Norma: interpreti

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Re: Norma: interpreti

Messaggioda Triboulet » sab 28 apr 2012, 18:52

Sai cosa Mat? io non discutevo tanto gli esiti quanto l'opportunità che le nostre dive possano mettere in repertorio un titolo come Norma. Cioè, la domanda era principalmente "come mai oggi Norma non si fa più?"... la risposta più ovvia che ci si dà normalmente è "perchè non c'è nessuna che riesca a cantarla". Allora secondo me il problema non è tanto tecnico e/o poetico, quanto storico. Tant'è che io sono daccordo con te sul fatto che la Dessay (che ha cantato Sonnambula mille e mille volte e l'ha pure incisa) non sia una Amina da urlo, nonostante la lezione callasiana (e in un video su youtube si vede anche lei che prepara l'opera ascoltando la Sonnambula scaligera). E sono pure daccordo sul fatto che la nostra in effetti non fà altro che "sdoganare psicologicamente" il soprano leggero, ma alla fine rimane nel solco di quel tradizionale repertorio. E infatti pure Traviata ha la suo bel passato da light-soprano. Potrebbe fare Norma dicendo la sua? io credo di sì, come ha detto la sua anche in Sonnambula. Anzi, la maggiore distanza dalla storia esecutiva sarebbe già di per se una rivoluzione, un po' come le rivoluzioni della Freni nelle registrazioni con Karajan (e mi risulta che Karajan le chiese pure di cantare Norma, ricevendo ovviamente un secco no). Col vantaggio ulteriore che la Dessay, con la sua personalità enorme, imprimerebbe anche una dimensione nuova al personaggio. Sarebbe la Norma ideale? francamente non lo credo (come non lo erano del resto i drammatici prestati al ruolo, i soprani inglesi, e persino alcuni mostri di personalità come la Gencer o la Scotto) . Spero piuttosto che raccolga lo spunto di quell'aria della Stuarda che ha inciso perchè lì sì sarebbe una bomba! Ma, stando al tuo ragionamento, non la oserà, almeno non prima dei 60 anni :D

La Netrebko è altro discorso. Sì hai ragione, la sua Norma sarà seduttiva e ben recitata; avrà ottimi momenti, presenza cinematografica e rigogliosa vocalità. Sicuramente una personalità come quella di Annina non risolve un personaggio come Norma. Tanto più se si facesse l'errore di ficcarla in un allestimento muffosissimo in costume stile Puritani, verrebbe fuori una roba alla Quo vadis nella migliore delle ipotesi. La Netrebko, diciamocelo, non è acuta come la Dessay, bisogna quindi spingere sugli elementi forti che lei ha già di suo. E se la Netrebko puntasse tutto sulla femminilità di Norma? Sulla umanità più carnale? sui sentimenti di amore, vendetta, amicizia, tradimento? qualcuno direbbe "Norma non è una telenovela", giustissimo, eppure questo splendido drammone dell'epoca romana parlerebbe più la nostra lingua, la lingua del presente. Non sarebbe pastiano, non sarebbe belliniano menchemeno romaniano, ma forse avrebbe una sua valenza di originalità. Ovviamente tutto questo "in potenza", giacchè la nostra, come già hai osservato, si sta intrombonendo abbastanza, e quindi il rischio della Norma efficiente da colossal del Met è dietro l'angolo (specie se tutto il contorno rema in quella direzione). Però, con le dovute proporzioni, se la Callas o la Von Otter hanno fatto una Carmen senza un briciolo di erotismo (cioè sottraendo a Carmen il suo ingrediente principale), perchè non provare una riumanizzazione di Norma? una donna ragazza madre tradita che cerca - ingenua o forse disperatamente sola - la complicità di una sua rivale? una Norma donna costretta in un ruolo di sacerdotessa che non sente suo? Io un tentativo in questo senso lo farei.

Aggiungo che, probabilmente, questa Norma la farei dirigere a Minkowski.
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda TaO » sab 28 apr 2012, 21:03



lo so, mi direte che sono mummia e muffa....ma aspettando che mi de-cellofanano altro...io come le cozze attaccata allo scoglio sto : Nurse :

per la cronaca, Norma per come la intendo io, vocalmente/caratterialmente è parente ravvicinata da un canto di Medea (Cherubini) e di Bolena (Donizetti) dall'altro...uno dei primi casi d'opera di donna "emancipata" (nel senso che è capace di scegliere per sè, non dovendo sudditanza..compresa la divinità)...
è uno di quei ruoli affatto facili, difficile equilibrio-compromesso tra belcanto,drammaticità, carisma...
insomma, buona ricerca eh :roll:
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda MatMarazzi » dom 29 apr 2012, 14:46

Enrico ha scritto:Io penso che, in attesa di possibili "rivelazioni", siano necessarie anche le Norme ordinarie: ho sentito alcune persone dire qui a Torino che andranno allla Norma del Regio perché è un'opera che si vede raramente in teatro


