Gregory Kunde

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Messaggioda Ilaria » mar 10 apr 2012, 18:06

mattioli ha scritto:eri anche a Strasburgo per gli Ugonotti con LUI?


Sì, sabato 24 marzo! Tanto che ci siamo, magari perché non la piantiamo un po' di trattarlo come un miracolo da reparto geriatrico? :mrgreen: :lol: Mi pare che il suo merito in quel set di recite vada ben oltre il fatto di essere arrivato illeso fino in fondo all'operissima. Io una sfilza di do acuti inanellati con tale sicurezza e fierezza, nonché il ritrovato re bemolle in voce (dopo tempo immemore che quella nota era sparita e, si credeva, archiviata per sempre) non li sento da anni (direi più che altro che non li ho proprio mai sentiti, per quel che riguarda la mia esperienza di ascoltatrice di spettacoli dal vivo di neoventinovenne, all'attivo nelle platee e nei loggioni internazionali da una quindicina d'anni). Certo, la presenza scenica e l'attitudine naturale in questi anni di maturità sono molto più quelle di un sovrano, di un generale, di un padre che non quelle di uno sgarzolino amoroso, però mi sembrava comunque molto più a fuoco Kunde come Raoul che non la Delunsch come Valentine, che la sera alla quale ero presente io non ha azzeccato una nota che fosse una, e di conseguenza una frase, e ancora di conseguenza tutto il senso del personaggio. Grande artista, è indubbio: ma la scrittura Falcon le andava talmente larga da non lasciarlo nemmeno intravedere. IMHO, of course.

Sarà contento Matt di sapere, invece, che nell'a pur lui non troppo congeniale allestimento di Loy di Alceste, in quel di Copenhagen un paio di mesi fa, Kunde era davvero perfetto. Non eri tu un sostenitore delle parti Le Gros per lui? E la Delunsch, gravi del "Divinités du Stix" a parte, è stata altrettanto brava nel ruolo eponimo.

Saluti cari a tutti, e... "Tu l'as dit: oui, tu m'aimes" : Love :
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Messaggioda mattioli » mar 10 apr 2012, 19:27

Il re bemolle era in effetti bellissimo e la tenuta formidabile anche se, secondo me, il vero exploit non sono stati tanto gli acuti ma aver cantato la scena del quinto atto, quella sì, tagliata da tempo immemorabile. Però come interprete non posso dire che Kunde mi abbia entusiasmato, anche perché forse Raoul è qualcosa di più di uno sgarzolino amoroso... : Sig :
Tanti saluti anche da Marazzi, attualmente accampato a casa mia a Parigi per sconquassarmi il letto e soprattutto vedere un trittico nazionalpopolare composto da Nixon in China, La muette de Portici e la Didone di Cavalli...
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda pbagnoli » mar 10 apr 2012, 20:39

Salutalo anche da parte nostra. E chiedigli se, prima di partire, ha visto questo:
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda mattioli » mar 10 apr 2012, 23:09

Non c'entra molto con l'opera, ma il GM questa sera a cena è stato leggero (era stanco, capirete, il viaggio): 12 escargots, trippa alla moda di Caen, un baba al rum, caffé e ammazzacaffé. In compenso ha rifatto in due ore la storia dell'opera e fatto il cast per ogni possibile produzione operistica in ogni possibile teatro per ogni possibile titolo. Ma dove lo trovate, un altro moderatore così?
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda Ilaria » mer 11 apr 2012, 12:20

Mattioli&Marazzi: io mi catafiondo a Parigi per lo stesso popolarissimo trittico (sapete? E' un po' colpa vostra. Del forum in generale, intendo) a partire da sabato! Troverò ancora l'esimio giornalista (presumo di sì) ed il fido GM (presumo di no)?

