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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Triboulet » mer 19 dic 2012, 3:21

Beh fare i complimenti a Mat ormai è quasi pleonastico! la sua preparazione così come la sua arguzia semplicemente ha pochi eguali - per non dire che non ne ha (almeno tra le penne che io conosco) e i suoi approfondimenti sono DAVVERO approfondimenti... come non unirmi alle lodi? mi piacerebbe anche commentare, ma non saprei cosa dire, e tutto un po' fuori dalla mia portata di amatore occasionale del disco...

non vorrei essere indiscreto o egocentrico, ma tra i due giganti Marazzi e Bagnoli la mia modesta recensione del Macbeth è passata un po' nell'ombra... :oops: mi interesserebbe qualche vostro parere su quell'incisione che sicuramente molti di voi conosceranno... un omaggio indiretto a Fischer-Dieskau che ci ha abbandonato di recente.

PS: un desiderio personale... perchè in home non si parla di più di opera del 900? mi piacerebbe tanto dare un contributo in tal senso, ma non mi sento sufficientemente preparato (ho ascoltato troppo poche incisioni diverse per poter fare paragoni e farmi delle idee precise), eppure è un mondo che mi affascina molto e nel quale mi piacerebbe avere più riferimenti. Ieri ascoltavo il Barbablù e pensavo "cavoli, abbiamo un sacco di recensioni su Puccini e Verdi e Wagner e nessuna di Bartok o Busoni o Schnittke!"... chissà qualche esperto mi voglia fare questo regalo...
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda DottorMalatesta » mer 19 dic 2012, 10:49

Caro Triboulet (e cari operadischini)
alle lodi private ;-) aggiungo quelle pubbliche! : Thumbup :
Anche perché DFD é uno die miei idoli e lo hai trattato particolarmente… bene!!! : Thumbup : : Chessygrin :
By the way, recentemente mi sono ascoltato il Macbeth di Sinopoli (artificiale fin che si vuole, prodotto da frigorifero fin che si vuole, peró a mio avviso di una profonditá analitica senza paragoni tra le molte incisioni che conosco). Sarei curioso di avere anche un tuo/vostro parere in merito.
In particolare, mi é capitato di leggere che Verdi avesse pensato a Varesi per questo ruolo perchè essenzialmente basato sulla declamazione. In effetti Macbeth é una parte in cui il senso dela parola scenica é, se possibile, ancora piú marcato che in altre opere verdiane. Per cui essenziale é avere un cantante con ottima dizione e grande senso della parola (e in questo DFD é grandioso!) (senza per questo farne una caricatura da orco come sta facendo Dobber a Verona in questi giorni). Inoltre mi sembra che Macbeth, piú di altre figure baritonali (Rigoletto, Posa…), ma anche Lady siano ruoli che intrinsecamente richiedano un senso del colore, un colorismo vocale necessario per rendere al massimo il groviglio psicologico della vicenda. E in questo senso la pessima vocalista Suliotis e la pessima vocalista Zampieri (con Sinopoli) vengono riscattate dall´uso coloristico della voce. : Thumbup :
A proposito di Macbeth (ma anche in generale) mi domando se, a proposito della classificazione proposta da Matteo, il colorismo (inteso come tecnica vocale) non debba essere considerato una sottocategoria, un ulteriore sfumatura dello stile declamato e vocalista.
Che dite?
Ciao,
Malatesta
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Enrico » mer 19 dic 2012, 11:42

Anche io ho letto e apprezzato la recensione del Macbeth, e anche per me quella con DFD è una delle migliori edizioni.
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » mer 19 dic 2012, 16:57

Triboulet ha scritto: non vorrei essere indiscreto o egocentrico, ma tra i due giganti Marazzi e Bagnoli la mia modesta recensione del Macbeth è passata un po' nell'ombra...

E' vero, càpita purtroppo. In questo caso sei stato "schiacciato" dalla prima della Scala e dal ponderoso saggio di Matteo.
A tua consolazione, sappi che il nostro sito viene regolarmente compulsato da appassionati e ricercatori che ne sfruttano appieno il database.
Nel blog, gli argomenti passano di cottura dopo qualche giorno.
Nel nostro sito, grazie al database sono sempre attuali.
E poi, hai visto il rilievo che hai avuto con il lavoro sul Requiem di Mozart! A proposito, è ancora da concludere!...

