mattioli ha scritto:Vedi, secondo me il problema da risolvere per i Contes è soprattutto stilistico
Tecnico, amico mio, tecnico!
Non stilistico...
Sono totalmente d'accordo con te, su ciò a cui aspiri.
Ci vogliono artisti che passino con naturalezza dal parlato al cantato
Esattamente: una tecnica di canto diversa, da antichi chansonniers, tecnicamente dissimile da quella richiesta ai contemporanei divi dell'Opéra. Una tecnica che anticipò quel fenomeno che nel resto del mondo arrivò a metà del '900: ossia il colorismo, l'apertura, ecc....
Senza questa tecnica i Contes diventano una marmellata; i giochi fono-simbolici una stupidata; e la noia si taglia a fette.
Kraus...

Ma insomma....
Io mi inchino di fronte a Kraus, è uno dei monumenti del canto operistico, ma - come il Mattiolo ha detto - era la negazione di Hoffmann. Mai tanto tremendo, in tutti i casi, come Dame Joan nei tre spettri femminili: un monolite vittoriano che confonde l'ansia di vita (e paura della morte) della Ville Lumière con le freddurine di Miss Marple. Un colore solo... Tre personaggi fatti di "uh".
La Dessay ha lasciato passare il tempo per questi personaggi. Sarebbe stata tecnicamente (oltre che interpretativamente) definitiva.
Al meno così la penso io.
E a proposito di lei, risponderei a Freniano.
Mi viene in mente, anche se non c'entra molto, una lunga intervista audio a Chris Merritt, piena di amarezza e in cui affermava che, sostanzialmente, il suo riciclarsi in parti come Moses, Loge, Herodes sia stato solo un ripiego rispetto alla sua vera carriera di un tempo, quella di belcantista. Opionione sua, non mia, neh: però interessante e, soprattutto, umanamente toccante.
Tutto giusto, ma vogliamo mettere davvero al paragone un Merritt e una Dessay?
Che cos'aveva Merritt di sensazionale nei pochi (cinque o sei) anni in cui ha conservato il pieno possesso dei suoi mezzi?
Forse una grande personalità? Forse una elettrizzante presenza? Forse uno scavo nella psicologia o nella drammaturgia? Forse una musicalità rivelatrice?
No... siamo onesti. Abbiamo amato Merritt ...per qualche nota, qualche suono eccezionale, che avremmo sempre voluto sentire e che lui ci ha donato.
Tutto qui.
Non certo un "pensiero" come quello della Dessay! Non certo una "personalità" come quella della Dessay!
Per lui sì che i personaggi "del dopo" sono stati un ripiego!
Perché in lui (perse quelle note eccezionali) non restava altro.
E infatti (diciamocelo) il suo Loge è stato un dei più noiosi; il suo Shujskij senza intuito e senza grandezza; il suo Herode (che mi è toccato tre volte dal vivo) caciarone e un po' scemo.
Gli unici personaggi novecenteschi in cui davvero fu brillante sono stati Aaron e il Mefistofele di Busoni, non a caso i più sopracuti e virtuosistici della sua seconda carriera, nei quali a colpire (ancora una volta) era soprattutto il suono.
Io capisco quello che vuoi dire: che la Dessay è entrata in un corto circuito psicologico (lo stesso della Callas) per cui non potendo più fare quel che faceva prima, sembra voler non fare più niente. Be' io spero, continuo a sperare che, a differenza della Callas, qualcuno la convinca che la sua grandezza non si può comprimere o annullare, nemmeno se le sono rimaste una manciata di note in tutto: sarà grande in quelle!
Io almeno la vedo così.
Salutoni,
Mat