Hai ragione da vendere, Alberto: ovviamente il nourrittiano Raoul è assai di più di uno sgarzolino amoroso. Era giusto per sottolineare che anch'io, pur da ammiratrice totale del divino Gregory, gli riconosco oggigiorno una mancanza di totale aderenza perlomeno scenica ai ruoli da quindici-ventenne. Aldilà di questo, che è in realtà un elemento tutt'altro che trascurabile, ha cantato da dio. Eh, sì, la scena del quinto atto... : King : Ma se lo si vuole cogliere nell'apoteosi del suo fulgore attuale, si vada all'an der Wien ad agosto per la ripresa dell'allestimento della Donna del lago che Loy portò in scena a Ginevra due anni or sono (quella del debutto della DiDonato in un ruolo Colbran): ad un Rodrigo così, Osborn fa... rosina. Mi sembrano interessantissimi anche il debutto della poliedrica Malena Ernman come Elena e della brava Abrahamyan come Malcom.

Io ho voglia di foie gras...
Ultima modifica di Ilaria il mer 11 apr 2012, 16:17, modificato 1 volta in totale.
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda mattioli » mer 11 apr 2012, 15:32

Brava, catafiondati, anche se la Muette suscita più di una perplessità. Vabbé, potrai sempre dire di averla vista.
Io ci sarò perché sono sempre a Parigi (in effetti vivo qui), il GM non so perché mi ha detto quando riparte, ma me lo sono dimenticato. Lascerà un grande vuoto e le mie figlie baffute già cominciano ad affezionarglisi.
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda MatMarazzi » ven 13 apr 2012, 12:19

Ilaria ha scritto:Sì, sabato 24 marzo! Tanto che ci siamo, magari perché non la piantiamo un po' di trattarlo come un miracolo da reparto geriatrico? :mrgreen: :lol:


...Chi ha mai parlato di "miracolo"? ;)

Certo, la presenza scenica e l'attitudine naturale in questi anni di maturità sono molto più quelle di un sovrano, di un generale, di un padre che non quelle di uno sgarzolino amoroso,


Ma scusa, Ilaria... passiamo sul fatto che Raoul, come tutti i ruoli Nourrit, è tutt'altro che uno sgarzolino amoroso, semmai il centro dinamico della drammaturgia di Scribe, il vortice centrifugo (psicologicamente ed eticamente) che destabilizza le solidissime strutture del Grand-Opéra, il prototipo del tormentatissimo nuovo tenore ottecentesco che proietta le lacerazioni corneliane sulla rivolta romantica e byroniana...
Ma passando pure su tutto questo... resta il fatto che ...avere sessant'anni e non essere credibile nella vesti di un giovane cavaliere ... non ti fa automaticamente diventare un "sovrano" o un "generale" :)
In certi casi si può continuare a sembrare l'Orso Yoghi... sia pure sessantenne! :)
Non dico che questo sia il caso di Kunde... ma... :)

nonché il ritrovato re bemolle in voce (dopo tempo immemore che quella nota era sparita e, si credeva, archiviata per sempre)

Scusami Ilaria, ma continuo a non seguirti.
A parte il fatto che, in teoria, quella nota non dovrebbe essere "in voce" (come dici tu) perché espressamente pensata per il falsetto di Nourrit (e pertanto Bonynge aveva ragione a chiedere a Vrenios di farla in altro modo) oggi - e aggiungo purtroppo - non esiste non esiste un tenore che non la faccia e non la faccia di petto.
E non mi riferisco solo ai due "veri" RAoul di questa produzione (non per niente li ha scelti Minkowski per Bruxelles), prima della ripresina di Strasburgo: ossia Cutler - nourritiano grandioso - e Osborne.
Mi riferisco anche a Spyres, Hermann... Persino Leech negli anni '90...
NOn mi pare proprio una nota "archiviata" e men che meno sparita.

Non eri tu un sostenitore delle parti Le Gros per lui?


Certo che lo sono! :) E meglio ancora lo vedrei nei ruoli Lainez...
Certo che se fa passare ancora un po' di anni con tutti questi Raoul, Tito, Vespri e Ballo in maschera... sarà troppo tardi anche per quelli! :)
In tutti i casi avrei preferito che il suo Admeto fosse valorizzato da un regista serio... cosa che ormai non è più possibile dire di Loy!
Proprio quella Alceste che vidi a Aix (e che, come non è congeniale a Kunde, non lo era per Kaiser, che pure sarebbe un ottimo attore) mi sembra un eccellente esempio di cosa non dovrebbe essere una regia musicale...

