mattioli ha scritto:X tutti: come spiegate che i critici di cui si discute (badate, non dico in bene o in male, dico semplicemente che se ne parla), o almeno i due di cui si discute di più, cioè Celletti e Giudici (aggiungerei Sguerzi per far piacere a Matteo, ma credo che lo abbiamo letto in pochi), NON fossero dei musicologi con cattedra all'università e NON fossero critici di quotidiani (oddio, EG sì, ma da poco tempo, quando era già ampiamente diventato EG)? Interessante, no?
Saluti dall'Andalusia. Ola!
AM
Coro Mattioli andaluso (olè),
non penso che Riccardo, né alcuno di noi, dicendo "più musicologi fra i critici" intendesse un qualsivoglia riconoscimento accademico.
Dio ne scampi!
Fra l'altro chi ha una minima idea di come sono distribuiti gli incarichi all'università (e di conseguenza... con quale livello di preparazione escono i giovani musicologi) ambisce a tutto fuorché a vederli anche su giornali, siti e riviste!
Oltretutto, come Ric ha osservato, i musicologi, sul fronte della storia interpretativa, sono ancora fermi all'ABC.
Non dico Celletti e Giudici, ma persino un normale appassionato d'opera e frequentatore di teatri possiede in questo campo nozioni molto più ferrate delle loro (e i generosi sforzi di Beghelli & C, ahimé, lo attestano).
Il discorso di Ric (e, se ho ben capito, di Tucidide) era più interessante.
Non è tanto l'investitura musicologica a mancare a un Giudici, quanto un approccio metodologico al giudizio più rigoroso.
La forza di Celletti, la ragione del suo grande successo, stava proprio nel metodo che ha proposto, che non solo egli ha sempre applicato con coerenza matematica per tutta la carriera, ma che è piaciuto moltissimo, perché era semplice da capire e da applicare, come un manualetto di aritmetica delle scuole medie.
Una marea di gente, nel giro di "poche lezioni", si è sentita "critico musicale" e "vociologo" grazie a Celletti, grazie alla semplicità del suo metodo.
Poi, è chiaro, era un metodo coi piedi d'argilla, perché - per rigorose che fossero le sue applicazioni deduttive - si fondava su postulati di un'ingenuità e di un'assurdità clamorose, facilissimi da buttare all'aria.
In questo forum abbiamo regolarmente demolito (storicamente e logicamente) tutti i presupposti teorici di Celletti.
E tuttavia il suo era un metodo.
Deduttivamente parlando, era un metodo, nel senso che, se si prendono per buoni i teoremi di partenza (che buoni non sono) tutto il resto ne deriva in modo rigoroso e comprensibile.
Giudici al contrario non è mai stato in grado di formulare un metodo alternativo (questo intendeva Ric quando parlava del criterio di analisi di Celletti, grezzo sì, "ma talvolta meno nocivo del nulla").
Anzi, nei confronti di Celletti, Giudici (tentando di prendere le distanza) ha commesso, secondo me, l'errore più grave.
Ha contestato i giudizi ("ma come si fa a non capire quanto è brava la Welitsch?"), senza però metterne in discussione i postulati metodologici sbagliati, di cui quei giudizi erano invece la logicissima conseguenza ("la tecnica di canto è una! La grammatica non si discute! ecc...").
Semmai "scientifico" Giudici lo è sempre stato (e in questo sta, secondo me, il suo straordinario contributo) nella collazione dei dati, nella raccolta delle testimonianze, nella cura (preziosissima) con cui espone i fatti.
I suoi testi sono riferimenti per l'appassionato grazie all'importante messe di dati raccolti, suddivisi e proposti con cristallina chiarezza.
E' solo quando arriva al giudizio che l'edificio vacilla e passa una sensazione - che Celletti non dava - di una qual certa fumosità arbitraria, di una mancanza di riferimenti stabili, o - come dice Ric - di "capricciosità" che molte volte può irritare il lettore.
La ragione per cui, immodestamente, Operadisc incontra il favore di tanti appassionati, non è tanto - come ebbe a dire Freniano, un po' di tempo fa - per la "profondità" delle analisi, quanto - credo - per l'efficacia del metodo che abbiamo proposto, che non è meno rigoroso di quello di Celletti nelle deduzioni, ma fondato su postulati più solidi.
Sbaglio?
Salutoni,
Mat