New York - Metropolitan

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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda mattioli » sab 25 feb 2012, 13:10

Ok, ok, il Divino e il Bagnolo hanno detto (manca solo il GM per completare la Trinità): confesso che la stagione del Met l'ho letta anche più in fretta di WSM prima maniera e che mi avete fatto passare la voglia di approfondire. Concordo sul fatto che l'unica cosa che mi farebbe venire voglia di fare un viaggetto al Met, a parte il fatto che intorno c'è NY (scusate, sono un provinciale e quella città mi fa impazzire...), è sentire la Joyce in Stuarda. La van den Heever l'ho sentita di recente a Londra dove ha salvato last minute i Meistersinger di Pappano cantando con lo spartito: non ho idea di come reciti, ma la voce è interessante. Detto questo, verissimo che la stagione è banale :x
Però... però per una volta vorrei che anche operadisc non commettesse l'errore tipicamente italiano di considerare le stagioni solo da un punto di vista qualitativo e mai quantitativo. IMHO, il funzionamento di un teatro che voglia essere un servizio pubblico è fatto non solo di fantastiche e innovative nuove produzioni, ma anche di una decente routine che permetta di far vedere a un pubblico che, magari non è fatto solo di noi iperspecialisti, tutto il repertorio in poche stagioni.
Insomma, sono d'accordo che 'sta stagione sia fiacca, però il Met resta una gioiosa macchina da musica in grado di fare sette recite a settimana per sei mesi all'anno. Non è solo un problema di organizzazione (teatro di repertorio o di stagione sono modelli ormai superati nei fatti, la maggior parte dei teatri del mondo - escludo ovviamente quelli italiani, che non contano - funzionano con un sistema misto), ma di ottimizzare le risorse e di far sì, per esempio, che la gente cui si paga lo stipendio fornisca un servizio corrispondente. Insomma, mi sembra che qui in Italia, nel terzo mondo operistico, dal Met ci sarebbe molto da imparare...
Scusate l'intervento. E comunque il 27 marzo si avvicina... : Thumbup :
Ciao ciao
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda Maugham » sab 25 feb 2012, 13:37

mattioli ha scritto:Scusate l'intervento. E comunque il 27 marzo si avvicina... : Thumbup :
Ciao ciao
AM


Cosa succede il 27 marzo? : Blink :
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda VGobbi » sab 25 feb 2012, 13:41

Il pensiero di Mattioli sul servizio che dovrebbe fornire un teatro, non solo fatto di grandi ed innovative produzioni, ma anche di routine dando la possibilita' alla maggior gente possibile di poter assistere agli spettacoli, beh mi trova perfettamente d'accordo.

E poi solo uno dei pochi teatri che fanno riesumare i vecchi divi della lirica ... visto la presenza di James Morris, Samuel Ramey e Felicity Palmer, per citarne i piu' famosi.

Insomma, io pagherei oro per avere in Italia una stagione da Met!!!
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda mattioli » sab 25 feb 2012, 13:50

Cosa succede il 27 marzo?


Niente, niente... :P . Piccola operazione di automarketing... : Chessygrin :

visto la presenza di James Morris, Samuel Ramey e Felicity Palmer


Beh, questi potrebbero cantare anche a Torino... Al Museo Egizio, però! : Nar :

Ciao miao bao
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda pbagnoli » sab 25 feb 2012, 14:09

mattioli ha scritto:
Cosa succede il 27 marzo?


Niente, niente... :P . Piccola operazione di automarketing... : Chessygrin :


Ah, forse ho capito: stiamo parlando del vernissage di un libro, n'est-ce pas? 8)
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda mattioli » sab 25 feb 2012, 14:13

Beh, se non ci sono casini last minute, proprio sugli scaffali...
Mah... :oops:
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda pbagnoli » sab 25 feb 2012, 14:18

mattioli ha scritto:
Insomma, sono d'accordo che 'sta stagione sia fiacca, però il Met resta una gioiosa macchina da musica in grado di fare sette recite a settimana per sei mesi all'anno. Non è solo un problema di organizzazione (teatro di repertorio o di stagione sono modelli ormai superati nei fatti, la maggior parte dei teatri del mondo - escludo ovviamente quelli italiani, che non contano - funzionano con un sistema misto), ma di ottimizzare le risorse e di far sì, per esempio, che la gente cui si paga lo stipendio fornisca un servizio corrispondente. Insomma, mi sembra che qui in Italia, nel terzo mondo operistico, dal Met ci sarebbe molto da imparare...