Triboulet ha scritto:PS: un desiderio personale... perchè in home non si parla di più di opera del 900?

Credo sia casuale.
L'ultima recensione discografica di Matteo (è vero: risale a anni fa) è di un'incisione de "Il prigioniero" di Luigi Dallapiccola
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Triboulet » mer 19 dic 2012, 18:23

Pietro non fraintendermi, non vorrei sembrasse che mi stia lagnando per mancati apprezzamenti, mi ritengo fortunato solo ad avere uno spazio su un sito di riferimento come il tuo, figurarsi... semplicemente auspicavo che il mio scritto diventasse argomento di dibattito, o comunque di qualche considerazione da parte di qualcuno nel forum, tutto quì. Probabilmente è colpa anche delle cose che ho scritto, che non sono affatto nuove per questi lidi, quindi magari se n'è parlato allo sfinimento. Di complimenti ne ho ricevuti tanti in altre occasioni, calorosi e sinceri, forse oltre le mie aspettative e i miei effettivi meriti... e ringrazio sentitamente :wink:

Per quel che concerne il discorso '900 il mio era più che altro un auspicio. Come spero che, ad esempio, compaiano più recensioni di titoli minori di autori maggiori...ma capisco pure che il grosso del lavoro in home ormai lo fai tu, e immagino non sia facile.
Sto preparando un'ultima puntata del Requiem che, in realtà, sarà un excursus rapido su una serie di incisioni (non necessariamente le più belle/importanti, semmai quelle che conosco/preferisco), un excursus in cui - lo anticipo - non parlerò mai nè di bravura del coro o dei solisti nè di altri dati tecnici che ho in generale già sviscerato, questo diciamo per scelta, quindi non aspettatevi la solita recensione; sto cercando in poche righe di condensare l'essenza delle diverse visioni di vari direttori in modo da avere una panoramica orientativa, penso sia a questo punto del viaggio l'aspetto più interessante.
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda MatMarazzi » dom 23 dic 2012, 12:27

Anche io ho trovato interessantissima la recensione del Macbeth!
Fra l'altro una bella sintesi dei dibattiti del nostro forum.
Solo che purtroppo il mio dicembre è stato sfiancante (e non è ancora finito...).
Anche la rivalutazione della Souliotis è molto interessante (anche se io continuo a pensare a lei come a un talento sprecato: la Loreley scaligera dimostra che in altri repertori avrebbe potuto trovare una maggiore realizzazione artistica).
Aspettiamo con impazienza il finale del Requiem! :)
Un salutone,
Mat
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Luca » dom 23 dic 2012, 13:57

MatMarazzi ha scritto:Anche io ho trovato interessantissima la recensione del Macbeth!
Fra l'altro una bella sintesi dei dibattiti del nostro forum.
Solo che purtroppo il mio dicembre è stato sfiancante (e non è ancora finito...).
Anche la rivalutazione della Souliotis è molto interessante (anche se io continuo a pensare a lei come a un talento sprecato: la Loreley scaligera dimostra che in altri repertori avrebbe potuto trovare una maggiore realizzazione artistica).
Aspettiamo con impazienza il finale del Requiem! :)
Un salutone,
Mat


Senz'altro una personalità - quella della Souliotis - che AVREBBE potuto dare, vocalmente parlando, molto se si pensa che ha affrontato Minnie, Tosca, Leonora de La Forza oltre che Loreley. La DECCA, ci informa Giudici nel suo librone, interruppe un ciclo di 10 incisioni che si sarebbero concluse addirittura con Turandot! In effetti molto si è parlato di questa artista sfortunata, ma anche abbacinata da quanto madre natura le aveva dato.
Peccato davvero. E' da riascoltare anche il suo Nabucco diretto da Gavazzeni con Guelfi, Ghiaurov e G. Raimondi, fa anche meglioo dell'incisione in studio perché più vivida!