E' possibile che abbia ragione tu, Enrico.
Che certe opere vadano fatte a prescindere, nella speranza che siano affidate ad artisti per lo meno "decenti".
Io non riesco a vederla in questo modo, ma forse è un problema mio.
Io continuo a pensare che ogni cantante (persino la Theodossiu...sì... Dio mi perdoni, persino lei!) possa affrontare meravigliosamente almeno un ruolo...
Che esista almeno un'opera in quattro secoli in cui possiamo spulciare che pare fatto apposta per valorizzare gli artisti che abbiamo.
E se quest'opera (ti butto lì un nome a caso) fosse anche l'Hulda di Franck, allora meglio sentire la Theodossiu nell'Hulda di Franck che in una Norma in cui risultasse appena decente (ammesso e non concesso...)
E questo non credo valga solo per noi, ma anche per tutti quelli che all'opera ci vanno poco.
Se sentono la Theodossiu in Norma possono anche essere "convinti" di aver visto una buona cosa (mancando di termini di confronto), ma se il giorno dopo la risentono nell'Hulda di Franck (ipotizzando che in questo ruolo lei possa essere effettivamente grandiosa) l'evidenza balzerà loro agli occhi, anche senza termini di confronto.
Io resto dell'idea che non ha senso fare un'opera (qualsiasi opera, famosa o sconosciuta) se non hai la certezza di disporre di interpreti perfetti.
E che l'atteggiamento migliore sia quello di scegliere i titoli sulla base degli artisti di cui disponi.


Forse il problema è che da Norma negli ultimi anni si sono tenuti troppo lontani i grandi direttori e i grandi registi: e se anche trovassimo la grande cantante non basterebbe da sola a fare un grande spettacolo.


Forse non da sola (resta poi da vedere: la Callas secondo me bastava eccome), ma certo "conditio sine qua non".
L'idea di una Norma affidata a Guth è esaltante! :)
Luisi... non saprei. Non è un direttore che mi entusiasmi.
Sui cantanti che proponi avrei un po' da ridire, ma non c'è dubbio che siano nomi allettanti.


Per la Scala aspettiamo Mariella Devia, Marco Berti, Barbara Frittoli e Ruggero Raimondi, con Georges Pretre e regia di Pizzi.

:) Temo che in Norma Lissner proporrebbe la Garcia! :D

Triboulet ha scritto:Potrebbe fare Norma dicendo la sua? io credo di sì, come ha detto la sua anche in Sonnambula. Anzi, la maggiore distanza dalla storia esecutiva sarebbe già di per se una rivoluzione, un po' come le rivoluzioni della Freni nelle registrazioni con Karajan (e mi risulta che Karajan le chiese pure di cantare Norma, ricevendo ovviamente un secco no). Col vantaggio ulteriore che la Dessay, con la sua personalità enorme, imprimerebbe anche una dimensione nuova al personaggio. Sarebbe la Norma ideale? francamente non lo credo (come non lo erano del resto i drammatici prestati al ruolo, i soprani inglesi, e persino alcuni mostri di personalità come la Gencer o la Scotto) .


Dovremmo essere disposti, però, a una ridefinizione vocale del ruolo quantomeno radicale.
E a teatro dovremmo prepararci ad affrontare serate tumultuose, in quanto le resistenze del 99% del pubblico sarebbero molto forti.
Se proprio riteniamo che la personalità (in un ruolo come questo) debba venire prima di qualsiasi considerazione vocale e tecnica - in fondo era così che la pensavano nell'800 - l'esperimento si potrebbe tentare: meglio in disco però... o al massimo un'opera-film di quelli che stranamente nessuno fa più.
Se annunciassero un film di Norma (come il Don Giovanni d Losey o la Carmen di Rosi) con la Norma della Dessay io sicuramente andrei a vederlo.

Spero piuttosto che raccolga lo spunto di quell'aria della Stuarda che ha inciso perchè lì sì sarebbe una bomba! Ma, stando al tuo ragionamento, non la oserà, almeno non prima dei 60 anni


In questo caso, invece, io avrei auspicato un suo atto di coraggio.
E credo di averlo anche scritto da qualche parte...
Glielo proposero anche: doveva farla al Met. Pare però che la Dessay stessa abbia rinunciato, cedendo il posto alla Di Donato.
Io amo follemente la DiDonato, ma in questo caso particolare... abbiamo perso molto.

Ecco la sua geniale esecuzione della cavatina, con quel grigiore malato, umido, quella malinconia patologica, quel ritmo da nenia che emerge dai ricordi più lontani.
Per non parlare della cabaletta, a fior di labbra, anzi fra i denti... madida di paura, di angoscia, ben diversa dalla solita enfasi risibile delle "divastre" che si piantano in mezzo al palco pronte a sciorinare bellurie e acutastri.
Una sua Stuarda ...poteva essere una rivoluzione davvero.
Penso anche al duetto della confessione: avremmo finalmente trovato la cantante giusta - l'unica dopo la Gencer - per valorizzarlo.



Ed ecco ancora lei che ahimé esprime perplessità (in effetti legittime) sulla sua possiblità di affrontare la parte integralmente.
minuto: 2.25


E se la Netrebko puntasse tutto sulla femminilità di Norma? Sulla umanità più carnale? sui sentimenti di amore, vendetta, amicizia, tradimento? qualcuno direbbe "Norma non è una telenovela", giustissimo, eppure questo splendido drammone dell'epoca romana parlerebbe più la nostra lingua, la lingua del presente. Non sarebbe pastiano, non sarebbe belliniano menchemeno romaniano, ma forse avrebbe una sua valenza di originalità.


Non so... non sono convinto.
Col suo vocino sbilenco la Dessay avrebbe comunque almeno una cosa in comune con Norma e con la Pasta: l'enormità del suo genio espressivo.
Per questo si fossono osare anche delle sfide...
Ma la Netrebko?
Non ci resta che stare a vedere... Fra poco le nostre curiosità saranno accontentate!

