio francese, che propone un'integrale di tutto rispetto dal suono romantico ed evocativo, forse il più vocalistico di tutti.
Se si vuole un Debussy meno etereo e più avventuroso, nel senso di contrasti ma anche di "pesantezza" del martello, ci sono Beroff e Egorov (non so se ancora reperibili online o nei negozi), entrambi a loro modo originali e di livello molto alto. Ce ne saranno poi mille altre, ma non le conosco.
Arrau lo eviterei, francamente. E' stato un grandissimo pianista, ma aveva il vizio delle integrali, e spesso suonava musica che con il suo tocco non c'entrava nulla. Ciò non toglie che abbia sempre momenti emozionanti, ma è la "falsa" emozione dei grandissimi interpreti che riescono a dire qualcosa anche in territori a loro meno congeniali. Zimmerman non l'ho sentito in Debussy, ma sono certo farà la sua solita lettura super-correttissima da primo della classe, ma fondamentalmente poco coinvolgente (poi c'è a chi piace). A questo punto, su quel versante, meglio Michelangeli.