da giulia grisi » ven 14 set 2007, 15:04
Anche per me Tosca ha il nome di più interpreti, poichè mi sembra che l'opera consenta di privilegiare differenti risvolti interpretativi. Dico risvolti, si badi bene, e non che il personaggio possa mutare radicalmente.
Riparto da Lucavi e da quanto dice su una delle più straordinarie interpretazioni ed esecuzioni vocali, ossia l'Olivero, e circa l'uso che fa del parlato.
La Tosca del'Olivero ha anche grazie all'uso del parlato una cifra stilistica assai netta, quella che poi ha finito per essere criticata in tempi recenti, che è quella della diva liberty, sopra le righe per il nostro gusto, ma riferita con precisione alle prime interpreti di Puccini ( pensiamo allo spavento che è per noi lascolto di una Carelli...........impossibile oggi ) come al teatro delle Bernhard....etc. Una cifra SCELTA e VOLUTA, però, fatta di retorico fraseggio, ma anche di manierismo e compiacimento per infiniti effetti dinamici. Concezione che a molti oggi non piace e che la critica ha anche attaccato in un momento in cui, per la verità, in teatro non è che non si sentano piùTosche sopra le righe ( penso a quanto ho visto fare alla Guleghina alla Scala, al live della Dessì a Bologna e per certi aspetti anche alla Cedolins.... ).
Resta il fatto che Tosca è stata in parte ripulita dagli effetti veristi: le esecuzioni di una Tebaldi decisamente più lirica, giocata sulla qualità di un mezzo vocale di qualità rara; della Callas, la grande primadonna con nerbo, meno sensuale, meno retorica, certamente la più tragica di tutte; delle due grandi americane, Price e Steber, certo di non perfetta dizione ma puntuali nel fraseggio, ma capaci di lirismo e sensualità la prima, di lirismo e grande forza drammatica la seconda.
Non credo che vada dimenticato il fatto che in teatro spesso i soprani negli anni '50 e '60 hanno comunque continuato ad abbandonarsi a certi effetti declamatori e retorici che magari nei dischi ufficiali sparivano: penso proprio a quanto documenta il live della Tosca della Tebaldi con Mitropoulos del Met, dove si sentono effettacci veramente brutti.
La compostezza del canto di Tosca, e quindi la resa del personaggio ( più o meno felina, più o meno aggressiva ) dipendono tantissimo dalla saldezza tecnica e dalla freschezza vocale dell'interprete, in particolare nel secondo atto, di scrittura vocale pesantissima, massacrante, ove urlare perchè non si riesce a controllare il proprio mezzo per la fatica, è assai facile. Quante urlatrici abbiamo sentito in provincia negli anni '70 e '80 nella Tosca?.....direi tutte coloro che non rispondevano al nome di Kabaiwanska, sontuosa ed elegante fraseggiatrice.
Non sempre il gusto è figlio delle intenzioni artistiche, ma spesso dei limiti tecnici e vocali: in Tosca si parla del gusto cattivo. L'Olivero sceglie ciò che vuole essere, oggi ci facciamo andare bene quel che si riesce a fare.
Amo moltissimo un soprano come la Steber, anche se la dizione è americanissima: per la sua capacità di essere interprete puntuale e variegata, mantenedo sempre una voce timbrata, salda, un legato eccezionale unito alla capacità dinamica degna dell'Olivero, quasi più della Callas oserei dire, con una sobrietà vicina a noi.
Nè vedo un gran limite nel suo modo di usare il parlato, ance perchè in Tosca a ben vedere, il parlato si limita a "Quanto? il prezzo" ed alle battute dopo la fucilazione.
Scagliere una piuttosto che un'altra, però, non mi è possibile.