TaO ha scritto:lo so, mi direte che sono mummia e muffa....ma aspettando che mi de-cellofanano altro...io come le cozze attaccata allo scoglio sto


Ma davvero ti piace la Souliotis in questa pagina?
A me sinceramente non piace...

E visto che di Norme stiamo parlando, vi metto le uniche due che in "Qual cor tradisti" hanno superato (per me) la stessa Callas.
Ovviamente stiamo parlando solo di Qual cor tradisti... :) Nel resto no!

Questa per il senso del ritmo e del rubato DIABOLICO.


Questa per l'intensità dell'espressione e i contrasti dinamici.


Salutoni,
Mat
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda TaO » dom 29 apr 2012, 16:30

NORMA
Qual cor tradisti, qual cor perdesti
Quest'ora orrenda ti manifesti.
Da me fuggire tentasti invano,
Crudel Romano, tu sei con me.
Un nume, un fato di te più forte
Ci vuole uniti in vita e in morte.
Sul rogo istesso che mi divora,
Sotterra ancora sarò con te.

POLLIONE
Ah! Troppo tardi t'ho conosciuta!
Sublime donna, io t'ho perduta!
Col mio rimorso è amor rinato,
Più disperato, furente egli è!
Moriamo insieme, ah, sì, moriamo!
L'estremo accento sarà ch'io t'amo.
Ma tu morendo, non m'abborrire,
Pria di morire, perdona a me!
Che feci, o ciel!

OROVESO E CORO
Oh! In te ritorna,
Ci rassicura!

NORMA
(ai Sacerdoti)
Io son la rea.

...............................

Quando dicevo che Norma è una delle prime donne d'opera a scegliere per sè, in prima persona, lo penso perchè nel corso dell'opera mostra diversi specchi di sè:
dall'ubbidienza-ruolo d'ingresso (volete che vi interroghi la luna in veste di sacerdotessa? OK e vi canto Casta diva...come fossi un essere "extra-umano"),
pian piano scende verso il terreno umano..prima accogliendo il racconto sincero di Adalgisa (in cui rivede sè stessa qualche anno prima.."Mira o Norma ...")per poi essere profondamente e solo umana, guidata dal virus-gelosia-vendetta nel terzetto d'accusa a Pollione (...)...per poi passare dal progetto di uccidere i suoi figli, nonchè arrivare a lasciarli andar via con la neo-coppia Adalgisa/Pollione, in un duetto raro di solidarietà femminile tra rivali...
come vendicarsi su Pollione? Inventandosi che sia giunto il segnale divino di guerra contro i Romani (Guerra, Guerra), così a pagare saranno sia lui che i suoi compagni. Già, Norma resterebbe indenne, manterrebbe il suo status, nessuno continuerebbe a sapere che è venuta meno al patto con il divino...è tutta colpa di Pollione..straniero, tentatore, usurpatore...
None, Norma ha amato volontariamente, per scelta e quindi quella scelta la deve rendere nota e manifesta, non le sarebbe sufficiente la vigliaccata-vendetta...
ed ecco che si autodenuncia e si autocondanna..al rogo, considerando quella la giusta punizione non da infliggere all'altro, ma da espiare in prima persona.
Gli altri restano di sasso, tanto da dubitare che sia uscita di senno nell'auto-accusa...

E sul rogo...che diamine canta sta donna? Il suo manifesto doloroso, una specie di dichiarazione d'amore oltre-vita, una sberla a quel fagotto d'omo, che naturalmente solo ora (ben svegliato eh) si rende conto di quale donna aveva accanto e voleva piantare e solo per questo l'amour gli sbrana l'anima soia ....tanto da dire "tu morendo non m'abborrire, perdonami..che feci..". E ci voleva il rogo purificator per levar le nebbie?

Che tempra ci vuole da mettere in suono? Quella dei ghirigori aulici extra-terreni per Casta diva? Non basta...
Quella tigre ferita del terzetto e del "mò ti scateno la guerra e crepi"... "mò te faccio sbranare, altro che addio addio"?
Quella madre rinsavita che sceglie di far vivere ai suoi figli una vita "scoperta" con il padre altrove, piuttosto che questa nascosta-finta che sono costretti ad avere restando con lei?
Quella "Sovrana" che si autoaccusa anzicchè autoassolversi e si prende la sanzione intera?
Quella "compagna" che rivendica l'aver amato, talmente amato da non mollare il tale al suo destino, ma affiancandolo in morte?

Che tempra sonora ci vuole? Io ne ho sentita UNA che avendo una duttilità pazzesca ha riempito le caselle di quel ruolo, mischiando appunto i tratti occorrenti per "Medea" e per "Bolena"...
Poi ne ho sentite diverse, che più o meno hanno risposto a "parti" di quella tempra occorrente.
Perchè tra queste diverse m'è rimasta impressa Elena (mi piace anche la sua Abigaille e la sua Amelia/BalloMaschera, così se me dovete fustigà almeno moro lieta..)?
Perchè il suo "Qual cor tradisti" è velato insieme di rimpianto, di amore, di vita...di tutto ciò per cui s'è decisa a quel passo, un miscuglio del tutto, come miscuglio è Norma, tra l'umano e il divino. Gencer troppo umano, Joan troppo divino ...Datemi uno shaker....