Su questo hai ragione.
Credo che il discorso che tu fai riguardi - in un certo modo - anche l'idea di un repertorio, che il teatro immagazzina nell'arco del tempo, che ogni tanto viene spolverato (giusto per non lasciare gli allestimenti ai tempi di Gatti-Casazza), e che comprende anche un certo numero di cantanti e direttori che girano.
Da questo punto di vista, nulla da dire: è anzi un'ottima idea che permette a più persone nell'arco del tempo di fruire di uno stesso spettacolo e addirittura di monitorare di detto spettacolo l'evoluzione.
In Italia verosimilmente non ci riusciremo per due motivi:
1 - aspettiamo sempre da ogni produzione l'evento
2 - i tentativi di creare una compagnia più o meno stabile da cui pescare si devono scontare contro gli idiots savants che fischiano i cantanti di medio e basso livello aspettandosi probabilmente ogni sera di veder comparire Pavarotti e co. come ai bei tempi. Ma non tutte le sere possono essere fatte con i Pavarotti

Per quanto posso vedere, la Scala sta cercando proprio di fare questo: di creare se non una compagnia fissa, quanto meno un serbatoio di cantanti e direttori cui attingere per allestire una serata di medio cabotaggio. Non ci fai l'evento, ci fai la routine. Ho la sensazione che l'Italia non sia pronta per una cosa come questa che, pure, nella prima metà del secolo scorso era normale
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda pbagnoli » sab 25 feb 2012, 14:20

mattioli ha scritto:Beh, se non ci sono casini last minute, proprio sugli scaffali...
Mah... :oops:
AM

E la presentazione quando?
Un articolo per noi per raccontarcelo?
D'accordo: non siamo Paris Match o Opèra Internationale, però nel nostro piccolo...
Matteo non lo dice perché sai che ha riserbo di scrivere qui, ma io te lo chiedo: ci racconti qualcosa di questa tua fatica letteraria? Ci presenti la tua creatura?
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda mattioli » sab 25 feb 2012, 14:54

Caro Boss,

non vorrei mettere troppa carne al fuoco. Questione repertorio: il vero problema dei teatri italiani non è che, in astratto, costino molto o poco. E' che, quasi tutti, costano troppo per quel che producono. Finché ci saranno complessi stabili (che secondo me devono continuare a esserci, anche se 14 fondazioni liriche sono effettivamente troppe), i teatri continueranno a consacrare gran parte del loro bilancio (adesso non ho sottomano le statistiche, ma credo che siamo, in media, intorno all'80%) a pagare stipendi. Resta pochissimo per produrre, ma così si finisce per avere orchestrali che non suonano, coristi che non cantano, ballerini che non ballano e amministrativi che producono montagne di carte dalle quali escono stagioni-topolino. Allora bisogna aumentare la produttività e recenti gestioni di teatri italiani (Scala, Regio, Fenice) hanno dimostrato che è possibile anche in una situazione economica e contrattuale che è quella che è. Aumentare la produttività vuol dire, per esempio, che non è tollerabile che in agosto, quando le città d'arte sono invase da turisti per i quali, nonostante tutto, l'Italia vuole ancora dire opera, i teatri siano chiusi. A questo pubblico non devi dare la Donna senz'ombra di Guth. Va benissimo la solita Bohème di Zeffirelli, magari senza star, magari con cantanti giovani. A Torino adesso stanno facendo una ministagione di repertorio dentro la stagione maggiore: quattro titoli popolari, Bohème, Rigoletto, Barbiere e Butterfly in spettacoli visti e rivisti (e, Butterfly a parte, che io non ho voglia di rivedere), cast decenti, direttori della casa: bene, il teatro è pieno al 97%. Così recuperi risorse per fare anche le produzioni importanti, e pazienza se il Fidelio l'hanno sbagliato.
A Zurigo, il miglior teatro d'opera del mondo, questo Pereira ha fatto per vent'anni: una nuova produzione al mese e poi tanto repertorio, ripreso magari con cantanti e direttori di cartello. Ma poteva farlo perché ha molto personale (110 orchestrali) e lo paga bene: e quelli, gustamente, lavorano bene senza rivendicazioni idiote e senza scioperare ogni due per tre. Insomma, ormai in tutto il mondo civilizzato si va verso un sistema misto, alternando grandi nuove produzioni a riprese: l'importante è che il teatro sia aperto tutte le sere, perché è un normale servizio pubblico come la metropolitana o l'ospedale o il tribunale...
Scusate la lenzuolata, ciao
AM
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda mattioli » sab 25 feb 2012, 15:10

