Luisa Miller (Verdi)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Forse perchè a Parma hanno, anzi abbiamo ascoltato...

Messaggioda Maurizio Dania » lun 08 ott 2007, 21:27

un'altra Luisa Miller. Rodolfo, dell'opera verdiana è un tenore dalla vocalità mista tra il tenore romantico e quello di grazia. L'emissione in certi passi come il "T'amo d'amor che esprimere" è leggera, fluida, così come quando duetta con Federica. La famosa aria "Quando le sere al placido" anche se prevede il passaggio di registro tra il MI3 e il FA4, può consentire un fraseggio morbido e disteso. Però il personaggio è un uomo spinto da un amore infelice ad un'esaltazione quasi folle e sfocia in un delitto. E' quindi un personaggio romanticissimo per cui se non ha una violenza vocale simile a quella di Stiffelio, deve sfogare le sue passioni o con puntate ascensonali veementi, oppure in una vocalità, seppure raramente, che rasenta la declamazione. Non sono pochi i brani di Rodolfo in cui il tenore rimane in una tessitura centrale. Le ragioni del teatro prevalgono sulle ragioni musicali. E cito, proprio nell'esempio della zona centrale, declamata, al finale dell'opera. "Maledetto il dì ch'io nacqui" che gravita sulla zona Re3-Sibemolle3. Rodolfo è quindi tenore dalla vocalità variegata tanto che il recitativo che precede "Quando le sere al placido" , proprio nelle frasi "Ma dunque i giuri, le speranze, la gloria, le lagrime, l'affanno!" è un caso di imitazione delle inflessioni e del ritmo della parola parlata.
A mio modesto avviso Alvarez non è lontano dal tentativo di esprimere questa vocalità colta in mezzo al guado, non così monocorde come quella di Stiffelio, ma già orientata alla completezza del disegno intellettuale del tenore verdiano la cui prima concezione felice, come viene definita, fu quella per cui "il mito della voce che canta l'amore, diviene il mito della voce che seduce". Duca di Mantova.
In ogni caso, ascoltare una voce ed emozionarsi, non vuol dire solo commuoversi. C'è un gioco meno sottile, o più sottile che coinvolge anche lo stato d'animo delle persone che ascoltano, e la musica, il suono, ricondotto nell'alveo della storia della vocalità verdiana, deborda, supera gli steccati, viene porto con stile che può non piacere, ancorchè privo di grazia. O non totalmente perchè proprio nella Luisa differisce nel taglio dei brani cantati. Vocalità mista? Direi proprio di si.
In ogni caso questa è un'argomentazione che non vuole essere un ipse dixit. Anzi: torno a considerarmi un appassionato dilettante, dalle modeste origini e di scarsa cultura. (Non sto chiosando).
Quando affermo che recarsi all'ascolto, anche teatrale, con nella mente e nelle orecchie i suoni del passato, proprio nel caso Caballè, propongo uno sforzo che dovetti compiere per poter apprezzare e dire qualcosa su altre interpreti che eseguivano piani, pianissimi, messe di voce, filati ed agilità, che legavano con sforzo, cercando di cancellare quel che la Montserrat aveva proposto, narcotizzando per vent'anni il pubblico di tutto il mondo.
Ed io stesso, innamorato perdutamente dal primo ascolto di "Casta diva".
Ora con tutto il rispetto per i testi sacri e per quel che scrive Bagnoli al termine del suo editoriale, tutto può essere bello da ascoltare " a patto, però, di non considerare tale universo come l’unica soluzione storicamente possibile". Frase che vale per tutti e per tutto. Non solo per la "Flagstad che tenta di imporre alla musica di Purcell un universo che non le è mai appartenuto se non per transizione".
Mi consento ancora un poco di spazio per affermare che i miei interventi su JDF e la Caballè, tranne che per quest'ultima interprete, non attengono la sfera di un coinvolgimento emotivo. Mi sforzo di capire e di far comprendere, con un concorso dialettico che abbraccia anche gli aspetti tecnici, ma che non trascurano quelli puramente teatrali, sovente vissuti in prima persona, anche dietro le quinte. Rispettando le opinioni ed i gusti, salvo quelle che partono da pregiudizi, a prescindere. (Sui gusti non si discute).
Libertà va cercando ch'è si cara come sa chi per lei vita rifiuta
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Post scriptum: il prof. Bagnoli scrive....

Messaggioda Maurizio Dania » lun 08 ott 2007, 21:37

Per quanto riguarda invece la mia prima perplessità, e cioè lo spazio che questo forum avrebbe occupato nella stanzetta da adibire nell’ambito italiano della Rete agli appassionati d’opera, devo dire che ancora non ho sciolto le mie riserve.
In particolare, ancora non ho ben chiaro cosa un appassionato medio cerchi nel forum di questo sito.