Un'altra che prepara l'uscita di scena con un miscuglio simile è la Violetta di "Addio del passato" (qui vi dò ragione, piace molto la Dessay anche a me in questo), così come Butterfly con "Piccolo addio..".
Solo che Violetta non sceglie di morire, ha un percorso umano assolutamente naturale in questo...
Butterfly si suicida perchè non ha più strumenti per vivere, non ha più nulla per cui lottare, muore per sconfitta.
Norma no, Norma muore per gridare la sua scelta d'amore umano e Qual cor tradisti ne è il manifesto..
Più o meno, io la vedo così.

Ah aggiungo che sì, certo..Norma è il personaggio centrale dominante, ma una parte della sua forza la ottiene avendo come contraltare non tanto Tenore/Pollione...quanto piuttosto Mezzo/Adalgisa..
Come in Bolena...senza il contraltare Giovanna sarebbe la stessa?
Io penso di no.
Piu' o meno, quest'è il mio personal guazzabuglio.

Alla prox
TaO
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda Luca » dom 29 apr 2012, 16:35

Il discorso mi interessa molto: è sempre una gioia ascoltare Sutherland e Gencer in Norma. Entrambe, nella loro diversità di approccio, costituiscono un cosiddetto "oltre-Callas", non soltanto come superamento sul versante belcantistico (la Joan) o coloristico (la Leyla), ma anche come visione del personaggio (misteriosità religiosa la prima e progressiva distruzione psicologica la Gencer: ci sarebbe da ascoltare, perché fa testo, anche il suo "Deh non volerli vittime". Personalmente trovo anche questo superiore a quello della Callas). Le altre - nella loro epoca - venivano a distanza o "reggevano lo strascico".
Circa la Suliotis, fa una triste figura tanto nell'edizione in studio (1967) quanto ancor più in un 'live' diretto da De Fabritiis nel '71 (Cecchele, Cossotto e Vinco) con i complessi scaligeri. Raramente mi è capitato di sentire una protagonista tanto.... 'avventurosa', soprattutto se la si confronta con la triade mitica greco-australiana-turca.
Circa la Dessay, mah... E' vero che abbiamo avuto la Sills (che ha analogie di estensione e abilità nella coloratura, ma timbricamente chiara) ma - mi chiedo - le attuali condizioni vocali del soprano francese lo permetterebbero?

Faccio una divagazione sul tema: a mio avviso una grande assente (parlo di opera completa incisa) per avere un quadro storico appropriato di Norma è Giannina Arangi Lombardi alla quale poteva essere fatta incidere tenendo conto che opere di cartello (Aida, Cavalleria Rusticana, Carmen, Trovatore e Tosca tanto per dare qualche titolo) hanno avuto incisioni pressoché coeve.
Se all'epoca, per certo repertorio, abbiamo avuto la triade Scacciati, Carena, Cigna.... (per me 'drammaticamente comiche') una prova dell'Arangi Lombardi in un ruolo belcantistico non avrebbe certo sfigurato anche perché si sarebbero potute ascoltare analogie stilistico-vocali proprio con la Gencer.

Saluti domenicali.
Luca.
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda MatMarazzi » dom 29 apr 2012, 18:14

Luca ha scritto:Il discorso mi interessa molto: è sempre una gioia ascoltare Sutherland e Gencer in Norma. Entrambe, nella loro diversità di approccio, costituiscono un cosiddetto "oltre-Callas", non soltanto come superamento sul versante belcantistico (la Joan) o coloristico (la Leyla), ma anche come visione del personaggio (misteriosità religiosa la prima e progressiva distruzione psicologica la Gencer: ci sarebbe da ascoltare, perché fa testo, anche il suo "Deh non volerli vittime").


Caro Luca,
benché io a differenza tua consideri il "Deh non volerli vittime" della Callas un qualcosa di assolutamente inarrivabile, uno delle più sconvolgenti prove del potere del canto (davvero, con tutto il mio amore per la Gencer, il suo non lo riesco quasi a sentire), concordo sul fatto che Sutherland e Gencer siano state, alla fin fine, le uniche due Norme plausibili del dopo-Callas.
Io però non credo che questo vada inteso come "superamento". Escludendo forse il brano che ho postato, a me basta una sillaba della Callas per rimettere a posto le cose, sia nei confronti dell'una, sia nei confronti dell'altra.
Però... già il fatto di non restare incenerite dal confronto e di risultare in qualche modo accettabili nonostante siffatto precedente (che ai loro anni era ancora molto fresco) mi pare il più straordinario dei risultati.
Fra le due alla fine preferisco la Sutherland, nonostante tutti i suoi difetti.
L'immagine astratta e monumentale che riesce a creare, animata da quei guizzi di luce prodotti sulla melodia dal suo sapiente senso del ritmo, conferiscono al personaggio una dimensione davvero originale, quella di un grande monumento pagano, primitivo, posto fra le ombre di una foresta vergine.
L'ampiezza sovrannaturale della linea fanno il resto.

E' proprio questo che manca alla Gencer: l'ampiezza della linea o per lo meno una simile ampiezza della linea.
E' vero che basta che apra bocca (dopo la Sutherland) per farci tirare un respiro di sollievo... "ma allora l'italiano esiste... ma allora le parole hanno un senso... ma allora Felice Romani è qualcosa di più che una lunga serie di uh".
Grandissima artigiana del chiaroscuro, forte personalità interpretativa, la Gencer sa rendere questo brano (e altri di Norma) con avvincente intensità.
Ma la linea - specie se paragonata a quella della CAllas e della Sutherland - è spezzata, disarmonica.
Il suo è il respiro giusto per un altro tipo di eroine, non certo quelle "pastiane" la cui parola d'ordine è "sublime".

