Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham
DottorMalatesta ha scritto:Tu a proposito di EG scrivi
"E' solo quando arriva al giudizio che l'edificio vacilla e passa una sensazione - che Celletti non dava - di una qual certa fumosità arbitraria, di una mancanza di riferimenti stabili, o - come dice Ric - di "capricciosità" che molte volte può irritare il lettore."
Lo accusi di una mancanza di riferimenti stabili, di capricciositá, quando forse EG si limita a esprimere giudizi valutando la presenza o l´assenza di resa teatrale, cioé di interpretazione, non di mera esecuzione. E qui sta la netta superioritá di EG rispetto a Celletti. EG asistematico? Forse, ma... perché non vedere in questo un pregio anziché un limite? Se uno se ne stesse sempre rocciosamente ancorato alle proprie idee, giudizi, pregiudizi...
Poi, vivaddio, OD é un forum al plurale, una molteplicitá di voci e punti di vista (il che rappresenta un indubbio punto a suo favore!!).
DottorMalatesta ha scritto:Scusa Mat, ma secondo me le premesse teoriche in EG ci sono, eccome (anche se magari riduttive): se un interprete avvince dal punto di vista narrativo-drammaturgico (e questo, come sostiene lui, con un´operazione di contestualizzazione storica) allora il giudizio che ne consegue sará positivo. Insomma, va dato atto a EG di aver impostato la sua impostazione critica sul dato eminentemente teatrale dello spettacolo operistico. Poco, mi dirai tu, molto, dico io (specie paragonato ad un Isotta!!!!). Che poi in fatto di profondità di analisi spesso sfiguri davanti alle disamine di un Mat o di un Maugham (solo per citare alcuni degli amici di OD) questo è un altro paio di maniche!!!
Malatesta
DottorMalatesta ha scritto:(e la mia assenza non si fará notare, considerando che dico... banalitá!!!)
P.S.: comunque sulle premessi di EG e sulla sua presunta coerenza o incoerenza non sono d´accordo!!!!!
non penso che Riccardo, né alcuno di noi, dicendo "più musicologi fra i critici" intendesse un qualsivoglia riconoscimento accademico.
Dio ne scampi!
Fra l'altro chi ha una minima idea di come sono distribuiti gli incarichi all'università (e di conseguenza... con quale livello di preparazione escono i giovani musicologi) ambisce a tutto fuorché a vederli anche su giornali, siti e riviste!
Oltretutto, come Ric ha osservato, i musicologi, sul fronte della storia interpretativa, sono ancora fermi all'ABC.
Non dico Celletti e Giudici, ma persino un normale appassionato d'opera e frequentatore di teatri possiede in questo campo nozioni molto più ferrate delle loro (e i generosi sforzi di Beghelli & C, ahimé, lo attestano).
DottorMalatesta ha scritto:Caro Mat, ti chiedo scusa se ti ho offeso (non intendevo minimamente farlo!!).
Non sei tenuto a dedicarmi il tuo tempo prezioso, né ti chiedo di farlo!
Matteo, è chiaro così? O vuoi che te lo traduca in geroglifici
DottorMalatesta ha scritto:Nel recensire la seconda Tosca in studio della Callas (diretta da Pretre), EG arriva a dire che il do della lama è, tutto sommato, niente male. Ora, hai presente il do della lama della Callas in questa incisione???!!! E´ un urlo belluino!!!! Chiunque dotato di orecchio e attento alle sole ragioni vocali lo riconoscerebbe (e Celletti, non ricordo bene come recensí, ma immagino che probabilmente non fu tenero con la prestazione della Maria). Eppure dal punto di vista dell´urgenza del dramma, della situazione che vive Tosca nel rivivere quell´attimo anche quel grido straziato e sgraziato diventa espressivo, quindi vocalmente pessimo, teatralmente appropriato. Era del resto la grandezza della Callas, trasformare una voce spaccata in grande interpretazione. La recensione della Brunhilde della Behrens, o delle ultime interpretazioni della G. Jones seguono questa linea: d´accordo, dice Giudici, la voce è ridotta a brandelli, ma che personalitá!!!!
Tucidide ha scritto:E' proprio la contestualizzazione che io trovo carente in Giudici, insomma. Alla fine è pur sempre un appassionato che argomenta, nemmeno troppo bene, i suoi gusti. Se deve stroncare, eccolo a fare il Celletti: Villazon: canto sconnesso acuti nasali voce divisa in 3 6 8 45 67 (tombola!) tronconi linea acciottolata gutturalità eccetera.
Se invece deve incensare, eccolo a dipingere una sorta di cantante aureo, ideale, policleteo: voce magnificamente appoggiata in virtù di un eccellente controllo del fiato, che si apre in acuti di raggiante nitore e mantiene un colore morbidamente ambrato al centro e in basso, esaltando il magnifico colore naturale. Non sono bravo come Giudici nell'aggettivazione e nella costruzione dei periodi (ho notato, negli anni, che ama molto le relative con il pronome oggetto: "voce compatta che un eccellente controllo del fiato rende omogenea in tutta la tessitura"), ma il concetto è quello. E questo, si badi bene, vale per Bergonzi come per Corelli, per Kaufmann come per la Freni o la Bartoli! Tutti uguali! Tutti con eccellente appoggio proiezione sostegno controllo omogeneità abs esp e airbag di serie.
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