Saluti domenicali pre-natalizi.
Luca.
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Ebestignani » ven 28 dic 2012, 1:54

La recensione di Triboulet mi e' piaciuta molto, e sono andata a scovare i vinili di quell'edizione ( Che sensazione di
felicita' nel riscovare e nel risentire dopo tanto tempo)
Triboulet rimette il dito nella piaga mai chiusa del baritono in Verdi,su cui ci siamo allegramente e compitamente
scannati qualche mese fa. Oggi,a risentire il Macbeth di DFD, devo dire che capisco di meno i suoi detrattori. C'e' un
solo punto in cui il baritono tedesco mi sembra in difficolta', ed e' la grande scena ed aria finale in cui,oltre all'analisi
di un personaggio piagato di fronte alla sconfitta e al fallimento,si puo' avvertire l'esigenza di una vocalita' diversa.
Ossia,almeno secondo me,la fatica improba con cui vengono affrontati certi passaggi scabrosi e' forse il prezzo che si
paga per un certo tipo di canto,che rende benissimo invece quasi tutto il resto di Macbeth.
Poi Triboulet da' voce a una tipica querelle attuale, mettendo implicitamente a confronto il "colorista" Hampson, come
derivato principe di DFD, e Ettore Bastianini,il cui mito effettivamente e' ancora molto à la page,basta andare a vedere
in qualunque sito che tratti di opera. Oddio,Hampson ha affrontato solo occasionalmente questo ruolo, mentre Bastianini
non l'ha fatto mai. Il paragone e' comunque usatissimo,e forse e' meno tirato per i capelli di quanto possa sembrare.
E' possibile confrontarli in quello che entrambi hanno inciso: Don Carlo,Traviata,Ballo,Trovatore. Ma il punto e': ferme
restando le rispettive "skills" ( Hampson e' indubbiamente un interprete intelligente e moderno, mentre per trovare una
voce bella come quella di Bastianini bisogna alzarsi molto presto al mattino,in tutta la storia della vocalita') si tratta
davvero di due baritoni meritevoli di un combattimento cosi' accanito?
Secondo me,no. Se lo mettiamo vicino a DFD, di cui e' l'epigono ormai acclarato, Hampson mostra tutte le pecche di
una fonazione e di una tecnica precaria. E dico di piu': questo nella liederistica e' ancora piu' avvertibile,ad onta della
perfetta pronuncia tedesca di cui TH fa sfoggio. Anzi, se la vogliamo dire tutta,nei lieder DFD lo sotterra. E mi pare
di poter dire che e' epigono soprattutto per quel che riguarda i difetti di DFD, tendenza alla gigioneria compresa.
Ricordo un Francesco dei Masnadieri assolutamente rivelatore di questo. Insomma,io lo chiamo il Romolo Augustolo della
corda baritonale per dire proprio che con lui c'e' un punto di non ritorno. Sempre pronta a cospargermi il capo di cenere,
ça va sans dire,se sentiro' qualcosa di diverso in futuro.
Mentre per Bastianini e' difficile non pensare a quella che e' stata la grande vocalita' baritonale del primo trentennio
del secolo.Da Battistini a Basiola senior, per intenderci, passando per Stracciari,Galeffi,Danise,De Luca,Amato. Tutte
le volte che li sento,e lascio volutamente fuori Titta Ruffo che secondo me,essendo un fenomeno,e' poco inquadrabile,
mi viene da pensare che quella e' civilta' vocale superiore. Sentiti Danise e Basiola l'altro giorno. Provaci anche tu,
Triboulet, quando hai dieci minuti,e dimmi se certi paragoni diventano davvero impietosi o no. La voce di Bastianini
era privilegiata,quella di Basiola era in confronto un po' "qualunque".Ma se poi li metti vicino.....
Peccato che ai loro tempi il Macbeth fosse totalmente sconosciuto. Lo e' stato del resto ancora per molto,prima che
come tante altre volte Maria Callas "passait par la'"
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Triboulet » ven 28 dic 2012, 9:48

