Non so proprio cosa mi sia passato ieri sera per la testa ( ), ma mi son deciso di ascoltarmi l'Orfeo di Monteverdi. Un'incisione di vecchissima data, precisamente del '39, acquistata tramite la collezione "La grande lirica" proposta dal gruppo editoriale Bramante.
Il cast, se si esclude Elena Nicolai (artista assai vituperata nelle poche incisioni discografiche rilasciate), e' del tutto sconosciuto, almeno per me. Ecco l'elenco :
- Enrico De Franceschi (Orfeo)
- Ginevra Vivante (Euridice e La Musica)
- Elena Nicolai (Messaggera)
- Vittoria Palombini (Speranza e Proserpina)
- Albino Marone (Caronte e Plutone)
- Enrico Lombardi (Primo Pastore)
- Giuseppe Manacchini (Secondo Pastore e Apollo)
Organo : Alceo Galliera (si proprio lui, il direttore del Barbiere di Siviglia con Callas e Gobbi edita dalla EMI)
Clavicembalo : Corradina Mola
Direttore : Ferruccio Calusio.
Le mie impressioni sono state semplicemente entusiastiche. Si, avete letto bene ... entusiastiche perche', tranne pochissime eccezioni (ho trovato deficitaria vocalmente e di pessima dizione solo la Vivante e Lombardi, quale evanescente Primo Pastore), il resto dicevo mi ha convinto in pieno. Proprieta' di linguaggio, ottima dizione (che nell'arte del "recitar cantando" copre un ruolo di primissimo piano), fraseggio vivo e variegato quanto basta, sollecitato da una direzione/accompagnamento che ha sempre saputo mantenere alta la concentrazione dell'ascoltatore. Insomma, strano ma vero, i momenti di noia in questa registrazione non li ho proprio trovati! Se non e' un grande merito, ditemi voi cos'e' ...
Gradirei tanto da parte vostra le impressioni, per chi la possiede, su questa incisione e qualche notizia biografica sugli interpreti, sopra tutto sul protagonista, l'ottimo De Franceschi (che cos'e' il suo "Vi ricorda, o boschi ombrosi"!!!) ed il cavernoso ed impressionante basso Marone.
Chiudo con qualche interrogativo, che vorrei porvi alla vostra attenzione :
- gli anni '30 erano gia' cosi' innovativi, se si permettevano di incidere un'opera come l'Orfeo di Monteverdi (che, diciamolo in tutta verita', al giorno d'oggi nei teatri italiani e' pochissimo rappresentato)?
- il "recitar cantando" monteverdiano si differenza cosi' tanto dal "recitar cantando" wagneriano? Non credete che vi siano affinita'?
Spero di non aver detto cavolate, ma sono le mie semplicissime impressioni di un autore da me sempre trascurato ... e che nell'ascolto di ieri sera, mi ha fatto riscoprire il piacere dell'opera come da parecchio tempo non accadeva!