E la presentazione quando?
Un articolo per noi per raccontarcelo?
D'accordo: non siamo Paris Match o Opèra Internationale, però nel nostro piccolo...
Matteo non lo dice perché sai che ha riserbo di scrivere qui, ma io te lo chiedo: ci racconti qualcosa di questa tua fatica letteraria? Ci presenti la tua creatura?


Beh, non vorrei farla troppo sporca con l'autospot e poi Operadisc riceverà la normale copia per recensione: l'importante è parlarne, magari male, ma parlarne.
In sintesi: si tratta di un librino (200 pagine) che esce appunto il 27 marzo per Mondadori, nelle Strade blu. Titolo: "Anche stasera", che non è mio e infatti mi piace molto.
Si parla ovviamente di opera, anzi della passione per l'opera. Tu sai (anzi non lo sai, perché di persona non ci conosciamo, quindi te lo dico) che, come tutti i matti, io sono molto rigoroso e di ogni recita d'opera che ho visto in vita mia ho annotato data, teatro, titolo e interpreti. Arrivato a quota mille, feci per il mio giornale una doppia paginata dove raccontavo come una passione può riempirti la vita fino a diventare quasi un'ossessione, una magnifica ossessione. Da quelle pagine è nato, dopo alcune vicissitudini e quando nel frattempo le opere viste (o ascoltate? La cosa ha la sua importanza, io preferisco dire viste) erano diventate 1.100, l'attuale librino.
Che dire? E' un libro strano, di un genere non frequente in Italia, in parte autobiografico e in parte no, in parte serio e in parte di cazzeggio, spero nel complesso divertente. Non è un libro di critica operistica, benché non rinunci a dire quel che penso su argomenti sensibili come le regie, Muti, il barocco etc (se poi penso quello che dico lo deciderà chi lo leggerà): è un libro di viaggi, incontri, ricordi, personaggi, dove si parla di dove andare a mangiare a Salisburgo o a dormire a Bayreuth ma anche di cos'era l'opera nella provincia italiana negli Anni Ottanta o perché la "prima" della Scala è un avvenimento senza senso.
Beh, basta :oops:. Il libro esce il 27 marzo IN ITALIA e IN ITALIANO (macché Paris Match o Opéra International - in francese, follemente, l'opera è maschile) il che mi mette in difficoltà perché il 22 aprile in Francia ci sono le presidenziali quindi dalla metà del mese devo proprio restare a Parigi. Spero però di fare qualche passaggio radio e tivù e almeno un paio di presentazioni pubbliche, direi a Torino e a Milano. Poi vediamo, ci sto lavorando in questi giorni. Ma adesso basta se no davvero è un uso troppo privatistico e marchettaro di uno spazio pubblico.
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda VGobbi » sab 25 feb 2012, 16:42

Carissimo Alberto,

anzi tutto congratulazioni per la tua nuova fatica letteraria, che sembra davvero essere la migliore finora uscita e scritta da te. Una domandina ... il libro sara' solo in formato cartaceo oppure uscira' anche in versione per lettore ereader? Ti prego, dimmi di si ... da un anno a questa parte i libri li leggo solo ed esclusivamente in formato elettronico.

Per chi volesse sapere di cosa si tratta, beh ... basta andare sul sito di amazon.it e cercare Kinlde 4. E' il lettore ereader che attualmente possiedo e di cui ne sono pienamente soddisfatto. Per dubbi, domande o quant'altro ... chi vuole puo' scrivermi qui, oppure meglio (anche per non inficiare questo thread) in privato.