Un salutone e a prestissimo!
:)
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda Ilaria » sab 21 apr 2012, 18:59

MatMarazzi ha scritto:
Ilaria ha scritto:Sì, sabato 24 marzo! Tanto che ci siamo, magari perché non la piantiamo un po' di trattarlo come un miracolo da reparto geriatrico? :mrgreen: :lol:


...Chi ha mai parlato di "miracolo"? ;)


Certo, la presenza scenica e l'attitudine naturale in questi anni di maturità sono molto più quelle di un sovrano, di un generale, di un padre che non quelle di uno sgarzolino amoroso,


Ma scusa, Ilaria... passiamo sul fatto che Raoul, come tutti i ruoli Nourrit, è tutt'altro che uno sgarzolino amoroso, semmai il centro dinamico della drammaturgia di Scribe, il vortice centrifugo (psicologicamente ed eticamente) che destabilizza le solidissime strutture del Grand-Opéra, il prototipo del tormentatissimo nuovo tenore ottecentesco che proietta le lacerazioni corneliane sulla rivolta romantica e byroniana...
Ma passando pure su tutto questo... resta il fatto che ...avere sessant'anni e non essere credibile nella vesti di un giovane cavaliere ... non ti fa automaticamente diventare un "sovrano" o un "generale" :)
In certi casi si può continuare a sembrare l'Orso Yoghi... sia pure sessantenne! :)
Non dico che questo sia il caso di Kunde... ma... :)


nonché il ritrovato re bemolle in voce (dopo tempo immemore che quella nota era sparita e, si credeva, archiviata per sempre)

Scusami Ilaria, ma continuo a non seguirti.
A parte il fatto che, in teoria, quella nota non dovrebbe essere "in voce" (come dici tu) perché espressamente pensata per il falsetto di Nourrit (e pertanto Bonynge aveva ragione a chiedere a Vrenios di farla in altro modo) oggi - e aggiungo purtroppo - non esiste non esiste un tenore che non la faccia e non la faccia di petto.
E non mi riferisco solo ai due "veri" RAoul di questa produzione (non per niente li ha scelti Minkowski per Bruxelles), prima della ripresina di Strasburgo: ossia Cutler - nourritiano grandioso - e Osborne.
Mi riferisco anche a Spyres, Hermann... Persino Leech negli anni '90...
NOn mi pare proprio una nota "archiviata" e men che meno sparita.


Non eri tu un sostenitore delle parti Le Gros per lui?


Certo che lo sono! :) E meglio ancora lo vedrei nei ruoli Lainez...
Certo che se fa passare ancora un po' di anni con tutti questi Raoul, Tito, Vespri e Ballo in maschera... sarà troppo tardi anche per quelli! :)


In tutti i casi avrei preferito che il suo Admeto fosse valorizzato da un regista serio... cosa che ormai non è più possibile dire di Loy!
Proprio quella Alceste che vidi a Aix (e che, come non è congeniale a Kunde, non lo era per Kaiser, che pure sarebbe un ottimo attore) mi sembra un eccellente esempio di cosa non dovrebbe essere una regia musicale...


Un salutone e a prestissimo!
:)
Mat


Mio caro buon Marazzi, la formula è da prendere con entrambe le parole che la formano. Io non ho mai parlato di "miracolo", infatti, ma di "miracolo geriatrico"! ;)


Infatti, mio sempre ottimo e massimo (per dirla alla Mattioli) Matteo, io non volevo addentrarmi negli ardui meandri del nourrittianesimo, ma fare un discorso molto più semplicistico, tagliarla breve e generalizzare. Mamma mia che cose brutte che ho scritto, so che su questo forum d'intellettuali (e lungi da me ogni connotazione ironica di questo termine: credo che intellettuali lo siate davvero, ed all'ennesima potenza) forse non si dovrebbe mai sfiorare un argomento senza approfondirlo, ma mi sembrava che in questo caso, data la lapalissianità delle osservazioni riportate, non ci fosse bisogno di andare troppo a fondo. E le osservazioni erano, molto semplicemente, le seguenti: Kunde è un signore di 58 anni dal fisico importante, va da sé che sia più realistico quando interpreta personaggi che potrebbero avvicinarsi a lui per età perché così o indicato nel libretto o lasciato intendere dal ruolo che tale personaggio ricopre nell'opera. In genere sovrani, generali, padri (ed altri tipi che si portano dietro uno status umano o sociale piuttosto elevato-avanzato) non sono mai giovanotti di primo pelo, direi anche per forza di cose. Fatico ad immaginarmi un Argirio ventenne così come un Otello di tre lustri.