Cosa cerchi non so: l'appassionato cerca chiarezza, forse un'indicazione, sovente la conferma del proprio sentire. Chi scrive, anche il desiderio di leggersi, di essere letto e di suscitare attenzione. In fondo siamo tutti un poco narcisiti. Ma abbiamo anche il desiderio di condividere.
sapendo poi che ai fori accedono anche gli addetti ai lavori, si scrive anche per sottolineare una "performence", magari dettare consigli, far sfoggio della propria cultura della propria preparazione, con in seno la segreta speranza di essere notati da un grande quotidiano o di diventare direttori artistici del Festival di Farncofonte. :D

Ok...è una provocazione. Però a volte una provocazione, reca in seno, qualche verità.
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Re: Post scriptum: il prof. Bagnoli scrive....

Messaggioda MatMarazzi » lun 08 ott 2007, 22:13

Maurizio Dania ha scritto:con in seno la segreta speranza di essere notati da un grande quotidiano o di diventare direttori artistici del Festival di Farncofonte. :D
.


"Che vuoi tu dire? A Francofonte..."
:)
Non voglio sapere a cosa ti riferisci.. però ho avuto anche io talvolta la tua stessa sensazione!

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Re: Post scriptum: il prof. Bagnoli scrive....

Messaggioda PQYD » lun 08 ott 2007, 22:53

Maurizio Dania ha scritto:sapendo poi che ai fori accedono anche gli addetti ai lavori, si scrive anche per sottolineare una "performence", magari dettare consigli, far sfoggio della propria cultura della propria preparazione, con in seno la segreta speranza di essere notati da un grande quotidiano o di diventare direttori artistici del Festival di Farncofonte. :D

Ok...è una provocazione. Però a volte una provocazione, reca in seno, qualche verità.


è vero, nei fori (specie in quelli italiani e spagnoli) girano molti addetti ai lavori, che direttamente o indirettamente illustrano, giustificano, aizzano e ammoniscono... il più delle volte, però, con scarsi risultati. Forse non sono poi così potenti, e neppure così interessanti. :roll:
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Re: Post scriptum: il prof. Bagnoli scrive....

Messaggioda MatMarazzi » lun 08 ott 2007, 23:08

PQYD ha scritto:è vero, nei fori (specie in quelli italiani e spagnoli) girano molti addetti ai lavori, che direttamente o indirettamente illustrano, giustificano, aizzano e ammoniscono...


Mah.. sarà senz'altro vero nei fora "grandi".
Ma non mi sembra che questo piccolo, elitario rifugio ideato dall'amico Pietro possa attrarre interessi di sorta.
Nè penso che possa essere considerato da nessuno che abbia sale in zucca "condizionante" sull'opinione pubblica dell'ascoltatore medio italiano .

Comunque era solo qualche giorno che non scrivevi e già sentivo un certo disagio! ;) ad esempio, volevo aprire un thread sugli splendori della Luisa Miller di Di Stefano a Palermo nel 63, ma senza il tuo contributo non avrei mai potuto! :)

Certo... avrei potuto ripiegare sugli splendori della Stella, sapendo di poter contare almeno su Luca! ;)

Ciao,
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Messaggioda Luca » lun 08 ott 2007, 23:32

Certo... avrei potuto ripiegare sugli splendori della Stella, sapendo di poter contare almeno su Luca!
=============================================
Mah.... :? Una cantante che non ho mai digerito.... :twisted: Ma anche Di Stefano non è che rientra nei miei ... amori... :?

Salutoni, Luca.
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Messaggioda walpurgys » lun 29 ott 2007, 12:25

Sono andato il 22 a vedere ''Luisa Miller''...premetto una cosa:
quest'opera la avevo ascoltata 2 volte per radio:
una edizione dal MET ed un altra con la Takova...in entrambi i casi c'era Benini sul podio, un direttore che detesto cordialmente per la narcolessia dei suoi tempi e per le direzioni gelide spinte fino al cinismo.
Inutile dire che a causa della direzione e dei cast (quello del MET addirittura osceno con un soprano, Karen Slack, abominevole) trovai l'opera noiosissima, priva di fascino e inerte dal punto di vista drammaturgico.

Cosi' sono andato a vedere questo allestimento con molti preconcetti...
Sono uscito dal teatro entusiasta!!!
Mi sembrava di aver assistito ad una delle mitiche serate d'opera del passato:
pubblico in delirio come impazzito, tutti in piedi, lancio di fogliettini dal loggione, applausi sincronizzati, diverse chiamate agli artisti, emozione ed entusiasmo visibile in tutti i presenti...per me una delle serate operistiche migliori a cui abbia assistito.

