elvino ha scritto:Mi duole informare il forum che lo scorso 16 gennaio è morto all'età di 83 anni colui che insieme ad Harnoncourt è da considerare il primo vero grande esecutore e direttore della musica pre-classica,in maniera filologica,certo oggi con tutto ciò che è venuto dopo,le sue registrazioni,sembrano quasi preistoria,ma è grazie a gente come lui e il grande maestro austriaco,sopra citato se oggi un dato repertorio si esegue in una certa maniera.
Saluti Gian Luigi
Grazie mille, Gian Luigi.
Hai fatto bene a ricordare questo grande, singolare artista.
Sono d'accordo con la tua osservazione circa la "preistoricità" del suo stile "storicamente informato".
Vorrei però insistere sul fatto che non è solo questione di conoscenze storica in materia. L'interpretazione (anche quella che si vuole "filologica") è sempre espressione del proprio presente.
Leonhardt era comunque un uomo dei suoi anni, come lo era Harnoncourt. E quindi la musica pre-classica eseguita da loro risentiva ancora di una mentalità oggi superata.
Rousset e Herreweghe (specie il primo) sembrano - come dice Pietro - infinitamente più moderni.
Questione di suono... questione di stile... questione di strumenti più vicini alle antiche forme...
Sì, certo tutto questo.
Forse anche una questione di "fantasia" (anche se ne sono meno sicuro).
Ma soprattutto una diversa mentalità e una diversa estetica, dovuti alle diverse generazioni.
Per Leonhardt e Harnoncourt il mondo pre-classico era ancora una questione di solennità luterana, di distacco dalle passioni romantiche, di spiritualità filosofeggiante.
Oggi invece è l'irriverenza materialistica, fisica, razionalistica e persino la dissacrazione erotica che affascinano gli esecutori del Barocco. Il gusto di sorprendere, strappare e provocare è proprio dei nostri tempi, non di quelli dei grandiosi pionieri di cui parliamo.
Anche l'esecuzione "filologica" (scusate se uso questo termini oggi non più di moda) è una questione di presente, come tutto ciò che riguarda l'interpretazione.
Da operomane perso quale sono, rimpiango solo che Leonhardt non abbia, almeno negli anni pre-contestazione, lasciato qualche contributo anche in questo senso.
Una tragedie di Gluck, un dramma per musica di Cavalli, un'opera seria di Handel diretti da lui negli anni d'oro avrebbero lasciato il segno.
Salutoni,
Mat