E se trovo "spezzata" la linea genceriana (che pure era una provetta belcantista) come dovrei considerare quella della Soultiotis?
TaO: le cose che dici su Norma sono interessanti e varrebbe la pena approfondirle (io per esempio vedo in Norma e in generale nelle eroine Pastiane l'opposto della "donna che sceglie"... vi vedo piuttosto la prigione materiale che annienta l'asprizione spirituale. Magari ne parleremo...)
Il punto è che, quali che siano le ambizioni poetiche e drammaturgiche di cui vogliamo gravare Norma, nulla è possibile senza una comprensione delle sue reali esigenze canore.
I ruoli scritti per la Pasta "levitano" musicalmente, e levitano sulla linea, sul flusso del suono, sull'immaterialità dell'alito canoro.
E si elevano in linee purissime (pur non avendo la Pasta voce particolarmente acuta) come volando verso l'assoluto.
La Souliotis (che era una signora cantante e che avrebbe potuto darci molto di più) non era stata forgiata - intendo tecnicamente - per questo.
Il suo canto procedeva a sezioni, a scatti, a slanci.
Ed è questa stessa sensazione di discontinuità che, ad esempio, ci impedisce di apprezzare la Norma di una grandissima artista come Gina Cigna: nemmeno lei aveva la tecnica giusta per la poetica Pastiana.
Oggi lo sappiamo perché la Callas ce l'ha spiegato. E perché una Sutherland (e ok... su... va bene... anche una Caballé) hanno ribadito il concetto.
Piaccia o non piaccia, la Souliotis poteva far sensazione (proprio per questo) in Verdi. La sua Abigaille obbiettivamente si impone.
Ma Norma... Ma Bolena... Ma i ruoli Pasta...
Io almeno sento così! :)

Salutoni,
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda TaO » dom 29 apr 2012, 19:46

Premetto, non sono certo un'esperta, ma ricordo d'aver letto che prima di incontrare Bellini sulla via, la Pasta iniziò la carriera da contralto/mezzosoprano per poi ampliare il suo repertorio con ruoli da soprano, sia esso fosse drammatico (Semiramide) o giocoso (Corinna del ViaggioReims era lei se non sbaglio..). E' con Bellini che trovano credo reciprocamente un'intesa artistica..
L'ampiezza d'estensione, dal registro grave al sovracuto, e la capacità interpretativa/carisma scenico della Pasta credo fossero i punti di forza su cui Bellini trovò la sua "misura di scrittura musicale". Non una che si muove con disinvoltura eterea e là permane, ma una che cattura il personaggio e lo colora di sua luce/ombra. Tutta luce? Non mi sorprende. Tutta ombra? Non mi sorprende..Il mistero è proprio in quello scambio ombra-luce...solo che non sono in sala-fotografo e il click accendi-spegni lo si affida al suono voce/orchestra...e quando Bellini (mio paesano tra l'altro) vuol attirare l'attenzione su quell'ombra/luce...fa arretrare l'orchestra..spara il riflettore sul suono-voce e su il sipario/occhiobue..segna i contorni....penombra/silenzio soffuso intorno.No non è la scena di uno streap fisico, ma di uno streap d'intento e spirito...basta poco, avendocelo.


Probabilmente la divergenza mia nasce dal fatto che io lego esigenze-vocali/personaggio alle esigenze-interpretative/personaggio.
Non riesco a farmi bastare solo uno dei due poli.Li vado cercando entrambi, riuniti ed equilibrati, possibilmente.

Se Norma fosse solo "Casta diva", sarebbe adatto ad un soprano-coloratura che ricama coi sovracuti e con le mezzo-voci..che uniti al legato magico...tac, ti catturano l'atmosfera e altrove ti porta.
Se Norma fosse solo l'irruenza cieco-vendicativa, pigliatemi un bel soprano-cannone (stile Dimitrova/Verret così capiamo al volo), ci mettiamo una Macbetta ...e risolto là...
Se Norma fosse solo il commiato finale (quella del Cor tradisti blablabla), ci mettiamo un bel soprano lirico/malinconico e ...ci sembrerà di sentire Aida di "Terra Addio..."...legato fluido magico ....e giù sipario, clap clap clap

Insomma, mi servono almeno tre tipologie-soprano per una Norma intera....la difficoltà per ruoli poliedrici è là.
Chi decide il destino di Norma? Norma stessa decide (non è condannata, scoperta, smascherata, sconfitta..no no, Si presenta e si condanna da sola, volontariamente..potrebbe benissimo non farlo, cavarsela alla grande...vendicarsi...e a troneggiar restare..)..lo scrive lei il destino suo, fino in fondo.