Ultima cosa ... io sono un gerontofilo ed amo alla follia i cantanti gloriosi vecchi ed ancora in attivita', capito? : Andry :
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda mattioli » sab 25 feb 2012, 17:02

che sembra davvero essere la migliore finora uscita e scritta da te


Beh, spero anch'io! Finora di libri ne ho scritti due... :lol:

uscira' anche in versione per lettore ereader?


Non ne ho idea. Mi informerò... :oops:

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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda pbagnoli » sab 25 feb 2012, 18:10

mattioli ha scritto: ...Ma adesso basta se no davvero è un uso troppo privatistico e marchettaro di uno spazio pubblico.
Ciao ciao
AM

Che c'entra?
T'ho chiesto io di raccontarci qualche cosa in merito.
Quanto alla tua abitudine di annotare tutto degli spettacoli, non ci crederai ma mi era già nota: me l'aveva raccontata un uccellino obeso :lol: :lol: :lol:
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda VGobbi » sab 25 feb 2012, 18:21

pbagnoli ha scritto:
mattioli ha scritto: ...Ma adesso basta se no davvero è un uso troppo privatistico e marchettaro di uno spazio pubblico.
Ciao ciao
AM

Che c'entra?
T'ho chiesto io di raccontarci qualche cosa in merito.
Quanto alla tua abitudine di annotare tutto degli spettacoli, non ci crederai ma mi era già nota: me l'aveva raccontata un uccellino obeso :lol: :lol: :lol:

Uccellino obeso disperso ...
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Re: Metropolitan 2012/2013

Messaggioda MatMarazzi » sab 25 feb 2012, 22:29

Un salutone a tutti e complimenti per il bellissimo thread, sul quale vorrei poter aggiungere qualche personale considerazione.

Partiamo dal Metropolitan.

La tua difesa, caro Mattioli, è generosa e, come al solito, abile. :) Ma il punto della discussione era l'interesse artistico del programma annunciato da Gelb.
L'incredibile produttività del Metropolitan Opera, la sua esemplare efficienza organizzativa sono elementi importanti, ma che ci dicono ben poco sul valore di una direzione artistica!
Il Metropolitan è sempre stato un modello di produttività (non quindi grazie a Gelb) ma nella sua secolare vicenda ha conosciuto stagioni illustri e altre fiacchissime.
Questa a me pare una delle più fiacche che si siano viste, :) anche se tutto, more solito, filerà alla perfezione.

Interessante quello che scrivi sulla necessità di far convivere in una stessa programmazione il "repertorio di decente routine" destinato a un pubblico più di massa e le nuove produzioni avventurose, ciliegina per specialisti.
Ma io mi chiedo dove stia, in questa stagione, la decente routine e dove siano le produzioni avventurose...

E poi sei sicuro che abbia ancora senso distinguere strategicamente fra produzioni e repertori per largo pubblico e per le élite?
Sicuro che ancora oggi si possa sostenere il sistema produttivo con le operazioni di massa?
Credi che i pienoni conquistati da Florez in opere come Matilde di Shabran, Comte Ory, Fille du Regiment si debbano alla "popolarità" dei titoli?
O che i CINQUE MILIONI (leggasi CINQUE MILIONI) di cd venduti dalla Bartoli si giustifichino con brani facili e noti?
E come giudichi il fatto che qui a Ferrara,... dei quattro orridi spettacoli messi in cartellone, l'unico che si sia riempito è il Rinaldo (a differenza di Don Pasquale, Rigoletto e persino... Il Paese dei Campanelli, pressoché disertati)?
In quale tipologia metti un titolo come Les Troyens? Massa o élite?
Be'... massa non direi... (di sicuro ignoti a quanti hanno affollato la stagioncina popolare e prezzi stracciati del Regio)
Eppure a Londra (Pappano, McVicar, Kauffman, Westbroek, Antonacci) si prevede il finimondo.
Il Covent Garden vacillerà sotto la montagna di richieste: si parla del 400% rispetto ai posti disponibili, altro che il 97% di Torino.
E stiamo parlando di biglietti fra i più costosi del mondo! Non male per uno spettacolo "d'élite"...

