Ebestignani ha scritto:
E chi di queste note e' l'illustre estensore?
Non e' Rodolfo Celletti redivivo.
Non Osborne,e nemmeno Shawe-Taylor.
Nemmeno Stinchelli. Men che meno D.Donzelli,la Brandt e compagnia bella.
Invece e' proprio il nostro caro dottor Pietro Bagnoli. COn cui,dicevo,mi trovo totalmente in sintonia.
Cara zietta,
contrariamente a altri siti da te citati, qui non ragioniamo MAI per partito preso.
Come avrai visto, ci piace usare occhi, orecchie e, ovviamente, cervello.
Non che in altri siti non usino il cervello: anche costaggiù ce ne sono, ovviamente, e con un paio di essi sono in sporadico e amichevole contatto. Ci si sbeffeggia e ci si manda vicendevolmente a quel paese, nella serena e reciproca convinzione che tutti abbiamo un altro mestiere e che questo, fondamentalmente, per la maggior parte di noi è un hobby.
Ma anche nei miei hobbies io sono molto serio e attento ed è questo che non vorrei venisse preso per voltare la gabbana.
Quando dico che JK è uno dei più importanti Artisti di tutti i tempi, non lo dico tanto per dire ma perché ne sono convinto: l'ho visto e l'ho sentito diverse volte, dal vivo, in disco, in dvd e in blu ray.
E' nuovo quello che dice?
Non del tutto: io per esempio ritengo che molte delle cose che dice le abbia già dette - in parte, e con altra musicalità - Jon Vickers. Che però, rispetto a lui, era più falsetteggiante. E stonava di più, anche se se ne fregava.
Oggi come oggi, JK - che non è mai stato un tenore per tutte le stagioni (lo sostenne per primo il nostro Divino Maugham) - non è più nemmeno un ragazzino. Fa fatica. Chiunque se ne accorgerebbe. Segnalarlo non è una genialata: è semplicemente avere orecchie.
Poi lo so: i blog come quello che tu citi e in cui anch'io ho un paio di simpatici amici, uno dei quali scrive sporadicamente qui, pensano che se trovi un cantante buono gli devi far fare tutti i ruoli della sua corda per tutta la vita.
A noi no, pensa!...
A noi piace contestualizzare.
Riflettere.
Accorgerci che il tempo passa per tutti e, quindi, cambiano le caratteristiche del tuo organo vocale.
E' stato così per tutti: considera la già citata Gencer, o - se preferisci un esempio a noi più vicino - la Scotto.
Pensi di imbarazzarmi per le cose che dico? Ti sbagli:
mie faccio queste accuse, e le rinnovo!IO sono onesto se dico che il suo Werther, il suo José, il suo Mario, il suo Siegmund, il suo Lohengrin hanno quella levatura storica che ALTRI gli negano aprioristicamente.
Ma altrettanto onestamente ti dico: è ora che passi ad altri ruoli.
Per esempio, come proponeva correttamente Matteo, Parsifal, per il quale per me, per il mio personalissimo gusto, sarebbe comunque un po' troppo scuro. Ma andrebbe comunque benissimo!
Un altro esempio classico, che devo sempre a Matteo, è quello di Gosta Winbergh.
Tenore che noi italiani conoscemmo negli Anni Ottanta grazie alle sue registrazioni mozartiane e a un Nemorino inciso per l'etichetta gialla con Gabriele Ferro. Da quelle registrazioni chiunque ricava l'idea di... cosa dici? Una tecnica sbagliata?
Già. E' vero.
Peccato che lo stesso tenore, impiegato in Walther von Stolzing e Lohengrin, si dimostri probabilmente il più importante - e sotto-impiegato - tenore wagneriano di quel periodo.
Allora non è questione di una tecnica sbagliata: è semplicemente quello che diceva Maugham, e cioè che non ci sono cantanti buoni per qualunque uso.
E qui, se permetti, sta tutta Operadisc.
Questa è quella che io mi permetto di definire "onestà intellettuale": anche se non parlare sempre bene dei tuoi beniamini ti dispiace...
La Storia non è mettere sul grammofono i 78 giri e dire "Quanto erano bravi cento anni fa!".
La Storia è capire l'evoluzione, l'applicazione delle varie tecniche ai repertori, l'influenza dell'epoca, la selezione del gusto e gradimento del pubblico: a tal proposito, vatti a leggere appena la convalescenza della Vedova Nera te lo consente (
) tutto quello che Matteo ha scritto sui conflitti Nourrit/Duprez, e su come l'emissione "aperta" abbia cambiato la nostra esperienza di appassionati!
Questa è Operadisc, zietta!
Scusa l'immodestia
Capitolo Gigli: anche qui caschi male, con me.
Nel senso che - con grande perplessità del mio sodale MM - io ho tutte le sue incisioni in studio.
Alcune sono molto belle per la purezza della linea di canto, come per esempio la giustamente da te ricordata "Dai campi, dai prati".
Generalmente del tenore di Recanati non sopporto la ruffianaggine, il tono perennemente larmoyant, la totale mancanza di capacità di entrare nel testo, di dare significato a quello che dice al di là della lacrimuccia da telefoni bianchi.
Mi dirai che tal dei tempi era il costume, ma è una tiritera che non sopporto più perché non tutti cantavano come lui, né in Italia né - tanto meno - all'estero: sentiti un qualunque brano del suo contemporaneo Marcel Wittrisch, uno che aveva un dominio tecnico in nulla inferiore a quello tanto celebrato di Beniamino Gigli, e scoprirai un abisso. Ed erano gli stessi anni!
Detto questo, Boito non è Bizet anche se cominciano entrambi con la B (come Bagnoli, guarda un po'!...) e l'universo del Mefistofele non è quello di Carmen.
E il fatto che oggi abbiamo JK a ridare significato a quelle frasi di José che, ai tempi, venivano coperte di ridicolo da Gigli e dai suoi sciropposi singhiozzi effeminati, è la più lampante dimostrazione dell'utilità del tempo che passa.
Non vorrei mai sentire un Duca di Mantova di JK; ma, se devo dire, mi tengo molto alla larga anche dai brani di Gigli, indipendentemente dal fatto che la sua tecnica sia più adeguata alla bisogna.
E comunque, anche se con meno acuti, il JK di oggi mi interessa molto di più del Gigli di allora. Anche contestualizzato.
Possa arrivarti un abbraccio affettuoso dal tuo dottore!
PS Mi onora che tu abbia letto tutte le mie cose!