Carlos Kleiber

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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda Riccardo » dom 29 lug 2012, 23:01

pbagnoli ha scritto:a me sarebbe piaciuto da matti sentire un suo Meistersinger; o addirittura un suo Ring.
DottorMalatesta ha scritto:Uno dei miei sogni proibiti ( e ahimè impossibili) è un intero Ring diretto da lui (ma mi acconterei anche della sola Walkure!).


Non so i Meistersinger, ma ho la sensazione che il Ring fosse piuttosto estraneo a Kleiber. Uno dalla teatralità impaziente come lui, difficilmente avrebbe potuto cimentarsi con qualcosa di così mastodontico e dilatato.

Casualmente proprio oggi dopo aver ordinato il "Corresponding with Carlos" leggo la segnalazione di Malatesta! Spero che la qualità dei contenuti giustifichi il prezzo di acquisto...

Molto interessante e ricco di testimonianze anche il film "Traces to Nowhere".
Qualcuno ha visto invece "I'm lost to the world"?
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen.
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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda Triboulet » sab 11 ago 2012, 11:29

Uh quante discussioni!! perdonerete le mie solite latitanze spero...
Kleiber e il discorso del repertorio: trovo una certa logica nelle scelte artistiche di Carlos, assolutamente in sintonia col suo carattere (e, mi vien da dire, forse in distonia con quello del celebre padre). Sorriso oceanico e silente catastrofe interiore. Sì, il titanismo non era certo fatto per lui, lo dimostrano le oculatissime scelte fatte nel repertorio sinfonico mitteleuropeo (Beethoven: 4 e 7 su tutte, leggere e danzanti, ma niente 3 e 9; Brahms: l'intricata 2 e la introspettiva 4, di contro alle assertive 1 e 3 che mai propose; Mozart: Linz e credo la 33, niente Praga e niente Jupiter, Schubert: Incompiuta e 3, niente "La Grande"). E pure nel repertorio operistico italiano c'è una certa coerenza: Boheme, Traviata (entrambe con la Cotrubas, non un caso) e poi Otello, opere di amore intenso e devastante (dove l'amore è veramente al centro non solo della vicenda ma dell'evoluzione psicologica) e di "crollo interiore", ognuna a suo modo. Non a caso Riccardo ricordava pure le esperienze giovanili di Butterfly e Rigoletto. Penso che, ad esempio, Kleiber non sarebbe stato interessato a dirigere un'Aida o una Turandot, opere che certo stavano meglio sulla bacchetta (e nella personalità) di un Karajan, interessato più a rendere la tridimensionalità della scena che quella dei singoli personaggi. E' facile quindi immaginare i motivi per i quali SI al Franco Cacciatore e NO all'Oberon, SI al Tristano e NO al Ring.
Quanto al repertorio striminzito, penso che se avesse scavato di più avrebbe potuto nobilitare molte altre pagine, ma cosa altro avrebbe realisticamente potuto inserire nel suo percorso?

PS: vorrei citare tra le incisioni da avere pure il concerto per pianoforte di Dvorak con Richter...
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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda MatMarazzi » mer 15 ago 2012, 22:28

Triboulet ha scritto:Penso che, ad esempio, Kleiber non sarebbe stato interessato a dirigere un'Aida o una Turandot, opere che certo stavano meglio sulla bacchetta (e nella personalità) di un Karajan, interessato più a rendere la tridimensionalità della scena che quella dei singoli personaggi. E' facile quindi immaginare i motivi per i quali SI al Franco Cacciatore e NO all'Oberon, SI al Tristano e NO al Ring.


Secondo questo principio (che pure è condivisibile) perché è andato a dirigere Carmen?
E non si può certo dire che l'ha fatta in modo decadente... anzi, a tratti è più rutilante di quella di Karajan (ahimé, fu Zeffirelli a firmare il bazar viennese).
Non sto dicendo che la tua analisi non è corretta! Per me lo è: semmai è Carmen che non c'entrava molto con lui.
Il tempo che le ha dedicato poteva essere meglio speso in altri titoli, più adatti a descrivere il tramonto del Romanticismo.

Senti che energia si percepisce dal suo Falstaff!



Salutoni,
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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda Triboulet » gio 16 ago 2012, 0:53

Io non ci vedo tutta questa grande contraddizione Mat. Sorriso oceanico e catastrofe interiore. Io penso che Carmen fosse per lui un titolo molto interessante... sì rutilante, fiammeggiante, come lui stesso sapeva essere (se non è pungente e scatenata la sua VII di Beethoven?!), apoteosi della danza e, al centro del turbine, l'occhio fermo del ciclone, Carmen, attorno al quale ruotano un vortice malato di passioni, dipendenze psicologiche da sessualità repressa, presagi di morte e quant'altro. Opera di istinti, e di estinti, una di quelle tragedie che si consumano gradualmente dall'inizio come le candele. Secondo me è Karajan che è un pedantone lì, la sua Turandot (opera "di ghiaccio" e non di fuoco, di virtuosismo orchestrale monumentale e cristalliforme, di pseudo-favolismo e di carnalità repressa) è impressionante, la sua Aida (opera "di terra", di intreccio tra amore, potere, legami di sangue, all'ombra titanica delle piramidi) fu rivoluzionaria, la sua Carmen non riesce neanche ad essere bozzettistica, è solo pesante. Certo se schieri Obratzova-Domingo-Zeffirelli si va tutto a far friggere, rimangono solo le nacchere, su questo sono daccordo, ma immagina con altri colleghi cosa avrebbe combinato. Io nel repertorio francese in genere non l'avrei visto affatto male.
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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda vivelaboheme » mer 22 ago 2012, 15:33

Carmen di Karajan che? Quella sublime con Leontyne Price? O quella, ancor meglio, giovanile con Simionato?
Non condivido. Trovo Karajan uno straordinario interprete di Carmen.

