Straordinario, generoso Pollini. Ha illuminato del suo suono-luce il Concerto "Imperatore" di Beethoven eseguito ieri sera con Daniel Baremboim e la Filarmonica della Scala al posto della prevista Nona. Memorabile ancorché imperfetto, anzi verrebbe da dire memorabile PERCHE' imperfetto. Perfino per un Pollini non è semplice "improvvisare" un concerto- "carogna" quale il quinto di Beethoven: le difficoltà son nascoste, strutturali, e ci cadde proprio lo stesso Baremboim la stagione passata, facendolo senza preparazione. Ed era un Pollini che, forse, quasi per la prima volta, dimostrava la sua età. Si è sentita la fatica, lo sforzo. Nel primo movimento c'è stato un passaggio da brivido, l'impressione del limite di "rottura". Eppure... memorabile! La bellezza, la luminosità del suono, l'intelligenza e la profondità della lettura, e l'ONESTA' assoluta (e qui è davvero la grandezza di Pollini) del pianista che si propone senza trucchi, sfidando la contingenza d'un concerto salvato all'ultimo momento e i limiti imposti dallo scorrer del tempo perfino ad un fenomeno come lui! Mi sono spesso chiesto come sarebbe stato Maurizio Pollini da "pianista in età". Oggi lo vediamo (anzi, ascoltiamo): ENORME, un interprete di portata storica, e un "uomo al piano" che si ammira in quanto tale, tutto insieme, l'uomo e il pianista.
Non direi che lui e Baremboim abbiano la stessa "visione" di Beethoven : ben altro lo scavo in profondità di Pollini rispetto ad una certa esteriorità del "collega" qui direttore. Però, da una parte e dall'altra c'era "tanta" musica!
Detto questo, nel tutto sommato non memorabile ciclo beethoveniano- schonberghiano di questi giorni alla Scala, Baremboim e Filarmonica stavolta hanno dato il meglio. Ottima, compatta la Leonora 3 anche aperta a notevoli squarci poetici dalla indubbia musicalità di Baremboim:bellissima, ad esempio, la fuga conclusiva, fatta nascere dal silenzio in accelerazione progressiva. Sul piano del gusto, continuo a trovar discutibile la scelta di Baremboim di gonfiare (anche di strumenti) l'orchestra nell'esecuzione di musiche di Beethoven, ma qui l'esito era senz'altro di livello. Magnifica, senza riserve, l'esecuzione della prevista Kammersymphonie op9 di Schoenberg: è il tipo di lavoro che, anche cronologicamente, è senz'altro nelle corde migliori di Baremboim e, a proposito di... corde, qui alcuni di migliori solisti d'arco della Filarmonica (cito Francesco De Angelis e Danilo Rossi) hanno portato l'esecuzione a livello decisamente alto. Insomma, fra la presenza di Pollini e il resto, un ciclo fin qui non entusiasmante ha perso per strada la Nona, ma si è decisamente elevato proprio all'ultima puntata della vicenda.
marco vizzardelli