Insomma, per come la vedio io, l'opera è stata in passato (molto passato) un genere largamente "popolare". Oggi non lo è più, né potrebbe esserlo.
Allora era senza concorrenza! Oggi c'è la televisione, il cinema, la musica pop... tutte forme di intrattenimento che, in quanto a "popolarità", sono infinitamente più efficaci e potenti dell'Opera.
La sua sopravvivenza, anzi la sua rinascita da venticinque anni a questa parte, è legata all'innalzamento dei propri standard qualitativi ed esecutivi e delle proprie ambizioni culturali.
Questo "salto" le ha permesso di sopravvivere a una concorrenza che (se fosse rimasta "popolare") l'avrebbe travolta!
La gente oggi va all'opera con un atteggiamento mentale diverso rispetto a quando ascolta le canzoni per radio o va o al cinema con la famiglia!
Il tipo di fruizione che oggi è richiesto è ben diverso dall'epoca dei nostri nonni.

Poi so anche io che i concertoni calcistico-tenorili, i CD in stile evergeen e altre espressioni "operistico-pop" hanno ancora successo... ma si tratta di un successo effimero, molto più limitato di quel che sembra: possono impressionarci le folle oceaniche al concertone di Berlino... ma si tratta di avvenimenti circoscritti, finiti i quali il pubblico generalista torna alla sua TV e alle sue canzoni pop!
Il pubblico "popolare" di cinquant'anni fa conosceva a memoria il Trovatore o l'Andrea Chenier! Esso poteva, allora, sostenere economicamente le stagioni teatrali!
Ma oggi... le migliaia di persone che sgomitano per assistere a un concerto di capodanno con la Netrebko... cosa possono sostenere?
Pensi davvero che un teatro che sagomi su di loro la propria programmazione ... sia lungimirante?

Guarda l'Arena di Verona! E' un bell'esempio.
Una quindicina di anni fa essa venne attrezzata a diventare un glorioso "son et lumière" per pubblico nazional-popolare!
Ci si misero di impegno: vastissime campagne di marketing sul turismo di massa... titoli sempre uguali e i più noti del repertorio... regie colorate e de-problematicizzate al massimo, tripudio dello zeffirellismo e dell'orenismo!!
E' vero... per qualche stagione sono entrati fiumi di soldi...
Poi? Guardiamola adesso: estate dopo estate, è sempre più vuota.
Le condizioni attuali - e in particolare l'esistenza di media e generi che stravincono sull'opera in termini di popolarità - impediscono all'opera di sopravvivere su questo terreno.

Ricapitolando (e sto parlando in astratto, non del Met) secondo me oggi è pericoloso parlare di spettacoli d'opera di massa e spettacoli di élite.
Nel mondo dell'opera la massa non esiste praticamente più.
Qualsiasi repertorio (da Monteverdi a Verdi, da Rossini a Berg) deve rispondere alle attese di un pubblico che se va all'opera non è certo per cercarvi "evasione", "intrattenimento" e "relax" (tutto questo lo trova molto più facilmente altrove e a prezzi infinitamente più bassi).
Non a caso, proprio il Met dovendo annunciare una Traviata (l'opera più popolare al mondo) si affida all'allestimento di Willy Decker.

E ora veniamo a "Anche stasera" :)))
Siamo tutti ansiosi di leggere il tuo prossimo libro (a metà tra il memoriale, lo Zibaldone e il Pamphlet) sull'amore per l'opera... già sappiamo che sarà una delle pubblicazioni più originali, brillanti e stimolanti in questo settore. Ci sarà molto da imparare, molto da divertirsi, e... molto da ricordare: diversi fra noi, infatti, frequentavano già i teatri in quegli anni '80 nei quali cominciasti a inanellare le tue 1.100 perline.
Come sai, caro amico, Operadisc avrà l'onore di inviarti per l'occasione una bella lista di domande a cui tu... avrai l'onore di rispondere! :)
Un'intervista mi sembra più adatta di una "recensione" a celebrare l'uscita del libro, dato che sei anche un nostro prezioso compagno di chiacchierate forensi e ancor più prezioso amico!

Salutoni,
Mat
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