Donato Renzetti ha letteralmente infiammato partitura ed orchestra dosando l'ironia festaiola del 1 atto con leggerezza e grazia quasi in punta di piedi, per poi creare una tensione vivissima come un thriller (splendido tutto il 3 atto) rotta però da una commozione palpabile che non sacrifica le pagine amorose ed esalta le due figure paterne in maniera patetica e severa.
Una lettura travolgente, che ha accompagnato e trascinato anche i cantanti assolutamente cullati dall'orchestra.
La Cedolins mi ha sbalordito:
era la prima volta che la vedevo a teatro e dopo averla sentita nelle ''Villi'' genovesi non nutrivo grandi speranze dalla sua prova...ed invece.
Una magnifica Luisa, piena di sfumature, volitiva (i confronti con Wurm sono stati eccezionali), sensuale negli abbandoni romantici, puntuale nelle micidiali colorature del suo ingresso, la voce vibra naturalmente, ma è calda e piena di languore, emette anche una puntatura timbratissima alla fine del concertato del 1 atto e nonostante una brutta caduta, canta un bellissimo ''tu puniscimi oh signore''.
Una magica prova veramente.
Appassionatissimo Alvarez, la voce non è perfetta e tende a cantare in forte, ma non ha secondo me un eccesso verista.
La voce è caldissima, virile, dal timbro sensuale e non teme nulla della partitura senza risparmiarsi, rende benissimo l'impeto, i dubbi e la spontaneità del giovane merito degli splendidi duetti con Surjan che gli tiene testa con gran classe e con la sua voce di basso decisa e della Cedolins.
Ottimo Leo Nucci, geniale, commovente, viscerale, voce praticamente integra, acuti sparati come palle di cannone, dolcissimo e rabbioso, la sua aria, il duetto con Luisa sono indimenticabili e accorati, da rimanere senza fiato...il pubblico chiede il bis...Renzetti non lo accorda...e Nucci premia il teatro con una prova maiuscola.
Bravo il Wurm di Siwek anche se un pò intubato, ma dal fraseggio perfido, Verdi fa le prove per Jago, ma il cantante è intelligente e riesce ad essere un codardo, cinico, personaggio.
Buona la prova della Franci; la parte di Federica è bassissima con un paio di acuti, la voce non è bellissima ed in basso vibra un pò tende a parlare, ma se la cava con buoni mezzi e con una buona partecipazione.
Lo spettacolo di Krief ha scene che possono anda bene per qualunque opera (Walkiria, Norma, Olandese Volante, Fanciulla del West etc), ma ha il pregio di far muovere con garbo ed indubbio gusto i cantanti assecondandoli in toto per meglio mettere in luce le loro qualità attoriali.

Insomma una splendida serata.
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''O hehrstes Wunder!
Herrlichste Maid!
Dir Treuen dank' ich
heiligen Trost!...''
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Messaggioda vivelaboheme » mar 05 giu 2012, 12:45

Ante Luisa Miller

Leggendo qua e là nei siti, risulta abbastanza chiaro che rullano i consueti - noiosissimi - tamburi di guerra
Noto, infatti, che la prima di Luisa Miller alla Scala è disertata a livello di vendita biglietti, le repliche "vendono" normalmente. Forse la gente è stufa di dover andare alle prime della Scala sottostando al ricatto della Mucca Carolina e dei suoi Vitellini – Giudici Competentissimi e Inappellabili, Vati del Vero Canto: ma dove, ma quando,ma perché e in base a che? – tutti schierati a muggire, trasformando ogni Prima in un insuccesso se non in una rissa. Invito anche i critici a disertare le Prime della Scala, perché non giudicabili a causa del clima impossibile in cui si svolgono, specie se si tratti di opera italiana. Ed è ora che gli artisti medesimi, i cantanti, si ribellino alla mandria delle mucche muggenti. Un poveretto che, domani, abbia acquistato il biglietto per la Prima di Luisa Miller dovrà esser obbligato ad ascoltare, oltre la musica, i muggiti della Mucca Carolina e dei suoi Vitellini.
Si ribellino gli artisti, si ribelli il resto del pubblico: non vedo altra soluzione.
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Re: Ante Luisa Miller

Messaggioda Maugham » mar 05 giu 2012, 13:56

vivelaboheme ha scritto:Leggendo qua e là nei siti, risulta abbastanza chiaro che rullano i consueti - noiosissimi - tamburi di guerra
Noto, infatti, che la prima di Luisa Miller alla Scala è disertata a livello di vendita biglietti, le repliche "vendono" normalmente.


