da Enrico » mar 24 gen 2012, 15:40
Come ti dicevo ho avuto la fortuna di comprarle a prezzi minimi!
Quella senza recitativi ha molti elementi del "Mozart viennese" di cui spesso si è discusso in questo sito: un certo aristocratico distacco, molta eleganza nelle parti più serie, brillantezza e leggerezza (che non significa lentezza). I tempi sono più rapidi, se non ricordo male, rispetto all'edizione più tarda di Karajan. Voci tutte interessanti, pur con qualche difetto di pronuncia: in particolare le donne (Seefried, Schwarzkopf, Jurinac) sono tre delle grandi mozartiane di quell'epoca. Certamente la mancanza dei recitativi ne fa una sorta di ampia selezione che permette solo in parte di seguire lo svolgimento della vicenda: documento importantissimo di un'epoca e di uno stile, ma poco godibile se si vuole ascoltare l'opera tutta intera.
Un'edizione completa (ma con suono meno buono) delle Nozze di Karajan degli anni '50 è il live della Scala con Petri e Panerai, dove ritornano anche alcuni interpreti della registrazione in studio: molto interessante il modo in cui Karajan in teatro sapeva seguire e sostenere i cantanti senza rinunciare alla cura del dettaglio orchestrale.
L'edizione Decca è più tipica del Karajan anziano, che imprime su tutto il suo stile inconfondibile: orchestra imponente e spesso in primo piano ma capace anche di tutte le sfumature del piano e del pianissimo, con suono morbido e pieno, grande cura del ritmo musicale ma sempre in relazione con gli accenti del canto; concezione "sinfonica" che mette in rilievo le varie linee vocali e strumentali, anche quelle secondarie; intepretazione nel complesso più solenne, più monumentale, ma sempre di grande livello, tipico esempio della "maniera" di Karajan e del suo carisma direttoriale.
La prima registrazione che ho avuto in cd è stata quella diretta da Fricsay, con interpreti femminili "viennesi" (sempre la Seefried, e con lei la Stader), il conte famosissimo di Fischer-Dieskau, e il Figaro "italiano" di Capecchi che riporta una comicità più spontanea e libera in mezzo a tanta nobiltà (discutendo altrove del Mozart viennese notavamo come spesso ci fosse la tendenza di affidare a cantanti italiani i personaggi comici e di più bassa estrazione sociale).
La registrazione di Giulini ha sicuramente i suoi pregi ma mi sembra ormai un po' pesante, superata per molti aspetti: in particolare trovo artefatto e falso, nel complesso "vecchio" il Figaro di Taddei. Gradevole la giovanissima Anna Moffo, che conferma la tendenza di cui parlavo prima: ai "viennesi" i personaggi nobili, agli "italiani" i plebei.
Non saprei però che cosa consigliarti: non so che cosa ti piace, che cosa ti interessa, che cosa cerchi in una registrazione!
Il discorso diventa ancora più ampio se pensiamo alle edizioni in video dei nostri tempi (non fermiamoci a Ponnelle, il teatro è andato avanti!): ce ne sono alcune veramente belle, interessanti sia per la regia sia per l'intepretazione musicale.
Enrico B.