Donna Ebe le ho toccato un nervo scoperto eh?! :D scherzi a parte, non voleva esserci nessun paragone tra Hampson e Bastianini e Dieskau... anzi ho precisato anche che non mi interessava farlo. Il discorso era più che altro, come più volte è stato sviscerato nel forum, constatare che, dopo la rivoluzione Dieskau, ci si è dovuti confrontare con una nuova scuola del canto verdiano, che ha fatto proseliti e ha avuto epigoni più o meno validi a seconda dei giudizi personali, ma li ha avuti! è questo quello che importa... la "scuola Bastianini" ha perpetuato la sua sopravvivenza in ogni caso, coi vari Cappuccilli, Nucci e co (anche qui possiamo discuterne di volta in volta il livello qualitativo raggiunto). I nomi che ho tirato fuori all'inizio erano quindi assolutamente pretestuosi, solo atti ad esprimere questo concetto. Quanto alla scarsa efficacia del nostro nella scena finale beh... tra le righe lo constato anch'io, quando dico che Macbeth "canta sul serio" solo alla fine. Va da sè che un baritono "parlante" si dimostra efficace fino al punto in cui non è costretto a "cantare sul serio" (mi si concedano queste semplificazioni linguistiche). Il suo Rigoletto centra meno il segno a mio avviso ANCHE (ma non solo) per questo motivo. Sulle linee lunghe il canto "all'italiana" rimane certamente il più adatto, anche se quello colorista rivela dei dettagli assolutamente inediti. McNeil in quel caso mi pare il compromesso ideale, e infatti il suo Rigoletto è forse il più equilibrato di tutta la discografia. Il merito del Macbeth di Dieskau quindi non è solo quello di confermare la rivoluzione rivelata nel suo Rigoletto (che, vado a memoria, mi pare precedente), ma pure quello di aver illuminato molti dei passaggi di quell'opera così "strana" per un baritono italiano e che apparivano quasi insignificanti. Arrivati al finale porteremo un po' di pazienza, del resto quando ascoltiamo il Macbeth di Cappuccilli portiamo pazienza attendendo il finale, il che mi sembra uno sforzo davvero maggiore : Chessygrin :
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Ebestignani » sab 29 dic 2012, 2:37

Non e' proprio un nervo scoperto,Triboulet. E' una questione che mi appassiona e contemporaneamente mi sconcerta. Tu
non sai quante volte mi sono detta "ma forse sei te che proprio non capisci",ma poi alla prova del nove ( e pensa che due volte sono volata in Svizzera proprio per cercare di capire di persona) qualcosa mi si rivolta dentro. Insomma ho fatto come il famoso ciabattino di Ferrara immortalato da Mat. Con un minimo di valutazione estetica,se vogliamo: insomma
i baritoni parlanti non li reggo. Proprio come invece,al contrario,succede per dFD,la cui portata rivoluzionaria mi e'
sempre sembrata evidente, anche se non mi levo dalla mente che in piena epoca dei jet il nostro se ne stava bene
fermo in Germania.
Per quanto riguarda i baritoni degli anni 30,non so che dire,se non che li considero come qualcosa di sovrumano,e non
solo in Italia: Schlusnus infatti era piu' o meno della stessa pasta.
Sul Rigoletto di Macneil ( che e' stato inciso nella prima versione un paio d'anni pima di quella di DFD) mi trovo
assolutamente d'accordo.
Mat,a proposito, parlava altrove della rivalutazione fatta del Macbeth di Sinopoli. E non vedo perche' dovrebbe entrarci
la plastica,a parte la prestazione opinabilissima del soprano. Quello che Mat si guarda bene dal dire e' che in quella
edizione,ci piaccia o no, c'e' un grande baritono. Ma proprio grande: nessuno e' d'accordo con me? A questo sito sono
disposta a perdonare tutto ( ultimamente anche le laudationes della Herlitzius,che personalmente trovo rabbrividente)
ma non la sufficienza con cui si parla di Bruson,visto sempre come un grand-seigneur anticaglia. Quando poi sento
qualcun altro ( Skhovus? keenlyside?) ancora di piu'.
Ciao
MC
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda DottorMalatesta » sab 29 dic 2012, 13:25

Ebestignani ha scritto:Mat,a proposito, parlava altrove della rivalutazione fatta del Macbeth di Sinopoli. E non vedo perche' dovrebbe entrarci
la plastica,a parte la prestazione opinabilissima del soprano. Quello che Mat si guarda bene dal dire e' che in quella
edizione,ci piaccia o no, c'e' un grande baritono. Ma proprio grande: nessuno e' d'accordo con me? A questo sito sono
disposta a perdonare tutto ( ultimamente anche le laudationes della Herlitzius,che personalmente trovo rabbrividente)
ma non la sufficienza con cui si parla di Bruson,visto sempre come un grand-seigneur anticaglia.


