Venendo sullo specifico,
beckmesser ha scritto:andrei più piano a sostenere che le prime edizioni delle opere della maturità siano infallibili o anche solo sicure. Tanto per stare al Ring, è notorio che le prime edizioni delle partiture (pubblicate da Schott, mi sembra, fra il ’73 ed il ’78, quindi a cavallo dell’avventura “bayreuthiana”) sono piene di errori. Non si tratta ovviamente di problemi legati alla struttura dell’opera, ma in termini di testo (ossia dinamiche, durata delle note, indicazioni sceniche, ecc.) di problemi ce n’erano parecchi. Non ho mai controllato in prima persona, ma spesso viene indicato un colossale errore nel ritmo di un’apparizione del tema di Notung nel primo atto della Walküre.
Quindi, se ho ben capito, le migliaia di rappresentazioni wagneriane al mondo (dovrei dire decine di migliaia) fra gli anni '870 e praticamente un secolo dopo, si sono fondate su testi pieni di errori?
E addirittura
(che all’epoca, incredibilmente, erano le uniche disponibili ed erano, in epoca pre-fotocopia, difficilissime da trovare).
Fammi capire: Wagner è stato per un secolo il compositore più eseguito di tutti (venendo dopo solo a Verdi e a Puccini) e non di meno le sue partiture erano difficilissime da trovare?
E su cosa si fondavano i teatri dell'intero mondo (esclusi quelli che usavano le partiture italiane?).
Del resto, per quanto quelle partiture avessero ufficialmente l’imprimatur di Wagner, è assurdo pensare che lui possa avere controllato in dettaglio tutte le diverse migliaia di pagine e milioni di note.
E' davvero così assurdo?
Non stiamo parlando, Beck, di un Donizetti che ti sforna sei opere in un anno e in contesti alquanto instabili...
Stiamo parlando di un compositore che prima di mettere la parola "fine" su una partitura ci stava sopra per anche vent'anni...
E che soprattutto aveva una concezione del proprio lavoro molto, ma molto diversa rispetto a qualsiasi altro compositore d'opera.
Non mi sembra così assurdo pensare che, in queste condizioni, le partiture che egli dava alle stampe non fossero, come hai scritto tu, "piene di errori".
La cosa mi incuriosisce parecchio e vorrei capire, al lato pratico, quali sarebbero questi errori.
Hai modo, tu che sei un'autorità in materia, di verificare e di informarci?
Oltretutto (ma su questo non ho mai avuto modo di approfondire, per cui potrei dire una sciocchezza) non mi sembra che la macchina-Bayreuth abbia mai avuto a che fare con la stampa delle edizioni Schott, dato che a Bayreuth lavoravano con parti manoscritte redatte dalla famosa “cancelleria del Nibelungo”. Le edizioni Schott erano quindi preparate a parte ed inviate a Wagner per il controllo delle bozze.
Anche su questo, Beck, mi piacerebbe che andassi un po' a fondo.
Francamente, considerato che la signora Wagner non era una pazza invasata, ma una donna molto sensata e maniacalmente rigorosa (e che a Bayreuth ci rimase mezzo secolo), mi pare strano che tollerasse che nel resto del mondo, persino nei teatri tedeschi a lei vicini, si allestissero opere di Wagner fondate su edizioni "piene di errori"...
Possibile che non lo sapesse?
Anche ammesso che sulla collina usassero i manoscritti (che si suppone giusti... o anche quelli erano "pieni di errori"?), possibile che nessuno sapesse che le edizioni ufficiali, circolanti in migliaia di teatri e per molti anni fonte di sussistenza della famiglia Wagner, fossero praticamente un colabrodo?
Possibile che nessuno a Bayreuth (neanche i direttori che come Toscanini e Furtwaengler dirigevano Wagner ben al di fuori della collina) si sia accorto delle discrepanze fra i "manoscritti della cancelleria" e le edizioni a stampa utilizzate altrove?
E se lo sapevano, ti pare logico... credibile che nessuno abbia mai espresso rimostranze presso gli editori?
Capiscimi: non sto mettendo in dubbio le informazioni che ci dai! Solo che portano a conclusioni che mi sembrano talmente strane, da farmi venir voglia di approfondire, col tuo aiuto, la questione.
L’edizione critica mi sembra quindi abbia avuto un ruolo realmente importante.
Ti credo fermamente. W l'edizione critica Wagneriana!
Ma, riassumendo, vorrei cercare di capire come fosse possibile che
1) un Wagner - dopo essere stato sette-otto anni su una composizione - potesse lasciarsi scappare una marea di errori nella copia da passare agli editori
2) che questi errori (che magari lui non aveva commesso e così pure la sua "cancelleria" ma che, in sede di stampa, sono intervenuti) abbiano potuto mantenersi per decenni - senza che nessuno intervenisse - nelle uniche edizioni fornite da testo per migliaia di rappresentazioni nel mondo
3) che nessuno a Bayreuth se ne sia accorto o, accorgendosene, abbia preteso dagli editori le giuste correzioni
4) che (in riferimento a quanto asserito da Culshlaw) opere che rappresentavano un buon decino del repertorio del mondo intero fossero così difficili da reperire...
Conto su di te per chiarire ogni dubbio!
Ancora un grazie e affettuosi saluti,
Mat