Un salutone a tutti e complimenti per il bellissimo thread, sul quale vorrei poter aggiungere qualche personale considerazione.
Partiamo dal Metropolitan.
La tua difesa, caro Mattioli, è generosa e, come al solito, abile.
Ma il punto della discussione era l'interesse artistico del programma annunciato da Gelb.
L'incredibile produttività del Metropolitan Opera, la sua esemplare efficienza organizzativa sono elementi importanti, ma che ci dicono ben poco sul valore di una direzione artistica!
Il Metropolitan è sempre stato un modello di produttività (non quindi grazie a Gelb) ma nella sua secolare vicenda ha conosciuto stagioni illustri e altre fiacchissime.
Questa a me pare una delle più fiacche che si siano viste,
anche se tutto, more solito, filerà alla perfezione.
Interessante quello che scrivi sulla necessità di far convivere in una stessa programmazione il "repertorio di decente routine" destinato a un pubblico più di massa e le nuove produzioni avventurose, ciliegina per specialisti.
Ma io mi chiedo dove stia, in questa stagione, la decente routine e dove siano le produzioni avventurose...
E poi sei sicuro che abbia ancora senso distinguere strategicamente fra produzioni e repertori per largo pubblico e per le élite?
Sicuro che ancora oggi si possa sostenere il sistema produttivo con le operazioni di massa?
Credi che i pienoni conquistati da Florez in opere come Matilde di Shabran, Comte Ory, Fille du Regiment si debbano alla "popolarità" dei titoli?
O che i CINQUE MILIONI (leggasi CINQUE MILIONI) di cd venduti dalla Bartoli si giustifichino con brani facili e noti?
E come giudichi il fatto che qui a Ferrara,... dei quattro orridi spettacoli messi in cartellone, l'unico che si sia riempito è il Rinaldo (a differenza di Don Pasquale, Rigoletto e persino... Il Paese dei Campanelli, pressoché disertati)?
In quale tipologia metti un titolo come Les Troyens? Massa o élite?
Be'... massa non direi... (di sicuro ignoti a quanti hanno affollato la stagioncina popolare e prezzi stracciati del Regio)
Eppure a Londra (Pappano, McVicar, Kauffman, Westbroek, Antonacci) si prevede il finimondo.
Il Covent Garden vacillerà sotto la montagna di richieste: si parla del 400% rispetto ai posti disponibili, altro che il 97% di Torino.
E stiamo parlando di biglietti fra i più costosi del mondo! Non male per uno spettacolo "d'élite"...
Insomma, per come la vedio io, l'opera è stata in passato (molto passato) un genere largamente "popolare". Oggi non lo è più, né potrebbe esserlo.
Allora era senza concorrenza! Oggi c'è la televisione, il cinema, la musica pop... tutte forme di intrattenimento che, in quanto a "popolarità", sono infinitamente più efficaci e potenti dell'Opera.
La sua sopravvivenza, anzi la sua rinascita da venticinque anni a questa parte, è legata all'innalzamento dei propri standard qualitativi ed esecutivi e delle proprie ambizioni culturali.
Questo "salto" le ha permesso di sopravvivere a una concorrenza che (se fosse rimasta "popolare") l'avrebbe travolta!
La gente oggi va all'opera con un atteggiamento mentale diverso rispetto a quando ascolta le canzoni per radio o va o al cinema con la famiglia!
Il tipo di fruizione che oggi è richiesto è ben diverso dall'epoca dei nostri nonni.
Poi so anche io che i concertoni calcistico-tenorili, i CD in stile evergeen e altre espressioni "operistico-pop" hanno ancora successo... ma si tratta di un successo effimero, molto più limitato di quel che sembra: possono impressionarci le folle oceaniche al concertone di Berlino... ma si tratta di avvenimenti circoscritti, finiti i quali il pubblico generalista torna alla sua TV e alle sue canzoni pop!
Il pubblico "popolare" di cinquant'anni fa conosceva a memoria il Trovatore o l'Andrea Chenier! Esso poteva, allora, sostenere economicamente le stagioni teatrali!
Ma oggi... le migliaia di persone che sgomitano per assistere a un concerto di capodanno con la Netrebko... cosa possono sostenere?
Pensi davvero che un teatro che sagomi su di loro la propria programmazione ... sia lungimirante?
Guarda l'Arena di Verona! E' un bell'esempio.
Una quindicina di anni fa essa venne attrezzata a diventare un glorioso "son et lumière" per pubblico nazional-popolare!
Ci si misero di impegno: vastissime campagne di marketing sul turismo di massa... titoli sempre uguali e i più noti del repertorio... regie colorate e de-problematicizzate al massimo, tripudio dello zeffirellismo e dell'orenismo!!
E' vero... per qualche stagione sono entrati fiumi di soldi...
Poi? Guardiamola adesso: estate dopo estate, è sempre più vuota.
Le condizioni attuali - e in particolare l'esistenza di media e generi che stravincono sull'opera in termini di popolarità - impediscono all'opera di sopravvivere su questo terreno.
Ricapitolando (e sto parlando in astratto, non del Met) secondo me oggi è pericoloso parlare di spettacoli d'opera di massa e spettacoli di élite.
Nel mondo dell'opera la massa non esiste praticamente più.
Qualsiasi repertorio (da Monteverdi a Verdi, da Rossini a Berg) deve rispondere alle attese di un pubblico che se va all'opera non è certo per cercarvi "evasione", "intrattenimento" e "relax" (tutto questo lo trova molto più facilmente altrove e a prezzi infinitamente più bassi).
Non a caso, proprio il Met dovendo annunciare una Traviata (l'opera più popolare al mondo) si affida all'allestimento di Willy Decker.
E ora veniamo a "Anche stasera"
))
Siamo tutti ansiosi di leggere il tuo prossimo libro (a metà tra il memoriale, lo Zibaldone e il Pamphlet) sull'amore per l'opera... già sappiamo che sarà una delle pubblicazioni più originali, brillanti e stimolanti in questo settore. Ci sarà molto da imparare, molto da divertirsi, e... molto da ricordare: diversi fra noi, infatti, frequentavano già i teatri in quegli anni '80 nei quali cominciasti a inanellare le tue 1.100 perline.
Come sai, caro amico, Operadisc avrà l'onore di inviarti per l'occasione una bella lista di domande a cui tu... avrai l'onore di rispondere!
Un'intervista mi sembra più adatta di una "recensione" a celebrare l'uscita del libro, dato che sei anche un nostro prezioso compagno di chiacchierate forensi e ancor più prezioso amico!
Salutoni,
Mat