Ebestignani ha scritto:Quello che Mat si guarda bene dal dire e' che in quella
edizione,ci piaccia o no, c'e' un grande baritono. Ma proprio grande: nessuno e' d'accordo con me? A questo sito sono
disposta a perdonare tutto ( ultimamente anche le laudationes della Herlitzius,che personalmente trovo rabbrividente)
ma non la sufficienza con cui si parla di Bruson,visto sempre come un grand-seigneur anticaglia. Quando poi sento
qualcun altro ( Skhovus? keenlyside?) ancora di piu'.
Ciao
MC
Cara MC,
io sono uno di quelli che ama il Macbeth di Sinopoli proprio per Bruson, e non per la Zampieri che mi sembra ai limiti del decoro.
Ho avuto il piacere di vedere e sentire diverse volte il Bruson dei tempi d'oro, oltre che quello degli ultimissimi anni (l'ultima volta fu un eccellente Jago in un atroce Otello agli Arcimboldi, quello di Lantsov che voleva scappare sul
Sì pel ciel marmoreo e che proprio Bruson trattenne in palcoscenico con autorità...).
La voce da
grand-seigneur era proprio erede di una grandissima tradizione, ma senza le insopportabili stucchevolezze e gigionate di quel tipo di cantanti: penso soprattutto all'insopportabile Mattia Battistini. Analogamente a quella categoria di cantanti, che privilegiava la bellezza dell'emissione vocale, a mio gusto gli mancava l'approfondimento dei personaggi. Rigoletto, Renato, Jago, Conte di Luna, lo stesso Macbeth suonavano al mio orecchio tutti uguali, stereotipati, discretamente noiosi.
Certo, se mi parli del Rigoletto di Gagnidze, allora meglio Bruson tutta la vita; ma le mie esigenze per questi ruoli vanno decisamente in altre direzioni.
Ho preferito mille volte il ben più prosaico e non molto fantasioso Giorgio Zancanaro - anch'egli visto dal vivo mille volte - oppure, ça va sans dire, Sherrill Milnes, quest'ultimo purtroppo mai visto dal vivo. E ciò per tralasciare autentici mostri del canto baritonale come Schlusnus o Metternich.
Infine, non posso fare a meno di notare i tuoi reiterati affondi contro quelli che tu ritieni cantar male: Hampson, Keenlyside, Skhovus; ma se vuoi ci aggiungiamo anche Mattei, Gunn, Kwecien e altri ancora.
Siamo sempre lì, MC: dobbiamo prendere atto che è cambiata l'impostazione, il modo di cantare; esattamente - e scusa se mi ripeto - com'è cambiato il modo di dipingere, o di comporre musica, o di scrivere in versi.
Liberissima di leggere solo il Gran Padre Dante e di considerare Montale o Marinetti dei poveri cialtroni (tanto per usare il termine con cui ci ha gratificati la nuora della vera Ebe Stignani); ma questo non farà tornare indietro l'orologio della Storia.
E questo vale anche per la Herlitzius, che non scocca come Marjorie Lawrence, né come l'orrida urlatrice Grob-Prandl, né come altre antiche icone. E' una declamatrice vera, fatta e finita.
E' stata la più importante Brunnhilde degli ultimi vent'anni.
Anzi, te la faccio più breve: l'unica.
Un abbraccio