Nè che è mezzavuota solo perchè fuori abbonamento?
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Re: Ante Luisa Miller

Messaggioda vivelaboheme » mar 05 giu 2012, 14:23

mmmm... Verdi, con un cast comprendente nomi che possono piacere o meno ma comunque di rilievo?... Il "fuori abbonamento" non mi sembra basti a spiegare.

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Re: Ante Luisa Miller

Messaggioda pbagnoli » mar 05 giu 2012, 16:04

vivelaboheme ha scritto: Un poveretto che, domani, abbia acquistato il biglietto per la Prima di Luisa Miller dovrà esser obbligato ad ascoltare, oltre la musica, i muggiti della Mucca Carolina e dei suoi Vitellini.
Si ribellino gli artisti, si ribelli il resto del pubblico: non vedo altra soluzione.
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Caro Marco,
fino a un po' di tempo fa la pensavo come te, ma ci ho un po' pensato su e vorrei parteciparti le mie riflessioni sul tema.
E' un tema caldo che coinvolge tanti aspetti: la libertà personale - quella di chi dissente e lo vuol fare, ma anche (come dice Crozza) quella di chi vuole godersi uno spettacolo in santa pace senza rotture di coglioni e muggiti; la presunta cultura (quasi sempre solo autoreferenziale) di chi si sente di navigare al di sopra dell'olio e la non meno deleteria vocazione al buonismo di un'altra fetta della popolazione; il modo spesso decisamente non adamantino di allestire gli spettacoli nazionalpopolari (soprattutto le opere verdiane) nei teatri italiani e in particolare alla Scala; la necessità degli artisti (soprattutto le mezze tacche, ma non solo, spiace dirlo) di sentirsi ipertutelati da un un punto di vista mediatico e la parallela esigenza di documentare anche un fallimento, laddove si verifichi; and, last but not least, il diffondersi di spazi autogestiti sul web che permettono anche a dilettanti come noi di esprimere il proprio parere, mentre questo una volta era compito solo dei giornalisti ufficiali della carta stampata...
Tal dei tempi è il costume.
Eppure...

Partiamo da qualche presupposto:
:arrow: chi compra il biglietto, nei limiti teorici imposti dal buon gusto e dalla buona educazione, ha il diritto di esprimere il proprio parere.
Questo principio di base deve essere ben chiaro, perché diversamente non si va da nessuna parte.
Il biglietto esprime un contratto fra chi lo vende ed eroga un servizio (teatro in primis e, attraverso il teatro, cantanti regista e direttore); e chi lo acquista, cioè spettatore. Se il teatro non rispetta la sua parte, è giusto che chi acquisisce il servizio se ne lamenti.
E' ai miei occhi altrettanto ovvio che questo dovrebbe essere fatto nel rispetto di chi, invece, sente tale contratto rispettato in pieno, ma - ripeto - questa sarebbe una (banale) questione di buona educazione. Non credo invece che i fischi danneggino chi li riceve, anche perché:
:arrow: i fischi esistono da sempre. E' la storia stessa del teatro che ce lo racconta. Poi sappiamo che, altrettanto spesso, i fischi hanno sotterrato solo temporaneamente capolavori come Traviata o Butterfly; mentre per contro gli applausi talvolta hanno portato sugli scudi mezze calzette di cui non è rimasta memoria

Tutto ciò premesso, quello che ne consegue è: chi se ne frega? :lol:
Vogliamo smetterla di dare importanza a contesti e persone che, normalmente, non ne avrebbero affatto?
Pensiamo forse che i cantanti, direttori e registi siano come tanti bambini tremebondi di fronte a quattro fischi?
Te l'ho già detto l'altra volta (credo), alla Scala hanno fischiato tutti senza distinzioni e molte volte senza ragione: autori (Puccini), direttori (Karajan), cantanti (Callas, Freni, Pavarotti e chi più ne ha, più ne metta); e, ovviamente, registi! Anzi: ora che ci penso, mi stupisco che nessuno abbia ancora maltrattato il bellissimo recente spettacolo di Jones... ma non dispero! :lol: :lol: :lol:
In secoli di Storia della rappresentazione in tutto il mondo è successo migliaia di volte: e - se rifletti - nessun fischio ha cambiato la Storia. Quella vera, intendo. Parlavamo della Butterfly, seppellita di fischi e ragli alla Scala: prova a riflettere su quanto il destino di questo capolavoro sia stato cambiato da chi ha voluto massacrarla, e ti renderai conto di come finiscano sempre per affermarsi i veri valori, nonostante i fischi di (evidentemente) incompetenti.
Credi che la leggenda della Callas si sia incrinata per quattro fischi squinternati?
Ritieni che la Freni abbia perso scritture perché le hanno urlato contro in Traviata? Io non credo proprio. Anzi: al di là dei gusti personali (io non amo per niente la Violetta della Freni), di quei quattro spettatori che le hanno fischiato contro non esiste più nemmeno la memoria...