Caea Ebe,
non dirlo a me che considero il Macbeth di Sinopoli un'edizione di riferimento (e Bruson grandissimo, concordo in pieno!).
Un caro saluto,
Malatesta
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Rodrigo » sab 29 dic 2012, 15:24

I miei complimenti a Trib per l'accurata recensione. Giusta anche la riflessione sul ruolo di svolta di Fisher Dieskau nella storia della corda baritonale verdiana. Poi come di tutti gli eventi veramente storici si possono dare giudizi contrastanti, ma mi pare che amici e detrattori concordino sulla svolta da lui impressa a questi personaggi.
Detto questo sono vari giorni che rimugino su un aspetto della recensione che non mi sembra così convincente: la contrapposizione tra il ruolo di Macbeth e quello di Rigoletto. Più "parlante" il ruolo del re scozzese, più "cantato" quello del buffone mantovano. Sarà, ma a me non pare che i conti tornino: in altre parole radicalizzare una polarizzazione di questo tipo rischia di essere fuorviante. Esattamente come contrapporre Amina a Norma.
Anzitutto, come si sa, i due ruoli furono scritti per il medesimo Felice Varesi cui si deve anche la creazione di Germont padre. Dunque il materiale vocale, la personalità artistica cui Verdi fa riferimento per entrambe le partiture è il medesimo. A meno di non voler pensare che dal Macbeth prima versione a Rigoletto Varesi avesse... cambiato metodo di canto. E a quanto si sa Varesi, pur dotato di voce pastosa non era un fine dicitore, ma un interprete più incisivo che elegante.
Veniamo poi alle due caratterizzazioni. Io tutto questo vocalismo in Rigoletto non lo vedo. Anzi, paradossalmente, se si guarda al momento solistico, è molto più tradizionale e vocalistica la pur splendida "Pietà, rispetto, amore" con il suo carattere strofico, anziché l'asimmetrico arioso-monologo "Pari siamo" (oltretutto dotato di un accompagnamento che non butta via una frase e con delle battute in pizzicato incredibili). Nè più tradizionale mi sembra la vocalità dell'ingresso di Rigoletto "In testa che avete signor di Ceprano" con quel che segue. Ho l'impressione che - stringi,stringi - i momenti veramente vocalistici di Rigoletto sono quelli in cui duetta con Gilda. Non a caso l'ingresso del buffone del II atto inizia con grande libertà formale nell'alternare l'invettiva alla commiserazione, per poi instradarsi sui binari più consueti del cantabile-cabaletta durante il colloquio con la figlia.
Semmai molto più vocalistico dei due personaggi Varesi è il conte di Luna, questo si ruolo araldico, che richiede un bagaglio non da poco e la capacità di legare e smorzare a quote siderali.
Saluti e buon 2013
Rodrigo
 
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Tucidide » sab 29 dic 2012, 15:49

Rodrigo ha scritto:i momenti veramente vocalistici di Rigoletto sono quelli in cui duetta con Gilda. Non a caso l'ingresso del buffone del II atto inizia con grande libertà formale nell'alternare l'invettiva alla commiserazione, per poi instradarsi sui binari più consueti del cantabile-cabaletta durante il colloquio con la figlia.