Depaludiamoci subito dal primo misunderstanding. Io mi riferivo al re bemolle come nota "archiviata" e "sparita" nelle corde vocali di Kunde, che in scena non la cantava più da molti anni perché con l'età credeva di averla persa. O di fatto non gli era più comoda. Fatto sta che non la eseguiva più dal vivo da parecchio. Tutto qui. Non avrei mai azzardato l'ingenuità di affermare che il re bemolle non è più dominio di un tenore che sia uno, né nella fattispecie di quelli che hanno cantato Raoul de Nangis. So anche che tale nota non dovrebbe essere presa in voce, sempre che non errino dapprima il mio spartito stampato da internet e poi quello d'epoca comprato or ora a Paris (grazie, Alberto: mi sono dissanguata nel negozio che mi hai indicato :mrgreen:) ma, che ti devo dire: a me l'effetto è piaciuto, ha emozionato, ha esaltato. E, per lo meno di solito, io non sono certo tipo da tenore alla Bonisolli alla fiera della salsiccia o alla Corelli spengicandele.
Sei cattivello a chiamare quella di Strasburgo una ripresina. Sarà che io non trovo niente di introspettivamente trascendentale né in Cutler né (tanto meno) in Osborn, tanto che non sarei come te così propensa a considerare il primo una sorta di Nourrit redivivo...

Tu sei un pensatore (e non solo conoscitore, NB) d'opera tra i più competenti, raffinati, affascinanti che io conosca. Però a volte ti sfugge una cosa che è importante nella vita di un cantante purtroppo (e lo dico seriamente, anche qui senza nessuna connotazione ironica) più dell'aspettare che un teatro ti offra un ruolo Lainez o Nozzari o Cinti-Damoreau o Falcon: il pane. E' una logica durissima anche per me alla quale pensare si debba sottostare, ma è così. Certo, si può provare a proporre, a declinare, a costruirsi un cammino ipercoerente. Ma, soprattutto in tempi di vacche magre come questi, è assai difficile farlo ottenendo il risultato al 100% sperato. E poi, nel caso specifico, Un ballo in maschera mi sembra un debutto più che interessante. Ovvio che anch'io starei ad ascoltarmi GK molto più volentieri come Pirro, Antenore, Otello, Agorante magari...

A me quella regia di Alceste è piaciuta. Ma quante produzioni sbagliate hai inanellato di Loy per disconoscerlo così? Perché in effetti, a pensarci bene, non c'è forse bisogno di vedere troppi scempi da parte di uno stesso regista prima ritenuto interessante per allontanarsene. A me, per esempio, è bastato quell'obbrobrio indecente ed idiota de La clemenza di Tito ad Aix del comune amato McVicar per farmi dubitare della serietà e della bravura di quest'ultimo... tanto per intenderci ;)


Ricambio i saluti, più un abbraccio
Ilaria

P.S.
Si capisce che non sono in grado di quotare paragrafo per paragrafo? Ho disimparato. Spero capiate lo stesso :mrgreen:
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda MatMarazzi » sab 21 apr 2012, 20:38

CArissima! :)
Se disimpari a quotare è perché scrivi troppo poco! ;)
E così, oltre a disimparare a quotare, ci privi della tua compagnia e delle tue considerazioni!
Nella speranza di leggerti (e quotare) molto più spesso, provo a rispondere alle tue argomentazioni, scuasandomi intanto per il fraintendimento sul re bemolle "archiviato" di Kunde.

Kunde è un signore di 58 anni dal fisico importante, va da sé che sia più realistico quando interpreta personaggi che potrebbero avvicinarsi a lui per età perché così o indicato nel libretto o lasciato intendere dal ruolo che tale personaggio ricopre nell'opera.