Tu pensi che quattro fischi faranno cambiare il corso della storia che stiamo vivendo?
Ognuno veda e giudichi con le proprie orecchie e il proprio cuore, senza farsi influenzare in nessun modo
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Ante Luisa Miller

Messaggioda Maugham » mar 05 giu 2012, 16:10

vivelaboheme ha scritto:mmmm... Verdi, con un cast comprendente nomi che possono piacere o meno ma comunque di rilievo?... Il "fuori abbonamento" non mi sembra basti a spiegare.

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Forse hai ragione. Ma anche la prima di Manon -e con la Netrebko :shock: - ha ancora più di cento posti liberi. Ed è fuori abbonamento. Le altre sono quasi murate. Anche quelle con la Jaho.
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Re: Ante Luisa Miller

Messaggioda vivelaboheme » mar 05 giu 2012, 19:59

A Bagnoli: ma, allora, per omnia saecula saeculorum, sta scritto che tutte le prime della Scala siano accompagnate da MUCCHE?. Niente da fare? E gli altri? Le non-mucche?


A Maugham. Il fuori abbonamento influisce, in che misura non so, ma certo influisce. Purtuttavia, e per l'appunto: pensi che le MUCCHE non siano già lì con il fucile carico in mano, in attesa della Netrebko? Vanno a teatro esattamente per quello, le MUCCHE


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P.S. Trovo profondamente evocativa l'immagine di una MUCCA con in mano (zoccolo) un fucile. Le MUCCHE BOMBARDIERE!
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Re: Ante Luisa Miller

Messaggioda pbagnoli » mar 05 giu 2012, 20:59

vivelaboheme ha scritto: ...E gli altri? Le non-mucche?

Se vuoi suonerete le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Ante Luisa Miller

Messaggioda Enrico » mar 05 giu 2012, 21:51

vivelaboheme ha scritto:pensi che le MUCCHE non siano già lì con il fucile carico in mano, in attesa della Netrebko?


Ci sono anche quelli, come me, che non rischiano di spendere i soldi per il viaggio e per il biglietto rischiando che la diva, all'ultimo momento, cambi idea di nuovo e venga sostituita da non si sa chi (stesso motivo per cui non ho avuto il coraggio, l'anno scorso, di muovermi per Kaufmann: e ho fatto bene, perché mi sarei ritrovato, allo stesso caro prezzo, Antonenko o Carlos Ventre).
Non so se è una coincidenza, ma anche per il Don Giovanni si trovavano posti liberi solo per le recite che poi la Netrebko ha disertato (non penso a complotti misteriosi, però il fatto mi era apparso strano).

Luisa Miller? non mi interessa il cast (non mi muoverei né per Alvarez né per Pretti; la Mosuc l'ho sentita a Torino in una noiosa e scolastica Lucia; Leo Nucci, che non è tra i miei preferiti, l'ho rivisto recentemente in un concerto a Nichelino; la Barcellona sarà pure brava ma l'ho sempre trovata noiosa; l'unico interessante, per me, potrebbe essere Youn, ma ci sarebbero molte altre opere più adatte a valorizzarlo).
Poi c'è Martone: ho visto anni fa a Pesaro l'Assedio di Corinto, credo la sua prima regia d'opera; l'anno scorso in televisione Pagliacci e Cavalleria: e in tutte e tre le opere si poteva fare molto meglio.
Infine Noseda non mi ha convinto quasi mai nemmeno nelle sue più celebrate esecuzioni (a parte il fatto che anche lui, se volessi, potrei sentirlo nel teatro sotto casa).

Peter Grimes? moltissimi posti liberi: ma se le repliche non fossero state tutte di martedì e giovedì ci avrei fatto un pensierino.

Sulle mucche, Vizzardelli, sono d'accordo in gran parte con Bagnoli, ma ti do ragione almeno su un punto: se proprio devono muggire, potrebbero farlo solo alle a fine degli atti o dell'opera, senza disturbare chi vuole ascoltare e vedere tranquillo.
I veri grandi cantanti, anche fischiati, continuano ad essere grandi cantanti e a volte, forse, ritornano (Kaufmann, speriamo, nel Lohengrin)
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