Saranno pochi i momenti vocalistici, ma quelli che ci sono, sono fra i più vocalistici che Verdi abbia scritto per baritono: il duetto con Gilda nel primo atto è altissimo, richiede emissione sfumata, appoggiature ad alta quota, al punto che i baritoni "corti", quand'anche provetti vocalisti come Bruson, tendono ad impiccarsi, e ad uscirne bene sono soprattutto i baritoni acutissimi e tenoreggianti, specialmente quelli d'anteguerra e, dal '50 in poi, Warren, MacNeil e Milnes.
Insomma, a me RIgoletto pare comunque molto vocalistico, proprio come Macbeth, Germont e Luna, e in generale tutti i baritoni del primo Verdi (il quale, comunque, amerà scrivere le parti baritonali sempre molto acute e vocalistiche, vedi Jago : Sig : ).
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda pbagnoli » sab 29 dic 2012, 16:07

Ebestignani ha scritto:Quello che Mat si guarda bene dal dire e' che in quella
edizione,ci piaccia o no, c'e' un grande baritono. Ma proprio grande: nessuno e' d'accordo con me? A questo sito sono
disposta a perdonare tutto ( ultimamente anche le laudationes della Herlitzius,che personalmente trovo rabbrividente)
ma non la sufficienza con cui si parla di Bruson,visto sempre come un grand-seigneur anticaglia. Quando poi sento
qualcun altro ( Skhovus? keenlyside?) ancora di piu'.
Ciao
MC

Cara MC,
io sono uno di quelli che ama il Macbeth di Sinopoli proprio per Bruson, e non per la Zampieri che mi sembra ai limiti del decoro.
Ho avuto il piacere di vedere e sentire diverse volte il Bruson dei tempi d'oro, oltre che quello degli ultimissimi anni (l'ultima volta fu un eccellente Jago in un atroce Otello agli Arcimboldi, quello di Lantsov che voleva scappare sul Sì pel ciel marmoreo e che proprio Bruson trattenne in palcoscenico con autorità...).
La voce da grand-seigneur era proprio erede di una grandissima tradizione, ma senza le insopportabili stucchevolezze e gigionate di quel tipo di cantanti: penso soprattutto all'insopportabile Mattia Battistini. Analogamente a quella categoria di cantanti, che privilegiava la bellezza dell'emissione vocale, a mio gusto gli mancava l'approfondimento dei personaggi. Rigoletto, Renato, Jago, Conte di Luna, lo stesso Macbeth suonavano al mio orecchio tutti uguali, stereotipati, discretamente noiosi.
Certo, se mi parli del Rigoletto di Gagnidze, allora meglio Bruson tutta la vita; ma le mie esigenze per questi ruoli vanno decisamente in altre direzioni.
Ho preferito mille volte il ben più prosaico e non molto fantasioso Giorgio Zancanaro - anch'egli visto dal vivo mille volte - oppure, ça va sans dire, Sherrill Milnes, quest'ultimo purtroppo mai visto dal vivo. E ciò per tralasciare autentici mostri del canto baritonale come Schlusnus o Metternich.
Infine, non posso fare a meno di notare i tuoi reiterati affondi contro quelli che tu ritieni cantar male: Hampson, Keenlyside, Skhovus; ma se vuoi ci aggiungiamo anche Mattei, Gunn, Kwecien e altri ancora.
Siamo sempre lì, MC: dobbiamo prendere atto che è cambiata l'impostazione, il modo di cantare; esattamente - e scusa se mi ripeto - com'è cambiato il modo di dipingere, o di comporre musica, o di scrivere in versi.
Liberissima di leggere solo il Gran Padre Dante e di considerare Montale o Marinetti dei poveri cialtroni (tanto per usare il termine con cui ci ha gratificati la nuora della vera Ebe Stignani); ma questo non farà tornare indietro l'orologio della Storia.
E questo vale anche per la Herlitzius, che non scocca come Marjorie Lawrence, né come l'orrida urlatrice Grob-Prandl, né come altre antiche icone. E' una declamatrice vera, fatta e finita.
E' stata la più importante Brunnhilde degli ultimi vent'anni.
Anzi, te la faccio più breve: l'unica.

Un abbraccio
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Messaggioda DottorMalatesta » sab 29 dic 2012, 17:58

Verdi a proposito di Varesi in Macbeth scrisse: “propenso alla stonatura, ma questo non importa, perchè quasi tutta la parte sarà declamata e in questo egli è molto bravo”.

Ciao,
DM
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