Per me la questione dell'età è molto, molto importante.
Ma non per una questione di freschezza fisica e vocale, quanto per la necessità - a fronte di qualsiasi repertorio - che l'artista metta se stesso nel personaggio che affronta, inverandolo.
Non mi interessa che il cantante abbia l'età esatta del personaggio; mi interessa invece che il personaggio (se non altro per come ce lo presenta lui) abbia l'età esatta dell'interprete.
Solo quando non è materialmente possibile questa eguaglianza, allora un inteprete dovrebbe astenersi dal cantare un ruolo (oltre alle considerazioni di tipo vocale, si intende).

Un annetto fa per esempio ho esaltato in questo sito la quasi cinquantenne Herlitzius che risultava incredibilmente "vera" come Kata Kabanowa (che di anni dovrebbe averne una ventina): la sua bravura non era infatti quella di fingersi giovane, ma di persuaderci che non c'è niente di male che Kata abbia - nella particolare storia narrata a Bruxelles - cinquant'anni invece di venti.
Se Kunde ha 58 anni, allora noi dobbiamo uscire da teatro convinti che il personaggio che egli interpreta ne abbia esattamente 58, né più, nè meno.
Se usciamo da teatro con l'idea che Raoul non può avere 58 anni, e che quello che abbiamo visto è solo un sessantenne con i capelli tinti che fa finta di avere vent'anni... allora qualcosa non ha funzionato.
Paradossalmente con Pollione ci riesce. Sentendo Kunde non si avverte alcuna discrepanza anagrafica: nella storia che ci racconta lui, i 58 anni sono perfettamente plausibili.

Venendo a Kunde: è talmente un grande artista (al di là del rebemolle) che è un peccato sperperare le risorse di cui dispone, le specificità straordinarie che lo rendono unico (per quanto ancora?) in un repertorio e personaggi dove è condannato a far trista figura.
Vedere un signore maturo, grassottello e impacciato, dalla voce possente ed estesa, ma rugginosa (e dire che sarebbe il suo bello... proprio quella patina di ruggine sul timbro chiaro ma arrochito) arrabattarsi in parti da giovanotto a me pare terribilmente triste.
Nel repertorio giusto avrebbe tante rivelazioni da donarci.

NOn metterla, Ilaria, sul piano del "pane", perché ti assicuro (osservando il mondo dell'opera da trent'anni) che non è vero.
E' la personalità che ti fa "vendere", la forza delle tue rivelazioni, non la "popolarità" dei personaggi che affronti.
Anzi, più ti specializzi, più ti fai amare per un certo repertorio, più impari a "conoscerti" e a selezionare i tuoi persaonggi in base a ciò che vedi allo specchio tutte le mattine quando ti alzi, ignorando le facili sirene del "titolo grosso così"... più avrai successo.
E' cantando le Mimì che la Bartoli è diventata una delle cantanti più pagate al mondo?

Quando ero persino più giovane dell'età che avevi tu quando fosti "folgorata" da Kunde (precisamente quando avevo 15 anni) presi una bella sbandata anche io.
La cantante per cui allora persi la testa (già lo sai) era Anja Silja.
Allora (ti parlo del 1985-86) era totalmente fuori carriera. Il mondo intero la considerava finita, la meteora della Neue Bayreuth, la torcia che si era bruciata a vent'anni.
Tu ora non ci crederai, ma io (in anni pre-Internet) divoravo le riviste internazionali alla ricerca disperata (e quasi sempre delusa) di sue presenze, che erano pochissime e in periferia (Bonn, Amburgo, qualcosa a San Francisco, qualcosa a Bruxelles).
La Silja era considerata da tutti un capitolo chiuso.
Poi (dalla fine degli anni '80, con mia sorpresa) la sua carriera ripartì.
Dapprima un passettino alla volta, poi come una cascata: e con che ruoli?
...la Sacrestana, Emilya Marty, Ortrud (questa pochissimo), Amme, la Geschwitz, Erwartung; col tempo, si sono aggiunte Clitennestra, la Priora, la Madre nell'Osud, la Kabanicha, la Contessa...
Come vedi nessun Verdi, nessun Puccini.

Grazie a Dio la Silja cinquantenne non si è messa ad accettare le Tosche o le Desdemone tanto per guadagnare "il pane"; i teatri (lo stesso Mortier) continuavano a implorare la sua Marie del Wozzeck, la sua Lulu o la sua Elektra (glorie di gioventù) ma lei non ne volle sapere, accettando semmai di affrontare la Geschwitz e Clitennestra, benché spesso avesse la stessa età delle titolari del ruolo, le quali - penso alla Salome della Malfitano o alla Elektra della Connell - continuavano cinquantenni a interpetrare questi personaggi.