Questa posizione dominante sugli eventi E' nella vocalità.
Pensate a quanti protagonisti d'opera hanno la "padronanza" sul proprio epilogo/vicenda? Quanti davvero decidono liberamente?
Esempio...e chiudo...
Leonora (trovatore) per me è il "passo avanti" rispetto alla vocalità Norma (il plin plin iniziale di Tacea a me fa ripiombare in testa altri plin plin belcantistici..ma poi ad un certo punto c'è lo scatto-manovella e s'alza il sipario-teatro/drammaturgia..come fosse un passaggio di consegne quel brano tra ciò che era e ciò che è - nella caveza de Pepin..) ...
Leonora ...quando si "immola" sperando di salvare Manrico e si becca la di lui veemente reazione da "babbeo ingrato" (e non oso pensare se ci fosse stata una librettista fimmina cosa avrebbe fatto rispondere a colei in quel caso...).....sceglie deliberatamente e pure vanamente (visto che ello creperà pari pari)
come sceglie deliberatamente fanciulla Gilda (io ancora devo ben capire chi diamine glielo fa fare a immolarsi ..ma quell'è), e nel caso di Gilda, il duchino proseguirà a campà ...chissà se per poco (chissà perchè non c'è una riga di dialogo diretto tra Triboletto e duchino...un altro di quei fatti senza perchè, per me almeno).
In conclusione, Norma, per come la catturo io, è un caso/personaggio di autodeterminazione individuale, con ruolo sociale forte/rispettato ...

Naturalmente penso sarebbe utile/stimolante scambiare anche le sollecitazioni che ci provocano certi personaggi centro-opera, magari l'avete già fatto in passato...io non ho ampia conoscenza-opera, ma su una decina di epicentri, ho qualche coordinata personale...e nessuna pretesa di omogeneità ovviamente : Nar :
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda Enrico » dom 29 apr 2012, 20:36

Ecco, ho dimenticato di dire che se si deve fare "perché si deve fare", non è obbligatorio che si debba fare alla Scala o al Covent Garden spendendo tanto per avere qualcosa di appena sufficiente. Con poca spesa si può fare nei teatri minori, per chi non l'ha mai vista, per chi non si accontenta del solo audio della Callas o dei video della Sutherland anziana o della Caballè di Orange, anche raggiungendo livelli che, in un contesto "minore", possono risultare molto buoni.
Ho visto la Norma a teatro solo due volte: la prima a Messina negli anni '90 (Mazzola, Zampieri, De Grandis, Scalchi) e la seconda qualche anno fa al Superga di Nichelino (Morigi, Nenci, Iori...e non mi ricordo: tutti più che corretti nei loro costumi gallici o romani): e quella di Nichelino, in un'ottica molto tradizionalista, poteva essere considerata di buon livello (così come è piaciuta una recente Lucia con Costa, Casciarri, Bologna, Rinaldi): ma si tratta appunto del teatro sotto casa, comodo e a buon prezzo. Non mi interessa spendere di più per andare a vedere da un posto laterale la Theodossiu con Marco Berti: tanto, quasi sicuramente, ci sarà la solita diretta della Rai.
È vero, in quest'ottica il teatro rischia di diventare per certe opere solo un museo polveroso dove possano essere conservate in attesa di future riscoperte: ma se releghiamo solo ai dischi le opere che oggi "non si possono fare" rischiamo di farle diventare dei surgelati!
Voglio dire, come nel post precedente, che è assurdo che si debba considerare Norma un'opera "rara", e che ci sia tanta gente che non l'ha mai vista: cosa puoi capire di Bellini se non vedi almeno una volta Norma e I Puritani e la Sonnambula e il Pirata? anche il Pirata è un'opera "impossibile", ma Aliberti e Fisichella in teatro a Catania o la Fleming con Giordani via radio mi hanno permesso di capire, attraverso esecuzioni moderne, al di là delle loro imperfezioni, qualcosa in più che se mi fossi limitato alle registrazioni della Callas e della Caballè. L'ultima Lucia di Nichelino, in un teatro dove l'orchestra è piccola ma "scoperta" (non c'è la buca), mi ha rivelato alcuni dettagli strumentali che altre volte non avevo notato, nemmeno nelle più prestigiose registrazioni: per esempio gli interventi raffinatissimi dei fiati nell'accompagnamento a "Verranno a te sull'aure". Significa per me che quando ascolterò esecuzioni e registrazioni anche di livello migliore, saprò concentrarmi meglio anche su quei dettagli. In un'altra occasione ho capito quanto siano importanti, a livello espressivo, gli interventi della tromba che raddoppia alcune frasi del Conte di Luna, o del corno che segue Nemorino quando canta "Adina credimi". In fondo anche i Trovatori "veristi" degli anni '30 servono a farci capire meglio, oggi, come il Trovatore si debba o non si debba fare (e come ho detto da un'altra parte, solo a Nichelino finora ho visto un Conte di Luna giovane e fascinoso dopo anni e anni di baritoni truci e accigliati).
E quando parlo di opere che "non si possono fare" voglio dire semplicemente che chi potrebbe non si impegna abbastanza (e il cast che senza troppa pretesa di serietà proponevo per il cinema è quello che, pur con certi limiti interpretativi, garantirebbe il successo commerciale: Kaufmann: non sarà l'ideale nel "bel canto belliniano", ma piuttosto che fare l'ennesima Tosca o Carmen potrebbe darci un Pollione alternativo e più credibile musicalmente e scenicamente rispetto a quelli dei Berti e dei Palombi! ).
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda MatMarazzi » dom 29 apr 2012, 20:43

Se vogliamo capire le caratteristiche della Pasta, Tao, occorre fermarsi ai ruoli che furono scritti per lei.
E' inutile citare Semiramide (scritta per la Colbran) perché all'epoca i cantanti si aggiustavano completamente le parti sulle proprie misure, proprio come fanno oggi i cantanti pop quando riprendono le canzoni altrui (e questo ridimensiona anche tanti falsi miti sulle dive ottocentesche che passerebbero dai ruoli per contralto a quelli per soprani acuti).
Corinna fu scritta per lei, è vero, ma se leggi bene la partitura e il libretto si rendi conto che non ha nulla del ruolo "giocoso". Anzi è un personaggio apertamente (e ironicamente) sublimante.
Non a caso Ronconi l'aveva presentata avvolta da un peplo e con l'alloro in testa.
Anche Rossini dunque aveva ben chiaro il "quid" della giovane diva.