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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda pbagnoli » mer 22 ago 2012, 16:03

vivelaboheme ha scritto:Carmen di Karajan che? Quella sublime con Leontyne Price? O quella, ancor meglio, giovanile con Simionato?
Non condivido. Trovo Karajan uno straordinario interprete di Carmen.

marco vizzardelli

Per me, invece, Karajan rivela il suo genio di interprete di Carmen solo nella criticatissima e, per molti versi, censurabile ultima incisione: quella con Carreras, la Baltsa, Van Dam e l'orribile Ricciarelli.
Quella con la Price io non l'ho mai sopportata: per me è tutta fuori fase. La Price fa la solita battona solare e umana, Corelli è insopportabile, Merrill è indifferente e la Freni giovane... ma sì, dai, lei va bene.
Tutto oleografico, coloratissimo, ma di quei colori farlocchi che abbiamo visto migliaia di volte.
Tanto per stare nello stesso genere, infinitamente meglio - a mio parere - quella con la Bumbry e Vickers: falsi anche loro, ma...

Devi perdonarmi.
Da quando ho visto la Ewing non sono più riuscito a rassegnarmi nemmeno all'Antonacci.
Scherzo, ovviamente.
Ma un po' di vero c'è...
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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda vivelaboheme » gio 23 ago 2012, 14:39

Carmen: è un discorso talmente bello e grande, e senza verità stabilite. E' Carmen... imprendibile per definizione.

La "mia" (visto che hai citato la Ewing, che probabilmente era da vedere più che da ascoltare) è la Shirley Verrett giovanile (non quella purtroppo sfiorita della Scala con Abbado), come la si ascolta nell'incisione "da concerto" diretta da Pretre (credo con Rai di Roma) e come, immagino, l'abbiano ascoltata quelli che ebbero la fortuna di vedere Carmen a Spoleto diretta da Schippers.

Poi, spezzerei con entusiasmo una lancia alla Carmen ultrarazionale, ripulita dagli "ancheggiamenti" e dalla sensualità di prima mano (ma sensualissima in senso cerebrale) della Berganza (che ebbi la fortuna di vedere, oltreché ascoltare, nello strepitoso spettacolo Abbado-Faggioni ad Edimburgo, ripreso purtroppo malissimo nella succitata edizione scaligera, che aveva nulla a che fare con quanto si vide e si ascolto al King's Theatre di Edimburgo)

L'Antonacci di Londra con Pappano è "fisicamente" (va da sé: basta vedere gli sguardi di Kaufmann quando le canta davanti al decolletè) e teatralmente sconvolgente, vocalmente non ne sono sicuro al cento per cento (credo che andrò ad ascoltarla a Parigi sotto la direzione di Philip Jordan, direttore che potrebbe darci una Carmen interessante). Certo è di grande fascino.



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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda Triboulet » gio 23 ago 2012, 22:59

vivelaboheme ha scritto:visto che hai citato la Ewing, che probabilmente era da vedere più che da ascoltare


Se il tuo modello di Carmen è quello Berganza-Abbado beh siamo logicamente agli antipodi, quindi non voglio insistere in una questione dove in ogni caso avremmo due ottiche opposte... ma "più da vedere che da ascoltare" per la Ewing dell'85 (ok, con Metha era più usurata, ma ancora efficacissima per me) mi sembra un pelo ingeneroso, aldilà del fatto che identifichi la verità di Carmen-personaggio in un'altro "stile".... un po' come dire che la Stratas è più da vedere che da ascoltare solo perchè non canta come la Freni, almeno io l'ho letta così... ma forse siamo spudoratamente OT (faccio il moderatore ad honorem : King : )
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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda pbagnoli » ven 24 ago 2012, 16:04

Per me la Ewing è un modello di riferimento anche e soprattutto vocale. Il timbro chiaro e algido, in particolare, la pongono nell'universo cui appartenne verosimilmente anche Celestina Galli-Marié, prima interprete.
Le sue durezze, il suo rifuggire atteggiamenti da sciantosa, il suo fatalismo quasi greco: tutto per me arriva a comporre una Carmen di eccezionale modernità, all'ascolto come alla visione.
Questo non vuol dire ripudiare le altre grandi interpreti. Ma la mia sensazione è che Carmen conosca un "prima" e un "dopo" Ewing
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Re: Carlos Kleiber

Messaggioda vivelaboheme » ven 24 ago 2012, 17:04

Sto con la giovane Verrett
(ripeto, la giovane: non l'ultima alla Scala, che non fa testo: ella stessa, con molta intelligenza, espresse riserve anche in tv dopo la "prima", come ancora testimonia un filmato disponibile su youtube)


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