Tu ti chiederai: si può imbastire una carriera mondiale e prestigiosissima (e quindi guadagnarsi altro che il pane... pozzi di soldi) semplicemente con un pugno di ruoli di Janacek e Strauss (per giunta ruoli di vecchie)?
Se sei la Silja sì.
Se guardi i suoi impegni fra il 95 e il 2005 (che io seguivo passo passo) ti trovi di fronte a una delle carriere più spettacolari dell'epoca, con decine e decine di recite solo nei massimi teatri del mondo, nei due continenti (persino i più conservatori come Milano, Vienna e il Met), e non certo a Strasburgo... con istituzioni che montavano nuove produzioni apposta per lei e direttori come Boulez. Baremboim, Levine e Rattle che si adattavano a dirigere determinate opere solo in virtù della sua presenza.
Come vedi, il "pane" lo si può guadagnare anche avendo consapevolezza dei propri limiti e delle proprie caratteristiche.
Non solo cantando il Ballo in Maschera a sessant'anni.


Sei cattivello a chiamare quella di Strasburgo una ripresina. Sarà che io non trovo niente di introspettivamente trascendentale né in Cutler né (tanto meno) in Osborn, tanto che non sarei come te così propensa a considerare il primo una sorta di Nourrit redivivo...


Purtroppo sono cattivello spesso! :) E me ne scuso... in realtà lo sembro, ma penso di non esserlo davvero. ;)
"Amor mi fa cantare" :)
In questo caso, però, gli Ugonotti di cui parliamo è nata a Bruxelles per volontà di un gigante come Minkowski e con un doppio cast stellare tutto scelto da lui, voce per voce, e con un nuovo allestimento (non geniale, ok, ma nemmeno orrendo e comunque nato lì) di Py.
Una ripresa l'anno dopo a Strasburgo (piazza obbiettivamente assai meno altisonante della Monnaie) senza più Minkowski e con un cast dimezzato, non può essere considerata - se vogliamo essere onesti - altrettanto importante.
Quanto a Cutler, cosa devo dire...
Io non ho mai sentito in vita mia (e parlo anche delle registrazioni storiche) una vocalità, un gusto, una tecnica e soprattutto una profondità espressiva, una vocazione all'anti-eroismo, una capacità di ironia nella tragedia... paragonabili alla sua in questi ruoli.
Tutti quelli che l'hanno sentito negli Ugonotti hanno parlato di rivelazione (a partire da Minkowski che, bontà sua, l'ha scelto). Già anche Muti (per quel che può valere) l'ha voluto in un altro ruolo Nourrit a Salisburgo.
Tu dici che non lo consideri così significativo... non so che dire... dicci perché. Forse hai ragione tu.

A me quella regia di Alceste è piaciuta. Ma quante produzioni sbagliate hai inanellato di Loy per disconoscerlo così? Perché in effetti, a pensarci bene, non c'è forse bisogno di vedere troppi scempi da parte di uno stesso regista prima ritenuto interessante per allontanarsene. A me, per esempio, è bastato quell'obbrobrio indecente ed idiota de La clemenza di Tito ad Aix del comune amato McVicar per farmi dubitare della serietà e della bravura di quest'ultimo... tanto per intenderci ;)


A te è bastato solo quello? Già... non hai sicuramente visto di Mc Vicar l'Incoronazione di Poppea, i suoi Meistersinger, il suo Rigoletto, il suo inarrivabile, rivulzionario Giulio Cesare, che ha cambiato per sempre il volto di Handel.
Dici che ti è bastato uno spettacolo per giudicare Mc Vicar! ...E' giusto!
NOn si dovrebbero mai sbagliare gli spettacoli (e questo vale anche per i personaggi che si cantano) perché l'impressione che si lascia sul pubblico è indelebile.
E i miei amici Maugahm e Mattioli sanno bene che una delle colpe che indirizzo a Mc Vicar è quello di sbagliare più spettacoli del giusto.