Altra cosa: essere sublimanti (come la Pasta) non equivale a essere sopranini cocodé.
Si può anche disporre di un'enorme personalità artistica e nondimeno coltivare una tensione al sublime nel canto e nell'espressione (vuoi la prova? Basta ascoltare la Norma, l'Amina e persino l'Anna Bolena della CAllas e confrontarle ad altri suoi personaggi meno "sublimanti").

Infine nessuno ha mai detto che i personaggi Pasta non contemplino anche il Male: la tensione etica è parte integrante della rivoluzione romantica.
Solo che il Bene e il Male così come il Proto-romanticismo, la Pasta, Felice Romani e Vincenzo Bellini li hanno espressi, non hanno nulla a che fare con quelli del Verismo, ambito per cui la tecnica della Souliotis era a mio parere più versata.

Poiché comunque la questione è interessante, mi piacerebbe sapere se anche altri trovano efficace la Norma della Souliotis e perché.

Salutoni,
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda MatMarazzi » dom 29 apr 2012, 20:55

Enrico ha scritto:Ecco, ho dimenticato di dire che se si deve fare "perché si deve fare", non è obbligatorio che si debba fare alla Scala o al Covent Garden spendendo tanto per avere qualcosa di appena sufficiente. Con poca spesa si può fare nei teatri minori, per chi non l'ha mai vista, per chi non si accontante del solo audio della Callas o dei video della Sutherland anziana o della Caballè di Orange, anche raggiungendo livelli che, in un contesto "minore", possono risultare molto buoni.


Sei dannatamente convincente! :)
In effetti non avevo pensato a questo aspetto.
Oggi l'opera è talmente globalizzata, e io talmente abituato a sentirla, che credo che tutti partano con lo sguardo fisso sul mondo e che l'unica ragione per cui ancora esiste la periferia è quella di fungere da "vivaio" per gli artisti di domani.
Non ho mai pensato che invece è anche il "vivaio" del nuovo pubblico! :)
E' il luogo dove si fanno le prime esperienze, si sogna per la prima volta su queste storie antiche e strane, ci si confronta all'effetto elettrizzante dei primi acuti (o delle prime stecche).
Forse sono stato condizionato dall'avere sotto gli occhi le oscenità che fanno a Ferrara...

Ora che mi ci fai pensare, i miei primi sette/otto anni di Opera sono stati così... e ne conservo ancora ricordi commossi.
Il mio primo Trovatore (la più famosa era Ruth Falcon!), il mio primo Così fan Tutte (in quel di Rovigo, dirigeva Anton Guadagni) e ...of course la mia prima Norma, con la Gulin, la Ciurca e Ortiz! :)

E' vero: non si arriva all'opera se non attraverso una fase di ambientazione nei teatri piccoli, dove si impara a conoscere il repertorio e dove ci si familiarizza con i suoni acustici e con i rituali (a noi tanto cari) del melodramma.

Grazie e salutoni,
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda TaO » dom 29 apr 2012, 21:11

Due precisazioni al volo,poi lascio spazio ad altri..
io non ho indicato la Souliotis come la "Norma che auspico o aspetto", l'ho indicata come esempio - per me ovviamente - di soprano drammatico che parzialmente (nel finale di quell'opera) aveva gli strumenti per dare un'interpretazione originale/differenziata....

il "giocoso" di Corinna lo intendevo nel senso di leggero-ironico....la Pasta dovrebbe essere un esempio di voce femminile che non ha una collocazione fissa-permanente, ma riesce a giostrare tra registri-diversi (la voce umana non è come i numeri di scarpe: 37 - 38 e via discorrendo....tra 37 e 38 c'è una tale gamma-sonoro-colorata che indicare il 37/38 come confine invalicabile..). Sull'adattamento personalizzato di ruoli, caso Semiramide, non metto in dubbio che accadesse..solo che mi risulta difficile pensare che quell'adattamento potesse essere uno stravolgimento/appannamento...Rossini, a quanto so, fu tra i primi compositori a non "abdicare" ai capricci-primadonna....e non so se sia o meno vero..ma uno dei motivi per cui credo detestasse un certo tipo di tenore-pavone fosse proprio quello di voler imporre come "ultima parola" quella dello spartito sulle bizzarrie esecutive di ogni interprete, compresi quelli in voga...

Se volte, considerate la Pasta come una di quelle vocalità d'ampia presa.. come quelle grandi attrici teatrali, capaci di essere "alte" sia in ruoli da commedia che in ruoli da tregenda.....delle Magnifiche eccezioni, per fortuna del corpo-cast :lol: un nome per tutte? La Magnani che passava dall'avanspettacolo alla Lupa e viceversa...insomma quelle personalità-epicentriche-talentuose..che ogni tot appaiono.
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda Enrico » dom 29 apr 2012, 21:15

MatMarazzi ha scritto: E' vero: non si arriva all'opera se non attraverso una fase di ambientazione nei teatri piccoli, dove si impara a conoscere il repertorio e dove ci si familiarizza con i suoni acustici e con i rituali (a noi tanto cari) del melodramma.


Infatti accanto a me in occasione della Norma di Nichelino c'era un amico diciottenne alla sua prima opera: eravamo riusciti a piazzarci in prima fila, tra il direttore e il primo violino (un mio conoscente, col quale riuscivo perfino a conversare e a commentare lo spettacolo nelle pause tra una scena e l'altra...); e al giovin principiante avevo portato un vecchio libretto con il quale, grazie alla luce dei leggii, riusciva a seguire perfettamente anche le parole (altro che sopratitoli!).
Al di là del fatto che alcuni momenti di quella Norma erano veramente riusciti, lo spettacolo nello spettacolo era per me vedere l'interesse crescente di questo ragazzo, abituato a tutt'altra musica, durante la rappresentazione (solo pochi giorni prima aveva scoperto che Montserrat Caballè non era solo quella che cantava con Freddie Mercury).
Il suo commento più spiazzante, alla fine del primo atto: "Non c'è bisogno della droga". "Che?". "Non c'è bisogno della droga con una musica così esaltante".

(La mia prima opera a teatro? Rigoletto con Montefusco, Pace, Ballo, direttore Pidò. Ma i nomi di Maria Chiara, Nunzio Todisco, Fiorenza Cossotto, Ivo Vinco li avevo conosciuti quando il fratellino di sei anni era tornato dal teatro Vittorio Emanuele di Messina cantando Celeste Aida e portando con sè una locandina più alta di lui che poi rimase per diversi anni appesa al centro di una parete della nostra stanzetta!)
Ultima modifica di Enrico il dom 29 apr 2012, 23:02, modificato 1 volta in totale.
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda Luca » dom 29 apr 2012, 21:49

Solo che il Bene e il Male così come il Proto-romanticismo, la Pasta, Felice Romani e Vincenzo Bellini li hanno espressi, non hanno nulla a che fare con quelli del Verismo, ambito per cui la tecnica della Souliotis era a mio parere più versata.

Poiché comunque la questione è interessante, mi piacerebbe sapere se anche altri trovano efficace la Norma della Souliotis e perché.
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Ma questo fondamentale elemento, caro Matteo, è ormai un dato acquisito: non si può più fare dopo l'avvento di Callas-Sutherland una Norma verista o tagliata (e non so cosa sarà a Caracalla quest'estate dove l'hanno programmata con Juliana Di Giacomo che ignoro -, la Remigio e Sartori diretta da Ferro!): pensa che io ho visto Norma alla Gran Guardia a Livorno con cantanti di cui non ricordo il nome completa con tutti i tali delle cabalette riaperti! Poi il buio a Verona e a Roma! Circa la Suliotis, credo che abbia proseguito (ma male per carenze tecniche) quella strada che aveva nella Cigna il suo punto massimo e che aveva fatto il suo tempo. Mi chiedo: come si può considerare efficace? Il 'live' giapponese di cui parlavo è emblematico in questo senso... Lo conosci ? Siamo nel '71 ed è l'anno successivo al suo Macbeth integrale in studio con Fischer-Dieskau, Ghiaurov e Pavarotti diretto da Gardelli per la DECCA. Viene da dire: figuramose 'n pò....

Saluti, Luca.
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda pbagnoli » mar 16 apr 2013, 19:16


Eccola qua.
L'ho sentita su Facebook, l'aveva postata un vecchio amico e così l'ho ascoltata nell'unico punto in cui può fare la sua figura: questo.
Non ho ovviamente né la voglia né il coraggio di sentirla nel duetto con Adalgisa o con Pollione in cui la immagino terribilmente a malpartito.
Mi chiedo chi glielo faccia fare, e poi mi dico: perché no?
In questo Casta Diva non fa sentire nulla di indecoroso: è bravina, le sue note le fa, la voce balla un po' ma nemmeno poi tanto, la salute vocale per una donna di 67 anni è invidiabile... Alla fine farà il suo solito lavoro ben cantato nei momenti elegiaci, che gioca di rimessa nei passi più arroventati e che, fondamentalmente, se ne fotte di tutto ciò che ha anche lontanamente a che fare con l'idea di personaggio.
E qui, invece, mi chiedo: perché fare Norma?
Uno dei personaggi più ossimorici e polisemici della storia dell'arte lirica; uno di quelli che mai e poi mai si risolverà nel solo canto, ma che richiede un'Artista a 360°; uno di quelli su cui non ci accontentiamo mai...
Certo, capisco le ragioni di chi si accontenta dei fiatini di Mariellissima, come la chiamano i suoi fan.
E capisco anche che oggi non c'è nessuna in grado di farci provare un vero brivido in questo ruolo (tranne, forse, la Gruberova, ma questa è un'altra storia)...
Non so, mi piacerebbe avere il vostro parere :roll:
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Norma: interpreti

Messaggioda DottorMalatesta » mar 16 apr 2013, 19:29

Telegraficamente:
la Mariellona nazionale è molto più tollerabile in un ruolo Pasta (che però avrebbe fatto meglio ad affrontare anni fa) che in ruoli Méric-Lalande (Lucrezia Borgia) o Ronzi de Begnis (dove proprio NO!!!!).
In sostanza la Devia in Norma potrebbe funzionare (in fondo è un po' lo stesso discorso che per la Norma della Sutherland: la Devia non è molto dissimile nell'impostazione vocalistica, belcantistica, omogenea, monocromatica... e, alla fin fine, noiosetta...).
IMHO!
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