Invece di Loy non ho che terribili ricordi: ti posso elencare la più pasticciata Lulu mai vista, la più grossolana Frau ohne Schatten, la più fallimentare Theodora, la più puerile Alceste.
E non è che il Roberto Devereux (che vidi dal vivo alla sua nascita) o la Lucrezia Borgia fossero assai meglio, anche se per chi era abitutato al Donizetti alla PIzzi potevano sembrare chissà cosa...
Il problema è che mentre Mc Vicar ogni tanto "se ne frega", per me Loy manca davvero di capacità e consapevolezza. FAcendo l'esempio col canto, lui non si limita a sbagliare i personaggi... Non sa proprio cantare! :)
Se vuoi possiamo discuterne, anche se io - dopo averne già parlato in uno dei più logorroici post della mia vita :), quando mi scatenai contro la Frau di Salisburgo - ho un po' paura di risultare palloso... :D

Resta comunque il fatto che la diversità di gusti e opinioni è il sale delle conversazioni! :)
E che se ogni tanto dimentico di aggiungere "imho"... è solo per dimenticanza!

Ricambio l'abbraccio affettuosamente e attendo i tuoi commenti sugli spettacoli parigini.

A presto,
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda mattioli » sab 21 apr 2012, 21:47

Togliete subito questa logorroica conversazione su un tenore (quasi) sessantenne dal MIO thread : King : !
Nel librino Kunde NON c'è (perché poi? Mah...)!
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda Maugham » dom 22 apr 2012, 13:37

mattioli ha scritto:Togliete subito questa logorroica conversazione su un tenore (quasi) sessantenne dal MIO thread : King : !
Nel librino Kunde NON c'è (perché poi? Mah...)!
AM

PS: : Nar :


Ritorno di corsa al "tuo" thread.
Ieri sera, un'amica mi ha detto (testuale)
"Sai, ho appena comprato un libro d'opera. L'autore si chiama Alberto Mattioli. E' un libro satirico che prende per il culo quelli che come te girano per il mondo a vedere opere". :shock: : WohoW : : WohoW : : WohoW : : WohoW :
Ho testimoni.
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Re: Gregory Kunde

Messaggioda mattioli » dom 22 apr 2012, 13:49

E io sono d'accordo! La sposerei subito!
Ma perché questa fine esegesi (e non sono ironico) è nel thread su zio Gregory?! : Andry :
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Re: Gregory Kunde

Messaggioda Maugham » dom 22 apr 2012, 13:54

mattioli ha scritto:E io sono d'accordo! La sposerei subito!
Ma perché questa fine esegesi (e non sono ironico) è nel thread su zio Gregory?! : Andry :
Omaggio al Divino

AM


Zio Gregory? ; io ho risposto a te. Secondo me Matteo sta facendo dell'editing senza dire niente.... : CoolGun :
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Re: Gregory Kunde

Messaggioda pbagnoli » dom 22 apr 2012, 17:11

Maugham ha scritto:
Zio Gregory? ; io ho risposto a te. Secondo me Matteo sta facendo dell'editing senza dire niente.... : CoolGun :
WSM

Confermo: lo sta facendo
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Re: E' USCITO "ANCHE STASERA" DI ALBERTO MATTIOLI

Messaggioda Ilaria » lun 23 apr 2012, 19:07

mattioli ha scritto:Togliete subito questa logorroica conversazione su un tenore (quasi) sessantenne dal MIO thread : King : !
Nel librino Kunde NON c'è (perché poi? Mah...)!
AM

PS: : Nar :


Sul perché non ci sia, non è dato sapere. O, meglio, non vorrei saperlo :mrgreen:
Ma ti garantisco che in "Anche stasera 2 - a volte ritornano", ci sarà, oh, se ci sarà nell'elenco delle ulteriori cento cose per cui vale la pena essere melomani. E non tanto per meriti artistici, ma perché nel frattempo una tua cara amica ti avrà fatto un paiolo così che, per farla tacere, non potrai ignorare la sua richiesta. Altro inserimento, già dicemmo: il timbro paradisiaco di Peter Mattei. Nevvero? : CoolGun :

Bonne soirée
Ilary
Per lei sfidai le stelle,
Di lauri ornai sue chiome,
Deve di Grande il nome,
Le sue vittorie a me.
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Ilaria
 
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